Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 22/1/2010 alle 12:51

Notizia importante nei giorni scorsi, passata quasi completamente sotto silenzio. A Milano, prima città in Italia (ma Roma segue a ruota), il numero delle famiglie tradizionali fondate sul matrimonio è stato superato dalle famiglie composte da single, divorziati e separati, conviventi, coppie di fatto.
Uso di proposito la parola “famiglia” anche per questa seconda tipologia di nuclei perché anche loro possono ben rappresentare un luogo di affetti e di reciproco sostegno economico e psicologico che vanno rispettati e considerati dalle politiche pubbliche. Parlo di welfare statale, regionale, comunitario che sia.
Questo è il punto che anche noi cattolici dobbiamo considerare. Certamente prediligo anche io la famiglia fondata sul matrimonio, ma se chiudiamo gli occhi su queste realtà, poi non lamentiamoci del rischio di diventare sul piano politico figli di un dio minore.

Commenti dei lettori: 50 commenti -
Come puoi definirti cattolico, Giuseppe, se poi invochi sostegno anche per le coppie di fatto non riconosciute dalla Chiesa di Roma? Come cristiano è giusta la tua visione "ecumenica" ma come cattolico devi sottostare alle rigide regole dell'Ordine. Non voglio passare per il Guardiano della Coerenza ma, per esempio, se uno si definisce marxista e poi investe in Borsa, io ho un sussulto ...
Scritto da Filippo Valmaggia il 22/1/2010 alle 13:10
Vedo che stai distillando in tanti piccole "pezzi" la tematica dei cattolici in politica e nella società. E' un approccio che condivido anche se non sempre condivido i contenuti. Il confronto però è sempre gradito e benvenuto.
Scritto da Galli Lucio il 22/1/2010 alle 13:20
Caro Adamoli, la famiglia, un valore altissimo. Ieri sera, approfittando della sua presenza a Varese, si poteva porre al cardinale la tua bella, realistica, provocatoria domanda. Una sua risposta avrebbe creato sicuramente divisioni. Eppure è un tema sociale importantissimo, vitale, anche politico. Forse si avvicina il tempo che i cattolici, impegnati o non, si sentano coinvolti assai di più nell'impegno sociale e politico. Tu puoi esserne interprete e paladino credibile: da noi per primi!
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 22/1/2010 alle 13:28
Caro Adamoli, anch'io concordo sul fatto che le coppie di fatto "possono ben rappresentare un luogo di affetti e di reciproco sostegno economico e psicologico". Ma non sono una famiglia nel vero senso della parola. Quindi credo che prima noi cattolici dovremmo sostenere la famiglia in quanto tale (e sostenere chi la sostiene, cosa che non fa il governo nazionale contrariamente a quello regionale), poi tutelare le altre forme, fatta salva sempre la dignità umana.
Scritto da Alessandro il 22/1/2010 alle 13:42
Il problema che noto nel centrosinistra è che vi sia una tale omologazione laicista, per cui se non sostenete le coppie di fatto e le altre forme di convivenza vi sentite "figli di un dio minore". Forse sarà che nel PD siete minoranza... Comunque da cattolico non mi interessa essere figlio di un dio minore (minore per chi, poi? Per i laicisti, per i radicali, per i comunisti?), mi interessa esclusivamente essere figlio di Dio e di Santa Madre Chiesa e agire di conseguenza. Anche in politica.
Scritto da Alessandro il 22/1/2010 alle 13:47
Le statistiche, come le classifiche. Da una parte la famiglia tradizionale, dall'altra... tutto il resto. "Tutto il resto" che gioca e vince, è il caso di dirlo, "fuori casa"; la famiglia, che gioca in casa... (E' soltanto una battuta gogliardica in clima di prossimo derby calcistico. Non è affatto un giudizio su un tema tanto importante, serio e delicato. Solo per... stemperare e portare una nota di ilarità. - Noi, comunque giochiamo fuori casa...).
