Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 27/8/2010 alle 16:00

Continua, anzi si intensifica, la polemica sulla moschea a New York nei pressi di Ground Zero. C’era da aspettarselo, sia per il valore simbolico, sia perché la scelta di Barak Obama potrebbe danneggiare i Democratici nelle elezioni di medio termine dei prossimi mesi. Eppure l’iniziativa della moschea era stata presa da cittadini americani di religione musulmana che avevano comprato un pezzo di fabbricato. Il presidente Obama e, prima di lui, il sindaco repubblicano di New York, Bloomberg, l’hanno avallata per fedeltà alla Costituzione. Difficile dire che sbagliano quando difendono la scelta nel nome della libertà religiosa negli Stati Uniti.
Però un problema esiste. Ground Zero è diventato un luogo di culto e di pellegrinaggio per (quasi) tutte le persone di (quasi) tutte le religioni. Abbiamo saputo di una proposta di fare dell’ex World Trade Center “un’area dedicata all’interconfessionalità, con tanto di moschea, sinagoga,  chiese cristiane e annesse biblioteche e relativi istituti di cultura per le molteplici religioni e civiltà”. Ecco, istintivamente, mi viene da pensare che questo sarebbe, forse, il modo migliore per rendere omaggio alle migliaia di cittadini, di tutte le confessioni, morti l’11 settembre 2001. Quello che decidono a New York non riguarda la politica interna americana ma il mondo intero. E’ un messaggio per l’Italia e l’Europa.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 18 commenti -
Obama ha preso l'unica posizione possibile. Però dovrà scontare un calo di consenso. Il dialogo interreligioso è sempre più difficile. Spero che mantenga la barra diritta.
Scritto da Bortoluzzi il 27/8/2010 alle 18:32
Da moderato quale sono questa volta condivido la mossa di Obama. Ho letto un'intervista del sindaco di New York ieri e mi ha convinto completamente. Il presidente democratico e lui repubblicano: questa è civiltà politica. Quando in Italia?
Scritto da Bianchi Giò il 27/8/2010 alle 18:56
Moschea si o no , la convivenza delle religioni in America è molto più avanzata che in Europa e soprattutto in Italia. Non solo perche c'è la chiesa cattolica ma anche perchè la politica mette i bastoni fra le ruote.
Scritto da Domenico C. il 27/8/2010 alle 19:22
Quanto succede a Groundi zero, con l'avallo esplicito di Obama, appartiene ad un modo di concepire la politica che è anche nostro, del PD. La politica che non vive di sondaggi delle opinioni prevalenti da cavalcare a prescidere e strumentalizzare al fine di conquistrare ed ESERCITARE IL POTERE, ma che vive di VALORI tradotti in programmi che non soddisfano solo la crescita economica, ma anche lo sviluppo delle relazioni tra popoli o soggetti sociali diversi per cultura, religione, condizione,
Scritto da Giovanniderosa il 27/8/2010 alle 21:56
Ottime le osservazioni di Giovanniderosa. Se Obama avesse dato retta ai sondaggi avrebbe fatto il contrario. Ma gli statisti so comportano come Obama non come i nostri governanti.
Scritto da Giovanna G. il 27/8/2010 alle 22:02
Anche Bill Clinton avrebbe probabilmente preso la stessa decisione. Un presidente democratico non può che comportarsi così qualunque prezzo elettorale debba pagare.
Scritto da Giorgio Fiore il 27/8/2010 alle 22:59
L'America è lontana. Noi siamo alle prese con il problema delle piccole moschee e con una integrazione difficile. La chiesa cattolica sta aiutando molto su questo piano ma la società non segue, è refrattaria, crede di più alla propaganda leghista. E' necessaria una profonda azione di educazione civica, civile religiosa.
Scritto da Cittadina cattolica il 28/8/2010 alle 09:15
Chi va a New York non può fare a meno di visitare Ground Zero. E' ormai un luogo di culto. Farlo divernatare il simbolo del dialogo interreligioso sarebbe una buonissima idea.
Scritto da Francesco C. il 28/8/2010 alle 09:55
Si può essere con o contro Obama ma una discussione come quella americana da non è inimmaginabile. Forse è perchè gli USA sono un melting pot sociale, religioso, razziale o forse, nell'immediato, perchè hanno un presidente afro americano. Sia per questo o per altre ragioni invidio la libertà americana.
Scritto da Manfredi L. il 28/8/2010 alle 14:17
Magari fosse davvero come dice Giiovanniderosa. Se il nostro PD fosse così come lui lo presenta non saremmo stati all'opposizione per tanti anni dal 1994 in poi. Però, si dice che la speranza non debba cadere mai...
