Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 22/11/2009 alle 09:55

I bambini sono molto curiosi, si sa, fanno tante domande. Non è sempre facile rispondere, eppure bisogna, anche sulla crisi economica, sui genitori che perdono il lavoro, sui giochi meno numerosi e costosi, sulle vacanze più corte. L’Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi parla di queste cose nella lettera di Natale ai bambini in modo semplice e suggestivo. Un’educazione civile molto prima e più che religiosa che si fonda su una ricetta che rovescia il mantra “spendete che la crisi passerà".
E’ la ricetta delle cinque “R”. Ridurre gli acquisti. Riciclare vestiti e giochi. Riparare quel che si può. Rispettare le cose e le persone. Regalare con gioia.
La lettera ai bambini “Tu scendi dalle stelle” è in edicola da giovedì al prezzo di tre euro ed è una buona lettura di Natale.

Commenti dei lettori: 31 commenti -
Ecco un'iniziativa del nostro Cardinale molto utile (una delle tante). Con la mancanza di educatori nel mondo moderno il ruolo della chiesa è rilevante.
Scritto da Giacomina il 22/11/2009 alle 11:14
Adamoli, con questo post dimostri la tua sensibilità sociale verso uno stile di vita che guarda la sostanza, non la forma; la sobrietà, la frugalità o, come dicono i preti, la povertà evangelica (già... e gli esempi, senza polemizzare, dove sono?). A partire da noi stessi, da io che ti scrivo, da chi legge; quotidianamente, ogni giorno dell'anno (non solo in certi periodi!). Sembrerà strano, ma anche questo stile di vita è... politica, perchè richiama umanità e fraternità. Idealismo? Grazie.
Scritto da Carlo l'idealista il 22/11/2009 alle 11:21
Speriamo che il libercolo di Tettamanzi venga letto anche dall’economo vaticano. Per il mantenimento dei venti alti prelati che lavorano nella Curia di Roma, nel 2008 sono stati superati i tre milioni di euro. Trecento milioni di vecchie lire per ogni cardinale. E’ vero che un patrimonio di oltre un miliardo e mezzo di euro (a cui va aggiunta una riserva di lingotti d'oro degna di un piccolo Fort Knox) e i ricavi legati alla gestione di obbligazioni, titoli e proprietà immobiliari garantiscono una certa agiatezza economica ma non vedo perché dovrebbero tagliare le spese solo i bambini …
Scritto da Filippo Valmaggia il 22/11/2009 alle 13:17
Sono convinto che ciò che più conta sia l'esempio. L'invito che Tettamanzi rivolge ai bambini va benissimo anche per noi che siamo osservati tutti i giorni dai nostri figli.
Scritto da Un papà il 22/11/2009 alle 13:52
@ Filippo Valmaggia - Ha ragione: quanti dati e informazioni e notizie vanno in un certo senso, purtroppo oggettivamente negativo.... Quanta gente resta stupita e scandalizzata dal potere economico e temporale della chiesa istituzione e di tanti infiniti "annessi e connessi"! Povertà evangelica... Un amico sociologo ci diceva che la chiesa (ricca e potente sul piano temporale) non è credibile se non vive la coerenza di povertà evangelica!
Scritto da Robecco sul Naviglio il 22/11/2009 alle 17:42
Non so da dove Filippo Valmaggia abbia preso tutti i suoi dati economici. Il Vaticano costa molto ma non sono soldi che finiscono nelle tasche dei prelati. Sono i costi della diplomazia e degli uffici che sono davvero tanti.
Scritto da Antonio da Milano il 22/11/2009 alle 18:50
Buono il commento del papà. Io che sono una mamma approvo. L'esempio è tutto nel rapporto con i bambini.
Scritto da Giulia il 22/11/2009 alle 18:54
Non fate troppo i difficili. Io ho trovato la lettera del Cardinale utile e istruttiva per i bambini e per gli adulti.
Scritto da Gianfranco Saibene il 22/11/2009 alle 20:17
Rispondo ad Antonio da Milano. I dati sono pubblici basta avere la volontà di cercarli. Per carità pagana non ho pubblicato tutti i costi della Chiesa di Roma. Nessun taglio possibile? No, non sia mai! Però invitiamo le mammine e i paparini a essere più austeri con i propri figli...
