Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 10/2/2010 alle 09:16

La sanità in Lombardia costa sedici miliardi all'anno. Una cifra enorme che rappresenta i due terzi del bilancio regionale. A questa somma si devono aggiungere le spese di investimento per l'edilizia ospedaliera e sanitaria stanziate nelle Finanziaria nazionale. Questo non significa affatto che la sanità rappresenti i due terzi dell'attività e dei poteri della Regione. Basti pensare, per fare solo un esempio, alle politiche del territorio che non incidono per nulla sul bilancio, ma che hanno uno straordinario impatto sulla vita delle comunità locali e dei cittadini.
Detto questo, la sanità resta una competenza quasi esclusiva della Regione che coinvolge pesantemente tutte le famiglie. È fondato affermare che la nostra sanità è eccellente? Qualche puntualizzazione va fatta. Il sistema lombardo è sempre stato di alta qualità fin da prima dell'istituzione della regione nel 1970. Era il frutto di una società civile matura, forte, generosa, capace di auto-organizzarsi. Con l'istituzione del servizio sanitario regionale nel 1980 servizi e strutture sono ulteriormente migliorati e la Lombardia da allora è diventata un modello.
Negli ultimi due decenni il rafforzamento degli ospedali è stato indiscutibile ed ha messo in evidenza tante eccellenze. Ma questo discorso vale per la sanità in generale? Si può parlare di una buona continuità prevenzione-diagnosi-cura-riabilitazione? Diciamo la verità, quando un paziente viene dimesso dall'ospedale dopo degenze sempre più brevi non trova affatto una rete di servizi territoriali pronti ad accompagnarlo nel suo percorso di pieno recupero. Se una persona non ha i mezzi economici (o la cultura sufficiente) si può trovare in una condizione difficilissima per sé e per la sua famiglia. Mancano strutture idonee per la lungodegenza sempre più necessarie con la vita che si allunga. Inoltre la specialistica sul territorio praticamente non esiste più, era meglio organizzata due decenni fa. Se alziamo lo sguardo sulla psichiatria le mani vanno subito ai capelli.
Ci sono almeno altre due questioni che vanno tenute in seria considerazione. La prima, non è affatto vero che le liste di attesa siano scomparse. La seconda, non ho obiezioni di principio al fatto che il privato accreditato, cioè pagato con soldi pubblici, rappresenti il 30 per cento del sistema. Ma i controlli della Regione dovrebbero essere ben più penetranti e in grado di valutare sul serio la reale qualità delle prestazioni erogate onde evitare scandali odiosi come quelli del Santa Rita e sperpero del denaro di tutti. Sono dati oggettivi questi, così come l'invadenza della politica sulle nomine dei direttori generali degli ospedali e delle Asl e, negli ultimi anni in misura allarmante, perfino sui dirigenti e sui primari. Credo che anche in questa vigilia elettorale debba essere possibile in Lombardia parlare delle eccellenze, ma anche delle carenze del nostro sistema. Non è solo utile, è necessario.

Categoria: Sanità, Lombardia
Commenti dei lettori: 27 commenti -
Condivido la tua analisi e le parole evidenziate sono verissime e provate, in diversi casi sulla mia persona. Dopo la degenza sei allo sbando e solo la voglia di reazione accompagnata dalla possibilità economica ti fa uscire dal possibile tunnel dello sconforto. Immagino il disagio di chi economicamente è impossibilitato a chiedere aiuto sul territorio. Ribadisco comunque che la sanità Lombarda è buona ma, come per altre regioni, invasa visibilmente da precise comunanze politiche
Scritto da penna42 il 10/2/2010 alle 09:55
Ottimo articolo, serio, sostanziale, documentato anche se breve. Che bello se la campagna elettorale avesse questo tono e questa qualità!
Scritto da Mentasti Enrico il 10/2/2010 alle 10:26
Scommettiamo che questo bell'articolo avrà meno commenti di quello precedente, sicuramente interessante ma meno di contenuto?
Scritto da Rosangela M. il 10/2/2010 alle 10:35
Ti sei sempre occupato di sanià con attenzione e competenza. Sai di cosa parli. Sono certo che queste tue riflessioni saranno lette da TUTTI con interesse. Mi auguro anche con spirito costruttivo per tappare la falle che...innegabilmente ancora ci sono. Cordialmente Fabrizio Piacentini.
