Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 3/12/2010 alle 16:09


Se è vero che Umberto Bossi è il megafono di Berlusconi per le cose che lui non può dire, è evidente che il vero obiettivo del premier sono le elezioni anticipate benché affermi esattamente il contrario. E’ altrettanto chiaro che la situazione finanziaria internazionale e il pericolo di contagio negativo sul mercato dei titoli che può coinvolgere l’Italia, dovrebbe invece consigliare di non lasciare l’Italia senza governo per cinque o sei mesi.
Per questa ragione sono contrario al grido “elezioni, elezioni” che sale anche da sinistra. Non parlo di un governo tecnico, né di un governo che faccia solo la legge elettorale, ma di un esecutivo politico, a tempo, in grado di affrontare i pericoli finanziari ed economici che potrebbero abbattersi sul Paese. Sarebbe un ribaltone? Forse in una situazione normale, ma questa non lo è. Il rischio molto più grave è di ribaltare sul Paese reale (lavoratori, imprese, cittadini) il dramma di una mancata governabilità. 
Penso anch’io, come molti, che personalità come Beppe Pisanu, ottimo ministro degli Interni possano contribuire a trovare la soluzione più giusta. Lo dicono alcuni giornali, lo dice il buon senso, lo dice la storia di Pisanu, che tanto tempo fa era stato uno stretto collaboratore di Benigno Zaccagnini. Alla fine il sangue politico non mente. Non può mentire.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 32 commenti -
NO, voglio un governo politico vero e battere Berlusconi sul campo elettorale
Scritto da Mario T. il 3/12/2010 alle 16:24
Posizione saggia da tutti i punti di vista. Non capisco la ritrosia che c'è anche nella base del Pd verso questo tipo di governo.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 3/12/2010 alle 16:43
Caro Giuseppe, sono d’accordo. Occorre finirla con l’ipocrisia di chi grida alle elezioni e che pensa che cambiare governo sia illegittimo ed un ribaltone. E questo modo di pensare non riguarda solo chi ha votato Supersilvio, ma anche alcuni del nostro mondo. L’Italia è ancora una repubblica parlamentare, dunque, se cade un Governo si deve cercare nel Parlamento una nuova maggioranza. Secondo, chi è stato votato ed ha vinto le elezioni con cento deputati di vantaggio, ma non è più in grado di andare avanti deve lasciare spazio a nuove formule politiche capaci di interpretare al meglio i bisogni del Paese. Terzo, noi non votiamo direttamente il Presidente del Consiglio e solo la demagogia ha imposto che sulla scheda ci fosse il nome del candidato Premier. Oggi il Paese ha bisogno di un Governo largo, ma politico. Largo perché se bisogna fare delle riforme che costano “sangue e lacrime” è bene dividersi meriti, ma anche sacrifici e dividerseli tutti. Politico perché solo la politica può costruire il consenso necessario per spiegare alle persone che esiste una prospettiva futura. Ma la domanda, ora, è: esistono leader politici in grado di rompere il velo della demagogia e dell’ipocrisia? Esiste una classe dirigente ( non solo politica ) capace di assumersi responsabilità non popolari? Esiste la capacità di condividere una stessa visione etica in grado di suggerire comportamenti appropriati e trasparenti?
Scritto da roberto molinari il 3/12/2010 alle 16:44
e dai e dai..... la natura di ex democristiani salvatori della patria.... arriva puntuale. caro Adamoli, sarà anche vero che in questo momento a sinistra non c'è molto, anzi si trova tanta gente che ha paura solo a pronunciare la parola "sinistra", però è anche vero che quasi ININTERROTTAMENTE dal 1948 in poi ci hanno SEMPRE governato democristiani... con cambi di casacche e colori politici, riciclati , ecc. SIAMO SICURI CHE SOLO I CENTRISTI RISOLVANO I PROBLEMI ?? anche dopo averli creati?
