Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 5/3/2018 alle 01:46

Le elezioni hanno stabilito con chiarezza vincitori e vinti. Il M5S ha ottenuto un risultato inequivocabile che è andato ben oltre le più rosee previsioni. La Lega (nazionale) di Salvini ha trovato un risultato che non può essere misconosciuto. Forza Italia arranca, il Pd di matrice renziana è di gran lunga il partito che esce (più) sconfitto, direi con le ossa rotte. Alla sua sinistra Leu ha raccolto poco e niente: gli elettori di centro-sinistra e di sinistra delusi, sono andati infatti verso i grillini. Questa orrenda legge elettorale (che non ho votato) ha oltretutto regalato al Paese una pericolosa instabilità giacché non si intravedono per ora maggioranze praticabili e, sul piano politico, non è azzardato sostenere che questo voto sarà devastante in ambito europeo. Dalla mia parte del campo il renzismo è riuscito nella brillante impresa di distruggere non tanto il Pd e se stesso, ma tutto il centro sinistra. Renzi in pochi anni ha dimezzato i voti del suo partito. Non basta accontentarsi di dire che ora se ne andrà all' opposizione. Un politico serio e normale, questa volta, dovrebbe riconoscere il disastro e abbandonare immediatamente  il campo. Non avverrà per sua spontanea volontà. Per il bene del centro sinistra mi auguro che lo costringano subito alla resa. Il centro sinistra è un' area che va ricostruita senza di lui. Da possibile risorsa del riformismo italiano, l' ex sindaco di Firenze (insieme al suo gregge) è diventato non semplicemente UN problema, ma IL problema per la dignità di un centro sinistra degno di tale nome.

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inserito il 23/1/2018 alle 13:40

 Niente di nuovo sotto il sole. Di questi tempi...nessuna novità. La candidatura di Luisa Oprandi alle prossime elezioni regionali è stata cassata dai vertici del Pd varesino. Luisa aveva da tempo dato la sua disponibilità "palleggiata" fino all' ultimo momento e, alla fine, puntualmente rifiutata. Rappresentava viceversa una grande e preziosa opportunità per il Pd in virtù del suo impegno dentro e fuori quel partito, un impegno riconosciuto da molti e materializzatosi nel tempo prima con una candidatura a Sindaco di Varese quando sfiorò la vittoria, poi risultando nettamente la più votata in assoluto tra tutti gli eletti alle ultime elezioni comunali di Varese, ricevendo subito dopo il "regolare" benservito dai suoi che non l' hanno voluta in Giunta. Succede spesso alle persone libere e scomode, fuori da un' idea di potere per il potere. Ci perde innanzitutto il Partito Democratico che, ancora una volta, ha voluto privilegiare la logica delle correnti e degli affari di botteguccia. La sua candidatura era pericolosa per molti che invece di ragionare facendo proprie valutazioni collegiali e da vera comunità politica (la sua candidatura è stata oltretutto caldeggiata da moltissimi nel Pd), hanno semplicemente preferito badare solo ai loro interessi. Si dirà che un partito è democraticamente libero di fare le proprie scelte. Verissimo. Intanto questa è però  l' ennesima prova che il Pd ha perso contatto con la realtà a Roma come a Varese.

Categoria: Persone
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inserito il 1/1/2018 alle 12:13

 Quando inizia un anno nuovo si esprimono..buoni propositi. Nel mio caso mi limiterò ad essere semplicemente sincero. Sono da tempo in rotta di collisione con il Pd renziano, non una novità. Non metto ovviamente in discussione la legittimità, conclamata da un Congresso, di Renzi alla guida del partito, semmai contesto la mutazione genetica in atto di un' organizzazione politica che si è completamente snaturata rispetto la sua identità originaria. Sintetizzando: il Pd da partito popolare riformista collocabile nel centro-sinistra, è diventato altra cosa, un partito di centro, un partito personale in cui a tutti i livelli si discute poco. Ho provato inizialmente a pensare che fosse possibile continuare una battaglia interna, ma ciò è praticamente impossibile se deve essere la coscienza politica di ognuno di noi a prevalere. Non ho mai votato contro il Pd in sede istituzionale, mi sono limitato qualche volta a non partecipare al voto rispetto a scelte che proprio non potevo condividere. Da ultimo è stata approvata (non solo dal Pd) una legge elettorale pessima, che provocherà voluta instabilità, slegata dalle esigenze del Paese, frutto di interessi di bottega. Una ciliegiona sulla torta. Credo semplicemente che, per quanto mi riguarda, un percorso nel quale credevo molto sia giunto al capolinea. Ringrazio molto diversi tra i miei compagni di viaggio di questi anni. 

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inserito il 4/10/2017 alle 08:24

La Lombardia ed il Veneto non stanno all' Italia quanto la Catalogna alla Spagna, non fosse altro per una questione di lingua oltre che di storia. Fare e cercare parallelismi è dunque del tutto fuori luogo anzi, un grossolano errore, nella migliore delle ipotesi...una deprecabile forzatura. Sacrosanta l' autonomia territoriale in ragione di condizioni oggettive, molto meno nobile continuare a procedere, in un mondo sempre più globalizzato, a divisioni e sottodivisioni. E' chiaro a tutti che il prossimo Referendum proposto, ha, soprattutto per qualcuno, una precisa valenza politica e zero valore nella sostanza. Il quesito è poi quasi pleonastico: "Preferite ingurgitare un cucchiaio di fiele o di zucchero?". Sul fatto che una più definita autonomia potrà essere utile al nostro nostro territorio non ci piove, su come e se tutto ciò si verificherà, è altra faccenda. Ci ho pensato un po' prima di decidere come votare nell' occasione. Scegliere il No rispetto ad un quesito del genere è di fatto sbagliato, non votare o non recarsi alle urne, un po' pilatesco ed un vantaggio regalato ad alcuni fra gli avversari politici. Mi concentrerò solo sul contenuto ed il mio sarà uno scontato Si, ben sapendo che presto sentiremo tutti quanti suonare i colpi della "gran cassa" propagandistica. Me ne farò una ragione.

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inserito il 12/7/2017 alle 09:52

 Ultimamente si fa intensa e continua discussione intorno alla "personalizzazione" della politica, ai suoi effetti benefici o meno, alle sue complicanze. In realtà la personalizzazione c' è sempre stata da parte dei leader, anche in passato. Una condizione, del resto, inevitabile. Occorre però fare una precisa distinzione tra personalizzazione appunto e " partito personale", una "differenza" di certo non terminologica, sicuramente non una questione di mera lana caprina. I partiti in questi ultimi decenni si sono trasformati. Un processo inevitabile strettamente legato ai cambiamenti repentini e radicali della società. Nella società multimediatica l' incidenza carismatica di un Capo, appare come dirimente e determinante. Anche il centro sinistra si è trasformato. Il Pd ha messo in campo le Primarie. Il leader è stato scelto da milioni di persone. Un dato inequivocabile che va tenuto in considerazione. Ma anche in virtù di questo fatto un segretario non può divenire "padre-padrone"...questione di democrazia. Il partito non è una semplice azienda, bisognerebbe comprenderlo. La conseguenza diretta è che la gente, molto più che in passato, identifica lo stesso leader con la sua organizzazione. Diventano un tutt' uno. Lamentarsi delle reazioni dei cittadini contro il comandante e quindi contro tutta la "truppa" non è reazione contraddittoria e scomposta. Se poi chi detiene il potere crede di essere una specie di amministratore delegato...

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