Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 4/6/2010 alle 08:50

Alcuni dei tantissimi commenti al post di ieri sull’inno nazionale hanno toccato, andando un poco fuori argomento, il tema (sentito) dell’Italia cattolica, della sua presenza, della sua laicità. Se esiste ancora, come si è evoluta negli ultimi tempi, come si rapporta alla politica. E’ un tema complesso, arduo e delicato per noi, post Democrazia Cristiana, che investe polemiche e controversie lontane e recenti, mai del tutto sopite. Prendo a prestito i concetti di un amico autorevole come Mino Martinazzoli (nella foto) che stimo molto, che ha pagato dei prezzi politici alti e che sa guardare lontano.
“Non ho il minimo dubbio che, dentro la dimensione politica, abbiano contato i cattolici che non sono stati in politica in nome dell’Italia cattolica, ma che ci sono stati in quanto cattolici in Italia. Ha contato l’idea che non si trattava di alzare mura e chiudere ponti levatoi, ma invece di accettare alla pari degli altri, laicamente, il confronto e lo scontro politico”.
Questo è anche il senso del mio pensiero e del mio sentimento. Questa è la radice del fatto che per moltissimi di noi l’unità politica dei cattolici non è mai stata un dogma. Si era realizzata storicamente per ragioni politiche (l’anticomunismo, il sistema occidentale di libertà e democrazia), non per ragioni religiose ed è venuta meno quando quelle ragioni storiche sono cessate. La traduzione concreta dei valori condivisi riguarda la sfera dell’autonomia politica e la responsabilità della coerenza personale che non è né facile né indolore. La laicità è cercare sempre, anche in chi ha idee lontane dalle tue, quel pizzico di verità che ciascuno porta con sé. La negazione di questo dialogo porta all’integralismo culturale e alla contrapposizione intollerante che non sono mai forieri di buoni risultati.

Commenti dei lettori: 32 commenti -
Caro Giuseppe faccio un commento al post forse un po’ sopra le righe e un po’ lungo, ma il tuo scritto è stimolante per una riflessione a cuore aperto. Io credo che la cultura politica dei cattolici sia stata fondamentale per l’unità di questo Paese. Lo è stata dopo la creazione del PPI nel 1919. Sturzo ha portato i cattolici nella modernità politica, li ha affrancati dal “gentilonismo” e ha dato loro dignità e la consapevolezza di poter far parte di un paese, di questo Paese, superando la “questione romana” come discrimine antistorico. Se non ci fosse stato il pensiero sturziano non ci sarebbe stato il protagonismo dei cattolici nella ricostruzione, una ricostruzione che è stata prima ideale e morale e poi materiale. Il concetto stesso di laicità non sarebbe potuto essere maturato se non ci fosse stata l’esperienza politica del PPI e della DC e l’esperienza dei cattolici in politica. E’ dal vissuto quotidiano, dalla necessità del confronto, a volte duro, ma anche dall’esigenza del compromesso che le ragioni della laicità hanno trovato la loro essenza e la pratica applicazione soprattutto nel secondo dopoguerra. Purtroppo, oggi, in politica così come anche in altri ambiti c’è un tasso di clericalismo che non rende onore a ciò che i cattolici hanno fatto e dato all’Italia. Un clericalismo addirittura più accentuato proprio nei cosiddetti “atei devoti” nuova categoria di “ascari senza fede” che usano la “fede” come clava per la lotta politica e culturale. C’è un decadimento, uno sperpero della nostra cultura che non ha eguali. E, sconsolatamente, devo dire che questo ha avuto origine primariamente non nella politica, ma dove, invece, per decenni si era attinto. Questa involuzione, questo decadimento ha avuto origine proprio nel mondo cattolico, nei suo processi formativi, nei suoi luoghi elaborativi e di pensiero. Nel nostro retroterra culturale e ideale. E, paradossalmente, questa crisi del mondo cattolico si è riversata anche sull’Italia e sulla sua classe dirigente, tutta, non solo quella politica.
Scritto da roberto molinari il 4/6/2010 alle 10:52
Chi è credente sia coerente con i valori della fede, sempre, dovunque, comunque, ammoniscono in tanti. Altri obiettano che la coerenza più importante, fondamentale, è l'onestà intellettuale, morale, che è valore oggettivo, indipendentemente dalla fede, o credi, o filosofie, o idee... E si è credibili sulla base di quella testimonianza di coerenza. Caro Adamoli, non finiremmo più di discutere mentre la realtà esige fatti concreti, di sano pragmatismo. E quindi... Siamo al dilemma di sempre.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 4/6/2010 alle 11:22
Il fatto che il voto dei cattolici non è (più) monopolio di nessun partito, almeno sembrerebbe... Fino a non molto tempo fa c'era contrapposizione ideologica assai marcata, da una parte e dall'altra (e molto tempo prima ai cattolici era persin vietato dalla chiesa di partecipare alla vita politica!). Amici (di fede cattolica) europei ci riferivano: "solo in Italia molti cattolici hanno problemi di questo genere".
