Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 24/11/2010 alle 16:58


Emma Marcegaglia nei giorni scorsi ha propugnato il federalismo “a due velocità”. Il ministro Roberto Maroni ha replicato dichiarando che Lega Nord è sempre stata a favore del federalismo “a più velocità”. Il presidente Formigoni sul Corriere di questa mattina auspica “venti velocità diverse” per venti regioni.  Cerchiamo di capire. Il sistema federale non potrà che essere uno solo e nazionale: il perno di una nuova unità oggi ferita da disuguaglianze gravi. Questo è il significato della cassa di “compensazione”, prevista dalla legge cornice (già approvata dal Parlamento) e pagata dalle regioni ricche a favore di quelle povere.
Se per velocità diverse s’intende mettere in pratica il cosiddetto federalismo differenziato dell’art. 116 della Costituzione, approvato nel 2001 dal centrosinistra, nessun problema. La Lombardia ha già richiesto nel 2008 in maniera unitaria (salvo una piccola pattuglia di sinistra) la devoluzione di poteri e autonomia in dodici materie tra cui beni culturali, ambiente, ricerca scientifica, università. Il fatto è che il governo, con Maroni ministro degli Interni, non ha mai risposto alla domanda della Lombardia. Come mai?
Anch’io sono convinto che il federalismo debba essere competitivo oltre che solidale. Il che significa mettere a confronto e in concorrenza i sistemi regionali per migliorare la loro efficienza ed efficacia nella produzione dei servizi. Questa è sempre stata l’idea che ho perseguito durante l’elaborazione e l’approvazione dello Statuto dì autonomia della Lombardia. Ma la chiave di volta è il rafforzamento dell’unità del Paese.
Se per federalismo “a più velocità” si intende invece il perpetuare e l’allargare le distanze sociali, economiche, istituzionali tra le varie regioni d’Italia, questa riforma non ci sarà mai. Oppure vorrà dire la secessione strisciante e la fine dell’unità nazionale. A questa prospettiva mi oppongo. Io mi sento italiano prima che lombardo.

Categoria: Lombardia
Commenti dei lettori: 26 commenti -
Condivido ma occorre che le classi dirigenti di tutte le Regioni si assumano fino in fondo le loro responsabilità. Non vorrei che si arrivasse al federalismo del si, ma, però dove l'eccezione - come troppo spesso accade in Italia - diventa regola, via di fuga, alibi ai propri ritardi e alle proprie insufficienze. E poi sui decreti attuativi che garanzie si hanno che siano formulati correttamente e non contengano sovrapposizioni, passaggi oscuri che genereranno infiniti contenziosi paralizzanti ?
Scritto da cesare chiericati il 24/11/2010 alle 17:19
Giuseppe, se tu avessi formulato questa dichiarazione di italianità negli anni settanta/ottanta una chiave inglese si sarebbe abbattuta sulla tua testa. Adesso voi semisinistri o sinistripieni potete manifestare "impunemente" l'orgoglio di essere italiani. Finisco qui perché accuso conati di vomito.
Scritto da Filippo Valmaggia il 24/11/2010 alle 17:41
Lo so, mi ripeto e sono noioso, ma secondo voi può esistere un Federalismo che preveda regioni a statuto speciale? Questa storia si sta trasformando in una farsa. Mi chiedo però che significato hanno inteventi come quello della Marcegaglia, cos'è ignoranza o via libera alla secessione? Credo che per decretare la morte del progetto si debba attendere l'esito dei provvedimenti sui costi standard, lì, credo, capiremo veramente.
Scritto da Lele il 24/11/2010 alle 17:42
Attenzione al " cavallo di troia". Si finge una cosa e poi diventa un altra. Ricordiamoci delle schede elettorali con Berlusconi presidente. Ma non spetta al Capo dello stato nominare il premier?
Scritto da Luciano il 24/11/2010 alle 18:10
Giusto Adamoli. Come ieri avevo stortato il naso per discutere su primarie, visto che ritenevo autoreferenziale il discorso, devo farle un plauso per il tema odierno.
