Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 16/12/2009 alle 10:30

Sono un convinto estimatore di Giorgio Napolitano. L’avrei voluto Presidente della Repubblica già nel 1992, ritenendolo fin da allora la persona più capace di guidare la complicatissima transizione fra la prima e la seconda Repubblica.
Ho approvato tutti gli atti, nessuno escluso, da lui compiuti in questi anni. Osservo con preoccupazione che i suoi appelli lucidi e motivati cadono troppo spesso nel vuoto. Mi colpiscono non tanto le tensioni istituzionali con il governo, benché preferirei che non ci fossero, ma gli spifferi di indifferenza sempre più diffusi che colgo fra colleghi, dirigenti politici e parlamentari. È come se dicessero, e talvolta dicono esplicitamente, lasciamolo parlare, tanto non conta e non cambia nulla. Non è soltanto una profonda ignoranza costituzionale. È anche la dimostrazione di una insensibilità politica che va contrastata con le armi del confronto e della cultura democratica.

Commenti dei lettori: 15 commenti -
Insensibilità politica, parole sante. Così facendo, a mio parere, si va verso una deriva pericolosa. E' pur vero che ognuno si schiera, ma c'è modo e modo di fare dichiarazioni. Taluni direttori o vice di giornali schierati, paiono come coloro che passano il tempo su internet ad OFFENDERE l'avversario, che per loro è il nemico. Articoli che ricordano urla di "curve di stadio", anche se chi li scrive o parla in TV si presenta anche bello e non trucido come chi gridava "viulenza".
Scritto da penna42 il 16/12/2009 alle 11:09
Penna42 dice cose sagge che condivido. Anche la grande stampa deve darsi una raddrizzata.
Scritto da Armando il 16/12/2009 alle 11:30
Ritengo anch'io i media non immuni da colpe in rapporto al clima preoccupante creatosi nel paese. Direttori ed editori,non dimentichiamo quest'ultimi, dovrebbero considerare il senso di responsabilità come stella polare delle loro scelte. Ciò non significa tacere notizie o rinunciare alla denuncia di fatti e misfatti da qualsiasi parte accadano. Ma un conto è denunciare quando si hanno gli elementi per farlo, altro è inseguire la drammatizzazione sempre e comunque. Napolitano parla anche a loro.
Scritto da cesare chiericati il 16/12/2009 alle 11:55
L'azione di Napolitano lascerà comunque il segno anche se oggi appare il contrario. E' un'azione di educazione civica di cui c' è un grande bisogno.
Scritto da Cittadina cattolica il 16/12/2009 alle 13:11
Più che insensibilità è forse diseducazione civile e istituzionale. Una volta, dice mio papà, i partiti sopperivano alla mancanza di formazione delle scuole, oggi non sono più in grado di farlo.
Scritto da Isabella il 16/12/2009 alle 13:21
Mi sono trovata più volte a riflettere sul ruolo del Capo dello Stato; e tante volte mi sono detta " meno male che c' è Napolitano, è una garanzia super partes".Ho ascoltato la trasmissione dei suoi appelli e mi impegnavo a considerare se fossero ascoltati. Bersani e Fini si riferiscono spesso alle sue parole. In questi ultimi tempi, la polemica del cenrodestra e di alcuni media ha raggiunto livelli impensabili.Ultimamente è poco ascoltato.Questo, diminuisce le speranze di una vera democrazia.
Scritto da bruna croci il 16/12/2009 alle 13:26
Ho l'impressione che siano "saltati gli schemi": il centrocampista vuole fare il terzino, lo stopper il centravanti, il portiere la mezzala. Senza che ci sia, quanto meno, un "caos organizzato" di olandese memoria. Il rispetto dei ruoli e del proprio mandato dovrebbe essere tra le prime cose per un amministratore/politico. Non sembra così. Confronto e cultura democratica: giustissimo. Molti rischierebbero di non avere nè argomenti nè capacità. E' un vantaggio: emergono le persone di buon senso.
Scritto da FrancescoG. il 16/12/2009 alle 14:10
@ FrancescoG. Vorrei capire.Tu dici che, poichè sono saltati gli schemi, possono emergere persone di buon senso? Mah.
Scritto da Giovanni il 16/12/2009 alle 15:14
Certo, occorre, anzi è indispensabile un clima più pacato. In democrazia gli avversari non devono essere nemici. Però sentendo l’intervento di Cicchitto in aula, mi è corso un brivido nella schiena. Saremmo noi i fomentatori di odio? Solo perché ci permettiamo di criticare? Temo proprio che ci sia di che preoccuparsi.
