Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 26/2/2010 alle 09:56

Nei commenti delle ultime settimane, soprattutto in quelli sul post di Emma Bonino, ci sono interrogativi sulla strategia e sulla gestione del PD di Pier Luigi Bersani. Alcuni mi chiedono espressamente se lo voterei ancora. La mia risposta è sintetica ma articolata.
- Chi legge il blog si sarà reso conto che amo lo spirito critico, necessario come l’aria per una forza politica non “personale”. Nelle vigilie elettorali però le critiche, per risultare fruttuose, devono essere specifiche, puntuali, costruttive, non investire la conduzione del partito a 360 gradi. Altrimenti si fanno solo danni e si diventa partigiani di un leader o di una corrente. Ho votato Bersani, non sono diventato “bersaniano” per la vita. Ho avuto un solo leader che non mi permettevo di discutere neanche dopo anni e anni dal suo abominevole assassinio: Aldo Moro. Fate voi il paragone!
- Una insoddisfazione mi limito a manifestare prima dell’apertura della campagna elettorale. Bersani è simpatico, affabile, concreto, aperto al dialogo. Avrei voluto vederlo più “decisionista” sulle primarie e sulle candidature. Sul Lazio, sulla Puglia e su altre scelte, o non scelte, ho già scritto. Quando a livello regionale il confronto si trasforma in rissa l’intervento nazionale diventa imperativo e non porta per nulla il segno di un centralismo soffocante.
- Sono dispiaciuto per l’uscita negli ultimi mesi di alcune personalità cattoliche. Non credo che in questo modo si siano risolti certi “equivoci” nel PD. Le inquietudini sul biotestamento e su altre questioni etiche resteranno anche dopo che Paola Binetti se ne è andata, per fare solo un esempio. Ho trovato soprattutto spiacevole l’abbandono di Francesco Rutelli, un amico che avevo stimato per la sua capacità innovatrice. Forse si poteva fare di più per prevenirlo, pur con scarse probabilità di successo. L’incontro “alto” fra culture diverse è un obiettivo ancora da raggiungere pienamente.
- Non è adesso il tempo di tracciare consuntivi. Aspettiamo l’esito delle regionali che, anche per merito di Bersani,  non sarà affatto così male, stando ai sondaggi, come si era ventilato qualche mese fa. Certo, Bersani è stato più il manutentore di una macchina in difficoltà che lo sperimentatore di una tecnologia nuova. Per questo compito, certamente arduo, lo attendo con fiducia dopo le regionali quando alcune scelte di sistema, sul progetto e sulle alleanze non potranno più essere rinviate. E lì lo misureremo definitivamente. Sì, Bersani lo voterei ancora oggi.

Commenti dei lettori: 51 commenti -
Sig Adamoli ho solo estrappolato "Ho votato Bersani, non sono diventato “bersaniano” per la vita. Ho avuto un solo leader che non mi permettevo di discutere neanche dopo anni e anni dal suo abominevole assassinio: Aldo Moro. Fate voi il paragone!" Articolo ben scritto, ma quanta demagogia, le stesse cose le ha dette anche con Prodi.
Scritto da Ferruccio il 26/2/2010 alle 10:29
x ferruccio, ma perchè un contributo politico (con la P maiuscola), così altamente etico, fatto da giuseppe d9venta demagogia? Ma quando smetteremo di giudicare con etichettature pensieri e contributi così scarsi nel panorama politico generale? Adamoli sei sempre apprezzabile, so che i giudizi diciamo ingenerosi non ti spaventano, continua così. robinews
Scritto da robinews il 26/2/2010 alle 11:31
Non ci si può esimere dalla critica costruttiva e se vogliamo stare nel solo tema elettorale mi sono chiesto perchè il Pd Varesino non ha chiamato il popolo delle primarie in un assemblea organizzativa per discutere:linee guida del programma accompagnato da una seria analisi della situazione provinciale densa di problematiche conomiche e umane,per l'indicazione delle candidature con un dibattito autentico sul partito e il suo impegno in regione.Nulla di tutto questo......
Scritto da Giancarlo Bettinelli il 26/2/2010 alle 11:35
......ma solo una visione chiusa e personalistica.Visto che non hai voluto più candidarti, dai la tua disponibilità come segretario del partito in Provincia noi tutti ti voteremo.
