Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/9/2009 alle 10:17

In un articolo pubblicato questa mattina sulla prima pagina della Prealpina parlo dei costi della politica. Il cuore del problema è rappresentato dagli enti inutili, dai troppi consigli di amministrazione creati ad arte, ma anche da spese di rappresentanza, incarichi professionali e consulenze esorbitanti che servono a foraggiare il retroterra della politica. A volte la polemica investe anche il numero degli eletti nelle istituzioni. Esclusi i consiglieri degli enti locali che costano pochissimo, l’attenzione è focalizzata sui duemila legislatori fra Parlamento e Regioni. Una cifra davvero enorme.
Io difendo con convinzione il numero di ottanta consiglieri regionali della Lombardia, vale a dire uno ogni 130mila abitanti, il che rappresenta il rapporto più positivo e virtuoso in Italia e in Europa. In altre istituzioni, soprattutto nazionali, bisognerebbe però tagliare con l’accetta. Se vogliamo difendere i giustissimi e ineliminabili costi della democrazia dobbiamo ridurre quelli eccessivi e non sopportabili della politica.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 7 commenti -
Una parola chiara e sicura in un materia spesso trattata con demagogia e populismo.
Scritto da Lucky il 12/9/2009 alle 15:00
Puntualizzazione utile e necessaria.
Scritto da Andrea il 12/9/2009 alle 16:34
Condivisibile la distinzione fra costi della politica e costi della democrazia. Bisogna sostenerla con forza.
Scritto da Lucianone il 12/9/2009 alle 19:05
Mille parlamentari, questo č lo scandalo. Se questo č l'esempio, si capisce poi tutto il resto.
Scritto da Tettamanti M. il 12/9/2009 alle 21:04
Tema interessante e delicato. Mi ritorna in mente il problema delle province: hanno ancora senso? di cosa si occupano? viabilitā, acqua, servizi sociali, formazione, edilizia scolastica ... sono tutti problemi che spesso richiedono soluzioni che trascendono i confini provinciali (es. Alto Milanese) o che richiedono "geometrie variabili" per essere risolti. Che senso ha poi lanciare "nuove provincie" (cfr. Monza e Brianza) quando non si ha ancora chiaro il ruolo delle aree metropolitane?
Scritto da Giacomo il 13/9/2009 alle 17:12
oltre al problema che sono tanti, si innesta anche la questione che sono troppo spesso SLEGATI dal territorio che li ha eletti, indicandone il nome o con il porcellum poco importa. Se questi, si sottraggono sistematicamente al rapporto con la gente saranno sempre troppi, lontani dalla mentalitā produttiva del nord e dal rapporto quasi 1 a 1 che vorrebbero avere gli elettori di CENTROSINISTRA. Diversa questione le societā partecipate municipali, quasi sempre sintomo di mal governo delle risore
Scritto da Alessandro Z il 14/9/2009 alle 08:38
Ho una preoccupazione. Legittima una moratoria dei costi della politica , con particolare riferimento ad indennitā spropositate rispetto gli stipendi medi degli italiani e abolizione dei privilegi fuori luogo.Ma attenzione a non ridurre drasticamente gli spazi democratici della gestione della cosa pubblica con la scusa dei risparmi. Generemmo una ristretta classe oligarchica a cui manteremmo alte indenitā e privilegi e a cui consegneremmo totalmente il Paese in tutti i suoi livelli di gestione.
Scritto da Nicola Lombardo il 14/9/2009 alle 09:55
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