Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 6/11/2009 alle 12:00

Sul blog mi è stato chiesto perché non ho ancora detto la mia opinione sulla questione del crocefisso. Scrivo ogni giorno uno o due post, di regola non di più, come mi viene suggerito da molte lettrici e lettori e non sempre scelgo le notizie di prima pagina dei giornali. Detto questo, il mio parere è netto. Non condivido la sentenza del Tribunale Europeo per i Diritti dell’Uomo. Non credo infatti che la giusta e irrinunciabile laicità delle istituzioni pubbliche sia inficiata dall’esposizione del simbolo del cristianesimo.
Leggendo alcuni interventi autorevoli sulla materia, ho trovato del tutto convincente un brano della sentenza del Tar del Veneto del marzo 2005 nella quale si afferma che «il crocefisso è il simbolo della storia e della cultura italiana, e di conseguenza dell’identità del paese».
Tutto questo considerato, la libertà di religione, di tutte le religioni inclusa quella islamica, è ovviamente sacrosanta. E lo Stato la deve tutelare in tutte le forme possibili. 

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 22 commenti -
Ottimo commento anche per il riferimento alla tutela dello Stato per tutte le religioni anche quelle apparentemente più lontane.
Scritto da Bortoluzzi il 6/11/2009 alle 12:06
Don Milani, un vero profeta, scriveva: "meno crocifissi e più Vangelo", volendo indicare la coerenza e la testimonianza di fraternità e umanità, nella vita concreta, quotidiana. Se imparassimo tutti ad essere UMANI, fraterni... al di là di credi, filosofie, ideologie, menefreghismi, padreternismi, religioni, ateismi... Questa è vera civiltà, alla facciaccia di tutti i nostri ragionamenti (a partire da noi stessi, da me stesso!).
Scritto da Carlo l'idealista boccalone il 6/11/2009 alle 12:46
Qualche tempo fa un mio amico rispondeva così in consiglio comunale alla solita interrog. della Lega sul crocefisso: "Non c’è simbolo più universale della croce. Universale appunto: non solo italiano o cattolico, ma di tutti. Allora perché volerlo come segno della divisione tra l’Occidente e il resto del mondo, come se quel Cristo appeso alla croce fosse venuto solo per alcuni? Il Crocifisso non è forse l’incarnazione della scelta di amore a favore degli ultimi, degli altri, dei diversi? ... Visualizza altro E se Cristo avesse deciso di farsi uomo proprio per i tanti migranti che approdano sulle nostre coste? Eppure, proprio su quelle sponde, la nostra carità cristiana e il crocifisso, che tanto rivendichiamo come nostro, finiscono per essere tenuti gelosamente nascosti. Cristo è, invece, proprio il volto della povertà, della sofferenza, del sacrificio, dell’andare oltre la propria occidentalità, in difesa dei valori dell’umanità tutta, senza distinzioni. La croce non va appesa a un muro, messa in bella mostra: Cristo non è un soprammobile da mostrare con orgoglio. Cristo sui muri, i poveri cristi fuori dalle mura? Il messaggio cristiano è bel altro, ben diverso da chi lo utilizza semplicemente per imporre un’inaccettabile strumentalizzazione politica. Lontano da queste strumentalizzazioni si colloca la nostra stessa Costituzione, che nell’articolo 3 afferma: ” Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”. Il nostro è quindi un no deciso, perché per noi è inaccettabile usare un simbolo religioso come emblema di parte in un’aula che deve rappresentare tutti i cittadini.
Scritto da ale il 6/11/2009 alle 13:13
Sottoscrivo il commento di Ale. Scommetto che è uno che va in Chiesa e prega con fede.
Scritto da Colombo A. il 6/11/2009 alle 15:16
Il commento di Ale è lungo ma è bello. Gli vorrei ricordare però che i simboli contano nella vita sociale e culturale. E dunque io sono per l'esposizione del crocefisso.
Scritto da Frosio N. il 6/11/2009 alle 15:25
Caro Adamoli, non voto più il PD ma ti seguo sempre perchè sei il politico più intelligente di Varese. Condivido il tuo breve commento anche nella parte relativa alle altre religioni. Come vedi non sono un prevenuto. Il fatto è che nel PD ce ne sono troppo pochi che la pensano come te.
