Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 7/9/2010 alle 17:35

Sul blog mi è capitato di ospitare critiche pesanti ad Enrico Letta. Sono provocazioni anche nei miei confronti per il buon rapporto e la stima che ho per lui. Ecco, vorrei parlare oggi di un problema reale, l’intreccio fra pensiero, rapporti personali sentimenti, realpolitik.
Per spiegarmi  mi limito a citare un episodio. Alla fine del 1992, nel momento più cupo della mia vita, Pierluigi Castagnetti venne a casa mia a portarmi la solidarietà sua e del partito, cosa rarissima a quel tempo.  Era un amico vero, oltre che un leader del partito popolare. Nel congresso di qualche anno dopo Castagnetti era candidato segretario e io votai, seguendo solo il mio istinto politico, per il suo antagonista Franco Marini, con cui non avevo nessuna confidenza. Quando ci penso provo ancora quasi un senso di colpa anche se Castagnetti si è poi sempre comportato con me da autentico signore dandomi una lezione di stile.
Con Letta è un altro discorso. Non sono un amico così personale, ma vi è una condivisione ideale e culturale di fondo. Il suo libro “Costruire una cattedrale” del 2009 l’avevo condiviso totalmente. Quando, alla vigilia delle primarie “veltroniane”, Letta era indeciso se candidarsi o no, sono stato fra i primi a dirgli: “Candidati. Tu sei percepito come un tecnocrate di governo, hai bisogno di un lavacro popolare, devi diventare una risorsa  anche per il vertice del PD”. Tocca a lui, ora che è vice segretario, trovare la giusta misura fra lealtà a Bersani e fedeltà alle proprie idee. Lo sottolineo convinto che le loro idee non sono proprio uguali.
A questo punto racconto per onestà un altro fatto. Nel luglio dell’anno scorso non avevo ancora deciso se votare Bersani o astenermi. Letta, a Varese per tenere una riunione,  venne da me nello studio di viale Milano a Varese e parlammo per un’oretta. Senza quel colloquio avrei votato Bersani?  Francamente non lo so. Certo, un mese prima Franceschini aveva voluto parlarmi a Roma, a tu per tu, e l’esito era stato differente.
La morale di questa piccola storia quale è?  Il consenso politico non è pura razionalità. I rapporti e la stima personale qualcosa contano. E’ giusto? Credo di si. Quell’appoggio a Marini e non a Castagnetti, frutto di un presuntuoso ragionamento personale, è un tarlo che mi ronza ancora per la testa.

Commenti dei lettori: 21 commenti -
Seguire i dettami dell'istinto, spesso irrazionali, naturali, spontanei, immediati oppure dare spazio al ragionamento, alla razionalità, ai se e ai ma tipici della maturità intellettuale? Quante volte ci lamentiamo: ah, se avessi dato ascolto all'istinto! Ma anche: avrei dovuto essere più riflessivo, freddo, calmo, razionale... E siam sempre lì: beati coloro che hanno il dono della preveggenza. Ma esistono? Per cui, se possibile, cerchiamo di fare necessità virtù e... non pensiamoci più!
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 7/9/2010 alle 18:41
Da giovane la ringrazio per l'esperienza che ci trasmette nel suo blog. Se mi posso permettere una cosa: non si disinteressi del congresso provinciale. Mi pare che ci sia una gran confusione.
Scritto da Giovane iscritto il 7/9/2010 alle 19:27
ho avuto modo di conoscere Letta lo scorso Luglio a Desenzano del Garda al Corso di Formazione politica del PD Lombardo, molto interessante la sua visione economica ed europea direi molto avanti rispetto agli altri sul blog di Prina c'è il discorso integrale che ha tenuto quel giorno. Grazie come sempre per i suoi stimoli http://francescoprina.blogspot.com/2010/09/oltre-la-crisi-leuropa.html
Scritto da Paolo il 7/9/2010 alle 20:04
Sig Adamoli vogliono come sempre mettere il cappello, penso che una buona riflessione su questi fatti sia un pò il senso del pensare, ma l'istinto è un buon amico se viene usato con criterio ma sopratutto è salvaguardia del propria volontà e pensare.
Scritto da Armando il 7/9/2010 alle 20:24
Un post apparentemente politico che pone al centro un dilemma umano. Insomma seguire il cuore o la mente? Difficile rispondere ma interessante la riflessione. Io non so come e cosa farei.