Scritto da Fabrizio Piacentini il 10/2/2010 alle 11:04
Mio papà, prima di lasciarci a fine dicembre, è stato 6 mesi in ospedale. Stavamo preparando il ritorno a casa e ci siamo accorti come alcuni servizi vadano integrati. In generale abbiamo trovato grande umanità, persone che si danno da fare veramente. A volte la buona volontà è frustrata dalla presenza politica. Indispensabile integrare quanto c'è, anche con in rapporto con il volontariato. Sulla psichiatria (in famiglia abbiamo anche quest'esperienza), condivido completamente.
Scritto da FrancescoG. il 10/2/2010 alle 12:17
Caro Adamoli, però il 30% di privato che lavora con i soldi pubblici mi pare davvero tanto.
Scritto da Lucianone il 10/2/2010 alle 12:18
Concordo assolutamente sul fatto che la sanità in Lombardia è sempre stata su un buon livello e che i servizi sul territorio siano degradati proprio da quando Formigoni è al comando. Si è concentrato tutto sugli ospedali e niente sul resto che costa meno e può rendere molto.
Scritto da Impiegata regionale il 10/2/2010 alle 12:23
Sottolineo la testimonianza di FrancescoG. Anche lui dice sulla sua pelle che ci vuole più integrazione dei servizi sul territorio. Aggiungo che molte volte ci vogliono semplicemente più servizi che sono stati abbandonati. E' difficile in molti casi integrare ciò che non c'è.
Scritto da Baroffio Loredana il 10/2/2010 alle 12:35
Sono un medico di base che sta finendo l'ambulatorio. Sono totalmente d'accordo. Anche stamattina mi sono trovato in difficoltà con un paziente dimesso dall'ospedale ma non in grado di stare a casa sua. Di questi casi ce ne sono moltissimi.
Scritto da Un medico di base il 10/2/2010 alle 12:59
che le liste di attesa non siano scomparse lo sa chiunque ha bisogno di prestazioni ambulatoriali,non capisco pero perchènon si denuncino per ogni asl i tempi di attesa Una sera guardando un trsmissione tv l'on Castelli e l'on Bindi "discutevano" sui costi della sanita lombarda con l'on Bindi che asseriva come ai costi della regione vadano sommati i tichet e le addizionali varie,tocca a voi ORA dare le cifre esatte,l'on Bindi,purtroppo,è lontana
Scritto da angelo il 10/2/2010 alle 13:18
Finalmente un articolo chiaro, leggibile, che fa il punto della situazione prendendo in considerazione un tempo medio lungo. Ci sarebbero molte altre cose da dire ma dentro un articolo solo era praticamente impossibile. Le raccomando di approfondire in futuro il clientelismo politico che è molto forte.
Scritto da Medico ospedale VA il 10/2/2010 alle 14:23
Le cliniche, attualmente private, andrebbero espropriate e destinate alla lungodegenza e alle cure riabilitative. Negli ospedali pubblici andrebbero soppressi i reparti per "solventi", orribile dicitura. Per tutti un medesimo trattamento gratuito di altissima qualità. Per reperire fondi si tassino le rendite da capitale e si alzi l'aliquota, quanto basta, per abbassare la cresta ai super ricchi. La classe politica lasci alla comunità il 20% dei propri compensi futuri: dall'appannaggio del presidente della repubblica allo stipendio dell'ultimo portaborse. I detenuti lavorino per la comunità che hanno offeso. I politici arraffoni e i delinquenti in gabbia sono talmente tanti che, non dubito, rimarrebbero soldi anche per la ricerca in campo medico.
Scritto da Filippo Valmaggia il 10/2/2010 alle 14:33
Il medico di base e quello ospedaliero fanno affermazioni condivisibili che andrebbero tenute in considerazione. Purtroppo anche negli ospedali sento critiche che contrastano con l'immagine dell'eccellenza. La mia esperienza diretta mi dice la stessa cosa.
Scritto da Infermiera a Busto il 10/2/2010 alle 16:33
Chi ha a che fare con la sanità, che non è solo ospedali, sa benissimo che non si può parlare di eccellenza estesa ma di vette e anche di qualche abisso. Per esempio la psichiatria.