Scritto da franco zanellati il 3/12/2010 alle 17:13
Mi angoscia il timore che il governo ottenga in qualche modo la fiducia e, quindi, l’Italia non venga deberlusconizzata rendendo impossibile affrontare i gravi problemi che incombono sul Paese. Aggiungo anche che mi fanno una paura terribile quelli che da sinistra gridano elezioni elezioni, non rendendosi conto di fare un grandissimo regalo alla compagnia di giro che ci governa. Molto più saggia ritengo sia la soluzione che proponi. Temo però che saggezza e cautela non alberghino più da tempo dalle parti della politica. Un ultimo rovello: il riavvicinamento D’Alema Veltroni; non mi pare sia mai stato foriero di eventi fausti, almeno per quanto ci riguarda. Possibile che il buon Walter non ricordi l’antico ammonimento: “timeo Danaos et dona ferentes”?
Scritto da Angelo Eberli il 3/12/2010 alle 17:41
In queste condizioni bisognerebbe pensare al bene del Paese ma mi rendo conto che sono parole al vento col premier che abbiamo. Chi ha giudizio lo usi, si dice, e quindi c'è da sperare nella responsabilità di altri politici.
Scritto da Alfredo Martini il 3/12/2010 alle 17:42
Concordo col post. Le elezioni non risolverebbero niente. La Camera dei deputati avrebbe una maggioranza chiara con il premio spropositato della legge Calderoli. Il Senato, con i premi regionali che i due o tre polii si suddividerebbero, resterebbe ingovernabile, secondo i sondaggi. Che cosa direbbero di nuovo le elezioni? La mia è una domanda retorica in quanto la mia risposta è implicita
Scritto da Umbertone il 3/12/2010 alle 17:46
Condivido il commento di Molinari e mi inquietano le sue domande finali destinate a restare per un buon periodo ancora senza risposta. Confido nel buon senso di una larga parte del Pd.
Scritto da Lucky il 3/12/2010 alle 18:33
Mi ha attirato il titolo. Lo trovo azzeccato. Berlusconi fa dire a Bossi quello che non può dire lui che vuole passare il cerino delle elezioni anticipate a Fini. E' giusto sbugiardarlo.
Scritto da Gasperini P. il 3/12/2010 alle 18:41
Voi democristiani siete sempre pronti al compromesso. Questa volta potreste aver ragione. Con le elezioni, se resta questa legge elettorale, cambierebbe poco. Anzi potrebbe rivincere Berlusconi. Io però non mi fido di Casini e tantomeno di Fini. C'è solo da incrociare le dita.
Scritto da Umberto S. il 3/12/2010 alle 19:13
Che il buon sangue politico non menta, non sono d'accordo. Pisanu è stato un buon ministro, ma di Berlusconi. Si è rinsavito? Meglio tardi che mai. Concordo sul contenuto del post.
Scritto da Peppino S. il 3/12/2010 alle 19:36
La storia siamo noi è soltanto una canzoncina di De Gregori; ed è, soprattutto, un’illusione. La Storia la fanno i grandi uomini. Sono le idee, la volontà, il coraggio, la determinazione delle grandi personalità che cambiano il corso degli avvenimenti. Quelli prossimi venturi, che interesseranno la nostra vita politica, economica e culturale, avranno l’impronta distintiva della grandezza. Giuda Fini, Piacione Rutelli, Bietolone Casini, forse Ciuffo Montezemolo, Baciamolemani Draghi, (ex picciotto di Goldman Sachs, mafia finanziaria), Cotechino Bersani, Vendola. Ecco la grandezza! Solo a nominarli mi inchino. Anzi, mi prostro viso a terra. Anche perché è l’unico modo per vederli.
Scritto da Filippo Valmaggia il 3/12/2010 alle 20:40
Casini è molto determinato. Credo che un governo alternativo si potrà fare. Molto dipenderà da una parte, forse piccola, del Pdl, tra cui certamente Pisanu.