Scritto da Alessandro S. il 28/8/2010 alle 15:55
Caro Adamoli, Lei crede che a Sesto Calende e dintorni sappiano chi sia Obama? O che dice la costituzione dei padri fondatori circa la liberta' di culto e religione? Nemmeno conoscono la nostra Costituzione su cui hanno giurato, immaginiamoci quella americana. A sta gente interessano i sondaggi e magari si dicono cristiani mantenendo le discriminazioni nei confronti dell'Altro ,fieri del loro razzismo.
Scritto da giandomenico del torchio il 28/8/2010 alle 23:01
Obama ha detto un giorno che è preferibile governare per soli quattro anni e cercare di cambiare gli Usa piuttosto che restare in carica per otto e non combinare nulla o quasi. Il dialogo costruttivo con Bloomberg va in questa direzione. Se seguisse i sondaggi si muoverebbe diversamente ovvero rinuncerebbe a fare politica per galleggiare al potere ostaggio delle lobby che non mancano neppure in campo democratico.
Scritto da cesare chiericati il 29/8/2010 alle 10:34
Obama è apprezzabile per il cinquanta per cento: le sue promesse. Opposizione a Wall Street. Piano fiscale che tassasse fortemente i ricchi. Rifiuto del Trattato del Libero Commercio dell'America del Nord, perché colpiva la classe media. Risoluti attacchi al suo antagonista John McCain per l’appoggio a un progetto economico che stava dalla parte dei ricchi banchieri e contro i lavoratori americani. Ecco, finalmente un uomo del popolo per il popolo. Poi è stato eletto e ha prevalso l’altro cinquanta per cento. Erogazione di un finanziamento di 306 miliardi di dollari a Citigroup. Soppressione di qualunque rinegoziazione degli accordi sul commercio. Nomine di collaboratori quali Geithner e Rubin, diretta emanazione del potere finanziario. Richieste di aumento delle spese militari (sei per cento in più rispetto a quel rivoltante personaggio che risponde al nome di Bush). Aumento del contingente militare in Afganistan. Annacquamento della riforma sanitaria che andrà in vigore quando questo blog sarà archeologia telematica. Obama è un mezzo sangue e mi piace solo a metà.
Scritto da Filippo Valmaggia il 29/8/2010 alle 13:06
Quanta ipocrisia Nei vs. Commenti......tipico dei democratici.......scommetto che se costruissero una moschea a due passi da casa vostra il 90 per cento di voi storcerebbe il naso.....e poi scusate Obama chi? Quello che e' 2 anni che ce la mena con il ritiro dall'Iraq per poi mandare la i mercenari a pagamento delle aziende private?..
Scritto da Ale il 29/8/2010 alle 15:10
@ Giandomenico Del Torchio - Può essere che tu abbia ragione su Sesto Calende e dintorni. L'ultimo commento di Ale lo lascia chiaramente supporre. Ma se uno ci crede, su certi principi è meglio insistere. Poi il popolo sovrano, come sempre, deciderà.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/8/2010 alle 18:18
@ Filippo Valmaggia - Per quanto possa sembrarti strano, o semplicemente curioso, sono già soddisfatto che tu ritenga apprezzabile il 50% di Obama. Tu potresti replicarmi che però è la parte che non riesce e non riuscirà a realizzare. Sono lo stesso lievemente compiaciuto (se non ti offende).
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/8/2010 alle 18:24
@ Giuseppe Adamoli. Obama è socialista come me, non può non piacermi. Ma per metà è negro, non può piacermi tutto intero. ;-) Ciao, Giuseppe.
Scritto da Filippo Valmaggia il 29/8/2010 alle 18:54
Obama è nulla di fronte alla statura politicoreligiosculturale di Gheddafi. Egli è il Verbo dell'Islam e per 64 €, IVA esclusa, il fior fiore della nostra gioventù femminile, trascinato dalla conoscenza profonda e dall'eloquio suadente dell'Imam della Sirte, si è reso disponibile a una conversione epocale. Molte ragazze sono entrate nell’accademia culturale libica hostess e sono uscite velate e purificate (immagino che ad attenderle ci fossero i figli di Gheddafi per completare l’opera di purificazione). Ma è nello scibile letterario che l’amico di Berlusconi dà il meglio. Egli ha regalato al mondo la scoperta che Shakespeare era arabo e che il suo vero nome è Sceicco Espero. E io che speravo si chiamasse Guglielmo Scuotilalancia per poterlo annoverare fra i grandi italiani! Ora, per causa (o per merito) del Maestro della Cirenaica devo incassare un’altra delusione, ancora più cocente. Anche Dante era arabo: si chiamava Alì Ghieri. Grazie, Gheddafi, delle sue lezioni e soprattutto grazie, Silvio perché ci porti il Vate del Deserto. La tentazione di aggiungere una erre al Vate era grande ma tanto chi vuole intendere in … tenda.
Scritto da Filippo Valmaggia il 30/8/2010 alle 11:40
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