Scritto da Rosella e Carlo il 4/6/2010 alle 11:35
Il mondo è cambiato e molti hanno perso credibilità agli occhi delle persone. Tra questi anche la Chiesa. Servono autonomia e responsabilità, per un confronto vero. Condivido completamente quanto scritto dal signor Molinari (che ringrazio), soprattutto per quanto riguarda le cause dell'involuzione. Il tema è importantissimo: senza obiettivi ambiziosi per la società, si gestisce l'esistente: male e senza un grande futuro. Dobbiamo ripartire dalle basi come popolo e comunità.
Scritto da FrancescoG. il 4/6/2010 alle 13:02
L'ntegralismo è di poche frange che però si fanno molto sentire. Il resto del mondo cattolico è evanescente in politica mentre nel sociale è molto efficace. Forse è da qui che bisogna ripartire.
Scritto da Lorenzo il 4/6/2010 alle 13:49
Il dibattito è interessante anche da parte di chi, come me, non ha mai avuto niente a che fare con il movimento, o i movimenti cattolici, in politica. Pensavo stupidamente che la DC fosse un partito poco laico finché non ho visto in azione gli "atei devoti". Dio ce ne scampi e liberi.
Scritto da Ambrogio il 4/6/2010 alle 13:55
Il suo post e l'analisi di Roberto Molinaro sono stimolanti. Da giovane dell'Azione Cattolica avevo partecipato un paio di anni fa ad un corso di formazione diocesano e in una lezione lei Adamoli e il rettore della Cattolica prof. Ornaghi con due relazioni avevate fatto un bel dibattito. Dopo c'è stato poco o niente. Queste iniziative sporadiche non bastano. Mi è stato segnalato il suo blog da una mia amica e spero di leggere ancora considerazioni su questo tema.
Scritto da Giorgio (Milano) il 4/6/2010 alle 14:17
Ho capito poco della "omelia" del primo commento. In politica le cose spesso non funzionano perchè i politici parlano così, a se stessi e a pochi altri.
Scritto da Davide il 4/6/2010 alle 15:06
Da vecchio DC leggere Martinazzoli mi consola. Noi eravamo nel giusto quando dicevamo né clericalismo né apatia sui valori.
Scritto da Elio il 4/6/2010 alle 15:31
Bisognerebbe ritornare ai corsi di formazione culturale, sociale e politica che non fa più nessuno, nemmeno la Diocesi se non a livello centralizzato. Di questi corsi sento parlare mio padre ma non ne vedo neanche l'ombra. Mi piace il concetto di laicità espresso nel post ma avrei bisogno di capire di più di discutere.
Scritto da Giovane senza partito il 4/6/2010 alle 16:46
Grazie di aver raccolto il mio invito (e di altre persone) a parlare di questo argomento. Spero che la discussione continui come fa su altri temi.
Scritto da Cittadina cattolica il 4/6/2010 alle 16:48
Sulla laicità c'è bisogno di spiegare e approfondire. A volte questo concetto pare in crisi non tanto per le forzature della Gerarchia Ecclesiastica ma per la disabitudine a maneggiare queste idee.
Scritto da Ghiringhelli il 4/6/2010 alle 17:01
Caro Giuseppe, sottoscrivo il concetto di laicità che hai esposto, ma la domanda che mi pongo io è questa: c'è spazio vero, reale per il cattolicesimo democratico nel PD? Mi puoi rispondere che altrove è anche peggio e posso concordare però il dubbio resta consistente.
Scritto da Un tuo amico fedele il 4/6/2010 alle 17:47
Davide un pò ha ragione ma solo un pò. Il commento di Molinari è lungo e ha dei riferimenti (gentilonismo per esempio) che sono per "iniziati". Però che le cose che dice sono fondate, rappresentano un'opinione non diversa da quella del post. A me questo dibattito piace molto. Il blog ha spazi ristretti per sua natura ma anche così leggere e scrivere è interessante.
Scritto da Ghiringhelli il 4/6/2010 alle 17:58
Ha parlato di "italia cattolica" come le avevo consigliato. Buon segno. Mi limito a questo.
Scritto da Militante PD Milano il 4/6/2010 alle 18:07
La domanda dell'amico fedele è del tutto sensata. Non ho pregiudizi verso il PD però ho qualche dubbio sul fatto che possa essere la casa dei cattolici democratici. Non sarebbe meglio tentare la strada della presenza autonoma in politica?
Scritto da Francesco L. il 4/6/2010 alle 19:26
A Martinazzoli perdono tutto anche di avere affondato la DC anzitempo perchè la sua buona fede era fuori discussione.
Scritto da Bottinelli C. il 4/6/2010 alle 21:05
La DC era sicuramente un partito laico. Basti pensare che con i suoi governi al potere sono state emanate le due leggi sul divorzio e sull'aborto che erano fruppo dei referendum popolari ma anche il prodotto di una tolleranza esemplare di chi governava. All'epoca ero di un altro parere ma questa è la realtà che in seguito avrei riconosciuto. Ci fosse adesso un tale senso dello stato. Da parte di un avversario tradizionale. Ciao Giuseppe.
