Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 22/6/2014 alle 08:45


Dopo una lunga valutazione ho deciso di chiudere il blog. Ci pensavo dal giugno dell’anno scorso ma allora si annunciava un anno di congressi, di cambiamenti e di instabilità governativa e di tutto ciò volevo discutere con voi come nei cinque anni precedenti.
Sono rimasto praticamente il solo a scrivere sistematicamente in “Varesepolitica”,  un contenitore ormai esausto. Ma c’è un motivo più rilevante:  Varesepolitica era stato ideato per far dialogare parlamentari, consiglieri regionali, dirigenti di partito con i cittadini ed io non ho più cariche politico-istituzionali dal 2010.
Il mio orgoglio è di aver guidato uno “spazio” di discussione realmente libero.  Avrò cestinato non più di una decina di commenti in sei anni pieni, intensi, appassionati. Sono stato incoraggiato e stimolato dalla vostra partecipazione della quale sono grato sia alla pattuglia dei commentatori sia all’esercito dei lettori. 
Proseguirò le mie riflessioni su Facebook (dopo un paio di settimane di vacanza) e magari su qualche giornale cartaceo oppure online, non più come politico ma come attento osservatore dei fatti sociali, culturali, istituzionali, pubblici. E’ un cambio “d’abito” che sento necessario e che spero comprenderete.
Un ringraziamento particolarmente sentito  a Varesenews e al direttore Marco Giovannelli.
 

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inserito il 20/6/2014 alle 08:50

 
“Renzi pensaci tu” titolava in grande la prima pagina della Prealpina di due giorni fa (il giornale più letto a Varese).
Era il sindaco del capoluogo Attilio Fontana che si riferiva all’ex caserma comprata dal Comune e lasciata vuota e cadente. Nella lettera al premier, Fontana citava anche il recupero funzionale della Torre civica al centro della città.
A pagina 33 dello stesso giornale, un altro titolo a caratteri cubitali (sei colonne), “Renzi blocchi il quarto binario”: erano le parole del comitato civico che si occupa della tratta ferroviaria Rho-Canegrate.
In tutti i giornali locali è un susseguirsi di questi appelli a Roma. Non mi piace questa moda fatta di semplificazioni e illusioni pericolose. Un incubo per chi coltiva il sogno di una buona autonomia istituzionale.
Renzi allenti il patto di stabilità per il sistema delle autonomie e non incoraggi questa tendenza centralista che sarà un boomerang. Meglio amministratori eletti che burocrati dal volto sconosciuto che sbagliano senza pagare prezzo

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inserito il 18/6/2014 alle 18:26


Fa l’amore con la moglie, poi la sgozza, poi uccide i due figli, poi va a vedere la partita dell’Italia ed esulta.
Dopo quasi una settimana non mi esce dalla testa.


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inserito il 18/6/2014 alle 10:02

 
Entro l'anno l'introduzione del quoziente famigliare e la legge sulle unioni civili.
Vedremo se sarà stato solo un proclama ma il programma del Pd appare molto serio.
Aiutare, innanzitutto ma non solo fiscalmente, le famiglie numerose in un periodo di decrescita della natalità è una misura di equità sociale e insieme di sviluppo demografico ed economico fondamentale per l'interesse nazionale.
Sulle unioni civili sappiamo tutti molto bene che il diavolo sta nel dettaglio ma il preannunciato modello tedesco (che significa equiparazione delle coppie di fatto anche omosessuali a quelle sposate per gli effetti civili salvo l'adozione dei figli) può incontrare l'approvazione della larga maggioranza degli italiani. 
Il NCD di Alfano non le vorrebbe ma questa legge è più materia del Parlamento che del governo. E' sempre stato così.
I tempi sono assolutamente maturi. Molti comuni medio-grandi hanno prodotto iniziative generose ma spesso velleitarie e confuse. Serve una legge dello Stato saggia ed equilibrata.
 

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inserito il 16/6/2014 alle 19:00


La ferrea determinazione del Pd sulle riforme sta smuovendo le acque nel M5S e nella Lega. L’apertura di Grillo ad un dialogo sul sistema elettorale va accolta. Ma se resterà fermo sul sistema proporzionale non si concluderà nulla. Non si può tornare indietro dall’ipotesi del ballottaggio fra le due liste maggiori che garantirebbe un vincitore con il compito incontestabile di governare.
Decisamente più attuabile l’offerta di collaborazione della Lega sulla riforma costituzionale del rapporto Stato-Regioni. La prima proposta del governo era insufficiente e manchevole. Poi è stata corretta ma è ancora troppo centralista.
Sui costi standard da applicare in maniera sistematica, sulla distribuzione più equilibrata delle competenze legislative, sulla maggiore attenzione alle Regioni e ai comuni “virtuosi” si può trovare un accordo costruttivo che si potrà estendere anche a Grillo se è sincero nella svolta tattica degli ultimi giorni.
Sarebbe preferibile il taglio di metà delle Regioni attraverso il loro accorpamento, così come l’eliminazione degli Statuti Speciali e la possibilità per le Regioni più efficienti di ottenere più autonomia ma non si può pretendere tutto e subito.
Sulla riforma del Senato gli spazi di manovra sono stretti per alcuni punti fermi: no al Senato che fa le stesse cose della Camera e che vota la fiducia al governo, no ai senatori eletti con suffragio universale, si alla rappresentanza delle Autonomie regionali e locali.
Un fatto però è certo: più si allarga il processo riformatore (senza inquinamenti sconvolgenti) meglio è.
 

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inserito il 15/6/2014 alle 10:43


Come spendere al meglio l’enorme investimento di fiducia degli italiani sul Pd? 
Ieri Matteo Renzi ha risposto delineando un orizzonte politico di riforme: Lavoro, Pubblica amministrazione, Giustizia, Istituzioni. Da far tremare le vene dei polsi.
Abbiamo trovato finalmente il leader ma il carisma personale non basta. Serve un soggetto collettivo con mentalità, stili, comportamenti contrassegnati da una forte etica pubblica dal Nord al Sud. E’ questa la madre di tutte le riforme.
Un grande partito della Nazione (maiuscolo), che sa includere, non può essere del tutto omogeneo. Pezzi di opposizione ci saranno sempre e saranno salutari. Chi li guiderà? “Perché non Pippo Civati?” mi ha chiesto ieri una ragazza mentre ragionavo così.
Potrebbe essere ma solo se accetta l’idea che Renzi durerà per alcuni anni, se smette di coltivare soltanto il suo orticello congressuale e di strizzare l’occhio ad ogni azione di mero disturbo dentro e fuori il Pd. 
L’unità del partito è testimoniata più dall’opposizione interna che dai conformisti e dagli adulatori. Renzi dimostri sempre di averlo capito e di apprezzare concretamete.

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inserito il 13/6/2014 alle 09:27


Domani parteciperò all’assemblea nazionale del Pd e già stasera incontrerò amici e colleghi. Due cose mi stanno a cuore. 
La prima: la libera dialettica interna è sacrosanta. Il dibattito non è una concessione bensì un diritto, non deve essere sopportato ma alimentato. E’ giusto che il dissenso si manifesti pubblicamente ma non può trasformarsi in un veto
La seconda: quando la decisione democratica è stata presa, va rispettata da tutti. I casi di coscienza si possono magari esprimere in Aula quando il voto vale uno ma non in Commissione quando rappresenti il tuo partito e il tuo voto è decisivo. Il caso di Corradino Mineo è questo.
L’autosospensione accende le luci della ribalta per un pugno di ore. Poi, o la si attua o cala il buio. Tertium non datur.


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