Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 3/11/2010 alle 15:46

La CGIL è da sempre organizzazione granitica e tradizionale. Per qualcuno addirittura 'tempio di conservatorismo'. Condivido. Nata nel 1906, sono passati ben 70 anni prima che, a metà degli anni '70, una donna, Donatella Turtura, entrasse nella sua Segreteria Confederale!  Da oggi buone nuove: Susanna Camusso è il suo nuovo leader. Cade così un piccolo-grande muro e, come lo ha definito l' Unità (non dei conservatori dunque), un 'vecchio tabù'. In un mondo politico (nel senso più ampio del termine) popolato da figure femminili come escort, ex-escort, veline, ex-veline, attricette, ex-attricette, in un Paese, che il Ministro socialista Rino Formica negli anni '80 non esitò a definire con efficacia come mondo pieno di 'nani e ballerine' (allora per la verità si riferiva in particolare a quell' ex-PSI ma il concetto era e rimane estendibile), questa è comunque una buona notizia, una notizia che in un Paese normale non sarebbe rivoluzionaria. La Camusso ha una storia personale di impegno, dedizione e coerenza, un percorso segnato da esemplare linearità e 'pulizia morale'. Oggi caratteristiche davvero rare, perle da mettere sotto teca.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 13 commenti -
Parole sante senatore che però, detto da un non credente, non so quanto possano valere. Come Pd avete anche la preziosa occasione di proseguire su questa strada visto che, dietro l'angolo, ci sono le elezioni amministrative in importanti città come, tra le altre, Varese, Busto Arsizio, allarate. Almeno in uno di questi comuni una candidato-sindaco donna non ci starebbe proprio male!
Scritto da Un anziano il 3/11/2010 alle 16:22
Scusi se rompo Senatore ma soprattutto la parte finale del suo intervento mi pare contenga, non so perchè, un fondo di maschilismo anche da parte sua. Queste caratteristiche le donne ce le hanno eccome, non sono rarità. Siete voi uomini che, in una società che discrinima un genere, le valorizzate poco o niente.
Scritto da E.F. il 3/11/2010 alle 16:27
Rileggendo, cara (si fa per dire) E.F. ti devo dare, seppur in parte, ragione. C'è del vero in quello che sostieni. Vedi anch'io, che mi considerao sull'argomento tanto aperto e sensibile, ho un fondo inconscio 'maschilista'. Migliorerò.
Scritto da paolo rossi il 3/11/2010 alle 16:31
Sono assolutamente d'accordo sul fatto che il PD debba schierare alle primarie per la scelta del candidato sindaco almeno una donna. Se vogliono essere coerenti. Se invece stanno tirando avanti per proporre al ruolo di candidato il segretario cittadino, il capogruppo, il consigliere in carica da almeno due legilature, il funzionario...davvero questo partito non ascolta quel che la gente vuole.
Scritto da P.V il 3/11/2010 alle 18:09
Mi sembra scontato, non una mera speranza, che il PD candidi almeno una donna in ciascuna delle tre città della provincia (Varese, Busto, Gallarate). Ci mancherebbe altro che usassero le quote rosa solo per riempire le liste di organismi con cento persone, dove sulla quantità c'è posto anche per le "signore".
Scritto da Miriana il 3/11/2010 alle 18:21
Sulle quote rosa molte donne, me compresa, hanno avuto le loro belle riserve perchè sembrava un po' un gesto da "protezione della specie dei panda". In molte ci siamo dovute ricredere perchè è stato necessario per esserci. Ma anche così, quando si parla di cariche monocratiche, nel PD è difficile che sia candidata una donna. Sostengo fortemente l'idea delle primarie neile tre città della provincia e di donne candidate-sindaco e nelle liste.
Scritto da Luisa Oprandi il 3/11/2010 alle 19:21
Temo che questo pd in provincia di varese sia un pò come la CGIL per quanto concerne le donne, lento e poco disposto a dare spazio.
