Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 11/12/2010 alle 08:26

 

Dopo più di tre lustri il bipolarismo italiano è messo in seria discussione. Camilllo Massimo Fiori ha scritto per noi un pezzo molto duro dal titolo: “Il bipolarismo è superato”, motivando questo suo giudizio in termini politici e culturali. Ne riporto alcuni brani, con l’invito però a leggerlo tutto. Lo trovi sul sito.
”Imporre alla nuova società, composta da ceti medi differenziati dagli stili di vita e dai comportamenti, l’obbligo di “stare di qui o di là” è una forzatura che non tiene conto della complessità sociale…”.
“Non è essenziale che gli accordi tra i partiti si facciano prima o dopo le elezioni; l’importante che siano chiari, fatti con procedure trasparenti e che i contraenti non siano dei bari”.
“Il bipolarismo obbliga il Partito Democratico, che vuole essere una struttura nuova risultante dall’incontro di culture ed esperienze diverse, ad essere prigioniero di coalizioni eterogenee…”
“Al di là del merito, questa mancanza di omogeneità fa decrescere le possibilità di riflessione e di confronto, induce le persone a una dissociazione interna (“sono iscritto alla CGIL, voto Lega e frequento la Chiesa”), frantuma la società obbligando a vivere la propria esistenza in momenti separati e spesso contradditori”.
“Le regole elettorali sono un elemento essenziale; senza il bipolarismo Berlusconi non avrebbe mai conquistato il potere”.
In questo post mi limito ad alcune osservazioni riservandomi di entrare di più nel merito nel corso del dibattito. Il bipolarismo che si è realizzato in Italia merita una revisione di fondo. Una responsabilità importante la porta la legge elettorale che va profondamente cambiata. Fino a qualche anno fa pensavo che il sistema proporzionale tedesco fosse utile anche da noi. Oggi temo che quel sistema, applicato all’italiana, possa essere foriero di cambiamenti non positivi. Credo che una nuova legge elettorale debba mantenere viva l’idea che siano i cittadini a scegliere, con il loro voto, il governo del Paese.
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 31 commenti -
Le considerazioni di Fiori sono interessanti e stimolanti. Resto però dell'idea che il sistema bipolare con tutti i suoi difetti sia il meno peggio data la situazione italiana.
Scritto da Brielli Giuseppe (Lecco) il 11/12/2010 alle 11:10
Sono molto incerto. Il problema vero è il rinnovamento profondo dei partiti. La compravendita dei parlamentari in corso a Roma la dice lunga. Senza cambiamenti del costume politico penso che un sistema o un altro sia la stessa cosa.
Scritto da Giorgio Latini il 11/12/2010 alle 11:22
Condivido l'analisi politica, molto meno le conclusioni sulla liquidazione del bipolarismo. Ho paura che si torni indietro senza più partiti con forti ideali e programmi-
Scritto da Giovanni B. il 11/12/2010 alle 13:31
Non volete più questo sistema elettorale perchè fa vincere Berlusconi. Ma lui nel 2008 avrebbe vinto anche con un'altra legge. L'unico difetto è la nomina dei parlamentari da parte dei vertici dei partiti invece che dagli elettori. Si modifichi questo punto e si lasci stare il resto. Prodi ha prevalso due volte con questo sistema, se poi non è stato capace di governare la colpa è dei partiti della sua coalizione.
Scritto da Ex popolare il 11/12/2010 alle 14:13
Il bipolarismo italiano, nella forma che abbiamo conosciuto negli ultimi 15 anni, ha fallito: coalizioni eterogenee, società spaccata in due, rissa politica continua, assenza di riforme strutturali. Non vi è dubbio che in tale contesto Berlusconi abbia rappresentato un'anomalia che ha inquinato il sistema (pur detestando io l'antiberlusconismo militante, questo è un dato di fatto). Quale la via di uscita nella speranza che l'epoca berlusconiana finisca in fretta? Difficile da dirsi. Io dico che la soluzione migliore sarebbe l'avvio di una stagione costituente che ridisegni il sistema istituzionale italiano, superando questo bipolarismo rissoso e inconcludente ma salvaguardando il principio della democrazia dell'alternanza.