Scritto da Giancarlo Bettinelli il 26/2/2010 alle 11:36
"L’incontro “alto” fra culture diverse è un obiettivo ancora da raggiungere pienamente." Finchè l'incontro con le culture diverse sarà identificato con personalità come Rutelli, che sono "alte" solo in virtù del ruolo istituzionale che ricoprono e per il cui mantenimento sarebbero disposte a vendere l'anima al diavolo (come ha fatto Rutelli più volte), la politica non ha speranze. Il problema semmai, anche per il PD, è ritrovare l'incontro con le culture diverse , ma cercandolo "in basso",
Scritto da Leonardo il 26/2/2010 alle 12:26
SONO UN CATTOLICO CHE E' STATO ISCRITTO ALLA D.C PER OLTRE 15 ANNI, PROPRIO AVENDO COME RIFERIMENTO ALDO MORO. EPPURE NEI CONGRESSI DI CIRCOLO E ALLE PRIMARIE, MI SONO SPESO PER LA MOZIONE MARINO, PERCHE' CREDO NELLA LAICITA' DELLO STATO. MA OGGI PIERLUIGI BERSANI E' ANCHE IL MIO SEGRETARIO. DIAMOGLI TEMPO, NON GIOCHIAMO AL SOLITO TIRO AL PICCIONE. IL NOSTRO E' UN PARTITO GIOVANE IN CERCA DI UNA PRECISA INEQUIVOCABILE ED ALTERNATIVA LINEA POLITICA. CRITICARE VA BENE, MA IMPEGNIAMOCI...
Scritto da ernesto zappone il 26/2/2010 alle 13:13
PER FARE IN MODO CHE IL NOSTRO PARTITO DIVENTI CIO' IN CUI CREDIAMO. UN PICCOLO SEGNALE E' ARRIVATO CON LA CANDIDATURA IN CONSIGLIO REGIONALE DI BEATRICE BOVE, UNA PERSONA TOTALMENTE SVINCOLATA DAGLI APPARATI DI PARTITO E MESSA IN LISTA PER RAPPRESENTARE IL TERRITORIO DELLA VALLE OLONA, OLTRE CHE PER AVER DIMOSTRATO DI ESSERE UNA BUONA AMMINISTRATRICE BUONA AMMINISTRATRICE. STA A NOI SOSTENERLA SE CREDIAMO NELLA POSSIBILITA' DI UN CAMBIAMENTO, NON I SOLITI CHIACCHIERONI, MA GENTE CONCRETA.
Scritto da ernesto zappone il 26/2/2010 alle 13:20
Condivido la tua posizione su Bersani. Dopo le regionali saranno indispensabili scelte di sistema, organizzative e culturali, o rischiamo un'altra volta l'avvitamento su noi stessi. E anche nei vari livelli devono uscire in modo chiaro profili politici portatori di istanza precise, non di correnti e sottocorrenti, dimenticandoci il "manuale del manuale cencelli". Il buon senso e l'onestà intellettuale sono sufficienti. Possiamo farlo, non credi, Giuseppe?
Scritto da Erica D'Adda il 26/2/2010 alle 13:27
@ Leonardo. Condivido che l'incontro fra le diverse culture debba essere ricercato dal basso però la polemica che fai con Rutelli è sgangherata. Oggi, mi pare, non ha più nessuna carica e quella che aveva al COPASIR l'ha lasciata quando è uscito dal PD e l'ha presa D'Alema.
Scritto da Il pirata il 26/2/2010 alle 13:39
@ Ferruccio. Indicami per favore l'articolo o l'intervista di Prodi che dice le stesse cose di Adamoli su Aldo Moro. Io anzi ho sentito Prodi parlare con distacco di Moro. Era l'estate del 2005 a una festa dei DS a Milano. E mi aveva colpito negativanìmente.
Scritto da Il pirata il 26/2/2010 alle 13:43
Anche quando non ti approvo ti leggo sempre con gusto. Questa volta ti approvo anche se ti trovo un pò troppo generoso con Bersani. Spero che tu abbia ragione.