Scritto da Adams il 7/9/2010 alle 20:29
Grazie, caro Adamoli, per questo post così intimistico. Apparentemente narra di politica ma dice molto, ma molto di più. Grazie. Quando scrive “Il consenso politico non è pura razionalità” mi rincuora in quanto riesco così a sdoganare la sensazione di ’“epidermica distanza” che provo quando vedo e sento parlare Letta. Mi pare aspiri ad essere leader senza, però, averne le caratteristiche carismatiche. Non lo trovo politicamente coraggioso, è privo di qualità comunicative e credo rappresenti
Scritto da Mafalda il 7/9/2010 alle 20:37
poco o nulla dal punto di vista storico-politico. Infatti non riesco a capire come si possa sentirsi “lettiani”. Passi nel 2007 al momento delle primarie ma ora, a distanza di tre anni … A suo tempo, io non ebbi alcun dubbio a lasciarmi coinvolgere dalla Bindi e a farmi, poi, appassionare da Franceschini. P.S. In ogni caso, mi impegno sin d’ora a leggere il libro di Letta da Lei citato nel post che finora avevo seriamente snobbato. Mi pare una bella lettura che potrà impegnare le mie
Scritto da Mafalda il 7/9/2010 alle 20:38
serate autunnali mentre voi sarete tutti impegnati a dibattere (e a battervi) nei circoli per gli organi elettivi. Ecco io me ne starò tranquilla sul mio divano a leggere (e magari a cambiare idea su Letta).
Scritto da Mafalda il 7/9/2010 alle 20:39
Se tu potessi tornare indietro voteresti ancora Marini oppure Castagnetti? Questo non lo dici e io da ex Ds ho la curiosità di saperlo anche se riguarda un congresso di tanti anni fa.
Scritto da Ex DS Gallarate il 7/9/2010 alle 20:41
Ci hai detto che hai votato Bersani perchè ti ha convinto Letta e che fra Bersani e Letta ci sono differenze di idee. Adesso capisco molte cose. Pensare che io ti consideravo quasi bersaniano. Resta il mio rispetto, anzi, ma aumenta il mio dissenso.
Scritto da Enne enne (Varese) il 7/9/2010 alle 20:46
Intitolerei questo post così: "anche i politici hanno un cuore". Speriamo che sia vero.
Scritto da Giulio Mentasti il 7/9/2010 alle 20:53
Tu dici sempre che non ti senti né "lettiano né bersaniano". Come la mettiamo con questo post?
Scritto da Giancarlo il 7/9/2010 alle 20:58
Chi fa politica per passione segue il suo istinto (sentimento), chi lo fa per professione necessariamente deve essere razionale ( cioè obiettivo e modalità per raggiungerlo). Adamoli nel suo itinerario politico sia nella DC e nel passaggio al Pd necessariamente ha preval so in Lui il raziocinio con risultati differenti: positivi neiia D C meno nel PD
Scritto da osservatore il 7/9/2010 alle 21:41
Nelle primarie hai scelto bene. il ticket Veltroni-Franceschini è stato una meteora. Oggi uno è sul pero e l'altro sul fico. Letta non è carismatico ma è serio e costante.
Scritto da Raffaele B. il 7/9/2010 alle 22:55
@ Mafalda, Giancarlo e altri - Dopo questo post sarà difficile scrollarmi di dosso questa etichetta - lo sapevo prima di scriverlo - ma io non mi qualifico "lettiano". Ho fatto solo una scelta circoscritta ad un congresso. Per il prossimo vedremo. Nella mia vita mi sono qualificato soltanto "moroteo". Già mi andava stretta la definizione di "zaccagniniano", figuriamoci. Quanto al congresso provinciale anch'io, cara Mafalda, leggerò qualche libro mentre ci sarà chi si batterà circolo per circolo. Partecipo al dibattito sul blog e sui media, rispondo ai messaggi, andrò all'assemblea provinciale, ma il mio contributo è sulla riflessione non sul (piccolo) potere in gioco.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/9/2010 alle 23:19
@ Ex Ds Gallarate - domanda precisa, risposta problematica. Forse voterei ancora Marini ma sempre con qualche senso di colpa.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/9/2010 alle 23:22
Se io fossi il Pd le affiderei una scuola di formazione politica in Lombardia.
Scritto da Cittadina cattolica il 8/9/2010 alle 00:03
Centrato un problema verissimo che anche i semplici militanti incontrano in ogni provicnia e città. A Varese, suppongo, come a Milano. Si è spesso pressati a fare una scelta in nome soltanto dell'amicizia, magari di vecchia data. Se ci si comporta in questo modo non si rinnova mai niente. Grazie della riflessione molto sincera da un giovane che ha stima di lei.
Scritto da Augusto Banfi il 8/9/2010 alle 08:52
I rapporti personali contano sempre, caro Giuseppe. Così anche per me nei tuoi confronti. Per esempio vorrei sapere cosa fai per il congresso. Voglio dire, al di là delle tue riflessioni che ho già letto attentamente.
Scritto da Un amico il 8/9/2010 alle 10:16
Non seguo molto la politica ma questo scritto segnalatomi da un'amica l'ho trovato interessante. Dovrebbe parlare di più di queste cose basate sulla sua esperienza umana.
Scritto da Carla S. il 8/9/2010 alle 13:21
La critica che faccio a Letta è una sola: Il PD non è la DC.
Scritto da francesca il 10/9/2010 alle 11:37
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