Scritto da A Bianchi il 24/11/2010 alle 18:44
Sul federalismo si sta consumando un imbroglio colossale. Fai bene a mettere i puntini sulle "i", ma anche il Pd mi sembra ondivago. E necessario tenere quattro occhi aperti.
Scritto da Valceresio il 24/11/2010 alle 19:13
Cesare Chiericati centra anche lui il bersaglio con delle considerazioni da tenere in grande conto. Il rischio confusione è enorme in una materia delicatissima che può stravolgere lo Stato italiano. Opuure può rendere ancora meno comprensibile il nostro sistema agli investitori esteri che sono sempre di meno.
Scritto da Lucky il 24/11/2010 alle 19:23
Tu hai questa idea di un federalismo ben fatto che sia in grado di riunire il Paese sotto una nuova Unità più giusta e razionale. Mi ricordo che avevi sostenuto questa tesi all'università di Brescia, ma ti rammento anche la freddezza della maggior parte degli studenti e dei docenti che ti ascoltavano. Era, se non sbaglio, il 2008. Penso che adesso la freddezza aumenterebbe, anche da parte mia. Aggiungo però che non è diminuita la mia stima nei tuoi confronti.
Scritto da Gianluigi il 24/11/2010 alle 20:35
Un mio collega, nato in Lombardia ma originario di una cittadina siciliana di circa 55mila abitanti, nonostante il suo orientamento politico di centrosinistra, sarebbe il primo ad essere contrario al cd. “federalismo solidale”. Come mai? Quando in estate torna al suo paese, nel confrontarsi con il tenore di vita dei suoi parenti ed amici, si sente un “disgraziato”. Ogni anno ne scopre una nuova. Ad esempio, un suo amico, ha appena finito di costruire una villa vista-mare abusiva, per la modica cifra di 80mila euro. Poi ci penserà la sanatoria a mettere tutto a posto. Stiamo parlando di gente normale, insegnanti, commercianti, mica di malavitosi. Un altro suo amico ha stipulato un mutuo e siccome è insegnante precario, il mutuo verrà mensilmente onorato con la pensione della nonna. Esiste, infatti, una “rete di protezione sociale” (chiamiamola impropriamente così ….) composta dalla pensione della nonna, dall’invalidità dello zio, ecc. ecc. che permette non solo di vivere ma anche di mantenere un buon tenore di vita. Ogni sera, intorno alle 23, mentre il mio collega sta già dormendo oppure sta pensando a come fare, l’indomani mattina, a trovare un posto in piedi sul treno in ritardo, i suoi compaesani escono per andare nei locali. Mica solo in estate, anche in inverno. Mica solo i giovani, anche i 40enni coniugati, con figli e con lavoro precario. E’ così, è tutta un’altra vita. Un senso unico non piace? Si prende il cartello e lo si sposta o si inverte il senso a piacimento ….. Certo, non accade nel centro storico della città ma nelle vie decentrate sì. Questi non sono luoghi comuni ma fatti veri. E non sono neanche eccezioni ma regole. Credo, quindi, che l’onestà intellettuale ci imponga di de-ideologizzare la questione meridionale e di abbandonare la tesi secondo la quale il divario nord-sud sia strutturalmente incolmabile e, per questo, tale da richiedere compensazioni in termini di redistribuzione delle risorse. Questo atteggiamento conduce non solo a continuare a tollerare ma anche ad alimentare un assistenzialismo che ha dimostrato storicamente di beneficiare non la gente del sud ma la sua classe politica e dirigenziale nonché la criminalità organizzata. Per il resto, anch’io, seppur padana doc, mi sento italiana prima che lombarda. Mi scuso per la “spataffiata” (termine italianizzato, sia per stare in tema che per non farmi riprendere dal nostro filologo Filippo Valmaggia).