Scritto da Iscritto Udc il 3/12/2010 alle 21:45
Buona diagnosi. Il rischio è la speculazione finanziaria che si scatenerà non appena vede il vuoto di governo. Se le elezioni dessero un vincitore certo sarebbero Ok, ma così....
Scritto da Brielli Giuseppe il 3/12/2010 alle 22:18
Mi piace il ragionamento ma non mi convincono le righe finali su Pisanu. E' stato un buon ministro ma anche uno stretto collaboratore di Berlusconi. Che cosa gli ha fatto cambiare idea? Penso che sia stata la decisione del Berlusca di lasciarlo fuori dal governo. Troppo facile così.
Scritto da Luigino il 3/12/2010 alle 23:17
Caro @Franco Zanellati, Non penso affatto che soltanto i centristi risolvano i problemi. Altrimenti starei anch'io con loro. In un sistema bipolare, per quanto scassato, la stessa qualificazione di "centristi" non ha molto valore. Sostengo che in questa fase se vogliamo deberlusconizzare l'Italia, come sostiene @Angelo Eberli, è necessario realizzare un'intesa con queste forze. Per il futuro si vedrà. Certo non credo possibile un'alleanza elettorale con Fini e il suo partito.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/12/2010 alle 23:26
Caro Angelo, conosco la tua idiosincrasia per D'Alema. Però stiamo attenti. Chi lo dice che il gossip dei giornali sul riavvicinamento tra D'Alema e Veltroni sia fondato? Una cosa è certa, se ricominciasse questo vecchio giochetto di potere fra i due, il Pd si avvierebbe rapidamente al tramonto e mi assocerei ai rottamatori nel gridare "tutti a casa", compresi Bersani e Letta.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/12/2010 alle 23:31
Filippo Valmaggia estremizza. Io però tutto sommato condivido, se non il disprezzo, sicuramente il giudizio negativo sui politici che ha citato. Non aderisco a nessun partito e vorrei qualche volta andare a votare. Per questo mi sono ri-messo a leggere i giornali e a seguire certi blog, ma se le cose non cambiano sarà impossibile che vada ai seggi l'anno prossimo..
Scritto da Un astensionista il 3/12/2010 alle 23:51
Il “44esimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese” presentato oggi dal Censis descrive un Paese in forte crisi e una società “senza regole e senza sogni”. Riporto, di seguito, un estratto del comunicato-stampa diramato oggi dal Censis stesso: “Ancora più improbabile è che si possa contare sulle responsabilità della classe dirigente, sulle leadership partitiche o su un rinnovato impegno degli apparati pubblici. La tematica rigore-ripresa è ferma alle parole, la riflessione sullo sviluppo europeo è flebile, i tanti richiami ai temi all’ordine del giorno (la scuola, l’occupazione, le infrastrutture, la legalità, il Mezzogiorno) sono solo enunciati seriali. La complessità italiana è essenzialmente complessità culturale. Nella crisi che stiamo attraversando c’è quindi bisogno di messaggi che facciano autocoscienza di massa. Non esistono attualmente in Italia sedi di auctoritas che potrebbero ridare forza alla ‘legge’. Più utile è il richiamo a un rilancio del desiderio, individuale e collettivo, per andare oltre la soggettività autoreferenziale, per vincere il nichilismo dell’indifferenza generalizzata. Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare la dinamica di una società troppo appagata e appiattita”. Mi domando: può Pisanu costituire una risposta? Uhm ….. P.S.: Accolgo, con piacere, il fatto che Vendola non sia stato ri-battezzato da Filippo. O è una sbadataggine (tipica della psicopatologia della vita quotidiana, di freudiana memoria) o un bel segnale di accoglienza della narrazione vendoliana. Ovviamente, io tifo per questa seconda ipotesi ….
Scritto da Mafalda il 4/12/2010 alle 00:43
Il Pdl ha già attaccato Napolitano affinché capisca che deve ridurre le prerogative presidenziali. E' un attacco peventivo. Vogliono le elezioni a tutti i costi e sarà una campagna elettorale sanguinosa. Se l'Italia va a rotoli a Berlusconi e a Bossi interessa poco.
