Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 2/7/2010 alle 09:33

Negli ultimi lunghi anni i segni della decadenza dei partiti, o se volete della loro trasformazione in organismi di gestione dell’esistente, sono stati tanti. Uno di questi è il fatto che si sia perso il gusto della discussione politica di fondo e del voto libero. Sono prevalse le finzioni elettorali, le cooptazioni, i “caminetti”, le decisioni di pochi contrabbandate senza pudore come scelte dal basso. Si è in sostanza esaltato l’unitarismo e l’unanimismo. Chiunque voglia bene al suo partito ne vuole l’unità, che però non viene affatto scalfita dalla contendibilità delle cariche, da candidati che si presentano con progetti distinti alla raccolta del consenso. Sono convintissimo, per esempio, che Pierluigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino con la loro competizione per la leadership abbiano rafforzato un PD che era stanco e in crisi. Su questa strada bisogna continuare senza però scimmiottare lo schema delle tre mozioni nazionali. Abbiamo di fronte a noi la scelta dei candidati sindaci in numerose città, in primis Milano e poi Varese, Busto, Gallarate, per restare solo in Lombardia. In provincia di Varese avremo anche il congresso provinciale e i “congressini” locali del PD. Le cosiddette “soluzioni unitarie” rappresentano una evenienza positiva solo nel caso di convergenze motivate e realmente condivise. Altrimenti sono una passetto verso il disamoramento delle persone più sensibili, creative e volenterose. Una deriva esiziale per un partito effettivamente democratico.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 17 commenti -
Caro Giuseppe mi fa piacere rivedere dopo qualche settimana i tuoi post. Dalle tue parole, questa volta, possono solo trarre l'auspicio di una tua volontà a partecipare attivamente alle scelte che faremo prossimamente e ad agire attivamente affinchè non ci siano accordi e soluzioni precostituite prive di qualsiasi valutazione politica condivisa, ma solo dettate dalla forza dei ....numeri.
Scritto da roberto molinari il 2/7/2010 alle 10:40
Bentornato.! Condivido quello che tu dici ma ti illudi che si realizzi. E' il caso di dire: così esperto così illuso.
Scritto da Valceresio il 2/7/2010 alle 11:43
Non mi dica che lei non partecipa ai caminetti perchè non ci credo. Se non altro perchè non sono tanto sciocchi da averla contro nelle scelte che contano, per esempio per la città di Varese.
Scritto da Giovane PD Varese il 2/7/2010 alle 11:47
OK ma quante volte tu stesso sei stato cooptato? Non c'è una sproporzione fra parole e fatti anche da parte tua?
Scritto da L. Antonini il 2/7/2010 alle 12:27
Tra 10 minuti parto per il week end. Trovo un momento per dirti che, almeno a Milano, l'intenzione del PD sembra quella che tu descrivi. Se son rose fioriranno...
Scritto da PD Sesto S. Giovanni il 2/7/2010 alle 12:30
I partiti sono diventati PURTROPPO gestori dell'esistente. La colpa però non è solo del voto libero che scarseggia sempre di più ma della mancanza di uno slancio ideale di cui si sente fin troppo l'asssenza.
Scritto da Piergiorgio S. il 2/7/2010 alle 12:40
Sono d'accordo sul voto libero ma poi come si concilia con l'esigenza di una conduzione coesa del partito? Non si corre il rischio di maggioranze e minoranze che si sparano addosso a detrimento della qualirà dell'azione politica?
Scritto da Giovanni Magri il 2/7/2010 alle 13:17
Il problema non è soltanto il voto libero ma il rapporto fra maggiorasnza e minoranza che si determina col voto libero. Non mi pare giusto che si prosegua sulla strada dei "bersaniani contro i franceschiniani". Fi quando non si chiarisce questo rapporto il PD non può esprimere a livello locale tutte le sue potenzialità e il rischio del "disamoramento" si fa incombente.
Scritto da F. G. il 2/7/2010 alle 14:03
Il fatto è che non c'è abitudine alla discussione politica. Non è cattiva volontà di Chip e Chop (Tosi e Marantelli per chi non lo sappia), o voglia di tenere il partito sotto controllo. Semplicemento non avvertono l'urgenza di trattare i problemi politici, Un pò di regole e di organizzazione e tutto finisce lì. Alle 10 e mezza, 11 al massimo, tutti a casa. I comitati provinciali della Margherita risolvevano poco ma in confronto erano dei congressi. Detto assolutamente senza malanimo.
Scritto da Un ex Margherita il 2/7/2010 alle 15:20
Totalmente d'accordo con Piergiorgio S. Idealità è un concetto, ideologia un altro ben diverso. Insieme con l'ideologia si è gettato via anche l'idealità.
