Ieri, in Regione, si è svolta l’audizione di Paolo Alli, sottosegretario del presidente per l’attuazione del programma ed Expo 2015. Si è parlato delle politiche di sostegno alla presenza economica e alle imprese lombarde che esportano prodotti all’estero.
Complessivamente sono 39 mila le aziende che esportano; sono sostenute da una serie di strumenti che coinvolgono le camere di commercio, il Ministero per lo sviluppo economico e anche, frequentemente, le province e alcuni grandi comuni.
La prima riflessione è che spesso le responsabilità sono confuse e si sovrappongono. Un problema di “regia”, che si somma agli ostacoli burocratici evidenziati nel post “La selva oscura degli incentivi alle imprese” pubblicato lo scorso 17 settembre. Nei prossimi mesi, essendo importante esportare e promuovere attività economiche in grado di affermarsi nei mercati internazionali, sarà fondamentale razionalizzare e far diventare più efficaci gli strumenti a disposizione delle imprese.
La Lombardia ha promosso in 28 Paesi Esteri i “LombardiaPoint”, strutture operative per l’orientamento, l’informazione, l’assistenza, lo sviluppo e il consolidamento. Un servizio che non è stato sfruttato considerando che in totale sono state trattate solo 1150 pratiche.
L’audizione che ho chiesto al sottosegretario Alli è servita per puntualizzare l’esigenza di semplificare gli strumenti e il coordinamento tra i vari livelli istituzionali (ambasciate, consolati, ministeri, regioni, provincie, camere di commercio) e per valutare l’esito di alcuni finanziamenti, come ad esempio quelli per il sostegno alla partecipazione fieristica internazionale delle nostre imprese.
L’esigenza di sostenere le piccole e medie imprese lombarde è una sfida per la penetrazione dei mercati esteri ed è una delle priorità che il nostro sistema deve supportare.
Consolidare il ruolo nel mercato internazionale significa accrescere la competitività e favorire l’occupazione.