Scritto da a il 16/12/2009 alle 19:17
Non ricordo un'attenzione alta per le parole del Presidente della Repubblica - da parte di tutti, cosiddetti mass media e opinione pubblica - dai tempi di Cossiga "picconatore". Perché del primo Cossiga nessuna sapeva nulla, non si ascoltava. Poi ha cominciato a sollevare il velo, a "dare i numeri" diceva qualcuno. E all'improvviso il popolo italiano e i suoi strumenti di comunicazione (suoi perché lo rappresentano alla perfezione) si sono svegliati, hanno scoperto la figura del Capo dello Stato. Erano gli anni Novanta. Era già in nuce quello che saremmo diventati: pettegoli curiosoni in attesa dell’ennesima puntata del “mistero italiano” di turno o del disvelamento più becero e di livello sempre più basso di chissà quale pruderie. Solo Scalfaro riusciva a provocare ancora qualche sussulto. Con Ciampi l’interesse è cominciato vistosamente a scemare. Il grande vecchio Napolitano è inascoltabile per chi pende dalle labbra di nani e ballerine televisivi degni di un circo di quart’ordine. E non parlo solo del povero popolo bue…
Scritto da Laura S. il 16/12/2009 alle 19:24
La funzione del capo dello stato è fondamentale in questo sistema. Chi non lo capisce non conosce la costituzione. Oppure vuole un altro assetto costituzionale.
Scritto da C. D. il 16/12/2009 alle 20:34
Difendete la costituzione e il Presidene perchè tirano dalla vostra parte. Per me andrebbero cambiati tutti e due.
Scritto da Giuseppe leghista il 16/12/2009 alle 20:39
@ Giovanni. Chiedo scusa, rileggendo mi sono accorto di essere stato criptico. Penso che dal confronto democratico e sui contenuti, parecchie persone scomparirebbero dalla scena. Non hanno contenuti ne spirito realmente democratico. Di conseguenza, almeno in teoria, dovrebbero emergere le perosne di buon senso e buona volontà. Forse è più una speranza che una realtà.
Scritto da FrancescoG. il 17/12/2009 alle 10:43
E' farina di altro sacco ma ricevo e, volentieri, inoltro: Egregio sig. Berlusconi Ecco la risposta alla sua accorata domanda: Perché tanto odio contro di me? Primo motivo. Secondo le sue opinioni e a meno di una ennesima clamorosa smentita, Io, che non la penso come lei, sono stato di volta in volta, un coglione, un farabutto, un fannullone, un terrorista, un frocio, quest’ultima comunque non la considero un’offesa, ci sono fior di froci che valgono più di le e di tutti i suoi più cari amici, parenti e benefattori. Secondo motivo. Lei è un violento. Un lupo mascherato da agnello. E lo è nella peggiore maniera possibile perché usa i sicari. Una persona coraggiosa fa da solo quello che deve fare e merita il rispetto dei propri nemici. Chi usa i Bravi per far del male ai propri avversari dimostra di essere un vigliacco. Odio i vigliacchi. Terzo motivo. Per due volte la mia parte politica l’ha battuto democraticamente e tutte e due le volte Lei non ha riconosciuto la sconfitta come richiederebbe la comune prassi democratica, non solo, ha delegittimato l’istituzione della Presidenza del Consiglio di cui ora, che ne è diventato titolare, ne invoca il rispetto. Quarto motivo. Lei è ricco e questo non è certamente un male, ma buttarmi ogni giorno in faccia la sua ricchezza, le sue ville, le sue soubrettes, i suoi aerei personali, i suoi lifting, le sue amicizie altolocate, le sue televisioni, i suoi giornali, offende la mia condizione di disoccupato, quale io sono, e la condizione dei precari, dei malati, dei poveri, dei deboli, di tutti coloro che per impotenza devono subire i soprusi e le prepotenze della gente come Lei. Quinto motivo. Lei ha banalizzato l’Amore. L’ha svuotato di significato. L’ha ridotto ad un’esibizione di virilità. Per lei l’Amore è un atto di potenza, un atto di dominio sull’altro, di possesso, per appropriarsene e vedercisi dentro riflesso. Ed anche quest’ultimo proclama che voi rispondete con l’amore all’odio è una falsità, una trovata pubblicitaria, poi in parlamento i suoi sostenitori rifiutano le proprie responsabilità per ribaltarle suegli altri con virulenza. Se fosse amore vero, lei, Cicchitto, Schifani, La Russa, Belpietro, Feltri, porgereste l'altra guancia, Sig. Berlusconi, allora si che potrei credere al suo Amore. Sesto motivo. Questa ignobile campagna di stravolgimento della realtà che la sua corte sta mettendo in atto, mi puzza tremendamente di un’occasione da prendere al volo per un redde rationem nei confronti di tutti i suoi oppositori. La vostra risposta è stata virulenta, scomposta e cela la voglia di mettere fine una volta per tutte a qualsiasi voce di dissenso. Parlate di oscurare siti internet, d’impedire manifestazioni di piazza, di restringere, alla fin fine, la nostra libertà. Lei mi fa paura egr. sig. Berlusconi e la paura genera odio.
Scritto da Filippo Valmaggia il 17/12/2009 alle 12:50
L'intervento inoltrato da Valmaggia, per lucidità, schiettezza e concretezza sarebbe un ottimo testo per un manifesto che non esiterei a sottoscrivere.
Scritto da Sergio Moia il 22/12/2009 alle 11:34
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