Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 10/5/2010 alle 11:30

Ha scritto Marco Follini: «Quando è in difficoltà Berlusconi chiama le urne perché quello è il suo terreno di cultura. Non il governo, non la soluzione dei problemi, non la costruzione di un equilibrio. Il suo alimento è la lotta, possibilmente in forma primordiale. Una campagna elettorale per lui è come una ciotola di spinaci per Bracciodiferro».
Condivido e mi domando: qual è la ciotola di spinaci per il PD? Spero non la polemica interna. Qualche sera fa a Ballarò la scena è stata presa dalla gazzarra Sallusti-D’Alema. Ma politicamente mi ha colpito la differenza di impostazione fra D’Alema e Matteo Renzi (nella foto) con il primo che mostrava profondo rispetto verso le posizioni di Gianfranco Fini (come questo blog) e il sindaco di Firenze (brillante ed emergente) che demoliva il Presidente della Camera e dunque la tesi di D’Alema.
Amo il dibattito politico libero, alla luce del sole. E mi guardo bene dal demonizzare le correnti e le loro Fondazioni. Ma un partito non può andare senza rete ad una trasmissione di una rete Rai, altrimenti segna una rete nella propria porta.

Commenti dei lettori: 29 commenti -
Renzi è una risorsa del PD. Solo mi auguro che sia giocata al momento giusto: né troppo presto né troppo tardi. La scelta del tempo è importante o sbaglio?
Scritto da Michele S. il 10/5/2010 alle 12:14
Un conto è la giusta dialettica dentro il PD. Un altro conto è il disordine mediatico. Ciascuno dice la sua in modo contraddittorio perfino nelle stesse trasmissioni. Questo convoglia agli uditori un senso di smarrimento. Pur non essendo un iscritto del PD, ma solo un elettore che spesso lo vota, sono abbastanza sconcertato da questi comportamenti.
Scritto da Broggi Mario il 10/5/2010 alle 12:19
Renzi dalla sua ha un evidente entusiasmo, che aiuta sicuramente e traina più della pacatezza dalemiana. Certo che il nuovismo e la "ribellione "evidente a tutti i costi hanno effetti non duraturi e troppo legati al momento. Però la mancanza di verve e il non coraggio di tentare qualche carta nuova appagano ancora meno. Dicevano bene i Latini: "in medio stat virtus". Anche mediaticamente parlando.
Scritto da Luisa Oprandi il 10/5/2010 alle 12:34
Amici mi hanno detto che Renzi è piaciuto. Soprattutto per alcune battute appuntite sulla questione Scajola. Resta il fatto che, se ognuno fa la sua politica, la gente non capisce qual è l'obiettivo della squadra. E la squadra patisce. PS: c'è una richiesta di serietà e concretezza, in giro, enorme.
Scritto da FrancescoG. il 10/5/2010 alle 12:34
D'Alema infine ha rubato la scena a Renzi ma devo dire che questo brillante e giovane sindaco di Firenze finora non pare convicente. Ha convinto i fiorentini,è vero ma non è un grande sforzo; le sue ormai tante comparsate televisive lo rappresentano come uno che vuole solo farsi notare,con battute e parlata toscane; mi pare latiti la sostanza, a parte l'idiosincrasia verso i 60enni del suo partito. Un vezzo abbusato e da bar sport
Scritto da un 40enne il 10/5/2010 alle 13:00
Il fatto che D'Alema abbia perso le staffe va a suo scapito...si è autosegnato un gol.sul fatto che in due insieme ad una trasmissione che parlano in antitesi...beh puo esser negativo ma anche positivo anche perchè nessuno dei due ha zittito o insultato l'altro...libertà di opinione....l'importante è che l'obiettivo comune ci sia...poi ognuno ha le sue sensibilità.ma se mi devo giocare una carta mi gioco l'esordiente: semplificando porterei balotelli (renzi) al mondiale e non totti(d'alema)
Scritto da Federico Antognazza il 10/5/2010 alle 13:03
@ Federico Antognazza. Ci mancherebbe pure che due dello stesso PD si insultassero nello stesso talk show. Ma che dicano cose tanto diverse è indigeribile. Non c'entra niente la libertà d'opinione ma il fatto che bisogna essere partito e non un'armata di Brancaleone.
Scritto da Rosangela M. il 10/5/2010 alle 13:57
Bene Francesco G. Ha ragione. Non può mancare il gioco di squadra. Mandino Renzi, invece di D'Alema o chiunque altro, ma per lanciare lo stesso messaggio. E, prima, discutano finché vogliono.
