Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 21/8/2010 alle 14:00

Il fortissimo abuso di stupefacenti sta portando un pericoloso aumento delle patologie psichiche. La violenza assassina di Oleg Fedchenco su Emlou Arvesu, consumata una decina di giorni fa a Milano, ha gettato una luce ancora più sinistra su questo inquietante fenomeno. Tipicità odiosa: le vittime sono in grandissima prevalenza donne di ogni età e ogni razza..
Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di neuroscienze al Fatebenefratelli di Milano, ha calcolato nei giorni scorsi che il 65 per cento delle brutalità sono dovute all’alcool e alle droghe. E afferma: “è necessario un investimento nell’area dei disturbi mentali di cui soffre un quarto della popolazione” Si, ho riportato bene, “un quarto”.
Ne scaturisce un’esigenza impellente. Va potenziata la rete dei servizi territoriali di prevenzione e cura sul territorio, che nell’ultimo quindicennio in Lombardia è stata viceversa troppo trascurata. La riduzione della spesa sanitaria, determinata dalla finanziaria, costringerà a rivedere il progetto degli investimenti. Ma i servizi per la prevenzione, l’informazione, la cura extra ospedaliera nel campo psichico dovranno essere favoriti e rafforzati. E’ ormai un fatto di dignità umana e di civiltà.

Categoria: Lombardia, Sanità
Commenti dei lettori: 30 commenti -
Portare l'attenzione e postare questi argomenti è un modo concreto e reale di "fare politica": attuale, coinvolgente, di grande responsabilità e sensibilità sociale, e quindi - appunto - politica. E' stare in mezzo alla gente: preferiamo "ragionare" sulla realtà sociale che oggi è sempre in veloce evoluzione con i problemi nuovi e sconvolgenti, che non su tutti quei litigiosi battibecchi fra persone e correnti di partito che si vuol far passare come politica. Siamo noi forse idealisti?
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 21/8/2010 alle 15:06
Il modello di sanità lombardo, tanto decantato, dovrebbe essere rivisto a fondo. Troppi soldi gettati nella sanità privata e troppi poliambulatori sul territorio chiusi. I servizi psichiatrici sono insufficienti e funzionano male.
Scritto da Ghiringhelli il 21/8/2010 alle 15:24
Mencacci ha calcolato bene. Sospetto che la situazione sia ancora più grave, almeno qui a Milano, da quanto mi dice una mia cugina psichiatra. La regione deve prenderne atto e agire di conseguenza.
Scritto da Il pirata il 21/8/2010 alle 16:01
Sono anch’io del parere che alcol e droga determinano un eccesso di aggressività. Sono però anche del parere che il clima violento che si respira possa enfatizzare il problema. Assistere non a dibattiti, ma a alterchi sempre più violenti e dai toni soprafattorii non aiuta certo ad educare al controllo dell’aggressività che è una componente della personalità presente in ciascuno di noi e che occorre imparare a tenere a freno. Recentemente sono stato apostrofato con un lusinghiero “nonno stai a casa a dormire” solo perché mi ero fermato per lasciare attraversare dei pedoni sulle strisce. Un’ultima considerazione a proposito della violenza sulle donne che continua a far notizia in modo impressionante; mi capita troppo spesso di ascoltare discorsi che mi convincono del fatto che sì, molti uomini odiano le donne.
Scritto da Angelo Eberli il 21/8/2010 alle 16:11
Ma coloro che fanno questi odiati fatti di violenza Lei dice che è colpa di alcol e droga, ma le stesse non è una scoperta di adesso,ora c'è solo più grande eco, ma avveniva anche uno, due e dieci anni fa, ed allora chi ha alzato la voce prima? nessuno...sig Adamoli e urlare adesso al lupo al lupo è tardi se non si mette una giustizia con la Gmaiuscola e niente interprettazioni quello è il reato quello paghi e fino all'ultimo giorno. Incominci Lei ha fare le proposte, il Pd sarà d'accordo?
