Insieme per rilanciare la provincia di Varese
Popolo della Libertà
inserito il 7/3/2010 alle 17:13


Il buon senso e l'equilibrio, dopo giorni di partecipata mobilitazione, hanno prevalso sulla rigorosa applicazione della forma sbandierata in nome di un principio di eguaglianza nemico della democrazia e della libertà. L'esclusione di una lista nella competizione elettorale per le regionali avrebbe infatti costituito una profondissima ferita per la nostra democrazia. "Summum ius, summa iniuria" ovvero "il massimo del diritto, il massimo dell'ingiustizia" dicevano i latini. Una frase che ben si adatta all'intricata situazione che si è venuta a creare in questi giorni e che, nel caso di vittoria a tavolino, avrebbe delegittimato di fatto tutti gli altri candidati.


Ci sono alcuni fatti che vale la pena considerare rispetto al provvedimento che ammette nuovamente la lista "Per la Lombardia". Innanzitutto, nell'ordinanza del Tar si sottolinea come i giudici non abbiano tenuto conto del decreto approvato venerdì sera dal Consiglio dei ministri e, elemento ancor più significativo e che riconferma con maggiore forza la bontà della decisione presa, come una volta ammessa la lista, l'Ufficio Elettorale Centrale non avesse alcun diritto di mettere nuovamente in discussione la validità delle firme presentate.


Non ci sottraiamo alla valutazione critica rispetto ad alcune imprecisioni che sono state commesse nella raccolta delle firme, ma chi è stato in Corte d'Appello ha potuto verificare, in maniera piuttosto evidente, che non ci sia stata una neutra valutazione dei fatti, ma un trattamento che in più di un caso non è stato uguale per tutti.


La questione della validità delle liste, ha spostato l'attenzione sull'idea di democrazia che la politica intende difendere. L'una, strettamente legata ad un livello formale che, non ammettendo la possibilità di emendare gli errori e garantire il corretto esercizio della democrazia nel nostro Paese, si incatena di fronte ai Palazzi di Giustizia, grida all'impeachment e oltraggia il presidente Napolitano, che viene difeso o attaccato sulla base dei vantaggi di partito.
Io credo invece che sia da difendere un altro tipo di democrazia: quella di tipo sostanziale che opera per il bene comune e garantisce il diritto di milioni di lombardi di esprimere il proprio pensiero e il proprio voto e che ciò valga di più del fatto che manchi qualche timbro tondo.


Anche l'ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida aveva osservato poche ore dopo la diffusione della notizia dell'esclusione della lista di Formigoni che "i rilievi sono deboli e toccano formalità non essenziali, che potrebbero essere regolarizzate. Anche nell'interpretazione della legge il buon senso è un grande criterio".


È evidente che le regole debbano essere rispettate e debbano valere per tutti, ma è altrettanto vero che bisogna discernere tra la sostanza di una norma e il formalismo occhiuto che può portare a conseguenze gravissime. La nostra democrazia e la nostra convivenza civile non dovrebbero mai esaurirsi ad un semplice esercizio della forma, ma alimentarsi di contenuti più profondi basati sulla fiducia, sulla stima e sulla lealtà reciproca.


Non è un mistero che in questi giorni su alcuni siti siano comparse immagini inquietanti di mitragliatrici e slogan altrettanto eloquenti: "Giudice non mi vuoi far votare? E io comincio a sparare'" degne delle peggiori minacce di un recente passato.


Ecco perché è stato significativo difendere la sostanza della democrazia che è sicuramente da anteporre ai formalismi di abbreviazioni e di timbri tondi. Senza la candidatura di Formigoni, senza la lista del PdL e della Lega, in Lombardia non ci sarebbero state elezioni democratiche, perché la sostanza e i valori su cui è fondata la nostra Repubblica sarebbero stati violati come mai è accaduto nella storia del nostro Paese.


Andiamo dunque avanti nella nostra campagna elettorale - che non ha mai cessato di proseguire nell'esperienza così bella e così vera dell'incontro con le persone, le associazioni, le famiglie, le imprese - lasciando da parte le sterili polemiche sulle questioni formali, e andiamo alla sostanza della nostra esperienza, continuando a sostenere i nostri programmi, le nostre ragioni, i valori che più ci stanno a cuore. Gli elettori devono poter scegliere, soprattutto attraverso il grande strumento di democrazia che è il voto di preferenza, sulla base dei contenuti, delle idee e delle proposte la persona che rappresenterà in Consiglio Regionale. Garantire questo diritto a tutti, qualunque sia l'idea e il partito in cui si riconoscono, significa difendere nella sostanza e non solo nella forma la nostra democrazia

                                    Raffaele Cattaneo

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inserito il 5/3/2010 alle 07:30

Lunedì 8 marzo alle ore 11,30 in Viale Belforte angolo Via Gondar a Varese, alla presenza del Commissario Provinciale del PdL Sen. Antonio Tomassini, si terrà l'inaugurazione del Punto Elettorale Provinciale.

All'inaugurazione saranno presenti i Candidati alle Regionali oltre ai Candidati Sindaco alle prossime consultazioni Amministrative.

Sarà un momento importante per focalizzare l'attuale situazione in cui il Partito di maggioranza sta vivendo per il rischio esclusione dalla corsa regionale

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inserito il 1/3/2010 alle 14:56

Depositate le liste, si entra nel vivo della Campagna Elettorale per l'elezione del Presidente Regionale e di alcuni Consigli Comunali in provincia di Varese.

Ecco quindi riaccesa la macchina organizzativa che ci troverà sempre pronti ed attenti per informarvi, giorno dopo giorno, di tutte le attività politiche sul territorio che ci verranno segnalate dai vari candidati o organizzate dalla Segreteria Provinciale.

Sul blog potrete inoltre trovare scambi di opinione, potrete segnalare le vostre richieste, aprire dibattiti o segnalare necessità.

Non perdetevi quindi questa ghiotta occasione, ogni giorno troviamoci in questa "Piazza Virtuale" per un caffè insieme.

 

Buona campagna a tutti

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