Scritto da Federico C. il 26/2/2010 alle 13:48
Dai ascolto alle ultime parole di Giancarlo Bettinelli. Tu sai che ti stima e ti vuole bene come a un fratello. Malgrado tutto ci tiene anche al PD.
Scritto da Un'amica di Gallarate il 26/2/2010 alle 14:02
Opinione convincente e ben motivata. E pensare che ero dell'idea che avresti abandonato il campo dopo la decisione di non candidarti più. Tanto di cappello.
Scritto da Gasperini Mario il 26/2/2010 alle 14:09
Anch'io ri-voterei Bersani, come ho fatto alle primarie.Non mi sono piaciute le uscite della Binetti e di Rutelli ed altri, forse una certa anima nel Pd non è ancora emersa o forse ( vedi Rutelli) si aspirava ad dei posti nel partito di maggior importanza!Sarei stata d' accordo ( e l' ho anche manifestato ad alcuni del partito a contattare) e a coinvolgere in una grande assemblea partecipativa tutti coloro che hanno votato alle primarie per il segretario nella nostra città e nella provincia.
Scritto da bruna croci il 26/2/2010 alle 14:15
Caro Giuseppe, Bersani non si contesta in campagna elettorale. E lo scrivo io che non l’ho votato. Il problema che avremo dopo il 28 e 29 marzo e che già c’era al momento del congresso è la prospettiva politica che Bersani incarna. Bersani è “ simpatico, affabile, concreto, aperto al dialogo” come scrivi tu, ma la sua idea di politica è la riproposizione di una prospettiva socialdemocratica che, con tutto il rispetto per questa, come per altre storie collettive, appartiene al XX secolo. Noi abbiamo fondato il PD per avere una idea nuova, una idea di partito democratico. A questo non ci siamo ancora. E Bersani su questo mostra limiti e timidezze se non passi indietro.
Scritto da roberto molinari il 26/2/2010 alle 14:17
Se Ambrogio V. non si dispiace troppo, visto che ogni tanto mi replica su questo punto, confermo che Adamoli è l'unico del PD che riesce quasi a convincermi.
Scritto da Bianchi Giò il 26/2/2010 alle 14:18
continua- Le persone che hanno partecipato avevano desiderio di esprimersi.sostengo le iniziative di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini che hanno voglia di cambiare o per lo meno ti tentare novità positive. Non è solo azione di marketing che il centro destra, a volte, sa fare bene è una azione di vicinanza di appogio e di comunicazione costruttiva.Cerchiamo di rimediare.
Scritto da bruna croci il 26/2/2010 alle 14:19
Ho letto sulla Prealpina di oggi, in prima pagina, che Rienzo Azzi segretario provinciale del PDL sarà sostituito dal sen. Tommasini Antonio perchè candidato alle regionali. Invece Tosi, segretario provinciale del PD, resterà al suo posto come se niente fosse. Anche questa è questione morale.
Scritto da Un PD incavolato il 26/2/2010 alle 14:25
Caro Adamoli, condivido il suo testo al 100% (evento che in generale a me non capita molto spesso).
Scritto da Daniele il 26/2/2010 alle 15:13
L'immagine del manutentore è realistica e felice. Credo che la macchina non sia solo in difficoltà ma sia a pezzi. Lo dico con una punta di insoddisfazione anche se non sono un PD stabile.
Scritto da Stefano M. il 26/2/2010 alle 15:28
La priorità numero uno di Bersani è quella di arrestare lo sfarinamento elettorale del PD. Ci sono indizi, come dice Adamoli, ben auguranti rispetto alle fosche previsioni di sei mesi fa. Certo la costruzione del partito resta in gran parte da fare e il suo profilo riformista e riformatore da scolpire in maniera netta partendo dal basso come dicono Giancarlo e Leonardo. Anch'io penso che Rutelli non sia una perdita irreparabile. Neppure la Binetti.
Scritto da cesare chiericati il 26/2/2010 alle 15:31
Che bel dibattito! Siamo orgogliosi una volta tanto, non capita sempre di leggere considerazioni così ben fatte da parte di tutti o quasi tutti.