Scritto da Alfred il 11/12/2010 alle 17:15
Il Pd era nato nella logica dei due poli, uno guidato appunto dal Pd, l'altro guidato da Forza Italia e poi dal Pdl. Se questa visione non tiene più non vedo perchè, in un sistema proporzionale, non debbano tornare due partiti, uno socialdemocratico e uno cattolico-democratico che poi si alleano per vincere le elezioni e per governare.
Scritto da Stefano B. il 11/12/2010 alle 17:18
Così non si può andare avanti. Forse è davvero meglio un bel sistema proporzionale alla tedesca. Le obiezioni finali di Adamoli sono serie nel senso che in Italia il rigore "germanico" è impensabile. Ma finora con l'attuale legge abbiamo raccolto troppo poco. Sono del parere che le elezioni non sono da fare sia per tenere sotto controllo la speculazione finanziaria internazionale sia per cambiare le regole con cui si vota.
Scritto da Valceresio il 11/12/2010 alle 17:39
ma scusate, ma Adamoli mica dice di tornare al proporizionale, semmai il contrario!
Scritto da Davide il 11/12/2010 alle 17:41
Non vorrei aver letto troppo di fretta l'interessante articolo di Camillo Massimo Fiori. Mi pare che alla lucida critica dei limiti del bipolarismo all'italiana non si associ una proposta alternativa concreta, nel senso che lo stesso proporzionalismo è considerato da Fiori un sistema elettorale ottocentesco. Per quanto mi riguarda sono francamente disorientato: da un lato mi sono evidenti le conseguenze dannose di un bipolarismo muscolare, che costringe gli Italiani a comportarsi da Guelfi e Ghibellini, gli uni sempre contro gli altri armati e costringe un partito come il P.D. Ad alleanze non “naturali”. D'altra parte sono anch'io abbastanza avanti in età per aver visto i limiti di un proporzionalismo all'italiana con governi che si facevano la sera e si disfacevano nottetempo. E con il proporzionalismo non verrebbe meno la ragione sociale del P.D., che ha l'ambizione di non rappresentare un solo gruppo sociale, né una sola istanza culturale, come avveniva appunto nel secolo scorso? Allora? Essenziale, se è chiaro l'invito implicito nelle parole di Fiori, che si sviluppino a fondo gli spunti segnalati nell'articolo, con la consapevolezza che nessuno ha finora una ricetta vincente in testa. Certamente la legge elettorale, altrimenti definita “porcellum” è da cambiare. In questo senso un governo senza Berlusconi potrebbe fare qualcosina in tale direzione. Invito quindi l'amico Adamoli a tenere vivo il dibattito sulla questione sollevata da Camillo Massimo Fiori, perchè è fondamentale discutere, discutere, discutere! Cordialmente Mariuccio Bianchi
Scritto da Mariuccio Bianchi il 11/12/2010 alle 20:02
Sono multitasking. Posso fare più operazioni contemporaneamente. In questo momento sto scrivendo con la destra, sistemando un grafico per il trading con la sinistra e battendo il tempo della musica in cuffia con un piede (l’altro è fermo ma potrei palleggiare con una piccola sfera, sarei completo). Sono multifunzionale, dinamico, complesso: sono un esponente paradigmatico di questa società. Il mio sport preferito è il baseball, le partite si dividono in nove frazioni di gioco ma posso contare anche su innumerevoli extra innings. Il calcio non fa per me: ha solo due tempi, roba ottocentesca. Io sono avanti, moderno. Sono complesso. Mi piacciono le donne ma sono innamorato anche del mio cavallo. Vorrei adottare un figlio, magari due o tre. Non con mia moglie ma con Prince, il mio baio oscuro. E’ giusto che tutti possano farlo: uomo con donna, donna con donna, uomo con uomo, uomo con cavallo. Uomocavallo. Centauro. Mitologia. Olimpo. Dei (penso velocemente, accosto nomi, associo concetti, sono più svelto di uno speaker del Tg5). Sono pagano per abbracciare più dei, uno non mi basta (ma anche il dio cristiano non scherza in quanto a multifattorialità e da uno si è fatto trino). Sono moderno, sono complesso, sono multi e siamo tanti, siamo tutti. Partiteiva, dipendenti, indipendenti, lavoratori neri, lavoratori negri, precari, evasori, sindacalisti, fannulloni, bamboccioni, pensionati, congelati, atei, agnostici, credenti, credevano ma si sono ricreduti, osservanti, osservatori, etero, omo, omofobi, pedofili, contemplativi, animalisti, vegetariani, crudisti, cacciatori, vegani, truffatori, fumatori, scambisti, salutisti, chipiuneà, piunemetta. Bipolarismo, tripolarismo, tetrapolarismo non ci basterebbe neppure un sistema ragniforme. Vogliamo rappresentanza, vogliamo rappresentarci. Vogliamo esserci tutti, tutti con un proprio partito. Vogliamo un parlamento allargato, come le famiglie moderne, le famiglie multi. Vogliamo un governo ipertrofico, un ministro a testa. Siamo multi, multiteste. Questa è pluralità! Questa è democrazia compiuta! E speriamo che sia davvero compiuta, finita ...