Scritto da Armando il 21/8/2010 alle 16:13
Il prof. Giorgio Grasso, dell’Università dell’Insubria e il prof. Francesco Longo ( Direttore del Centro di Ricerche sulla Gestione dell'assistenza Sanitaria Sociale presso l’Universitrà Bocconi ) nell’incontro tenuto a Varese presso il collegio De Filippi nell’ambito della campagna elettorale regionale il 25 marzo scorso , hanno tracciato un quadro preciso dello stato della sanità in Lombardia ,sottolineandone meriti e criticità, in relazione alle attese federaliste, in rapporto alle altre regioni, in rapporto alle aspettative dei cittadini. Mi limito, per stare al tema, a citare testualmente il prof Longo: “Buoni se non ottimi gli ospedali, liste di attesa contenuta, per quanto riguarda la specialistica ,ma… servizi territoriali poco sviluppati. La salute mentale, le dipendenze, l’assistenza domiciliare sono fragili. Un modello che sul territorio è fragile e che tende ad istituzionalizzare. In cambio, ci sono 55.000 letti in casa di riposo, il doppio rispetto agli emiliani, che hanno investito sui servizi territoriali. In questo modello c’è un problema rispetto al quale gli enti locali lombardi hanno grande colpa: questo modello è centralizzato, con un feroce controllo da parte della regione. Questa regione che fa la federalista a Roma è la più grande centralizzatrice a casa propria, avendo tagliato fuori gli enti locali. L’ assenza degli enti locali in sanità spiega la debolezza del sistema territoriale. La sconfitta più grossa che ha blindato l’esclusione del controllo degli enti locali è la geografia istituzionale: ad esempio una ASL provinciale che raccoglie 100 comuni, impedisce loro di esercitare qualsiasi funzione di indirizzo o controllo “. Quella serata con le relazioni dei due prof. citati e il dibattito che ne seguì, si rivelò per me una miniera di idee e di proposte programmatiche che ho anche segnalato al segretario provinciale ed a cui mi piacerebbe attingessero a piene mani i candidati alla prossima segreteria provinciale e agli amministratori locali del PD . Mi fa molto piacere, Giuseppe, che lei abbia affrontato così autorevolmente il tema.
Scritto da Giovanniderosa il 21/8/2010 alle 16:54
Terribile il fatto di cronaca citato nel post. Non è un caso che “Uomini che odiano le donne” (trilogia di Stieg Larsson) sia rimasto, per mesi, al primo posto dei libri più venduti e tradotti nel mondo. Però, spesso, la donna, prima di essere vittima dell’uomo, è vittima di se stessa e della società odierna. Infatti, è altrettanto terribile la vicenda di quella madre – credo brianzola o giù di lì – che qualche anno fa ha dimenticato la figlia di un anno nell’auto con i vetri chiusi per entrare
Scritto da Mafalda il 21/8/2010 alle 17:22
a scuola a fare lezione, salvo accorgersene a mattinata inoltrata, quando ormai era troppo tardi. La grande pena provata per quella donna (e per il marito e gli altri due figli) ha aperto in me più di una riflessione. Innanzitutto sui mille ruoli che una donna ogni giorno è costretta a ricoprire nell’ambito di ritmi sempre più frenetici. Le politiche temporali (conciliazione dei tempi di vita e di lavoro) sono inserite nelle agende dei governi nazionale e regionale ma la strada, tra un "Family
Scritto da Mafalda il 21/8/2010 alle 17:23
Day” e l’altro, è ancora lunga da percorrere. Si pensi, infine, agli effetti derivanti da fatti critici (perdita del lavoro, separazione, problemi familiari, economici, ecc.) sulla dimensione relazionale di una persona. Che dire? E’ un’epoca di diffuse “fragilità” derivanti dal benessere (che ingenera un paradossale malessere).
Scritto da Mafalda il 21/8/2010 alle 17:24
Il consumo di droghe è assolutamente abnorme. Occorre una rete di servizi sanitari ma prima ancora di prevenzione che va fatta anche nelle scuole. La regione dovrebbe coordinare tutti questi sforzi che finora sono sotto la soglia minima
Scritto da Albini Luca il 21/8/2010 alle 18:26
Tutto OK il post purché non si venga a dirci che è così solo in Lombardia e che nelle altre regioni dove governa il PD la situazione è migliore. Sarebbe un insulto alla nostra intelligenza.
Scritto da Luigino A. il 21/8/2010 alle 18:29
E' il problema sociale più grave che abbiamo. Il guaio è che ci stiamo abituando. Invece bigna reagire: istituzione, società, scuola, famiglie, medici di base. Credo che questi ultimi possano fare molto di più di quello che fanno oggi. E' tempo di una ribellione culturale.