Scritto da Robecco sul Naviglio il 22/1/2010 alle 13:59
Allora voglio essere anche io Provocatorio. Parliamo tanto di aiuto alla famiglia, di dotrina sociale della chiesa, di essere Cristiano con la C maiuscola e di essere coerenti. Allora mi domando come il Cattolico Formigoni abbia perseguito questi principi alla luce del fatto che ha speso molto di più in promozione del turismo invece di utilizzare quei soldi nel sostegno di tutte quelle famiglie vittime della crisi. Invece di sostenere qui piccoli imprenditori che per salvare la propria azienda
Scritto da francesco il 22/1/2010 alle 14:27
si è autoridotto gli svaghi e i propri operai si sono ridotti orari di lavoro e salari. Dove è la coerenza cattolica di Formigoni che garantisce libri gratis a tutte le famiglie con redditi che arrivano ai 250.000 di euro e che mandano i figli alle scuole private. La Carità Cristiana la si dona a tutti, non è filantropia, e forse chi è mosso da principi e valori Cristiani dovrebbe muoversi in questo senso.
Scritto da francesco il 22/1/2010 alle 14:33
Ragionare sulle esigenze delle coppie di fatto è un dovere prima di tutto morale per chi è Cristiano in quanto significa amare il prossimo. Non ragionarsi significa forse difendere delle rendite acquisite ed è cosa secondo me non coerente con i comportamenti Cristiani
Scritto da francesco il 22/1/2010 alle 14:36
@ Alessandro (13:42 e 13.47). Forse la grande maggioranza di chi sente di vivere la propria coerenza di fede si riconosce nei tuoi due chiarissimi commenti. Per coerenza. Ma anche dall'altra parte politica i cattolici sono spesso ritenuti "figli di un dio minore", o no? Sembra che, o di qua o di là, i cattolici siano tutti orfani politici. O considerati tali, nei fatti. Sbagliamo forse? Ma fino a quando sarà così?
Scritto da Legnanesi e Bustocchi 2 il 22/1/2010 alle 14:39
Caro Alessadro, credo che Adamoli abbia un'altra volta voluto portare all'attenzione un problema spinoso che molti evitano ma che invece è utile discutere. Le famiglie, non fondate sul matromonio, possono essere oggetto di politiche pubbliche di sostegno? Credo di si. Le considerazioni di Valmaggia non sono pertinenti per quanto concerne questo discorso.
Scritto da Bortoluzzi il 22/1/2010 alle 15:13
Se essere figli di un dio minore, in politica, significa che, se non si caricano sulle spalle i problemi economici e sociali delle famiglie non tradizionali, i cattolici non riusciranno più ad esprimere i livelli più alti dello stato, questa mi pare un'affermazione più che credibile. I problemi morali sono altri ma qui il discorso è diverso.
Scritto da Alessia il 22/1/2010 alle 15:19
Questo significa parlare, in poche parole, di fatti seri e importanti della gente vera e comune. Non ho un'opinione precisa in merito però poche righe mi fanno pensare più di lunghi discorsi.
Scritto da Botti Giulio il 22/1/2010 alle 15:36
Perchè non inserire anche le coppie omosessuali: sono forse figli di un dio minore? Mi sembra che man mano che il tempo passa i cattolici nel pd rischiano di far propri i principi di una morale laicista.
Scritto da pensionato il 22/1/2010 alle 16:22
@ Francesco. Tre appassionati interventi che esortano alla coerenza e testimonianza concreta per essere credibili. In ogni situazione. "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecora, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine o fichi dai rovi?". Nessun riferimento a nessuno. Ma a chiunque. Coerenza e testimonianza, appunto. A partire da noi stessi, per primi.
