Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 28/9/2010 alle 09:27

Non è per esterofilia che guardo con ammirazione a quanto accaduto nel partito laburista britannico. Non mi riferisco soltanto alla contesa della leadership fra i due fratelli Ed e David Miliband di 40 e 44 anni. Ma al confronto aperto fra due visioni di società e due strategie politiche. Chiare, pulite, comprensibili. Ha vinto (50,6% contro il 49,4%) Ed il Rosso con l’appoggio decisivo dei sindacati. Nessuno ha parlato di spaccatura drammatica, di necessità di “unitarismo”, di compromesso da ricercare a tutti i costi. Uno ha vinto, l’altro ha perso. Adesso cercheranno alla luce del sole un terreno comune di opposizione contro i conservatori con proposte operative e concrete nella linea di un sano pragmatismo.
Io avrei votato per il perdente, erede dichiarato di Tony Blair, il quale  aveva rivoltato come un calzino il vecchio Labour Party svuotandolo dell’ipoteca antiquata e soccombente delle Trade Unions (i potenti sidacati). Per questo aveva strappato la Gran Bretagna al dominio di Margaret Thatcher e dei suoi successori. Ma quella era storia vecchia. Blair ha pagato l’errore della guerra in Irak. Resta però il leader europeo che mi ha affascinato di più nell’ultimo quindicennio. Molti esperti affermano chiaramente che Ed Miliband non stravolgerà il blairismo, ma lo “adatterà alle nuove sfide del dopo-crisi accentuandone il volto sociale”. Da parte mia spero che sia così.
Intanto, impariamo la lezione. I leader sconfitti vengono mandati a casa. Le svolte sono vere e non finte. Le bussole che ti portano alla vittoria non sono quelle che rimirano il passato, ma quelle che guardano al futuro.

Commenti dei lettori: 26 commenti -
Ancora una volta proposte sagge. Occorre però farle uscire dal blog e farle entrare in politica. Esiste il papa straniero, interrompete le ricerche,c'è si chiama Tony Blair. Parla poco italiano,non si scalda per il contrasto Veltroni Dalema. Ha idee molto chiare sulle alleanze internazionali, il rapporto con i sindacati e le privatizzazioni,ha dato ottima prova di saper fare in GB,perchè non arruolarlo nel PD. Troverebbe subito un ottima intesa con l'amico Silvio(leggete il suo libro)
Scritto da Grillo parlante il 28/9/2010 alle 10:31
Innanzi tutto l'età per un rinnovamento: 40 e 44 anni. Noi i 40enni al max li vediamo come giovani emergenti e gli facciamo fare "i vice". Leader sconfitto si fa da parte: uguale in Italia (molto ironico)... Impariamo e molto...se no è la fine!!!
Scritto da Un iscritto il 28/9/2010 alle 10:38
Direi che, al di là dell’Iraq, il Labour, dopo anni di governo, avesse dato quello che poteva e fosse passato alla “gestione del potere”, vi ricordate gli scandali delle spese? (In Italia sarebbero sciocchezze, lì sono finiti sulla graticola). Leggendo dei commento ho visto che: la competizione è stata dura e vera; i contendenti erano 5 (alcuni molto radicali), ma il sistema di voto favoriva gli “accordi” e la costruzione di un futuro non lacerante (lì l’idea è che si fa politica per governare, non per la purezza ideologica o per mandare tutto a gambe all’aria); il dibattito è stato concentrato principalmente sulla famiglia e il futuro dei propri figli, politica dei redditi, welfare e servizi pubblici e già nel discorso d’apertura sono uscite alcune precise proposte (e non sono del tipo “pane e gnocca per tutti”). Ma quello che più mi ha colpito leggendo i giornali Inglesi? Il rispetto, gli Inglesi si scontrano pesantemente, ma è come una partita di rugby, dove i contendenti sono duri, si affrontano a viso aperto, a mani nude e poi sono capaci di stringersi la mano e brindare insieme.
Scritto da Lele il 28/9/2010 alle 11:45
Anche noi abbiamo i quarantenni... i famosi quarantenni del 1989, che ancora oggi ci perseguitano.
Scritto da davide il 28/9/2010 alle 13:18
Anche per me Blair è stato un grande leader. Il suo tempo è finito e se ne è andato per il mondo a fare conferenze e a scrivere libri di successo. Avrebbe dovuto farlo D'Alema tanto tempo fa e dovrebbe farlo Veltroni adesso. Quanto a Franceschini i suoi veleni spesso gratuiti spero non li trasmetta a nessuno. Li custodisca per quando non potrà più nuocere.