Scritto da Galli Antonio il 21/8/2010 alle 19:04
E' urgente intervenire in questo campo. Abbiamo una emergenza forte. Non so se è compito della regione o dello stato. Ma l'azione preventiva e curativa deve essere più efficace.
Scritto da Fabio R. il 21/8/2010 alle 22:52
Prevenzione in particolare verso i giovani e cura vanno certamente incentivate ma la causa va ricercata anche nei modelli di vita. E non sempre la causa è nella famiglia, molto dipende anche da condizioni di lavoro troppo stressanti e da gravi problemi economici, tra i primi la perdita del lavoro. Altra causa di infelicità per i giovani è di non avere un futuro,di non potere costruirsi una famiglia o l’impossibilità di avere una casa propria se non a costo di enormi sacrifici che minano la stabilità dei matrimoni. Agli alcolisti e tossicodipendenti va aggiunta una buona fetta di donne che abusano di psicofarmaci per poter tirare avanti. Viviamo in una società violenta e sguaiata, assistiamo inerti in tv a spettacoli diseducativi, il buon esempio,almeno nelle classi elevate non lo dà più nessuno e anche la Chiesa che predica bene spesso razzola male.
Scritto da Maria Rossa il 22/8/2010 alle 00:20
Grazie per la Tua sensibilità,parlare di queste cose è importante, poi però bisogna avere la capacità di mandare in Regione o in Parlamento persone in grado di recepire e risolvere.
Scritto da Maria Rossa il 22/8/2010 alle 00:31
Il profilo di Livia Turco è identico a quello della Strega Bacheca e come la Strega, l’allora ministro della Salute Pubblica, dispensava veleni. Ella propose di innalzare il quantitativo massimo di cannabis detenibile senza incorrere nella presunzione di spaccio e in provvedimenti punitivi che prevedevano anche l'arresto. Da 500 milligrammi di cannabis, pari a 15-20 spinelli, la Strega Livia propose l’ elevazione del limite fino a 40 spinelli. In quei tempi, invero non lontani, ella, la Strega, risiedeva sotto una (DS)Quercia. Ora è nel PD ma non fidatevi di questi esseri, cercano di mimetizzarsi ma sono sempre loro! Invece del processo breve, un governo serio (non questo) dovrebbe proporre carcere lungo, lunghissimo a chi spaccia anche solo una dose e campo di lavoro, bastonature e docce gelate a chi inspiri anche solo una boccata di fumo. Una volta tacitata Amnesty International e le altre organizzazioni che agitano presunti diritti umani avremmo un po’ più di sicurezza sulle nostre strade e nelle nostre città e un po’ più di salute nelle nostre menti, già offuscate dalla televisione e dai nostri rappresentanti politici.
Scritto da Filippo Valmaggia il 22/8/2010 alle 09:13
Cari Legnanesi e Bustocchi, essere idealisti è una virtù. Al massimo si corre il rischio di qualche disillusione in più. Nel merito concordo. Devo dire però che questo blog non è mai stato una palestra per "battibecchi litigiosi fra persone e correnti che si vuol far passare come politica".
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/8/2010 alle 10:04
Ovvio che no, caro Adamoli: i battibecchi sono quelli che si sentono, si leggono, si vedono dalle cronache dei partiti, non certo sul tuo blog. Stare in mezzo alla gente, come fai tu con il tuo blog, questo sì. Ci siamo spiegati forse male. E' esattamente come ben hai voluto precisare. Come volevasi dimostrare. Cordialità e serenità a te e a ogni "collega" commentatore.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi (2) il 22/8/2010 alle 10:37
Sono assolutamente contrario alla furia repressiva di Filippo Valmaggia ma sulla permissività di Livia Turco sono abbastanza in linea. A Milano nelle scuole il consumo delle doghe cosiddette leggere è un disastro (annunciato).