Scritto da Filippo Valmaggia il 11/12/2010 alle 21:31
Condivido le righe finali di Adamoli. Attenti a non fare passi indietro. Se si chiude con il sistema bipolare si torna al proporzionalismo puro. Una volta con le ideologie era forse tutto più controllabile perchè le alternative erano chiare mentre oggi vincerebbero le zone grige nelle quali si annidono gli opportunisti. Succede già con questo sistema, figuriamoci dopo.
Scritto da Gasperini Mario il 11/12/2010 alle 22:27
La fotografia che accompagna il post è stata scelta bene. Riporta il punto in cui si è giunti con questo sistema. Si può dire che anche tanti anni fa succedeva tutto questo, ma era per ragioni ideologiche mentre oggi è per ragioni di contrapposizione di potere.
Scritto da Michele S. il 11/12/2010 alle 22:47
Lucidissima l'analisi di Fiori: o il PD si orienta con decisione a costruire insieme a tutto il moderatismo post berlusconiano i pilastri della Terza Repubblica, liberandosi una volta per tutte di Di Pietro (e magari facendosi anche carico di qualche ragione che alberga in casa leghista, pur fra mille torti), oppure verrà fatalmente disarticolato - prima che rottamato da qualche giovane democratico - dalle opposte forze d'attrazione di Vendola e del trio Fini/Casini/Rutelli, a partire da Milano.
Scritto da Fabrizio Simonini il 12/12/2010 alle 08:59
Il bipolarismo con questo premio di maggioranza enorme che assegna il 55% dei seggi alla coalizione che magari prende il 35% dei voti è assurdo. Bisogna cambiarlo.
Scritto da Iscritto Busto il 12/12/2010 alle 09:59
Chi vuole il sistema proporzionale vuole dare spazio al terzo polo. Questa è la mia valutazione. Per questo sono incerto. Da una parte sono tentato, dall'altra ho paura che il terzo polo possa alla lunga giocare a favore del centro destra, soprattutto per la presenza di Fini. La prudenza di Adamoli mi fa molto pensare. Ha ragione Mariuccio Bianchi: teniamo aperta la riflessione.
Scritto da Gaetano N il 12/12/2010 alle 13:47
Sono più d'accordo con Adamoli che con Fiori ma ritengo che il suo articolo contenga non solo provocazione ma anche considerazioni da non prendere sottogamba per l'aspetto culturale che mette in luce.