Scritto da Filippo Valmaggia il 23/11/2009 alle 08:53
@ Filippo Valmaggia-I dati che portano tanto scalpore andrebbero diffusi, per onore alla verità. Come quelli, (altrettanto? assai di più?) infiniti, che portano positività, sociale e umana. La verità non deve mai far male, secondo noi; anzi, stimola a comprendere e giudicare in modo oggettivo. E anche a maturare personalmente vedendo la realtà dei fatti. Purchè, se possibile, ci si sforzi di essere giusti e realisti e oggettivi nel "giudicare".
Scritto da Rosella il 23/11/2009 alle 10:45
Preferisco giudicare i singoli atti, discorsi. lezioni, insegnamenti. Quello del Card. lo trovo ottimo e lo approvo. Il resto è un'altra storia.
Scritto da Raffaele B. il 23/11/2009 alle 10:58
Se tutte le volte che si parla delle iniziatrive della chiesa, in questo caso della diocesi di Milano, si richiamano i costi del Vaticano produciamo solo confusione. Io sono molto soddisfatto del lavoro del nostro Arcivescovo.
Scritto da Giovanni Colombo il 23/11/2009 alle 11:04
Condivido Rosella, ne ho parlato questa mattina con dei colleghi d'ufficio. Uno è dichiaratamente laico ma afferma anche lui che l'azione umana, sociale, culturale della chiesa e del card. Tettamanzi è certamente costruttiva e molto utile.
Scritto da Marta Signorelli il 23/11/2009 alle 11:09
Per vostra conoscenza. I dati sono un po' vecchiotti ma indicativi e nel frattempo saranno senz'altro più punitivi ancora per la "comunità civile" I conti della Chiesa: ecco quanto ci costa (di Curzio Maltese) «(…)si può stabilire che la Chiesa cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all’anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale (…). La prima voce comprende il miliardo di euro dell’otto per mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell’ora di religione (…), altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c’è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all’ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell’ultimo decennio, di 250 milioni. A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un’inchiesta dell’Unione Europea per «aiuti di Stato». L’elenco è immenso, nazionale e locale (…). Si può obiettare che gli italiani sono più contenti di dare i soldi ai preti che non ai politici, infatti se ne lamentano assai meno. In parte perché forse non lo sanno. Il meccanismo dell’otto per mille sull’Irpef, studiato a metà anni Ottanta da un fiscalista all’epoca «di sinistra» come Giulio Tremonti, consulente del governo Craxi, assegna alla Chiesa cattolica anche le donazioni non espresse, su base percentuale (…)». Perchè lo Stato finanzia la Chiesa (di Mario Staderini) «(…) ogni anno la quota dell’otto per mille Irpef che viene assegnata alla Conferenza Episcopale Italiana cresce a ritmi elevatissimi, sia in termini relativi (passando in tre anni dal 82,5% al 87%), che in termini assoluti (dai 449 milioni di euro del 1995 ai 1016 del 2003). Successive modifiche legislative hanno esteso ad altre confessioni religiose il diritto a concorrere alla ripartizione dei fondi derivanti dalla quota dell’otto per mille (…). Lo Stato italiano ha scelto di finanziare la Santa Sede attraverso la rinuncia di una parte del denaro raccolto con il pagamento dell’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche. In pratica, l’otto per mille dell’Irpef che ogni contribuente italiano versa annualmente allo Stato viene accantonato in un fondo, poi ripartito tra la Chiesa cattolica, lo Stato e le altre confessioni religiose che concorrono alla ripartizione del denaro: l’Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, le Assemblee di Dio in Italia, la Chiesa evangelica valdese, la Chiesa evangelica luterana in Italia, l’Unione comunità ebraiche italiane. La ripartizione del denaro tra i soggetti concorrenti avviene secondo la percentuale di contribuenti che annualmente hanno espresso la preferenza per