Scritto da Lucio Soldini il 4/12/2010 alle 09:05
Bossi è il megafono dei nostri veri interessi, contro il sud sprecone e contro la sinistra falsamente buonista, che vuole per gli immigrati più diritti che per i lombardi. Capitela!
Scritto da Bossiano doc il 4/12/2010 alle 09:11
Come si permette questo Verdini di attaccare in questo modo vergognoso il Capo dello Stato? Sono loro che vogliono il golpe se non rispettano i doveri costituzionali di Napolitano.
Scritto da Giacomina il 4/12/2010 alle 09:42
Il commento di @un astensionista delle 23.51 ricalca, nella sua conclusione, il sentire di un'infinità incredibile di tante persone, non solo dei soliti sempre più numerosi astensionisti.
Scritto da Rosella e Carlo il 4/12/2010 alle 09:52
Rivoltare un cappotto non significa avere un cappotto nuovo. I prossimi candidati sono gli stessi di sempre: prima al governo poi all’opposizione perché hanno fallito; poi di nuovo al governo perché hanno fallito quelli che gli sono succeduti. Questa volta si sono forse purificati nel Gange? Hanno passato indenni ordalie? Hanno cambiato sesso (un esecutivo di donne lo vedrei con favore)? p.s ero certo che Pollicino Mafalda avrebbe raccolto il sassolino che ogni tanto lascio sul sentiero ;-) Vendola non ha bisogno di epiteti, troppo scontati. Basta il suo nome …
Scritto da Filippo Valmaggia il 4/12/2010 alle 10:24
Ieri sera a otto e mezzo Casini ha detto che il suo non è il terzo polo ma il polo della nazione. Lei ha sempre parlato invece di terzo polo. Come stanno le cose secondo lei?
Scritto da Rosangela il 4/12/2010 alle 13:25
Le critiche di Verdini (in nome e per conto di Berlusconi) e del Pdl al presidente della repubblica sono gravi. I democratici (non in senso di partito) devono reagire. Napolitano deve, non soltanto può, indicare un'altra personalità per formare il governo. Se nessuno ci riesce si andrà alle urne altrimenti avremo un governo assolutamente legittimo.
Scritto da Gaetano Migliorini il 4/12/2010 alle 14:41
La Lega gode di una specie di salvacondotto politico. E' totamente responsabile con Berlusconi di uno stato di cose a dir poco deludente ma la colpa è addossata soltanto al Cavaliere. Parecchie volte Bossi è il suo "megafono" ma la gente pare non accorgersene. Bisogna svegliarla da questo torpore.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 4/12/2010 alle 19:29
Voi credete che abbattere il governo Berlusconi significa per il Pd tornare al governo. Vi illudete. La gente non vi crede. Siete degli ex comunisti travestiti da democratici. Gli italiani non vi voteranno.
Scritto da Giorgio S. il 4/12/2010 alle 20:15
Cara Rosangela, che Casini voglia, e si batta, affinché il suo polo non risulti il "terzo", ma diventi il primo o il secondo, è del tutto legittimo e naturale. Sulla definizione però si mettano d'accordo fra di loro. Settimana scorsa alla riunione di Milano alla quale ho partecipato anch'io Cacciari, Rutelli e Scalpelli hanno continuamente parlato di terzo polo
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/12/2010 alle 09:16
Seguo le sue considerazioni e sono d' accordo. Anche la Lega, che gode di molti consensi dalle nostre parti è corresponsabile dello stato di forte disagio attuale.