Scritto da Vittorio il 12/12/2010 alle 14:25
L’interessante articolo di C. M. Fiori – a mo’ di pot-pourri - sfiora diversi temi, sia sociologici che politici. Subito mi pongo una domanda: “E’ veramente così fondamentale la legge elettorale? E’ attraverso di essa che si pensa di risolvere una “crisi di senso?”. In verità, sappiamo tutti bene che è in crisi la politica mentre i partiti sopravvivono come APPARATI senza più una direzione di senso e con l’unica finalità di autoriprodursi e di conservare i propri uomini. Anche la riflessione di Fiori presenta il limite di invertire il “mezzo” con il “fine” riproponendo la centralità e la priorità della riforma elettorale (che è il “mezzo”) ancor prima del “fine”, ovvero la riforma della politica e, ahimè, della classe politica. Per citare il filosofo argentino Enrique Dussel (“Polìtica de la liberaciòn – Volumen II – Editorial Trotta - 2009) “l’autoreferenzialità quale ultima istanza della ‘potestas’ (ovvero l’esercizio delegato del potere politico istituzionalizzato) rappresenta l’esercizio feticizzato e corrotto del potere politico” (se vi fidate della mia traduzione …). Quindi, quello su cui dobbiamo riflettere non è “come” i partiti si debbano rappresentare nelle istituzioni ma “cosa” i partiti rappresentino effettivamente della società. Sino alla “prima repubblica” i partiti rappresentavano ideologie che “scrivevano” nei loro simboli (PCI, DC, PLI, PRI, MSI, PSI, ecc.). Oggi cosa rappresentano? Nel caso dei partiti minori, solo personalismi. Infatti, è molto frequente il nome del politico di turno inscritto nel simbolo (Casini, Fini, Pannella, Bonino, Di Pietro, Rutelli, Sgarbi, ecc.). Riguardo ai partiti maggiori (PDL e PD), l’identità è affidata a parole-chiave (libertà e democrazia) che sono così altamente e genericamente simboliche da non identificare nulla. Infatti, nel PDL se togliamo Berlusconi non rimane nulla e nel PD non passa giorno che non ci si domandi chi veramente siamo. Insomma, lo spazio politico è affollato di APPARATI ma la politica è in un altro luogo ….. Mi piace la riflessione di @Mariuccio Bianchi – come sempre acuta e garbata nel contempo - e gli interrogativi che pone.
Scritto da Mafalda il 12/12/2010 alle 15:27
@Filippo, come al solito esilarante il tuo commento. Nel raffigurarti come un Mandrake multitasking sulla strada dell’ipertiroidismo, hai utilizzato anche un ritmo rap. Bravo. Non escludo appartenga (anche tu) al poliedrico segno dei Gemelli ;-) ….. Devo dirti che a me piace molto la società “multi” che hai ben descritto (cavallo compreso …) anche se io preferisco immaginarla “pluri” e più attenta alla qualità che alla quantità, alle differenze che all’omologazione. Sicuramente meglio di quella “mono” che tu chiaramente auspichi dopo la fine della democrazia. Ora, non pensare che io, da buon Pollicino (come tu stesso mi hai definita), stia raccogliendo un tuo sassolino. E’ impossibile ciò, in quanto tu non semini sassolini bensì veri e propri menhir che ho sempre fatto raccogliere ad altri commentatori …Me ne guardo bene a raccoglierli ….. Poi, devi sapere che io non sono caduta da piccola (come è accaduto a te, Obelix Filippo) nella pentola del druido Panoramix e quindi non avrei la forza fisica per sollevarli ;-) Se proprio sassolini vuoi seminare, devi sapere che l’evoluzione della confetteria (altra degenerazione consumistica della golosa società democratica) chiama “sassolini” (o “ghiaia” o “pietruzze”) alcuni confetti che hanno, appunto, queste forme e colori. Sono molto buoni. Non contengono semplicemente pregiata “mandorla avola” ma un “multi” di ingredienti (basta non leggerli o non inorridire alla loro lettura). Inoltre, mangiarli con parsimonia … Ebbene, avrai una tua confetteria di fiducia …..potresti pensare di seminare questi. Io li raccoglierei ….. Poi ci sarebbero i proverbiali sassolini nella scarpa ….. ma questa è un’altra storia. Mi scuso con Adamoli per questa divagazione semiseria.
Scritto da Mafalda il 12/12/2010 alle 16:47
Valmaggia stavolta mi hai fatto proprio ghignare. Che tirata a Fiori! Ma guarda che è la persona più colta e preparta che leggiamo qui. E non ti illudere, la democrazia è imbattibile. Io penso ci voglia più partecipazione per avere maggior controllo diretto. Più siamo partecipativi e rappresentati e meglio è.