Scritto da Mario il 3/11/2010 alle 21:02
Le quote rosa, parliamoci chiaro, sono state anche utili ma hanno forzato la situazione. Nel pd è pieno di donne negli organismi dirigenti che di politica capiscono poco, non per il genere ma perchè mancano di esperienza.
Scritto da Adriano il 3/11/2010 alle 21:17
Caro Adriano, ti rispondo con due domande. La prima: ma se non ci fossero state le quote rosa non avremmo di fatto perso una preziosa opportunità? La seconda: siamo solo all'inizio, ci sono tante donne negli organismi del partito, molte capaci e preparate, ma ai vertici?
Scritto da paolo rossi il 3/11/2010 alle 21:26
La domanda la pongo a lei senatore. In corsa per la segreteria provinciale del pd mi pare ci fossere ben due donne, come mai alla fine avete scelto un uomo? Non prendiamoci in giro.
Scritto da Una donna delusa il 3/11/2010 alle 21:34
@una donna delusa, potrai anche non crederci ma nel caso del candidato alla Segreteria Provinciale del Pd non è stato scelto un un uomo per via del genere ma per ragioni squisitamente politiche.
Scritto da paolo rossi il 3/11/2010 alle 21:41
Le quote rosa possono anche andar ben, sono però un azione di emergenza compensante un vuoto oserei dire culturale. Capisco che non si possa avere pretese assurde per un Paese arretrato come il nostro. Nel resto dell' Europa le donne arrivano in buon numero a posti di potere ma in maniera del tutto casuale, senza protezioni istituzionali, senza quote. I vicini elvetici, ultraconservatori, hanno dato il voto alle donne nel 1971, quindi non ai tempi del loro Guglielmo nazionale. Ora gli svizzeri mi pare abbiano più ministri rosa che uomini. Diciamo che quando decidono sono veloci e determinati. In Italia siamo ancora all' eccezione: le marcegaglia, le camusso, tanto per fare un mini-elenco. Nel centrodestra in particolare, diversamente non potrebbe essere, sono messi ancora peggio perchè le ministre berlusconiane, Prestigiacomo, Brambilla, Gelmini, Carfagna, a parte quest'ultima che mi pare bravina ed intelligente, non occupano quelle responsabilità per meriti o significative storie politiche ma perchè erano nelle grazie del Re Sole. Adesso che ci penso anche la Carfagna non è arrivata per un particolare trascorso politico-sociale ma per altro. Rimane l'unica della pattuglia che mi sembra bravina. Del resto pensare che dalle nostre parti, dove siano indietro su tutto, si possa pensare che su questa questione, se posso chiamarla in questo modo, si possa essere moderni ed adeguati......In provincia di Varese il Partito Democratico qualche occasione obiettivamente ce l'ha, vedremo. Sicuramente non va cercata una candidata sindaco a tutti i costi ma dove ce ne sono di brave, e ce ne sono, perchè non provare? I nomi? Eccoli: Oprandi a Varese, Silvestri a Gallarate, D'Adda a Busto. Forza colleghi maschi, un pò di coraggio. L' occasione si era presentata, questo è vero, anche per la segreteria provinciale dei democratici varesini. Non ho elementi precisi per giudicare nel merito. Allora diciamo che l'opportunità che adesso si presenta consiglia, per lo meno in una o due di queste tre importanti realtà, di non essere recidivi. In quel caso, beh qualche seria preoccupazione comincerei a nutrirla anch'io.
Scritto da Borghi S. il 4/11/2010 alle 08:28
Io sottoscrivo in pieno il commento di Luisa Oprandi : è il tempo di donne nelle candidature a cariche monocratiche ! A quella di sindaco di Varese o Busto Arsizio ad esempio ( visto che a Gallarate si seguirà un'altra strada, mah ! ).
Scritto da giovanniderosa il 4/11/2010 alle 08:55
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