Scritto da Un ex margherita il 6/11/2009 alle 15:59
@ale- Già un simbolo...per esempio per i colonizzatori cattolici (spagnoli e portoghesi) dell'America Latina che hanno imposto la conversione al crocifisso, altrimenti... Il crocifisso spesso o sempre è (stato) strumentalizzato sul piano politico, dimenticando INVECE l'mmenso, infinito, rivoluzionario messaggio d'amore e di fraternità, che resta, comunque, la speranza di chi vuol credere e un esempio per tutti, da oltre duemila anni. Leggi o non leggi. Quella è la realtà vera.
Scritto da Rosella il 6/11/2009 alle 16:00
“Tutto questo considerato, la libertà di religione, di tutte le religioni inclusa quella islamica, è ovviamente sacrosanta. E lo Stato la deve tutelare in tutte le forme possibili”. Sono d’accordo. Ma nei luoghi deputati al culto. Come ex uomo di scuola, non vorrei vedere un’ostensione di: Crocifisso, Stella di David. Mezzaluna, Torre di guardia e chi più ne ha più ne metta. Ritengo inoltre che l’assunto: “religione uguale elemento unificante” possa essere passato al vaglio del dubbio. E non mi riferisco tanto alle Crociate, ma a quello che avviene ancora oggi. Oltre a quanto accade tra Musulmani ed Ebrei, vorrei si prestasse l’attenzione alle faide nella occidentale e democratica Irlanda, tra confessioni che si combattono ferocemente, anche se si richiamano entrambe al cristianesimo. Per questo ritengo che i luoghi nei quali si esplicano funzioni pubbliche, debbano essere improntati ad una rigorosa laicità.
Scritto da Angelo Eberli il 6/11/2009 alle 16:43
Basta guardare bene la foto pubblicata a corredo di questo commento per capire come sia condivisibile la "sentenza " della corte di strasburgo. Il crocefisso avrà anche altri significati, ma è soprattutto e principalmente il simbolo di UNA religione. Negli uffici pubblici non dovrebbe esserci. Ciò detto, a me non ha mai dato fastidio, l'ho sempre visto come un semplice "complemento d'arredo". Chiedo scusa se a qualcuno questa espressione suona offensiva, ma per me è sempre stato così.
Scritto da Antonio C. il 6/11/2009 alle 16:56
@ Ale - Solo una banale curiosità, scusandoci della nostra dpmanda un pò estemporanea: ma tecnicamente come hai potuto scrivere un commento tanto esteso quando il box permette soltanto 500 caratteri disponibili (non uno di più)?
Scritto da Carlo e amici bustocchi il 6/11/2009 alle 18:46
Le poche parole del post sono condivisibili. C 'è il rispetto per il crocefisso e il richiamo alla libertà di tutte le religioni. A me questo basta.
Scritto da Gloria il 6/11/2009 alle 19:33
Caro Giuseppe, premesso che a me il crocefisso nei luoghi pubblici non dà alcun fastidio, premesso anche che si tratta di un simbolo religioso forte, in cui gran parte del popolo italiano si riconosce, ritengo assolutamente fuori luogo la reazione sguaiata, come al solito, di parte di molti politici italiano. A loro non è parso vero di imbracciare il crocefisso come una clava o come un fucile per colpire non solo gli atei o gli osservanti altre confessioni religiose, ma anche tutti coloro che, anziché ostentare il simbolo cristiano, richiamano l’importanza di vivere la propria fede dentro di sé e nel contempo di praticare quotidianamente nelle relazioni con gli altri, nelle cose che facciamo, nel lavoro il messaggio di solidarietà, fratellanza, uguaglianza scolpito nei Vangeli. In secondo luogo la decisione della Corte europea, che non ha nulla a che fare con l’Unione Europea, avrebbe dovuto offrire lo spunto per una discussione seria e pacata su ciò che è laicità, anziché lasciarsi andare a reazioni, francamente strumentali ed un po’infantili, di molti politici nostrani come quel sindaco del varesotto che ha ammainato la bandiera europea; una laicità che nel momento in cui difende un proprio simbolo religioso ed il valore etico in esso contenuto, riconosce altri simboli religiosi ed i valori etici in essi contenuti. E per concludere non sono molto d’accordo con te su una cosa: attenti a trasformare la Croce da simbolo religioso in elemento di identità culturale o civile; così facendo, non si giova né alla religione né alla società, poichè il messaggio di amore cristiano da universale rischia di diventare uno strumento ad esclusivo servizio della propria tribù o della propria etnia. Mariuccio Bianchi, Malnate
Scritto da Mariuccio Bianchi il 6/11/2009 alle 20:50
Mariuccio, che il crocefisso sia il simbolo della storia e dell'identità italiana mi sembra fuori discussione. Che fra 50 anni potremo dire ancora così non lo so ma oggi sicuramente si. Condivido invece che lo spettacolo della maggioranza politica e delle Lega sia stato sostanzialmente brutto.
