Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 21/11/2009 alle 10:00

Si sta muovendo la scacchiera politico-elettorale in vista delle elezioni regionali. Alessandro Ce’, ex capogruppo di Lega Nord alla Camera dei Deputati per dieci anni ed ex Assessore regionale alla Sanità (fino alla defenestrazione di due anni fa) si presenterà con l’Idv di Di Pietro. Io l’avrei visto volentieri nel Pd, magari come indipendente, poichè è un uomo di valore che ha pagato per la sua coerenza.
Più sorprendente l’annuncio che Silvia Ferretto Clementi (nella foto) correrà alle regionali sotto il simbolo dell’Udc. Questa collega, iperattiva e di lunga esperienza, alla quale faccio i miei auguri, viene da An dalla quale è stata espulsa qualche tempo fa.
Per quanto lei abbia affermato che condivide al 90 per cento il programma dell’Udc lo stupore si leggeva che sulla bocca di tutti: “Lei a rappresentare i moderati un partito neodemocristiano?”.
La mia meraviglia maggiore è stata però un’altra. A darle il benvenuto, con una conferenza stampa devo dire di ottimo livello, c’era anche Savino Pezzotta ex leader della Cisl che non ha seguito Tabacci verso Rutelli. Se me l’avessero detto solo un anno fa l’avrei preso per un gustoso episodio di “Scherzi a parte”.
Ma forse sono io che sono troppo lineare.

Categoria: Lombardia, Persone
Commenti dei lettori: 19 commenti -
Più che altro il fatto è che l'UDC a quanto pare si alleerà con il centrodestra, per cui la Ferretto sarebbe al fianco di chi l'ha espulsa
Scritto da Adriano il 20/11/2009 alle 11:59
"Alessandro Cè nell' Idv ? Io l'avrei visto bene nel Pd.." E non siamo su scherzi a parte.
Scritto da antonio il 20/11/2009 alle 12:14
Al soldo di tutte le bandiere (ma almeno i mercenari rischiavano la vita). I politici dovrebbero avere anche una funzione pedagogica, formativa; soprattutto ora che i media offrono loro una maggiore visibilità e una grande amplificazione. Invece i comportamenti degli "eletti dal popolo" sono sconfortanti. D‘altronde, la così detta società civile non aiuta e, anziché condannare simili comportamenti "transgender" li incoraggia attraverso i suoi profeti di nuovo conio: psicologi, sociologi e opinionisti: "La coerenza non è un valore". "Solo gli imbecilli non cambiano mai idea". "Occorre aprirsi al nuovo, aprire la propria mente". Sì, dico io, apriamola questa mente ma non al punto che il cervello scivoli fuori e caschi senza rumore.
Scritto da Filippo Valmaggia il 21/11/2009 alle 10:04
Sei sempre troppo garbato nelle tue considerazioni. In aggiunta, preferisco la tua linearità ai salti di quaglia.
Scritto da Lucifero il 21/11/2009 alle 10:12
Adamoli, tantissime persone dicono: chi, eletto in un partito, se ne va ad un altro partito, è un transfuga, o peggio; o una banderuola; se resta attaccato al partito viene a volte ritenuto "vecchio tradizionalista che non sa rinnovarsi"... e fanno l'accostamento a tanti giocatori di calcio che passano da una squadra all'altra con estrema facilità (e interesse!) senza curarsi di fedeltà ai colori di gioco... Niente di nuovo, sotto il sole... Cioè: tutto normale?
Scritto da Robecco sul Naviglio il 21/11/2009 alle 10:34
Savino Pezzotta che presenta la Silvia Ferretto. C'è davvero da stupirsi. Meglio cento volte l'iniziativa di Rutelli e Tabacci all'UDC tradizionale.
Scritto da Stefano B. il 21/11/2009 alle 10:56
Adamoli carissimo, sei persona davvero lineare e oggettiva. Ma non sarebbe ora e tempo che chiunque venga eletto in un partito NON PUO' andarsene in un altro?! Per legge, e per onestà intellettuale! Non ti va bene più il partito che ti ha presentato agli elettori? Nessuno ti trattiene, sei liberisssimo, vattene da dove sei venuto e al tuo posto subentri il primo dei non eletti di quel partito! E' logica, è giustizia e onestà, è rispetto delle persone e delle regole democratiche. Che ne pensi?
Scritto da Carlo l'idealista il 21/11/2009 alle 12:35
La politica è piena di episodi degni di "scherzi a parte". Il binomio Pezzotta-Ferretto è uno di questi. Su Cè non so cosa dire, anche lui una volta era uno importante della Lega....