Scritto da Giuseppe S. il 4/6/2010 alle 21:20
Martinazoli :" uno strano democristiano" ; no un vero democristiano in quanto si è reso conto che la sua storia non poteva finire nel Pd . Francesco ha ragione
Scritto da democristiano il 5/6/2010 alle 00:34
Da molto tempo non le scrivevo più. Voglio solo dirle che ho apprezzato il post con un concetto di lacicità che condivido. Sarebbe bello parlarne di più nelle parrocchie ma, a dire il vero, questo è un tema che richiama la necessità di una formazione culturale da attuarsi nei movimenti a latere delle parrocchie.
Scritto da Un prete anonimo il 5/6/2010 alle 10:03
Confesso che dopo il partito popolare ho votato spesso Lega Nord, ma questi discorsi risvegliano in me il desiderio di capire meglio il pensiero di chi si è gettato nel PD.
Scritto da Basso Luca il 5/6/2010 alle 10:13
Caro Giuseppe, da Cristiano faccio quello che posso anche in Politica ma non lo faccio perchè lentamente ho assorbito, all'oratorio ma soprattutto nella vecchia DC, dei valori che sento importanti. "la Persona al centro" innanzitutto. Ma non interroghiamoci più di tanto quando poi si vede la Chiesa Cattolica Italiana (volutamente non quella universale) perdere la testa dietro il potere e negare valori innegabili: ti ricordo il silenzio/sostegno della CEI alla 2^ guerra nel golfo (1di 2 - segue)
Scritto da mauro prestinoni il 5/6/2010 alle 10:21
tradendo lo stesso Pontefice che si scagliò contro, per non parlare dei tanti silenzi/appoggi a posizioni che rinnegano di fatto il Vangelo e che sono più legate a posizioni di potere (oneri di urbanizzazione, contributi alle scuole cattoliche ecc ecc ) che a una chiara indicazione morale. (Mons. Fisichella docet). Ahimè qualche colta mi torna in mente la battuta di un vecchio DC che diceva: mi sa che gli unici cattolici sono i democristiani! (2 di 2 fine)
Scritto da mauro prestinoni il 5/6/2010 alle 10:26
Bello il passaggio finale sulla laicità ma ti rendi conto che queste cose nel partito in cui militi hanno ben poca importanza? Assisto allibito a risse di pollaio. Le guardo da lontano perchè non siete più il mio punto di riferimento eppure basterebbe poco per tornare a conquistarmi deluso come sono anche da chi ho votato negli ultimi anni.
Scritto da Manfredi Luigi il 5/6/2010 alle 11:01
Capisco il richiamo della foresta però non lasciamoci prendere dalla nostalgia, il post è valido per oggi e domani e le considerazioni di Martinazzoli vanno proiettate nel futuro.
Scritto da Andrea il 5/6/2010 alle 11:22
Avete ragione. Come dice Martinazzoli non ha contato molto l'Italia cattolica ma i cattolici italiani nella nostra democrazia. Se non ci fossero stati sarebbe stato un disatro per noi e per l'Europa ma ora non c'è più senso in una presenza organizzata. Il pluralismo politico dei cattolici è un fatto storico acquisito e positivo.
Scritto da Vittorio M. il 5/6/2010 alle 12:37
Buon dibattito, spero che continui pur nella limitatezza del blog.
Scritto da Alessandro il 5/6/2010 alle 18:46
Mauro Prestinoni afferma delle cose giuste. Sono troppo giovane per aver avuto un'esperienza nella DC ma posso dire di aver imparato molto di laicità nel partito popolare di Milano.
Scritto da Beghi Carlo il 5/6/2010 alle 18:57
Il dettame "la persona al centro" conobbe la sua acme durante il sequestro Moro. "L'ipocrisia al centro", questo è il vero credo dei cattolici nella dimensione politica (e ovunque).
Scritto da Filippo Valmaggia il 5/6/2010 alle 22:20
Mi stuzzica leggerti per la tua esplicita dichiarazione d'amore per la Destra fascista e perfino nazista. Lasciati dire però che sei totalmente fuori starda. "La persona al centro" viene da ben prima del rapimento di Moro. Quanto all'ipocrisia. che ce ne sia sempre stata nel mondo cattolico è verissimo ma non confonderla con la moderazione che è un'altra cosa. E' un errore grave.
Scritto da G. Sala il 6/6/2010 alle 10:25
@ G. Sala. Il richiamo al mantra cattolico e alla sua acme era evidentemente sarcastico. Moro fu lasciato al suo (giusto) destino. Ricordo che in quei giorni vedevo spesso in tv le immagini di Andreotti, Zaccagnini e altri papaveri DC ginocchioni nelle chiese romane. Immagini orripilanti.
Scritto da Filippo Valmaggia il 6/6/2010 alle 11:21
Se il Vaticano fosse a Parigi o a Vienna, invece di essere a Roma, la politica degli italiani sarebbero un po' meno influenzata dalla religione? I Paesi musulmani sono più di uno... La vicinanza del clero è solo un pretesto dei non credenti in Italia per rivendicare un diritto di essere rappresentati in politica del quale in realtà molto usufruiscono lo stesso...
Scritto da Carlo Cattorini il 7/6/2010 alle 10:34
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