Scritto da Lorenzo il 7/11/2009 alle 00:15
La foto che correda questo articolo mostra una scolaretta che scrive con la mano sinistra. E’ una conquista recente. Per secoli, il terrorismo cattolico ha negato ai mancini la loro naturale espressione. Per millenni, gli europei sono vissuti liberi: privi del senso di colpa introdotto con il peccato originale dal cristianesimo mediorientale di Saulo-Paolo di Tarso, e del concetto di uguaglianza fra gli uomini. La promessa di scambio era, ed è tuttora, la salvezza dell’anima. Come se tutti gli uomini avessero un’anima! Per quanto mi riguarda, il cristo può restare appeso a un muro.
Scritto da Filippo Valmaggia il 7/11/2009 alle 09:43
Mah, dopo aver letto tutti questi commenti apprrezzabili io, che non sono un cultore di questi argomenti, dico che il post di Adamoli, che non conosco personalmente, è il più saggio nella sua pregevole sinteticità.
Scritto da Broggi G. il 7/11/2009 alle 20:55
Avanti Giuseppe che sei sulla strada giusta. Anche i cattolici del centrodestra dovranno alla fine riconoscere che le tue argomentazioni laiche ma di ispirazione cattolica sono ben fondate.
Scritto da Bassi A. il 7/11/2009 alle 22:36
C'è una cotraddizione di fondo: il crocefisso è un simbolo universale o soltanto italiano?
Scritto da mirella il 8/11/2009 alle 11:46
Rispondo a Mirella. Un simbolo universale è la Coca - Cola.
Scritto da Filippo Valmaggia il 8/11/2009 alle 13:22
Al di là della valenza storica, culturale e religiosa, in un periodo come questo, di estremo materialismo ed egoismi, in cui gli interessi personali vanno al di sopra di quelli di tutti, avere sotto gli occhi un simbolo come il Crocifisso, serve a ricordarci che tempo fa è vissuto qualcuno che predicava pace e amore verso il prossimo
Scritto da Adriano il 8/11/2009 alle 15:50
Quando si scrivono post brevi su temi complessi si incorre nelle semplificazioni. Certe volte questo mi serve per provocare il dibattito che è il sale del blog. Il crocefisso è simbolo religioso o civile? E' religioso anzitutto ma per alcune civiltà fra cui la nostra, quella europea, e non solo, si è intrecciato con la storia, la tradizione, i valori proclamati. Dicendo questo presto argomenti a chi usa la croce per ragioni politiche ed elettorali, ma è un rischio che mi sento di correre.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/11/2009 alle 16:01
In certi paesi a minoranza cristiana il crocifisso viene bruciato; in altri esso viene rifiutato... eppure da oltre duemila anni esso rappresenta la possibilità per tutti gli uomini di sentirsi uguali e fratelli. Il crocifisso, certo. Forse l'errore è quello di fare un tutt'uno con chi strumentalizza questo simbolo di grandissima idealità fra gli uomini: tutti uguali e tutti fratelli.
Scritto da Rosella il 8/11/2009 alle 17:13
Il concetto introdotto proprio dal cristianesimo giudaico di tempo orizzontale, diacronico fa sì che si analizzino soltanto gli aspetti più recenti della nostra storia. Andiamo un po’ più indietro. Il crocifisso è stato per secoli una clava brandita per convertire con la forza, e ha rappresentato un potere che ha esercitato la tortura e inflitto la pena di morte (lo stato vaticano l’ha rimossa completamente solo nel 2001!). Si ha voglia di dire che il messaggio originario del cristo era di amore e di fratellanza ecumenica, quel simbolo cruciforme rappresenta anche ben altro.
Scritto da Filippo Valmaggia il 8/11/2009 alle 19:29
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