Scritto da Un tuo collega il 21/11/2009 alle 13:10
Anch'io ho apprezzato la scelta del Cé, quando ha protestato e si è dimesso.Meglio nell' IDV che nella Lega.
Scritto da bruna croci il 21/11/2009 alle 14:43
Questa volta do quasi ragione a Filippo Valmaggia nel senso che la coerenza deve pur avere un valore anche oggigiorno. Il mondo cambia, è vero, ma essere alla moda non può voler dire soltanto disinvoltura nelle idee politiche.
Scritto da Giovanni il 21/11/2009 alle 15:20
Carlo non ha torto ma, come lui si definisce, è un idealista. Su Cè voglio dire una cosa sola. Era Assessore alla sanità che in Lombardia conta molto di più del Ministro alla sanità. Ha perso il posto non perchè incapace, anzi, forse perchè troppo capace e autonomo. E' finito nel gruppo misto, ha fatto opposizione tenace. Che per le prossime regionali si presenti in un altro partito mi sembra corretto.
Scritto da Un medico ospedaliero il 21/11/2009 alle 16:47
Concordo col medico ospedaliero. L'importante è che si rafforzi l'opposizione a Formigoni.
Scritto da Catella Giusy il 21/11/2009 alle 18:05
Ormai Pezzotta è ridotto male. Non ha seguito Tabacci, è rimasto nell'UDC e non conta niente.
Scritto da Un cislino il 21/11/2009 alle 20:17
I sindacalisti che entrano in politica fanno generalmente disastri. Non perchè siano incapaci, ma perchè la "forma mentis" di un sindacalista è diversa da quello di un politico.
Scritto da mauro prestinoni il 22/11/2009 alle 00:18
Gianfranco Fini, anche in virtù del suo alto ruolo istituzionale, sta facendo scuola in questo senso. Una delle sue ultime lezioni si è tenuta ieri in un’aula gremita di piccoli allogeni. Fini ha definito stronzi coloro i quali discriminano, eppure sono stati proprio coloro i quali discriminano che lo hanno posta là, in cattedra. Il maestro di trasformismo, dal fez alla kippah giudaica, si illude in questo modo di accreditarsi nella pubblica opinione ma nello sforzo di piacere a tutti finirà per non piacere a nessuno.
Scritto da Filippo Valmaggia il 22/11/2009 alle 09:50
@ Un medico ospedaliero - Ha scritto un commento di grandissima efficacia riferito a un politico in un posto nevralgico, importantissimo: "Ha perso il posto non perchè incapace, anzi, perchè troppo capace e autonomo". Il mio idealismo, caro dottore, mira proprio ad esaltare ed appoggiare la concretezza di chi è "investito" di "potere" (democratico) a favore della gente che si avvicina ai servizi sociali. Questa è politica. E noi, la gente qualsiasi, siamo così. E votiamo di conseguenza (spero).
Scritto da Carlo l'idealista il 22/11/2009 alle 11:07
Chi è eletto in un partito, lì resti, per il tempo del mandato o, se vuole andarsene prima, faccia pure, ma non in altro partito, ma a casa sua. Al suo posto subentri il primo dei non eletti di quello stesso partito. Ovviamente ognuno uscito o dimessosi da quel partito, approdi poi ad altri lidi politici, se vuole, per successive elezioni, dopo aver lasciato COERENTEMENTE il suo posto ad altri di quel partito. E' rispetto di chi lo ha votato in quel partito, per quel partito.
Scritto da Robecco sul Naviglio il 22/11/2009 alle 12:26
Robecco sul Naviglio è troppo severo. Può essere che uno se ne vada dal partito perchè nel partito non c'è sufficiente democrazia. Se uno è eletto con le preferenze dovrebbe almeno avere questa possibilità. Il partito non è tutto nella vita.
Scritto da Uslenghi il 22/11/2009 alle 13:58
@ Uslenghi - D'accordo sull' aspetto che esponi, però deve esserci una certa priorità: prima il partito che ti ha permesso di emergere e di essere eletto, d'accordo, anche in virtù dei tuoi elettori personali... Altrimenti ad ogni diatriba e dissenso, con la motivazione della pretesa insufficienza democrazia interna, uno se ne va, o fa ribaltoni, o cambia il vero intendimento del suo stesso elettorato che si vede, passami il termine, "tradito" e preferirebbe appunto altra soluzione.
Scritto da Rosella e Carlo il 22/11/2009 alle 17:54
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