l’una o per l’altra confessione religiosa al momento della dichiarazione dei redditi. Dunque, chi non esprime la scelta a favore di un soggetto verserà comunque il suo otto per mille ed esso sarà ripartito sulla base delle scelte espresse dagli altri. Ad oggi, circa il 64% degli italiani non esprime una scelta nella dichiarazione dei redditi, per cui il loro otto per mille viene ripartito in base alle scelte degli altri. E siccome l’87% di chi firma sceglie la Chiesa cattolica, allora l’87% del tuo otto per mille finisce alla Chiesa cattolica (…). Solo la Chiesa cattolica e la Chiesa evangelica luterana utilizzano i fondi che ricevono dall’otto per mille per finalità religiose. In particolare, dei 1016 milioni di euro ricevuti dalla CEI nel 2003, quasi l’80 % è stato speso per finalità religiose, tra cui, oltre al sostentamento al clero e ai fondi per le diocesi, sono comprese la costruzione di nuove chiese, i costi della Sacra Rota, le attività della CEI. Nonostante ciò gli spot televisivi che solitamente accompagnano la campagna pubblicitaria della CEI a volte inducono il cittadino a pensare che i soldi vengono spesi prevalentemente per interventi caritativi e contro la fame nel mondo, mentre in realtà è ad essi destinato solo circa il 20%
Scritto da Filippo Valmaggia il 23/11/2009 alle 12:12
@Valmaggia-Il tuo puntuale, preciso, attento "resoconto" fa onore alla verità dei fatti. Altri dicono essere onestà intellettuale. Ci sarebbe da discutere all'infinito e, purtroppo, tante persone oneste, buone, sincere, ben motivate per le cose di religione, a sentir certe esposizioni, implacabili, di numeri e fatti e circostanzqe e bilanci... beh, si aggrappano al POVERO Cristo Gesù in croce e solo in Lui continuano a credere... Ma questo è un (ben) altro discorso. Grazie del tuo "commentone".
Scritto da Più realista del re il 23/11/2009 alle 13:01
Sottolineo con forza la validità del pensiero e dell'insegnamento del nosro Arcivescovo.
Scritto da Una cittadina cattolica il 23/11/2009 alle 13:23
E' sempre inevitabile, caro Adamoli, che quando si tocca l'argomento "chiesa cattolica" scaturiscano commenti pro e contro infiniti, interessanti, da una parte e da altre parti... Ricordo l'antico detto: fate come dico, non fate come faccio! Certo è che la povertà evangelica è un valore immenso e la coerenza sarebbe la testimonianza più credibile ed efficace. "Ma da che pulpito vien la predica!"... e quindi... già, e quindi?
Scritto da Rosella 2 il 23/11/2009 alle 13:24
Da laico incallito, valuto positivamente la lettera del Card. di Milano. Questo era il senso del post. Altri dati, questioni diverse, considerazioni sul potere reale della chiesa nella società italiana, ecc., appartengono ad un altro tipo di dibattito.
Scritto da Bortoluzzi il 23/11/2009 alle 13:31
Concordo con Bortoluzzi. Sto anch'io al dunque del post e ringrazio il Cardinale per la sua opera di educazione civile, civica e morale.
Scritto da Giovanna il 23/11/2009 alle 15:32
Adamoli non ha nemmeno toccato l'argomento "chiesa cattolica". Ha parlato di una semplice e bella iniziativa del nostro Cardinale. Si è innestata poi una discussione fuori tema. Io dico: bravo Tettamanzi.
Scritto da Uno di Azione Cattolica il 23/11/2009 alle 15:42
Gli ultimi commenti hanno riportato sulla strada giusta la discussione. Ne condivido il senso e lo spirito positivo.
Scritto da Bianchini S. il 23/11/2009 alle 16:40
@Uno di Azione Cattolica-Certamente il post è... asettico, nel senso che non intende coinvolgere oltre. Ma il cardinale è esponente della chiesa cattolica e con essa è un tutt'uno. Sono scontatissimi i commenti, che non sono affatto fuori tema in quanto mirano a sottolineare ben altre realtà, in tema di sacrifici e sobrietà di vita evangelica proposta dal cardinale ai nostri figlioli (e tutti). Commenti intelligenti, sentiti, appassionati e anche sereni ed oggettivi. Una ricchezza del forum.