Scritto da Gianna Ceriani il 28/9/2010 alle 13:19
Si dice spesso che anche in politica ogni mondo è paese. Non è vero. Le differenze fra Gran Bretagna e Italia sono enormi anche nel campo dei progressisti. Naturalmente hanno le loro belle pecche ma il sistema dell'alternanza e dell'alternativa funziona molto meglio. Dubito che noi impareremo la lezione.
Scritto da Giulio Carlini il 28/9/2010 alle 13:59
Ottimo il commento di Lele. Scorgo una simpatia per il laburismo inglese che condivido. Se poi vince un fratello oppure l'altro importa perfino poco. Il rispetto reciproco è comunque salvo. Fratelli coltelli come Franceschini e Fioroni? No. Scontro leale e poi sintesi per battere gli avversari nel nome degli interessi dei lavoratori e della classe media.
Scritto da Luigi Pandolfi il 28/9/2010 alle 14:07
Il sidaco di Firenze Renzo Rienzi è grossolano ma il suo "rottamiano tutrti i capi del Pd" ha una certa logica.
Scritto da Lucky il 28/9/2010 alle 15:02
Evviva Renzo Rienzi. Via tutti i capi. E gli altri (parlamentari e consiglieri regionali) possono durare fino a 80 anni ma solo se hanno i voti.
Scritto da Francesco C. il 28/9/2010 alle 15:45
Sono d'accordo con Lele con una sottolineatura: il pragmatismo inglese è uscito ancora una volta vincente come frutto di una cultura nei secoli, anche i più bui, attenta alla realtà dei fatti e non alle chimere grandi o piccole che siano. Tutti dimenticano che gli inglesi nelle prime elezioni del dopoguerra mandarono a casa Wiston Churchill, il leader conservatore che aveva contribuito in maniera decisiva a sconfiggere il nazismo. L' Italia politica invece non seleziona, non sceglie: accumula
Scritto da cesare chiericati il 28/9/2010 alle 16:29
Sarò laconico: "i leader sconfitti vengono mandati a casa". Perché da noi non succede?
Scritto da Angelo Eberli il 28/9/2010 alle 17:43
Blair chi? Quello che brandendo un finto dossier in cui si dichiarava che Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa (e utilizzando tale finto dossier come giustificazione centrale della guerra in Irak) ha contribuito al massacro di civili inermi? Blair chi? Quello che prendeva ordine dalla British Petroleum? Blair chi? Il paladino della classe sociale più debole che si è arricchito facendo consulenze internazionali di economia a governi e consulenze finanziarie a primarie banche d’affari e clienti privati attraverso la Tony Blair Associates? Curioso che un simile figuro riscuota tanto successo fra i democratici di sinistra e i cattolici, timorati di Dio, che languono nelle fila del PD.
Scritto da Filippo Valmaggia il 28/9/2010 alle 17:47
Cesare Chiericati per me ormai è un "must". Condivido sempre quello che dice. Anzi spiega benissimo, da giornalista di razza, ciò che io sento. Mi firmavo: un Pd Luino. Mi chiamo Vittorio. Se lo incontro mi faccio riconoscere.
Scritto da Vittorio (Luino) il 28/9/2010 alle 17:58
Anche nel partito democratico dovrebbe essere lo stesso e l'esempio deve venire dal territorio. Trovo patetico che ci siano segretari di circolo che fanno la morale agli altri con comunicati sui quotidiani locali quando nel loro territorio hanno avuto risultati pessimi per il PD o delle liste di coalizione. Dovrebbero essere i primi a mettere in pratica quello che chiedono agli altri, devono dimettersi e servire da esempio per tutti i militanti.
Scritto da Loredana N. il 28/9/2010 alle 18:22
@ Filippo Valmaggia - E’ il Blair che ha sconfitto il liberismo assoluto della Tatcher; che ha governato bene per un decennio; che ha risollevato la working e la middle class; che ha provocato il rinnovamento profondo delle Trade Unions che si trovavano in una crisi irreversibile; che ridato speranza al socialismo democratico europeo anche con la suggestione della “terza via”; che ha contribuito a risolvere il dramma dell’Irlanda del Nord. E’ certamente il Blair che ha commesso degli errori gravi come la guerra in Irak (anche per la relazione specialissima che da sempre unisce Gran Bretagna e USA). Ma è il Blair che ha lasciato un segno profondo nella storia politica britannica. E poi, caro Filippo, tu dovresti saperlo benissimo, il fascino (anche quello che lui ha esercitato su di me) possiede un che di irrazionale come tutti i sentimenti. Che, se sono sinceri, devono essere rispettati.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/9/2010 alle 19:07
Ottima, a mio parere, la replica a Filippo Valmaggia. Io sono un giovane che ama approfondire e le chiedo perchè non replica qualche volta di più ai vari commenti. Per me sarebbe interessante qualche suo ulteriore intervento.