Scritto da Un PD Pavia il 26/2/2010 alle 16:04
Per PD incavolato: se Tosi sarà eletto come consigliere regionale lascerà la sua carica di segretario provinciale. Questa è la linea del PD di Varese: lo ha detto proprio Adamoli una sera a Venegono Inferiore in cui si proponevano i candidati per la lista
Scritto da pino s. il 26/2/2010 alle 16:04
Per Pino. La differenza è che Rienzo Azzi lascia la carica prima di essere eletto, per non essere favorito nella corsa alle preferenze. Tosi, invece, dopo. Troppo comodo. E' l'unico segretario provinciale che si candida. Un'altra anomalia. Voterò Beatrice Bove, come suggerisce Ernesto Zappone. Non mi piacciono i predestinati.
Scritto da Un PD incavolato il 26/2/2010 alle 16:18
Per Pino. La differenza è che Rienzo Azzi lascia la carica prima di essere eletto, per non essere favorito nella corsa alle preferenze. Tosi, invece, dopo. Troppo comodo. E' l'unico segretario provinciale che si candida. Un'altra anomalia. Voterò Beatrice Bove, come suggerisce Ernesto Zappone. Non mi piacciono i predestinati.
Scritto da Un PD incavolato il 26/2/2010 alle 16:18
Ha ragione il PD incavolato ma adesso bisogna lavorare per vincere le elezioni. Per le preferenze ognuno faccia quello che vuole.
Scritto da Andrea il 26/2/2010 alle 16:54
Da Como ho invidia per questo blog di Adamoli che è di Varese. L'altra sera il consigliere uscente Luca Gaffuri nella sua manifestazione elettoraledi Como ha citato Adamoli come esempio per la sua capacità di pensiero e ha richiamato ciò che ha fatto negli ultimi anni. Ho condiviso tutto.
Scritto da Iscritto di Como il 26/2/2010 alle 16:59
X il pirata. La mia critica non è a Rutelli, ma in generale ad un approccio politico che individua ormai nelle sole sedi istituzionali (parlamento - consigli regi/prov/comunali) il luogo esclusivo in cui ricercare il confronto politico e le alleanze. Il risultato di quest'impostazione è l'autoconferma a vita degli eletti e delle oligarchie di partito, è lo scollamento dalla società. Quel che serve, invece, è uscire dal chiuso di palazzi e segreterie, favorire il ricambio delle rappresentanze,
Scritto da Leonardo il 26/2/2010 alle 17:11
Bersani sta a mio avviso tenendo il profilo de "l'acqua cheta"...dirigere il PD, risultato di storie variegate in una situazione che era drammatica(gestione Veltroni), comporta la necessità di strategia di medio periodo, pragmatismo di breve e la capacità di promuovere un'idea nuova di alternativa di governo credibile anche nei numeri...il tutto senza scardinare il partito o permettere a singoli esponenti di esprimere diktat...sottostare a ciò avrebbe paralizzato il partito,come nei gover. Prodi
Scritto da GianMarco Calella il 26/2/2010 alle 17:21
Caro Giuseppe. Stimo il nostro Segretario anche se non l' ho votato. Ha però ragione Roberto Molinari. La questione non è l'intelligenza, la capacità o la simpatia di Bersani (strano che uno come te si accontenti di queste caratteristiche per esprimere un giudizio complessivo). La questione è solo politica. Il nostro uomo ha un' idea 'socialdemocratica' del PD. Tutto legittimo, sia chiaro, ma questa opzione di certo non può essere la mia. Invece tu non ti starai mica, piano piano, convertendo?
Scritto da paolo rossi il 26/2/2010 alle 17:35
Mi sono avvicinato alla politica quando dialogavano tra loro Moro e Berlnguer, oggi non possiamo tirarli in ballo altra categoria- il dialogo tra Cattolici e Laici era su un altro livello, oggi dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo ma penso che Bersani con la sua calma stia rimettendo la macchina su una giusta via. mi dispiace per la Binetti non molto per Rutelli.
Scritto da Renato il 26/2/2010 alle 17:37
Mah, idea socialdemocratica del Pd. Non so di che cosa si tratti esattamente. Di idee socialdemocratiche ne corrono tante e diverse. Da Blair a Zapatero, ai francesi, ai tedeschi. Credo sia meglio chiamare le cose con il loro nome. Altrimenti è solo politichese. E' giusta invece l'idea delle critiche specifiche, precise. Così possiamo capire tutti meglio.