Scritto da Rosella e Carlo il 22/1/2010 alle 16:50
Da Internet, ultime notizie. "Rimosso dall'Ordine Giudiziario il giudice anti-crocifisso". Non è fuori tema dover considerare questo fatto dalla parte dei cattolici. Che, a quanto pare, restano sempre la (stra)grande maggioranza del popolo italiano. Ancora una volta, anche questa volta, il sentire "cattolico" della nostra culltura e tradizione è sempre messa in discussione, da una parte o da un'altra. Esattamente come il tema del post di oggi. Interrogativi (e scelte?) epocali.
Scritto da Ultime notizie il 22/1/2010 alle 17:04
Trovo stimolante questo dibattito su un tema che sapevo essere controverso. Una precisazione voglio fare subito. Con il post non intendevo dare un giudizio morale, sono sempre molto, ma molto parco a questo proposito. Come riconosce Bortoluzzi l'attenzione è incentrata sulle politiche pubbliche. Dire che le istituzioni non debbano aiutare le famiglie non tradizionali lo considero sbagliato. Lo dicono molti cattolici? E io non sono d'accordo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/1/2010 alle 18:06
Non si può chiudere gli occhi sui problemi seri delle famiglie che sono fuori del matrimonio. Chi non capisce questo è destinato a non avere più centralità un una società moderna.
Scritto da Zanzi A. il 22/1/2010 alle 18:24
Caro Giuseppe, per me essere cattolico vuol dire cercare di formarmi una coscienza (secondo gli insegnamenti del Vangelo) e di seguirla. Ma non posso imporre le mie scelte agli altri. Non posso chiudere gli occhi e far finta di niente sui problemi de separati e dei divorziati, nè su quelli delle convivenze o dei single. Non si tratta di accapparsi consensi, ma di essere veramente cattolici e ricordarsi che ogni persona (non ogni cattolico) è mio fratello!
Scritto da mauro prestinoni il 22/1/2010 alle 18:48
Accetto l’invito alla (im)pertinenza formulato da Bortoluzzi. In una società organica le coppie di omosessuali (è questo che si sottende quando si parla di famiglie di fatto) non vanno riconosciute. Sono nocive e mortifere. Chi nasce storto e non si può raddrizzare, non per questo lo si deve riconoscere e accettare. Tutti uguali gli ex democristiani. Casini: “sono cattolico!” E divorzia. Adamoli: “sono cattolico!” E sostiene il matrimonio gay. Io non direi mai “sono favorevole ai matrimoni misti!”. Ah, già, ma io non faccio politica, io non sono un funambolo.
Scritto da Filippo Valmaggia il 22/1/2010 alle 19:16
D'accordissimo con Zanzi e Prestinoni.
Scritto da cesare chiericati il 22/1/2010 alle 19:28
Certamente bisogna essere attenti alle varie esigenze che si manifestano, ma urge anche per noi cattolici riscoprire cosa significhi definirci cattolici. Forse mi sbaglio ma mi sembra che il termine si usi spesso a sproposito. Sarebbe meglio definirsi "cattolici self-made" per non creare confusione con chi cattolico lo è davvero (non mi riferisco assolutamente a me). Agiremo, convinti dei veri valori e con rispetto per tutti.
Scritto da eliseo valenti il 22/1/2010 alle 21:32
Adamoli ha ragione quando non vuole dare giudizi morali, che poi diventano moralistici. La cosa peggiore è sentir dire: io sono più cattolico di te. Lo ringrazio di non farlo mai. In politica ci si misura sulle cose che si ritiene giusto fare. Sull'aiuto pubblico alle famiglie, anche non tradizionali, sono assolutamente d'accordo. Sul matrimonio gay il post non contiene un solo rigo.
Scritto da Ghiringhelli il 22/1/2010 alle 23:51
Nella mia parrocchia cerchiamo di educare ai valori della vita matrimoniale ma poi aiutiamo titti i "nuclei" che hanno bisogno. Se questo la fa una parrocchia con i pochi mezzi a disposizione non vedo perchè non lo debba fare lo stato.