Scritto da bruna croci il 5/12/2010 alle 11:50
In questa triste domenica nella quale siamo stati tutti con il fiato sospeso per Yara ed arrabbiatissimi per la “strage” di ciclisti di Lamezia Terme (nella speranza che dei nordafricani non si faccia di tutta l’erba un fascio), nel passare in rassegna alcuni giornali (per preparare la raccolta differenziata ….) sono incappata in un interessante articolo comparso su “L’Ordine” (03.12.2010) a firma di Emilio Russo del Pd di Como (che è già stato consigliere regionale del PCI). Affacciamoci, per un momento, alla provincia a noi vicina. Dalla lettura dell’articolo, si evince che Russo abbia partecipato all’iniziativa di Veltroni (MoDem) organizzata al Teatro Litta di Milano la scorsa settimana e definita dallo stesso Veltroni “Pd Pride”. Nell’articolo si scorge la critica alla segreteria Bersani (“un leader sempre più solo a cui rimangono la fedeltà antica di Rosy Bindi e quella recente e poco comprensibile di Franceschini”), la cui gestione porterebbe il Pd al 24% (secondo i sondaggi) contro il 34% del suo esordio. Non viene risparmiato nemmeno D’Alema che sceglie lo stesso giorno dell’amico Latorre per sostenere il contrario di quanto detto da quest’ultimo sulle eventuali alleanze politiche. Russo continua volgendo la sua attenzione al capoluogo lariano, ove il dibattito interno al Pd non sembra destinato a vertere sulle primarie ma sulla presenza o meno del simbolo del Pd alle elezioni comunali. Secondo quello che lo stesso Russo definisce un “chiacchiericcio”, sembrerebbe che il Pd intenda rinunciare al proprio simbolo a favore di una “alleanza civica” che comprenda, addirittura, i dissidenti del Pdl dell’area Rinaldin. L’addirittura l’ho aggiunto io …. Non conosco la situazione comasca però, in una cittadina che ha visto un sindaco (Bruni) più volte traballante, un’amministrazione discutibile (vedasi il caso “paratie” del lago) e un Pdl dilaniato tra Butti e Rinaldin (in campagna elettorale ne abbiano lette di tutti i colori ….), che il Pd non riesca o voglia presentarsi con coraggio e convinzione con il proprio simbolo, portando una ventata, anzi una brezza pulita sul lago di Como ….. mi sembra grave. Tra l’altro, il capogruppo in Regione, Gaffuri, è l’esponente di spicco del Pd di Como ….. Insomma, c’è da sperare che sia veramente solo un chiacchiericcio e non futura realtà, altrimenti ha ragione il consigliere Russo “Se il Pd comasco rinuncia al simbolo significa andare a morte sicura. La rincorsa al “civismo” non paga. Piuttosto, si torni alle origini”. Spero che questo mio commento, nonostante si riferisca ad un’altra realtà territoriale, possa costituire elemento di riflessione anche per le elezioni varesine. A proposito, la autocandidatura della Oprandi ha scosso solo il blog del senatore Rossi o anche gli animi? Secondo me, solo per il fatto che sia stata costretta ad autocandidarsi (con coraggio e modestia allo stesso tempo) merita attenzione.
Scritto da Mafalda il 5/12/2010 alle 22:49
@Mafalda - Le elezioni amministrative a Como sono ancora lontane. Le parole dell'inquieto Emilio (in questa situazione è un complimento) non rifettono, per quanto ne so, una tendenza reale del Pd. Io parlo sempre della necessità di dar vita ad un movimento civico ampio. Nel quale però il Pd conservi la sua identità, soprattutto quando si tratta di città e non di piccoli paesi. Per quanto riguarda Luisa Oprandi, si è limitata a offrire la sua disponibilità, il che è stato un gesto responsabile. Sull'opportunità di discutere i nomi in un blog con la possibilità, che in certi casi è certezza, di dare la stura ad una rissa verbale tra anonimi (magari una decina di persone) che ne approfittano per scambiarsi insulti e offese, io resto molto scettico. I nomi è meglio discuterli in assemblee aperte con un contraddittorio serio. Ma questa è soltanto la mia personale opinione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/12/2010 alle 16:18
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