Scritto da Mafalda il 24/11/2010 alle 20:56
@Filippo Valmaggia - L'italianità non è mai stata un sentimento molto forte fra gli italiani e non lo è nemmeno oggigiorno. Per ragioni storiche, culturali, sociali. Lo stesso "patriottismo costituzionale", vibrante nei grandi partiti della Prima Repubblica, aveva un fondamento politico (antifascismo, pericolo autoritario) più che di riscatto e riscossa nazionale. Lasciando stare la polemica, che sarebbe facile anche da parte mia, confermo che sciupare l'occasione della riforma federale per recuperare il senso profondo dell'unità d'Italia sarebbe un errore storico. Lo affermo da convinto regionalista che però ha sempre voluto iniziare le manifestazioni ufficiali dell'istituzione regionale con l'inno e i simboli nazionali.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 24/11/2010 alle 22:17
Sono perplessa sul federalismo perchè le cose che dice lei (ogni tanto le do del lei, ogni tanto del tu) non mi sembrano realizzabili in Italia. Non siamo né la Svizzera né la Germania per le condizoni storiche diversissime. L'Italia non è mai stata completamente unificata e credo che la secessione, con il federalismo alla Bossi, sia dietro l'angolo. Questo mi spaventa, anche per le mie origini meridionali.
Scritto da Alessia A. il 24/11/2010 alle 22:34
Tra i lettori che commentano ho notato una certa diffidenza verso il federalismo. Credo che bisogna prendere in mano questa bandiera con più coraggio e convinzione.
Scritto da Agosti Rino il 24/11/2010 alle 23:03
@Cesare Chiericati - Concordo su tutto quello che hai scritto. I decreti attuativi, soprattutto quello sui costi standard, saranno una chiave di lettura decisiva. Ma questo riguarda il federalismo fiscale. Il banco di prova reale per rafforzare, o affossare, l'unità d'Italia sarà il federalismo istituzionale che inevitabilmente seguirà. Cioè come le Regioni verranno configurate nella Costituzione repubblicana e come si rapporteranno allo Stato, con quali clausole di coesione nazionale. Sarà una battaglia politica dura e difficilissima.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 24/11/2010 alle 23:15
@Mafalda - Senza regole di solidarietà nazionale non reggerà nessun tipo di federalismo. Non per nulla la delega legislativa al governo prevede il fondo di solidarietà. In caso diverso lo sbocco sarebbe la disunione secessionista. Ma se vogliamo che il federalismo incida nel costume e nella pratica che tu descrivi (con un poco di enfasi), bisogna introdurre il concetto della competizione fra le regioni. Altrimenti - sono d'accordo con te - la solidarietà sarebbe (continuerebbe ad essere) assistenzialismo. Vale a dire il contrario della responsabilità delle classe dirigenti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 24/11/2010 alle 23:23
Non sono in grado di dare delle valutazioni nel merito del federalismo. Mi piace l'affermazione che prima viene l'Italia e poi la Lombardia. Le legge, se rispetta questo concetto, potrà andare bene.
Scritto da Marilena M. il 25/11/2010 alle 07:55
Adamoli, almeno in questo campo abbi fiducia in Bossi che ci condurrà alla meta! Fidati qualche volta che non sbagli.
Scritto da Bossiano doc il 25/11/2010 alle 08:29
Nooo caro Adamoli, prima Lombardo e poi Italiano, altrimenti tradisci tuttti i tuoi valori e i valori dei tuoi genitori (io dico tuoi ) ma vale per me per i miei figlie i miei genitori. Il resto è sola demagogia Il Federalismo non sarà perfetto ma forse può essere modificato, ma senza quello non si va più da nessuna parte perché va a finire che non ci sarà più niente per noi e tanto meno per gli altri
Scritto da Walter il 25/11/2010 alle 10:33
@bossiano doc:io mi fiderei, ma seil federalismo è come villa centenari ad abbiate guazzone dove la Lega(governa) ha iniziato i lavori senza copertura finanziaria adeguata campa cavallo.Scusa ma qualche dubbio ora mi viene. E penso che alla luce di questo fatto convenga anche tu che sia lecito dubitare.Stimo Bossi per la sua coerenza e forza con cui porta avanti la battaglia. Spero che non faccia come ad Abbiate. Tutto qui.Se sbaglia col federalismo è la fine della Lega...