Scritto da Laura il 10/5/2010 alle 14:00
Con la presenza di Renzi D'Alema si sente detronizzato, ma nello stesso tempo Renzi viene buttato nell'arena per essere mangiato e sputato così senza saper legere o scrivere grazie ai media che montano un nessuno solo uomo pacato nell'esprimersi, ma scatola vuota, un niente solo uno specchietto per le allodole, le iene sanno chi mandare al macello ora tocca a Renzi Sindaco e basta
Scritto da Arturo il 10/5/2010 alle 14:33
bisognerebbe fare come propone quagliarello..un esponente per partito ;)
Scritto da emanuele martini il 10/5/2010 alle 14:55
Il problema non è se è meglio Renzi o D'Alema ma cosa dice Renzi e cosa D'Alema. A parità meglio il più giovane, ma se Renzi non convince meglio uno più anziano qualunque età abbia. L'età è un falso problema come dimostrano Bossi e Berlusconi.
Scritto da Giacomina il 10/5/2010 alle 15:13
Non condivido 'sempre' quello che il giovane sindaco gigliato Renzi sostiene. Annoto però che ha vinto le primarie a Firenze contro tutti (o quasi) i baroni del pd. Ha vinto contro un sistema forte ed organizzato ( anche se meno di una volta) , ma tutto interno. Oggi la partita si gioca soprattutto fuori. Lì Renzi è stato premiato. Qualche domanda dovremo pur porcela. Non ho la sfera di cristallo, ma in Puglia il 'sistema D'Alema' avrebbe fatto vincere il centrosinistra? Direi proprio di no.
Scritto da paolo rossi il 10/5/2010 alle 16:43
Il caso Scajola e l'affitto in passato pagato, ad equo canone, da D'Alema sono situazioni diverse. Scorretto fare dei paragoni. Uno ha molto da chiarire sul suo appartamento con vista Colosseo, l'altro era nell' assoluta legalità. Detto questo sapere che in quella trasmissione si sarebbe discusso della vicenda riferita al primo (per via di un' assoluta attualità) e mandarci l'ex ministro degli esteri è stato proprio un errore da polli. Via mediatica è passato un pari e patta e mi è spiaciuto.
Scritto da paolo rossi il 10/5/2010 alle 16:59
Il commento del 40enne mi convince. Un dirigente non può diventare forte e autorevole solo contrapponendosi a qualche leader più anziano. Contano le idee e i progetti.
Scritto da Cittadina cattolica il 10/5/2010 alle 17:08
Due posizioni così diverse e contrastanti nella stessa occasione non giovano, anzi danno l'impressione della confusione. La libertà di critica è tutta un'altra cosa.
Scritto da Prospero Carlo il 10/5/2010 alle 17:53
@ paolo rossi. Per voi ex comunistelli la legalità è un altare sacro su cui sacrificare etica e dignità. D'Alema bene vi rappresenta: arrogante, protervo, sconfitto dalla Storia. Ma a equo canone!
Scritto da Filippo Valmaggia il 10/5/2010 alle 18:04
Caro Paolo, sul tuo primo commento, che riguarda il post di oggi, non ho una posizione diversa. Renzi nelle primarie (che io difendo nella commissione Statuto del partito) ha vinto contro gli ex DS e contro i popolari che volevano Lapo Pistelli. E' stato un balzo positivo nel futuro. Ciò che non apprezzo è l'esibizione di differenze, tanto cospicue, durante un duro confronto pubblico con gli avversari politici. Questo crea disorientamento visibile a chiunque.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/5/2010 alle 18:06
Bella la dichiarazionje di Marco Follini. Berlusconi è proprio illustrato bene. Lui è fatto così. Bisogna saperlo e prendere le contromisure. Non solo da parte del PD ma di tutti coloro che del premier sono stufi.
Scritto da PD Sesto S. Giovanni il 10/5/2010 alle 19:19
Il problema delle due posizioni nella trasmissione sta a monte, al fatto che nel partito ci sono due posizioni su Fini. Se non si trova sintesi politica all'interno del partito, è difficile trovarla nelle trasmissioni, anche in quelle della Rai. Forse ci poteva stare un po' più di tattica , ma non sarebbe servita a mascherare opinioni differenti. Pur condividendo le valutazioni di Paolo Rossi sulla Puglia, in questo caso, secondo me, D'Alema aveva ragione.
Scritto da MS il 10/5/2010 alle 19:53
@Filippo Valmaggia. Veramente io più che un ex comunistello sono un ex democristianino.