Scritto da Parrocchiana Varese il 23/1/2010 alle 08:59
@ Ghiringhelli. Il post non contiene un rigo sul matrimonio gay perché il politichese e l'atteggiamento farisaico del cattolico a mezzo servizio non lo consente.
Scritto da Filippo Valmaggia il 23/1/2010 alle 09:38
Caro Adamoli, eppure, secondo il nostro modesto parere, tu stesso personifichi il "sentire" assai popolare di tanta gente, che non ha tessere di partito, nè un partito fisso da votare, nè "simpatie" politiche ma che si sente sensibile ai valori di un credo religioso, anche se a volte formalmente, ma che vive la grande contraddizione e perplessità di dover dare poi un voto, in un modo o in un altro. E' quanto avvertiamo "tastando il polso" di amici, colleghi, conoscenti...
Scritto da Legnanesi e Bustocchi 3 il 23/1/2010 alle 10:30
@ Filippo Valmaggia. Non c'è un solo appiglio nel post dal quale si possa dedurre che sono favorevole al matrimonio gay. Se lo fossi lo direi apertis verbis.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/1/2010 alle 11:07
Caro ghiringhelli, nessuno ha dato giudizi morali; anch'io sono d'accordo per l'attenzione a tutti : ogni essere umano ha le proprie esigenze e diritti. E' giusto in politica misurarsi sulle cose da fare, senza la necessità o l'opportunità di usare il termine "cattolico," che è di diritto a colui che segue, in ogni campo, gli insegnamenti del Magistero della Chiesa.
Scritto da eliseo il 23/1/2010 alle 14:16
Cinquant'anni fa per la Chiesa le coppie che si univano tramite il solo matrimonio civile non erano neppure considerate famiglie (celebre il caso dei "concubini" di Prato). Il vero matrimonio era solo quello cattolico. Adesso va bene un matrimonio "qualsiasi", ma non vanno bene le unioni tipo pacs/dico e le convivenze di fatto. Quanta ipocrisia e quanto relativismo, a dispetto delle prediche! Comunque basta aspettare qualche decennio...
Scritto da Antonio C. il 23/1/2010 alle 18:45
Secondo me l'ultima risposta di Adamoli, che sottolineo volentieri, non era però nemmeno necessaria perchè il post era chiarissimo. Reputo bello il commento di una parrocchiana di Varese.
Scritto da Valceresio il 23/1/2010 alle 19:09
Nel post non si discute sulla qualificazione cattolica di nessuno e di alcunché, si parla di cose molto concrete. Non capisco la necessità di metterla su questo piano.
Scritto da Il pirata il 23/1/2010 alle 19:21
Eliseo, non mi rivolgevo direttamente a te. Perchè ti sei sentito tirato così in ballo?
Scritto da Ghiringhelli il 23/1/2010 alle 20:36
Discutere di famiglie in modo non ideologico e pregiudiziale mi pare la strada più utile da seguire. Le scelte politiche devono essere prese da tutti in modo "laico", nell'interesse concreto della gente reale.
Scritto da Baroffio C. il 23/1/2010 alle 21:16
@ Giuseppe Adamoli. Per onestà intellettuale e per chiarezza di esposizione si scriva, allora: "coppie di fatto che non comprendano quelle omosessuali". Ma il post in questione è una ulteriore conferma che la politica è il luogo del dire non dire, simulare, dissimulare.
Scritto da Filippo Valmaggia il 24/1/2010 alle 08:28
@ Filippo Valmaggia 24.01. - Forse, a scanso di equivoci, sull'interpretazione letteraria si dovrebbe consultare Wikipedia alla voce "unioni civili" e "coppie di fatto". Poi ovviamente rimane sempre una valutazione e considerazione complessiva del problema legato (indirettamente o meno) al post, sul piano politico, sociale e sostanziale.