Scritto da Lorenzo il 2/7/2010 alle 15:34
Se un appello ad una maggiore apertura del partito dovunque concordo e sottoscrivo. Stiamo attenti però a fare del PD un "votificio" senza precisare bene per chi e soprattutto per che cosa si vota. Tutto questo è un discorso che vale a maggiore ragione per tutti gli altri partiti.
Scritto da Fabio Magri il 2/7/2010 alle 18:04
La discussione è molto interessante, non polemica e costruttiva. Credo che bisogna portarla nel partito. Ne abbiamo bisogno anche noi a Como.
Scritto da Un iscritto Olgiate C. il 2/7/2010 alle 18:58
La preoccupazione che emerge dal post è che il rinnovo delle cariche sia puramente burocratico. Se l'nterpretazione giusta e questa è difficile dissentire. Mi auguro che anche Adamoli faccia la sua parte rinunciando alla tentazione di dare solo consigli. Abbiamo bisogno di una presenza forte di tutte le personalità del PD. A Varese il centrodestra non teme nessuno ma l'unico che li infastidirebbe è Giuseppe. L'ho sentito con le mie orecchie.
Scritto da Ghiringhelli il 2/7/2010 alle 20:39
Ha ragione Molinari nel primo commento al post. Adesso ti devi impegnare ad attuare quello che dici. C'è troppo rispetto nei tuoi confronti per vederlo esaurito nei discorsi. C'è bisogno del tuo impegno concreto.
Scritto da iscritto PD Varese il 2/7/2010 alle 22:05
Ben detto, Adamoli i partiti ridotti a gestione dell'esistente e aggiungo io ,sopratutto a CONSERVAZIONE dell'esistente, inteso come cariche di direzione e gestione del Partito,e sopratutto di cariche istituzionali di prestigio. Conservazione di cariche da garantirsi attraverso "l'unanimismo" deciso dai vertici, a scapito di un ricambio generazionale o di merito. E' a mio avviso un fatto involutivo della nostra democrazia interna la decisione della direzione Nazionale di cambiare le regole dello Statuto (oltretutto per le Federazioni che devono andare a Congresso, praticamente a corsa iniziata) , regole riguardanti l'elezione dei coordinamenti dei Circoli di base , da farsi senza preferenze ma sopratutto senza diritto di voto del popolo delle primarie, il cui apporto di presenze e di idee fu essenziale per la costituzione di molti Circoli in provincia la volta scorsa. Migliore la situazione per quanto riguarda l'elezione del Segretario Provinciale che questa volta sarà scelto direttamente dagli iscritti. Cosa che non è avvenuta la volta scorsa dove l'attuale Segretario fu l'espressione del Coordinamento provinciale. Coordinamento da noi votato su liste bloccate, cioè senza preferenze, e i cui candidati vennero scelti in base a imprescindibile giudizio dell'allora Commissione elettorale presieduta dal Segretario provinciale dell'epoca. Quindi il fatto che il voto fosse esteso oltre che agli iscritti a tutti gli elettori delle primarie (benchè io deplori la cassazione di queste ultime), non dava certezza di espressione di garanzia democratica. L'elezione diretta del nuovo Segretario Provinciale da parte degli iscritti oggi , ci offre l'opportunità di essere artefici e costruttori del progetto che desideriamo per il nostro Partito in provincia di Varese e in definitiva assieme all'elezione diretta del Segretario di Circolo, l'unica scelta migliorativa rispetto al regolamento precedente. Nella situazione attuale, i vari Candidati alla Segreteria provinciale ,(sempre come io mi auguro che ce ne sia più di uno ), avranno l'opportunità di scegliere all'interno dei vari Circoli, le persone che ritengono meritevole promuovere al Coordnamento provinciale ,inserendole nella propria lista. Una bella differenza rispetto allo scorso Coordinamento provinciale scelto in definitiva da una ridotta Commissione e dal Segretario uscente . Direi pertanto che sarebbe saggio cogliere all'interno delle regole imposteci le opportunità e gli spazi di democrazia e pluralismo, rifiutando un "unanimismo" solo di comodo e che non potrà mai assurgere alla dignità della vera "UNITA'". Cordiali saluti P.D. Speranza
Scritto da PD Speranza il 2/7/2010 alle 23:18
Vedo solo adesso questo post. Da agnostico, politicamente, mi fa sorridere. Però è meglio parlare di queste cose piuttosto che affidarsi soltanto alle doti taumaturghiche di un capo che ne dimostra in realtà sempre di meno.
Scritto da Rossini Giacomo il 3/7/2010 alle 18:26
Resto convinto che amministrare l'esistente non è sufficiente. Occorre una visione della società diversa dal berlusconismo.
Scritto da Andrea il 3/7/2010 alle 19:44
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