Scritto da Borri Roberto il 10/2/2010 alle 16:38
Bravo quando sottolinei l'incidenza del privato, che ha margini enormi grazie all'accreditamento, per non parlare delle manovre illegali (vedi Santa Rita). Sono più dubbioso sulla questione delle liste d'attesa: gli ospedali sono sommersi dalle richieste, un po' per abuso un po' per il funzionamento non sempre esemplare della medicina di base. Chiedere di accorciare le liste d'attesa è la soluzione? Assumiamo il doppio dei medici o dimezziamo la durata delle visite? continua
Scritto da davide il 10/2/2010 alle 17:02
Prova a chiedere cosa sta succedendo in questi giorni a Varese, dove è arrivato l'ordine di raddoppiare le visite (viato il periodo elettorale). Comuqnue l'analisi nel complesso è assolutamente precisa e condivisibile
Scritto da davide il 10/2/2010 alle 17:03
Ottimo. E' giusto sbugiardare Formigoni quando eccede con la propaganda. Se vuoi una visita specialistica o la paghi o c'è un'attesa lunghissima.
Scritto da Andrea il 10/2/2010 alle 17:08
Un Filippo Valmaggia sempre provocatorio, chiaro, propositivo. Ipotesi fra le tante che si potrebbero concretizzare, subito... ma sicuramente per ogni voce di capitolo chissà quanti "no" o "niet" da ogni parte! Eppure sanità vera è semplicemente efficienza. E ci sono fior di "addetti ai lavori" (primari, medici, infermieri...) di grandi capacità, efficienza, dedizione, umanità. Sono troppi i bastoni fra le ruote, gli interessi di parte, la burocrazia... dobbiamo sempre subire e zittire?
Scritto da Robecco sul Naviglio il 10/2/2010 alle 17:11
Se vuoi entrare in ospedale in tempi ragionevoli, a meno che non sia un'urgenza, devi prima fare qualche visita privata costosissima con il primario o con il vice. Questa è l'eccellenza.
Scritto da Donna esasperata il 10/2/2010 alle 17:22
Le cliniche private mi vanno bene ma quando lavorano all'80% con i soldi pubblici e con controlli insufficienti non mi vanno bene più. Il 30% del sistema in mano ai privati è troppo.
Scritto da Il perfido il 10/2/2010 alle 17:26
Sono totalmente d'accordo con Adamoli. Aggiungo un'altra criticità l'AREU - L'Azienda Emergenza Urgenza, l'azienda che ha centralizzato il 118. Anche all'interno delle stesse ASL fedelissime al formigonismo si critica aspramente questo ulteriore carrozzone, che fra le atlre cose, ha determinato la cacciata di CE' da Assessore regionale alla sanità.
Scritto da ale il 10/2/2010 alle 17:38
Le preoccupazioni dei due medici sono molto significative. Il problema è che siamo sovrastati da una ondata di incenso sul modello lombardo che stordisce e confonde. Le nomine politiche sono così diffuse da non fare più notizia.
Scritto da Tombolini il 10/2/2010 alle 17:45
Poni dei problemi seri in un momento nel quale tutto diventa propaganda. Continua a farlo. Alla lunga questo è il metodo che politicamente premia.
Scritto da Milani R. il 10/2/2010 alle 18:49
a proposito di nomine politiche, in famiglia abbiamo sperimentato purtroppo che competenza e tessera politica NON vanno di pari passo, e trovare un primario somaro può mettere a rischio la vita. Spero che torni la meritocrazia tanto invocata da questa maggioranza, che nei fatti però continua a confezionare concorsi blindati per i suoi protetti...somari
Scritto da Beatrice il 10/2/2010 alle 20:50
@Beatrice. "Spero che ritorni la meritocrazia, tanto invocata da questo governo". D'accordo. Ma chi, storicamente, ha appiattito ogni valenza professionale? Che sostengono, oggi, gli artefici di questa realtà? Una volta c'era la meritocrazia, e anche tanta efficienza. In compagnia forse di tanto autoritarismo e imposizioni di ogni genere. Quindi ci vorrebbe un "mix" che tenga sempre conto: efficienza sì ma anche rispetto di chi lavora, e viceversa. Sarebbe l'optimum. Fattibile.
Scritto da Rosella il 11/2/2010 alle 09:10
Di Santa Rita ce ne sono in giro tante. Guardateci dentro bene e le troverete.
Scritto da G. L. il 11/2/2010 alle 09:13
Gli ospedali sono spesso sotto assedio per la mancanza di filtri sul territorio in entrata e ancor più in uscita. Tempo fa a Varese fu avanzata la proposta, demenziale, di chiudere il presidio Asl di via Monte Rosa che drena, per esami, visite e vaccinazioni, un numero rilevante di pazienti ogni giorno. Forse si voleva dare più spazio a laboratori e centri diagnostici privati accreditati che già prosperano. I controlli sulla sanità regionale dovrebbero essere più stringenti e indipendenti
Scritto da cesare chiericati il 11/2/2010 alle 09:53
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