Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 5/7/2010 alle 11:31

Riprendo alcune domande e problemi sollevati nella discussione al post di venerdì “Il voto libero non è disunione”. Il fatto che si confrontino candidati diversi per la segreteria provinciale o per quelle cittadine non significa affatto che chi perde debba essere rinchiuso in una recinto minoritario. La gestione unitaria può benissimo attuarsi dopo la competizione elettorale se i progetti non sono alternativi ma solo distinti come avviene quasi sempre. E quand’anche la gestione del partito fosse a maggioranza e minoranza non vedo perché dovrebbe risolversi in un conflitto permanente che penalizzi chi non ha responsabilità di guida. Porto un esempio che mi ha riguardato personalmente tanti anni fa. Nel 1990 nella DC svolgevo da alcuni anni, insieme a circa un terzo del partito, un ruolo di minoranza dura e rigorosa. Ebbene alle elezioni regionali di quell’anno venni ricandidato per la regione senza nessunissimo problema, anzi fui fatto capolista con un voto unanime del comitato provinciale di Varese. Per carità, è solo un esempio ma significativo. Tornando ad oggi, un errore sarebbe quello di adottare meccanicamente, per i congressi locali, lo schema delle tre mozioni nazionali dell’anno scorso.
Quanto ai “caminetti” e alle cooptazioni la mia idea è netta. Che ci siano riunioni ristrette in cui si discute un orientamento mi pare giusto ed opportuno. L’importante è che non abbiano una finalità conclusiva ed esaustiva ma ci sia sempre una verifica la più ampia possibile. Quanto alle cooptazioni posso ben dire di essere sempre “passato” con il voto, qualche volta assai incerto. Perfino nel 2000 il mio rientro in regione avvenne con una votazione contrastata nel partito, con la segreteria provinciale che aveva già scelto un altro candidato e che fu sconfitta, come tutti i popolari di allora si ricordano molto bene. Per la verità una eccezione c’è stata: quando l’anno scorso sono stato nominato nell’assemblea nazionale del PD nella lista Bersani come capolista nel sud della provincia. Non vi erano le preferenze e questo era l’unica possibilità. Spero che questo metodo cambi rapidamente.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 15 commenti -
Discussione anche stavolta molto interessante che andrebbe portata nel partito. Sono tra quelli che non disperano.
Scritto da S. G. il 5/7/2010 alle 13:25
Mi ricordo bene il 2000 e la tua candidatura in regione. Hai avuto una bella forza. Da allora la situazione nel PPI e poi nella Margherita è tutta cambiata. E' in quell'occasione che hanno preso spazio persone come Molinari e Franco Fachini, se ricordo bene. Rossi l'hai rimesso in pista anche lui in quella occasione lì. O mi sbaglio?
Scritto da Un tuo amico fedele il 5/7/2010 alle 13:36
Dall'esterno potrebbero apparire parole equilibrate ma sono semplicemente inutili. Siete un partito di anime morte che però sono capaci di litigare. Quando ve ne renderete conto?
Scritto da Un bossiano doc il 5/7/2010 alle 13:48
Se non si ricomincia dalle tre mozioni nazionali di un anno fa da dove si prende il bandolo della matassa? Trovo giusto non cristallizzare le posizioni ma le correnti ormai ci sono e vanno rispettate.
Scritto da Cesare M. il 5/7/2010 alle 14:57
Io ho un'altra idea. Chi perde il congresso sta in minoranza e si prepara a vincere la volta dopo. Se non c'è questa chiarezza si creano troppi compromessi che danneggiano il PD.
Scritto da Elisabetta il 5/7/2010 alle 16:03
Per attuare ciò che dice il post è necessario aprire il PD anche agli elettori, altrimenti si rimane dentro la logica tutta interna delle maggioranze e delle minoranza. E' soltanto la forza della gente non iscritta che può cambiare le cose. E questo dappertutto a Varese ma pure a Pavia.
Scritto da Uno di Pavia il 5/7/2010 alle 16:12
Sono d'accordo con Cesare M. ed Elisabetta. La sua mi sembra una presa di distanza dalla corrente di Bersani. Sono gli altri che parlano continuamente di Lingotto e balle varie. Se fanno così DEVONO restare minoranza. Lei deve essere più chiaro. O dentro la maggioranza o fuori.
Scritto da Enne enne Varese il 5/7/2010 alle 17:03
@amico fedele. Delle questioni di PPI e Margherita, cioè dell'epoca di Matusalemme, onestamente ci interessa davvero poco. Attualmente, da iscritto al PD, le dico che Fachini si è visto solo a tenere un corso e poi è sparito.. Ha sostenuto Tosi alle regionali. Legato a Tosi e Marantelli ora è anche Molinari, che preferisce la linea centralista di un partito "controllato". Altra cosa sono invece Adamoli e Rossi che stanno continuando ad insistere per l'apertura e per le primarie VERE.
Scritto da un amico giovane il 5/7/2010 alle 19:23
Mi sembra un'impostazione impeccabile, bisogna vedere se ci sarà la volontà di attuarla. Da quello che vedo e sento non mi pare facile.
Scritto da Luca C. il 5/7/2010 alle 20:37
Mi bastano le ultime due righe: bisogna tornare alle preferenze anche per le cariche interne. OK.
Scritto da Francesca P. il 5/7/2010 alle 20:59
Gestione unitaria sempre oppure a maggioranza e minoranza? Il problema è serio anche qui a Brescia dove il congresso l'abbiamo già tenuto. Io dico che se matura una convergenza buona e solida l'unità gestionale è quella preferibile. Ne parliamo tra un quarto d'ora con degli amici di provenienza diversa.
Scritto da Giorgio (Desenzano) il 5/7/2010 alle 21:11
Caro enne enne, sai qual'è il mio desiderio? Riuscire a stare nel PD in un modo antitetico al tuo. Questo è il bello della politica.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/7/2010 alle 22:38
Giorgio di Desenzano fa una considerazione che condivido. Mi pare una modalità seria e corretta di intendere la vita di un partito democratico.
Scritto da Fabio Altieri il 5/7/2010 alle 22:57
@enne enne. Adamoli, da signore, le ha dato una risposta impeccabile. Il PD non ha una "maggioranza" anti Lingotto e una "minoranza" di legati all'idea originaria del PD. E meno male, altrimenti in tanti ce ne andremmo, perchè alle primarie post Lingotto hanno votato tutti, anche quelli che con supponenza lei ora ritiene maggioranza tale per cui chi non la pensa così debba andarsene. E' lei, semmai, fuori luogo e chi la pensa così.
Scritto da Luisa Oprandi il 6/7/2010 alle 00:20
Prima di beccarci come i polli di Renzo e decidere anzitempo quali saranno gli scenari della gestione postcongressuale, io direi di attivarci nell'immediato per garantire agli iscritti in provincia (VA) un VERO Congresso, con candidati e piattaforme credibili.Piazzare a Segretario provinciale qualcuno solo di comodo per gestire l'esistente e salvaguardare carriere ormai non basta più.O abbiamo la forza e l'orgoglio pur in un'aspra competizione di scegliere il MIGLIORE o rischiamo l'estinzione.
Scritto da Pasquino il 6/7/2010 alle 23:07
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