Scritto da Tutto è in tema il 23/11/2009 alle 16:47
I commenti dell'attento, preciso, paziente, profondo signor Filippo Valmaggia del 23/11/2009 (soprattutto quello delle ore 12:12) meritano la massima attenzione ma chissà dove ci porterebbe una eventuale discussione mirata...
Scritto da Rosella il 23/11/2009 alle 20:12
Bella discussione anche se un pò esacerbata. Preferisco lo stile sobrio di Adamoli ma mi rendo conto che certi temi scaldano la polemica. Invito però Adamoli a fornirceli sempre.
Scritto da Il pirata il 23/11/2009 alle 21:07
Ok: sempre stimolanti gli inviti alla sobrietà, che richiama l'ESSERE (e non l'avere che, pare, sta distruggendo i sentimenti di fraternità e umanità). Riscopriamoli, allora, questi sentimenti con la coerenza dello stile di vita quotidiano adeguato. Bene Tettamanzi, bene Adamoli che lo ha ripreso, bene i nostri cortesi padroni di casa che ci ospitano, bene chiunque si muove in tale direzione o che cerca di dire e ribadire verità che possano farci riflettere e stimolarci a fare...
Scritto da Carlo l'idealista il 24/11/2009 alle 11:52
Ieri sera ho avuto il piacere di ascoltare il card. Tettamanzi, in visita pastorale nel decanato di Somma Lombardo. Certe intuizioni ecclesiali sono il frutto di un attento ascolto che molti-non tutti purtroppo- sacerdoti e vescovi sanno dare alla voce della gente. La Chiesa, per quanto guidata da una "gerarchia", vive da due millenni grazie alla volontà e alla determinazione dei laici che hanno preso come modello di vita quel Vangelo immutato nel testo ma sapientemente declinato nel quotidiano
Scritto da Gianfranco il 25/11/2009 alle 11:45
@Gianfranco - Declami un atto di fede: è la gente, il popolo...La gerarchia-istituzione... beh, lasciam perdere. Napoleone voleva annientare la chiesa e un cardinale gli disse: figurarsi se ci riesci tu a distruggerla! In 1800 anni non ci sono riusciti i suoi cardinali, vescovi e preti... Cerchiamo di vedere, se possibile, la sostanza del bene che viene da tanta gente che vive davvero la carità...
Scritto da Sempre in tema il 25/11/2009 alle 14:35
@Sempre in tema, concordo con quanto affermi; ho sperimentato l'accoglienza e la carità praticata dai miei famigliari senza alcun riferimento alla religione. Per questo ho maturato con mia moglie la scelta dell'affido familiare e, in questi anni sono passati per casa nostra prima un ragazzo albanese e, da 4 anni, due fratelli marocchini. Da 2 anni lavoro solo io e la ricetta delle 5 R del cardinale cerchiamo di viverla quotidianamente, condividendo gioie, fatiche e preghiere con altre famiglie.
Scritto da Gianfranco il 25/11/2009 alle 23:28
@ Gianfranco. Quali sono le norme che regolano gli affidi familiari? In tali norme non rientra l'affido di bambini italiani? Non si vogliono in affido bambini italiani? Non ci sono più bambini italiani?
Scritto da Filippo Valmaggia il 26/11/2009 alle 09:03
Le cinque "R" invitano all'essere, e anche ad allontanarci dall'avere, possedere, sembrare, ecc che affossano umanità e fraternità. Ossia: riscopriamo l'essenzialità del nostro vivere quotidiano, di relazioni con gli altri ecc, con uno stile di vita che è sobrietà e frugalità; non solo perchè l'ha detto il cardinale riferendosi al periodo consumistico più sfrenato dell'anno, ma ogni giorno. Si potrà sperare, allora, di essere tutti più persone! BUON NATALE QUOTIDIANO a tutti!
Scritto da Carlo l'idealista il 26/11/2009 alle 16:57
Evidentemente i bambini italiani non valgono neppure una risposta.
Scritto da Filippo Valmaggia il 26/11/2009 alle 22:53
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