Scritto da Carlo A. il 24/1/2010 alle 15:17
Non capisco la polemica innestata da Valmaggia, o meglio la capisco se faccio riferimento a quello che solitamente scrive. Per me il post era chiarissimo. Un appello a considerare le famiglie non come le vorremmo molti di noi ma come sono nella realtà. Quando hanno dei problemi bisogna che lo stato le aiuti.
Scritto da Francesco C. il 24/1/2010 alle 16:00
D'accordo con Carlo A, anche se non sono appassionato di definizioni precise. La sostanza mi sembra evidente, la famiglia è un valore che va sostenuto nella varie forme presenti nella società, pur mettendo al primo posto la famiglia tradizionale.
Scritto da Botta L. (Milano) il 24/1/2010 alle 18:36
@ Francesco C. Lo Stato è un mezzo per raggiungere un fine. Il suo fine è la conservazione e l'incremento di una comunità fisicamente, moralmente e culturalmente omogenea. Questa deve essere la premessa, ancorché non esaustiva, perché lo Stato esista. Questo recipiente non può farsi carico di anomalie e aberrazioni a discapito della parte sana della comunità. Chi condivida queste concezioni non può accettare l'immigrazione, l'integrazione di allogeni e il riconoscimento di storture come le coppie omosessuali. In questo senso la mia polemica non deve stupire.
Scritto da Filippo Valmaggia il 24/1/2010 alle 20:54
Questo blog sta portando avanti a piccoli passi una discussione su una serie di problemi che interessano i moderati tra cui i cattolici ma non solo. Non voto PD e non conosco personalmente l'autore. Mi sembra tutto sommato un buon forum.
Scritto da Bottini Marco il 24/1/2010 alle 21:51
Grazie di aver posto la questione. M'associo totalmente, anche a quanto ribadisce, nel messaggio del 22/1/2010 alle 18:06. Il primato della persona umana, non della "carta d'identità".Come, mi pare, sintetizzi "Parrocchiana di Varese" (grazie). Ci sono dei dati sui quali ragionare. Studiare cause ed effetti. E fare. A mio modesto parere, le ricadute sociali del "non fare", della divisione ideologica, minano i tentativi di coesione sociale e la costruzione di comunità più armoniche.
Scritto da FrancescoG. il 25/1/2010 alle 15:14
A margine del tema del post, oggi la Cei, tamite il suo presidente card. Bagnasco, invita tutti i cattolici ad un rinnovato impegno generale sui temi politici e sociali del Paese. Come poter interpretare questo messaggio? Che peso dare ad un intervento ufficiale della Cei indirizzato esplicitamente al mondo cattolico? Cattolici, sempre figli di un dio minore? Guarda caso (ns. commento 22/1/2010 alle 13:28) esprimevamo un generale sentire in tal senso proprio a te, caro Adamoli...
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 25/1/2010 alle 21:47
Il Card. Bagnasco, quarda caso, sta richiamando coloro ce si definiscono cattolici ad un impegno che deve essere in sintonia con la fede cattolica, quindi con il Magistero della Chiesa. Chiede di essere contrari al testamento biologico,alla pillola del giorno dopo, alla manip. genetica, oltre chiaramente all' aborto (Considerato un vero omicidio), chiede di sostenere e difendere la famiglia, e, per lui c'e' una sola famiglia che possa cosi' chiamarsi. I "cattolici" del PDsono in piena sintonia??
Scritto da eliseo il 25/1/2010 alle 23:44
Caro Adamoli, la Cei ha esplicitamente e ufficialmente invitato tutti i cattolici ad un impegno sociale e politico a difesa dei temi ETICI della fede cattolica. Prevediamo ovvie e scontate reazioni da parte di tutti, ok, è normale dialettica democratica; ma i cattolici, come si sentiranno di interpretare, in concreto, questo messaggio così perentorio e, diremmo, improvviso ed imprevisto?