Scritto da Bortoluzzi il 26/2/2010 alle 18:55
ripeto quasi identico il mio commento al post sulla Bonino: sottoscrivo in pieno l'ultima riga. e non rimpiango Rutelli
Scritto da roberto il 26/2/2010 alle 18:58
L'attenzione di Adamoli all'integrazione delle diverse culture è il piatto forte di questo post. Non c'è più spazio nel nuovo secolo né per la socialdemocrazia, né per il vecchio popolarismo post-Dc. Questa è la strada nuova difficile ma senza alternative. I conti con Bersani e la classe dirigente si faranno giustamente dopo le regionali
Scritto da Massimo il 26/2/2010 alle 19:00
Caro Bianchi giò, non mi dispiace affatto. Anzi. Aspetto che Adamoli riesca a convincerla del tutto. Senza quasi. Cordialmente. Posso aggiungere che questa disputa nominalistica sul Bersani ad indirizzo socialdemocratico non mi convince ? Che cosa vuol dire ? Lo sappiamo tutti che un secolo è finito e che le socialdemocrazie hanno fatto il loro tempo. Se ne accorse anche Berlinguer. Se però pensare ai problemi di chi lavora, produce, di chi è emaginato vuol dire " socialdemocratico" lo divento.
Scritto da Ambrogio V. il 26/2/2010 alle 20:38
@ Roberto Il problema non è di rimpiangere Rutelli ma di capire che solo una politica di inclusione può far grande il PD. L'alternativa è restare nel vecchio recinto, rassicurante ma senza respiro.
Scritto da Ghiringhelli il 26/2/2010 alle 20:51
e difatti...non credo che Bersani voglia fare "vecchia socialdemocrazia", anche perchè, avesse funzionato ancora, il PCI emiliano dal quale proviene ora sarebbe al governo. ma c'è una visione politica del novecento che può essere presa e riportata pari pari nel secolo nuovo ? e quale ? la dottrina sociale della chiesa, il popolarismo ?... dai, prendiamo il bene, l'umanesimo, di queste filosofie di provenienza, facciamo una cosa nuova, ed applichiamola ai tempi nuovi...ce n'è bisogno.
Scritto da marco 2 il 26/2/2010 alle 21:05
La manutenzione del PD Bersani l'ha fatta bene. Il rischio è che si fermi a questa. La prospettiva socialdemocratica non mi piacerebbe ma forse sarebbe meglio questa di niente.
Scritto da Lucky il 26/2/2010 alle 23:36
Sono troppo giovane per fare un confronto con Moro. Tuttavia ho letto qualche libro perchè ho imparato a voler bene alla politica da mio padre, vecchio comunista, ed obiettivamente eravamo su un altro piano. Adesso però fiducia in quello che abbiamo.
Scritto da Lino M. il 26/2/2010 alle 23:47
Per Roberto Molinari e Paolo Rossi in particolare, ma non soltanto. Vi ringrazio anzitutto per il commento. Sapete benissimo naturalmente che la socialdemocrazia è un tema troppo complesso e impegnativo per essere trattato in pochissime battute. Rimandiamo la discussione a dopo le regionali. Due sole osservazioni. Vorrei capire quali sono gli atti compiuti, o anche solo il taglio vetero socialdemocratico finora tenuto da Bersani. E poi, non so se esista oggi una ideologia socialdemocratica com’era esistita nel novecento. Se ci fosse non ne sarei un seguace. Attenti però anche all’ideologia antisocialdemocratica. La stessa parola “conversione”, usata credo un poco scherzosamente, si addice appunto alle ideologie e non si attaglia alla mia (e nostra) cultura da sempre non ideologica.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/2/2010 alle 11:25
Ok non si può 'liquidare' la socialdemocrazia in poche battute. Solo due puntualizzazioni: la prima è che se uno non si definisce 'socialdemocratico' non è che necessariamente debba essere anti-socialdemocratico, la seconda è legata alla tua richiesta di esplicitare quali possano essere i contenuti, riferiti a bersani, 'caratterizzanti' questa sua appartenenza ideale. Sono due: il programma congressuale (idea di società e modalità di intendere le alleanze) ed idea di partito (tradizionalista).