Scritto da Agosti Rino il 28/9/2010 alle 19:36
@ Giuseppe Adamoli. In questo caso è il fascino di chi ha le mani sporche di sangue e le tasche colme di denaro. E' come al cinema: piace quello cattivo.
Scritto da Filippo Valmaggia il 28/9/2010 alle 19:52
Sono interessato a conoscere la risposta ad Agosti Rino. Vorrei qualche suo commento in più ai commenti dei lettori.
Scritto da Cittadina cattolica il 28/9/2010 alle 20:29
Lele nel suo commento centra un aspetto importante. La polemica politica in Inghilterra è accesa ma il rispetto reciproco alla fine è un dato che la contrassegna. Da noi accade troppo spesso il contrario.
Scritto da Luca Fiore il 28/9/2010 alle 21:51
Mi è piaciuto molto il tema di qusto post , la versione blairiana di Giuseppe e l'appassionata risposta data a Filippo Valmaggia. Dal sig. Valmaggia mi piacerebbe avere invce qualche dettaglio in più su quei "cattolici che languono nelle fila del PD" . Sono cattolico anch'io, senza vatarne alcun merito, perchè la fede è un dono, e devo dire che nel PD mi sento a casa, per il rispetto che circonda tutti i credenti. Mi sembra di poter dire che il PD la sua scomessa laica la sta vincendo.
Scritto da giovanniderosa il 28/9/2010 alle 21:52
@ Agosti Rino e cittadina cattolica - Vi ringrazio ma ribadisco ciò che ho già detto in qualche altra occasione. Non ritengo opportuno replicare troppo spesso. Penso sia meglio che i lettori intreccino un dialogo fra loro. Se la discussione è così intensa e partecipata è proprio - a mio parere ma posso sbagliarmi alla grande – perché la mia presenza è discreta. Rispondo sempre alle domande non retoriche e intervengo quando lo reputo necessario per spiegare il mio pensiero più che per confutare quello esposto nei commenti. Come “padrone di casa” scelgo ogni giorno gli argomenti da trattare e questa è già un’occasione importate di chiarimento e di approfondimento. In sostanza di replica.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/9/2010 alle 22:49
" Le bussole che ti portano alla vittoria non sono quelle che rimirano il passato, ma quelle che guardano al futuro". Caro Adamoli il vincitore è stato appoggiato dal sindacato cioè vuole tornare alle origini del labour party. Sono le radici che possono far ricrescere l'albero.
Scritto da coordinamento@pdlvedano.org il 28/9/2010 alle 23:48
Che in Italia nessun leader politico voglia abbandonare il proprio ruolo è umanamente comprensibile, nessuno vuole andare sulla panchina del parco, un po' meno politicamente. Ciò detto una nuova generazione politica seria esiste anche da noi: futuri leader del centrosinistra potrebbero essere l'ottimo Civati, Vendola, la Serrachiani, tutti validissimi, ma devono crescere sotto l'egida di Bersani.Invece si sente Cacciari proporre Montezemolo, un altro dar ragione a Bossi ed alla Trota..pazzesco..
Scritto da Carlo D. il 28/9/2010 alle 23:56
Sono colpletamente d'accordo con Francesco C. e Loredana N.: chi ha fallito, a Roma come nei gircoli, si deve dimettere. Propongo le dimissioni di chi ha fallito alle amministrative.
Scritto da Pino il 29/9/2010 alle 09:20
@Adamoli 22:49 - Una lezione, la tua, di stile, inglese.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 29/9/2010 alle 09:20
Gli inglesi sono svegli. Non amano l'UE, ma formano funzionari da mandare diceno: "dobbiamo esserci. Ci sono 600 milioni di persone". Hanno un altro passo.Ed etica. Anche per discontinuità con Blair, sarei stato con Ed. Ho l'impressione possano tornare ad essere più popolari e meno di potere. La 3° via. La sentii presentata da Giddens. Ai più sembravano cose ovvie che alla fine degli anni 70 in Italia si elaboravano già. Da noi non si poterono fare: i poteri forti mondiali non lo consentirono.
Scritto da FrancescoG. il 29/9/2010 alle 10:46
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