Possiamo archiviare con soddisfazione le grandi manifestazioni di ieri. La consegna del silenzio sul Presidente della Repubblica ha tenuto. Questo sollievo rappresenta però un limite oggettivo della “festa di primavera”. Soprattutto se pensiamo che fra una settimana tutto il berlusconismo inneggerà strumentalmente a Giorgio Napolitano. Noi metteremo in evidenza, prevedo, che il re della piazza mediatica, che fa propria la piazza fisica sempre additata e insultata come il luogo dello “sfinimento della democrazia”, è una enorme contraddizione. Ma quel nostro respiro di sollievo è un limite che rimane intatto.
Mi consolo abbondantemente con il discorso efficace, concreto, ficcante di Pieluigi Bersani. Una bella comunicazione politica non solo ad uso dei militanti presenti ma soprattutto rivolto ai cittadini elettori, che è quello che più conta. Democrazia, questione sociale, lavoro, scuola, università, profilo e funzioni delle regioni, i problemi più ricorrenti. E non una sola concessione al fatto che i leader che hanno parlato (dal socialista Nencini a Ferrero di Rifondazione) possano domani ritrovarsi ancora tutti insieme nella stessa coalizione. Berlusconi può sbraitare finché vuole sull’ammucchiata “indecente”, ma questo regalo non glielo faremo più.