Scritto da paolo rossi il 27/2/2010 alle 12:36
Continuo a ritenere molto più fondata la tesi di Adamoli. Di socialemocrazie europee ce ne sono perlomeno tre o quattro, tutte diverse dal '900. Di che cosa parliamo? Perchè non dare nome e cognome ai problemi che il PD ha davanti a sè? Dire PD senza aggiungere altro non ha senso. Il discorso di D'Alema a Londra settimana scorsa era socialdemocratico? Allora parliamo di quello. Forse ci intendiamo di più.
Scritto da Bortoluzzi il 27/2/2010 alle 15:12
Condivido la relica di Adamoli. Parlare di socialdemocrazia in astratto oggi significa poco o niente. E' una polemica retrò.
Scritto da Il pirata il 27/2/2010 alle 16:15
Ho letto il post e tutti i commenti. Complimenti a tutti per la qualità del dibattito. Efficace l'immagine della manutenzione del partito. In attesa della campagna elettorale credo sia stata una scelta obbligata Spero che Bersani in futuro incida di più.
Scritto da Luigi Siena il 27/2/2010 alle 19:02
Ho tralasciato la parola "socialdemocratico" nel mio commento. La frase completa è questa: "Dire Pd socialdemocratico senza aggiungere altro non ha senso". Grazie Bortoluzzi.
Scritto da Bortoluzzi il 27/2/2010 alle 19:36
Bersani vuole un partito socialdemocratico nel senso di un pci adatto al nuovo secolo.Il mescolamento delle culture auspicate da Adamoli non potrà avvenire se non emarginando l'attuale gruppo dirigente dell'ex pci: cosa impossibile.Rimarranno alcuni cattolici come c'erano prima.Moro ha allargato la base democratica di questo paese ma non si sarebbe mai iscritto al Pd, ci teneva all'unità del patrimonio dei valori cristiani
Scritto da moroteo il 28/2/2010 alle 00:14
Credo che il moroteo di Moro abbia capito poco. Il problema per Moro non era l'unità sui valori, cosa abbastanza scontata per tutti i cattolici in qualsiasi partito militino. La discriminante era il progetto ed era il programma. E' su questo punto politico che le distinzioni e le divisioni ci sono e si accettano. In Italia da 20 anni e in Europa da sempre.
Scritto da Massimo il 28/2/2010 alle 12:58
Per Massimo, Ti faccio presente che quello che dici vale per il dopo democrazia cristiana in quanto i vescovi hanno caldeggiato almeno l'unità sui valori al di là dell'appartenenza partitica. Ma Moro voleva proprio ,nei momenti difficile del Paese, che il patrimonio dei valori cattolici fosse unito anche sul piano partitico. Leggere i suoi discorsi e poi non si sarebbe mai iscritto al Pd pur avendo allargato la democrazia italiana ad altre culture (ex PCI)
Scritto da pensionato il 1/3/2010 alle 19:17
X Pensionato: non so se sei andato da una medium per sapere che Moro non si sarebbe mai iscritto al PD. Di sicuro non sarebbe mai entrato dentro un partito come Pdl o Lega, proprio in nome di quei valori cristiani a cui lui teneva tanto. E comunque, a commemorare la sua scomparsa è stato solo il PD. E i suoi figli non hanno certo speso belle parole verso il Pdl.
Scritto da Adriano il 2/3/2010 alle 09:41
Per Adriano. Scusa se ritorno sull'argomento ma non ti sei mai chiesto perchè alcuni personaggi storici della DC morotea non sono confluiti nel Pd? uno per tutti : Mino Martinazzoli il vero interprete del pensiero moroteo qui al nord.
Scritto da Pensionato il 2/3/2010 alle 16:59
X Pensionato. Scusa anche tu: Martinazzoli è per caso entrato nel Pdl? A me non risulta: semmai mi pare abbia fatto in passato campagna elettorale contro Berlusconi. Mentre invece abbiamo Adamoli, e tanto mi basta. Inoltre nel 1994, un certo Giovanni Moro, figlio di tale Aldo, dichiarò "partito di plastica" la neonata Forza Italia. Poi, ribadisco: Aldo Moro l'ha commemorato solo il PD. Il Pdl era troppo occupato a ricordare Craxi...
Scritto da Adriano il 2/3/2010 alle 19:15
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