Un lettore affezionato mi chiede da che parte sto per il congresso del Pd, aggiungendo che lui è molto incerto e forse non voterebbe nemmeno. È la domanda che mi viene rivolta da amici e anche da persone che non conosco. Intanto io voterò sicuramente e dirò sul blog per chi e perché, ma a suo tempo. Oggi senza conoscere obbiettivi e linee politiche, farei una opzione da tifoso di una delle due persone, assolutamente rispettabili, invece che una scelta razionale basata sui contenuti. Un passo avanti rispetto alle primarie di Veltroni ci sarà in ogni caso, nel senso che la mescolanza delle varie provenienze politiche mi sembra assicurata. Così come è scongiurato, pare, il rischio del ticket (due anni fa Veltroni – Franceschini) che è il sigillo di accordi fra “potentati” che prendono atto delle diversità e le perpetuano più che tentare di superarle per raggiungere una sintesi nuova. Questa è una delle ragioni, non la sola, per la quale due anni fa avevo votato per Enrico Letta, ben consapevole che era un candidato di testimonianza. Oggi si può e si deve fare una scelta politicamente più matura e impegnativa. Ci sarà anche un terzo candidato? Vedremo.