Scritto da Rosella e Carlo il 26/1/2010 alle 09:14
@ eliseo. E' ciò che ho scritto in un mio precedente commento. Non esiste il cattolicesimo del PD, qui rappresentato da Adamoli. La sottomissione alle regole dell'Ordine deve essere incondizionata. I distinguo comportano disastri. Imbarcare gay e abortiste, sostenere famiglie comevengonovengono nel tentativo di accontentare un po' tutti e raccattare un consenso più ampio hanno effetti devastanti sulla credibilità di un gruppo alla deriva. Il PD, se mai sia esistito, non c'è più. Affondato. Ma i relitti sul mare della nostra politica restano ancora tanti.
Scritto da Filippo Valmaggia il 26/1/2010 alle 09:31
Il commento di Filippo Valmaggia 26/1/2010 pare un'attenta e qualificata diagnosi della realtà; merita una profonda riflessione da parte di tutti coloro che hanno a cuore, comunque, l'oggettività dei fatti, al di là delle opinioni o convinzioni personali. In senso anche critico ma costruttivo. Ad Adamoli il compito poi, semmai, di un giudizio conclusivo, certo non semplice, a conclusione di questo coinvolgente ed interessantissimo post.
Scritto da Carlo A. il 26/1/2010 alle 12:23
Per prima cosa il Sig. Valmaggia fa grande confusione fra matrimonio cattolico e matrimonio civile. Infatti le coppia non riconosciute dalla Chiesa di Roma non sono solo quelle di fatto, ma anche quelle unite solo civilmente. Ora, hai il coraggio di sostenere che lo Stato non dovrebbe aiutare due persone non credenti oppure che non condividono la Chiesa Romana ma unite civilmente in matrimonio?
Scritto da Romina il 26/1/2010 alle 14:36
Se faccio un raffronto tra il Vangelo e la realtà dei nostri giorni, la Chiesa Romana mi appare tanto più vicina ai Farisei che hanno messo Gesù Cristo in Croce che non a Gesù stesso. Colui che predicava ai lebbrosi e che accoglieva le prostitute, colui che rifuggiva l'ipocrisia e metteva l'amore incondizionato per il prossimo al primo posto. Io non percepisco tanto amore nella Chiesa Romana... e credo proprio di non essere la sola!
Scritto da Romina il 26/1/2010 alle 14:39
@ Romina. Signora, a mio parere l'antichità fu un periodo felice perché non conobbe due flagelli: la sifilide e il cristianesimo. Il mio attacco era rivolto alle ipocrisie dei vari Casini e Adamoli, i quali si definiscono cattolici solo quando fa loro comodo. Ma non sono certo i soli, né in politica né altrove. Se non lo ha capito, Signora, sono anche acattolico.
Scritto da Filippo Valmaggia il 26/1/2010 alle 16:05
@ Romina. C'è una chiesa carismatica, di gente che crede, altruista, generosa, impegnata, che soffre e vive umanità e fraternità nella coerenza e testimonianza, credibile, vicina... che è Cristo vivo (ci hanno insegnato). Cristiani veri prima (dopo magari anche o solo bravi cattolici osservanti praticanti). Poi c'è la chiesa istituzione, la gerarchia ecclesiastica. In mezzo a queste due realtà ci sono i problemi sociali, etici, di cui tutti diciamo. E la sofferenza di tanti.
Scritto da Idealisti disillusi il 26/1/2010 alle 16:33
noto una bella confusione quando si intruduce la "componente cattolica": Prima di pensare di riformare il partito ,e' forse piu' urgente fare un po' di chiarezza su tante cose, in quanto e' difficile capire. Si usano termini le cui definizioni diventano incomprensibili per la costante manipolazione e la strumentalizzazione del significato. Si e' veramente in preda ad una confusione pericolosa.
Scritto da eliseo il 26/1/2010 alle 20:59
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