Scritto da Gino Guidi il 22/8/2010 alle 12:18
Vedo che io e Maria Rossa siamo in sintonia.. Il problema non è la sanità lombarda o italiana, bensì le condizioni di vita di tutti noi. Oltre alla classe industriale italiana, vi sono “settori” della Chiesa che giudicano il lavoro quale un valore. Sbagliato! Il lavoro è un diritto, è un dono del buon Dio, è un mezzo di sostentamento e (a volte) realizzazione di sé. Non un valore. Sbaglio o è tornato Valmaggia? I suoi commenti, spesso aspri e non condivisibili, non sono mai vuoti ed ipocriti.
Scritto da Mafalda il 22/8/2010 alle 12:31
Il tuo ultimo commento esige una precisazione perchè mi sento, seppur indirettamente, chiamato in causa. Il blog è il blog con pregi e limiti, ognuno poi lo gestisce come crede (anche se spesso viaggia per conto suo). Preciso che non ho mai pensato (tanto meno detto) che sul blog sia politica quella che politica non può essere e non è. Mettiamola così: si può andare al rotary o al circolo. L' importante è stare con la gente. Questo non significa però che tutto quello detto al circolo sia fuffa.
Scritto da paolo rossi il 22/8/2010 alle 17:14
Ben trattato l'argomento. A Luigino possiamo dire se vuole che la situazione è drammatica non solo in Lombardia ma anche altrove. Ma quando l'abbiamo detto che risolviamo ? Ci accontentiamo del solito " mal comune mezzo gaudio " ?
Scritto da AMBROGIO il 22/8/2010 alle 19:03
Caro Adamoli, perchè non inviti Filippo Valmaggia a moderare i toni? Mi sembra davvero eccessivo.
Scritto da Montalbetti il 22/8/2010 alle 19:25
@paolo rossi. Caro Senatore, "l'importante è stare con la gente" ed è quanto ben si evince dai blog di politici che vogliono stare in mezzo alla gente, che c' è, e tantissima! La prova è che attorno e a casa vostra passano persone anche di altra idea che trovano interesse, pure piacevole, che arricchisce, coinvolge, invita, crea positive occasioni di sana, costruttiva dialettica, personale e relazionale. Per noi questo è "fare" politica. Che resta nelle persone e nel tempo.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi (3) il 22/8/2010 alle 20:08
Caro Paolo, mi sono limitato a rispondere al primo commento di Legnanesi e Bustocchi che lamentavano litigiosi battibecchi tra persone e correnti. Tra la gente e nei circoli ci stiamo tutti. Se devo gudicare dai risultati elettorali ci stavo benone.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/8/2010 alle 20:47
Caro Montalbetti, Filippo Valmaggia si firma con nome e cognome autentici. Per me questo basta. E' sua la responsabilità di ciò che dice, che io raramente condivido. Usa iperboli e paradossi ma spesso è arguto e originale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/8/2010 alle 21:10
I servizi psichiatrici sono conciati sul territorio, però anche gli ospedali non scherzano. Lei aveva dedicato 3 o 4 scritti a questo problema degli ospedali e noi, un gruppo di famiglie con malati in casa, ci eravamo incontrati con lei. La situazione a Varese è solo leggermente migliorata. La prego di continuare l'impegno.
Scritto da Una madre il 23/8/2010 alle 08:51
Credo anch'io che i medici di base possano fare molto di più se inseriti bene in una rete di servizi locali. Oggi sono trascurati e non preparati alla bisogna. Invece di tante parole sull'eccellenza degli ospedali, la regione dovrebbe impegnarsi in questo compito.
Scritto da Gloria S. il 23/8/2010 alle 12:34
Caro Adamoli, ci vuoi "passare" questo "dulcis in fundo"? Filippo Valmaggia, una piacevole, interessante presenza che dà sempre quel tocco di "sale e pepe" che non guasta mai, soprattutto quando certi commenti, pardòn, certe pietanze, sembrano insipide... D'accordo, il gusto di ognuno è un fatto personale e soggettivo, tuttavia i colori forti ed intensi sovente sono anche espressione di una certa nota artistica, d'autore. Comunque.
Scritto da L. & B. il 23/8/2010 alle 12:35
Ringrazio tutti per questa discussione. I commenti contengono annotazioni di indubbio interesse. Voi sapete che la mia scelta è quella di non intervenire troppo nel dibattito anche se qualche volta sono tentato di farlo. Mi riprometto di raccogliere alcuni spunti che il dibattito ha fornito per i post delle prossime settimane.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/8/2010 alle 14:56
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