Scritto da Federico Antognazza il 25/11/2010 alle 11:07
@ Giuseppe Adamoli. L’eufemismo incluso nel primo periodo del tuo commento è paradigmatico. Il garrire del Tricolore era tollerato soltanto durante i mondiali di calcio. L’orgoglio nazionale è stato nel dopoguerra prerogativa di pochi, additati, non senza ragione, come fascisti. Da qualche anno, con l’avvento dei secessionisti della Lega, anche i rossi internazionalisti sono diventati strenui sostenitori dei valori nazionali. Non conosco così profondamente la tua storia politica, Giuseppe, ma so che sei fededegno, e do per buono il tuo patriottismo. Ma vedere i tuoi colleghi con l’occhio lucido ascoltare il nostro (brutto) Canto degli Italiani, mi suscita rabbia e risentimento.
Scritto da Filippo Valmaggia il 25/11/2010 alle 13:18
Caro presidente, del federalismo differenziato neanche l'ombra. Le cose possibili le rinviano a chissà quando. Formigoni protesta ma nessuno lo ascolta. Tutto è rinviato in attesa del federalismo della Lega. Eppure con l'art. 116 Cost.ne si sarebbe potuto fare già molto.
Scritto da Dirigente regionale il 25/11/2010 alle 13:41
Caro Giuseppe, conti troppo sul federalismo. Sei sempre stato regionalista? Questo è vero ma si può esserlo, come tu sei sempre stato, senza farti sostenitore di una riforma che rischia di essere la tomba dell'Italia.
Scritto da Tombini Carlo il 25/11/2010 alle 13:50
Quando hanno intervistato Tornatore in occasione dell’uscita del suo film “Baarìa” mi ha colpito quando ha detto che, pur avendo girato tutto il mondo, le vicende della vita e del mondo (comprese quelle politiche) le aveva capite da giovane camminando per il corso principale di Bagheria. Lì aveva capito tutto. Alla faccia di tutti gli studi sul federalismo fiscale ….. e i dibattiti sulla secessione. Non tutto il sud è come descritto da Mafalda ma un’altissima percentuale sì. Non so quanti lettori hanno visto il film, è molto bello, descrive la vita a Bagheria dagli anni trenta in poi. E’ stato l’ultimo film che ho visto con mio papà e mi emoziona anche per quello.
Scritto da Ex democristiano il 25/11/2010 alle 14:38
Caro Giuseppe sono perfettamente d'accordo con la tua risposta all'amico Chiericati. Il bello viene dopo il federalismo fiscale. Chi e come verrà pagato l' enorme debito pubblico ? Per adesso è questo che unisce l'Italia. E forse anche domani.
Scritto da A. Vaghi il 25/11/2010 alle 14:50
Il titolo è già un programma. Appeno l'ho visto ho capito che non potevo essere d'accordo. Poi il mio pregiudizio negativo si è un po' mitigato, ma non molto.
Scritto da Giordano L. il 25/11/2010 alle 18:20
@Ex democristiano - Il film è molto bello e anch'io consiglio a tutti di vederlo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/11/2010 alle 19:04
“Regione, addio precari: il 1 dicembre in 4800 firmano il contratto con l’ente”. Così titolava oggi il “Corriere del Mezzogiorno” on line riferendosi ai provvedimenti della Giunta Lombardo in Sicilia. Cifra sbalorditiva. Certo che se i precari sono 4800, quanti saranno mai i dipendenti della Regione Sicilia nella loro totalità? I dipendenti della Regione Lombardia sono circa 3mila …. L’articolo continua dicendo che presto saranno stabilizzati anche i 22.500 precari che lavorano nei 390 comuni siciliani. 22.500 …. cifra impensabile. L’Amministrazione Provinciale di Varese è riuscita a stabilizzarne poco meno di cento …. Il famoso federalismo solidale …. La pagina di Palermo de “la Repubblica” ci mostrava, invece, il governatore Lombardo sorridente accanto alla Finocchiaro e al di lei marito, tale dr. Melchiorre Fidelbo, mentre tagliano il nastro nel corso dell’inaugurazione del nuovo Presidio Territoriale Assistenziale di Giarre. C’è anche Livia Turco e non capisco perché …. Che sia il “ministro ombra” alla Salute? Continua l’articolo dicendo che il dr. Fidelbo è amministratore delegato della Solsamb srl con la quale la Regione Sicilia ha appena stipulato una convenzione di 350mila euro. Tutto qui.
Scritto da Mafalda il 26/11/2010 alle 23:55
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