Scritto da paolo rossi@senato.it il 10/5/2010 alle 20:42
Condivido il tuo commento a chiusura. Ti dirò di più. Quando parlo di baroni del Pd (non solo in riva all'Arno) penso anche a bersaniani, dalemiani, popolari, lettiani, bindiani, veltroniani, e forse ne dimenticono tanti (che bel elenco per un partito nuovo!). Certo 'baronismo' è trasversale. C'è ovunque. Sempre trasversalmente, e quindi anche dentro queste realtà, spira un vento nuovo ( non solo prodotto da giovani). E' un vento forte che si agita fuori dal ns uscio di casa. Va acchiappato!
Scritto da paolo rossi il 10/5/2010 alle 21:08
La lotta primordiale è il dato caratteristico del premier. Qual'è il dato caratteristico del PD? Oso pensare pure io che non sia la diatriba interna. Però alcune vicende lo lasciano supporre.
Scritto da Rosa il 10/5/2010 alle 22:25
MS, secondo me, coglie il bersaglio. Se non si fa opera di sintesi è inevitabile che nelle trasmissioni emergano linee contrastanti. Il problema è a monte come si usa dire.
Scritto da Monti Carlo il 10/5/2010 alle 22:33
Caro Adamoli, ci tenga aggiornati sull'avanzamento dei lavori della Commissione per la revisione dello Statuto. Dalle notizie che circolano in rete pare siano emerse posizioni di forte retroguardia sulle primarie. Spero che posizioni moderate ma non conservatrici come la sua possano prevalere, confermando senza bizantinismi le primarie per la scelta delle cariche istituzionali monocratiche. Ne va del futuro della "ditta".
Scritto da mara il 11/5/2010 alle 09:03
paolo rossi scrive: “Veramente io più che un ex comunistello sono un ex democristianino.” Massimo D’Alema insieme a Paolo Rossi: lo zolfo nell’acquasantiera. Più che politici sembrate alchimisti. Ma come fate a coesistere? D’Alema è diventato un po’ democristiano o lei, Rossi, è diventato un po’ comunista? Siccome sono bravo, le faccio la domanda e le suggerisco la risposta. “Bisogna trovare ciò che ci unisce e non ciò che ci divide”. Mi esprimo come un politico, vero? La verità è, parlando come D’Alema a Sallusti, che lei, Rossi, deve guadagnarsi il pane. Magari in parlamento le passano anche qualche signorina. Non lo penso, naturalmente, ma le piacerebbe sentirsi dire tutto questo? Eppure dovrebbe: è ciò che il suo presidente (lo zolfo) ha detto a un giornalista, offendendo e cercando di zittire tutta la categoria dei giornalisti, alla quale anche lei, Rossi, appartiene. Non solo, il nostro ineffabile ex comunista ha offeso tutte le donne, relegandole al solo ruolo di merce di scambio. Infine, vorrei ricordare che anche D’Alema, come Sallusti, ha beneficiato del pane di Berlusconi editando ben quattro suoi libri presso i tipi di Mondadori. p.s. difendo Sallusti per attaccare D’Alema, non per simpatia verso i giornalisti (del Giornale). Sallusti mi ricorda Klaus Kinski, l’indimenticato attore maledetto caro a Werner Herzog
Scritto da Filippo Valmaggia il 11/5/2010 alle 09:39
Forse le sembrerà strano caro Filippo Valmaggia ma condivido quello che ha detto, anzi, scritto.
Scritto da paolo rossi il 11/5/2010 alle 14:53
In questi ultimi tempi lo sport di moda pare che sia "il tiro a D'Alema".Quando non si sa che dire basta dare la colpa a D'Alema anche se piove e si fa bella figura,Renzi non poteva essere da meno considerando se stesso una risorsa per la sinistra.,Io spero veramente che sia una risorsa - ce n'è sempre bisogno,e come -però per ora,non essendo cittadino di Firenze,non ho elementi per affermarlo.Politicamente lo conosco poco,i suoi atteggiamenti in TV non dicono molto se non che non sprizza affatto simpatia fin da subito.
Scritto da Baffino il 11/5/2010 alle 18:31
Che noia caro Valmaggia ancora questione democristiani e comunisti guardiamo sempre indietro e mai avanti...
Scritto da francesco il 13/5/2010 alle 14:33
@ francesco. Davanti c'è il baratro. Si accomodi.
Scritto da Filippo Valmaggia il 13/5/2010 alle 17:24
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