Scritto da Ranuccio il 12/12/2010 alle 16:48
@Filippo Valmaggia - Divertente e paradossale la tua prosa. Una bella presa in giro della cosiddetta "società complessa". Il fatto è che il problema della "rappresentanza" è concreto e reale. Provo a girarlo dal lato serio. Non bisogna sbriciolare l'offerta politica ma essere in grado di compiere delle sintesi che possibilmente non lascino ai margini delle parti sociali significative. Questo è il problema che @Fiori ha messo sul tavolo da par suo (condivido il giudizio di @Ranuccio e per questo lo ospito spesso).Ce la possono fare due soli schieramenti, sia pure plurali come si usa dire oggigiorno? Oppure bisogna differenziare di più l'offerta eletorale allo scopo di avere più rappresentanza e più governo? Il dibattito è solo all'inizio. Spero che non prevalga, come troppo spesso avviene, il tatticismo e il respiro corto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/12/2010 alle 16:52
@Alfred aveva posto lo stesso problema ripreso poi da @Mafalda. Si tratta, nientemeno, della riforma della politica italiana e, per quanto ci riguarda, della politica di centrosinistra (aggiungo "centro" per non fare confusione con la sinistra tradizionale che in Italia ha fallito). Il discorso sul "senso", sulla identità, sulla direzione di marcia è del tutto pertinente. Dire che il Pd (che è nato per questo) stia raggiungendo lo scopo è soltanto un'enfasi propogandistica. Il problema è ancora aperto a varie soluzioni. Questo bipolarismo ha fallito. Su questo concordo. La mia idea è che la legge elettorale non sia affatto uno strumento neutro e che debba essere funzionale proprio alla madre di tutte le riforme. Il suggerimento di @Mariuccio Bianchi di tenere aperta la riflessione per me è già accolto. Il mio amico @Massimo, che ringrazio per il suo contributo, è preavvertito.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/12/2010 alle 17:01
@ Mafalda. Anche tu gallofila? A me divertivano i personaggi di Goscinny e Uderzo; mi divertiva soprattutto la messa in ridicolo dei romani. Però non sono un confettologo come te. Giuseppe scuserà anche le mie divagazioni.
Scritto da Filippo Valmaggia il 12/12/2010 alle 21:19
Ha ragione chi afferma che la responsabilità è della politica più che del sistema elettorale. Prodi nel 1996 e Berlusconi nel 2001 e nel 2008 hanno avuto maggioranze ampie. Solo nel 2006 Prodi ha ottenuto una buona maggioranza alla Camera e invece pochi parlamentari in più al Senato. La legge elettorale ha messo i governi, salvo una volta, nelle condizioni di governare, sono stati i partiti e le coalizioni a non saperlo fare. La crisi sta lì.
Scritto da Roseto senza rose il 12/12/2010 alle 21:49
C'è qualcuno che mi aiuta a capire se l'eventuale terzo polo potrebbe essere un vantaggio o uno svantaggio per il centro-sinistra?
Scritto da Alessia il 12/12/2010 alle 23:01
Piuttosto che continuare così penso che sia meglio correre l'avventura di cambiare il sistema. Sono abbastanza disgustato dalla politica in generale di destra e di sinistra.
Scritto da Cittadino deluso il 12/12/2010 alle 23:54
Gentile Adamoli, alcune osservazioni: 1)Questa legge ettorale ha creato l'effetto, paradossale, della "dittatura delle minoranze" (chi non ci crede si vada a vedere come si dividono, in percentuale, i votanti). 2)Il bipolarismo appartiene alla storia di alcuni paesi, vedisi l'Inghilterra, non alla storia dell'Italia, dove l'abbiamo deciso per essere "più moderni". 3)Parlamentari nominati dall'altro, pur se giovani, tenderanno per forza a diventare degli yesmen acritici su ogni scelta.
Scritto da Carlo il 13/12/2010 alle 10:25
Insieme a Fiori hai stimolato un bel dibattito su questa politica ormai decadente e sulla necessità di un suo rinnovamento. Quoto integralmente quanto scritto da @Mafalda: gli apparati (per usare un termine che usa lei) stanno paralizzando ideali e programmi, in un declino ormai evidente. A poco basterà la riforma della legge elettorale. Occorre riformare l’uomo politico. Questa è la nostra sfida. Leggerò con interesse le tue riflessioni umane e politiche che presenterai questo giovedì a Varese, certo di scorgervi non solo la tua esperienza ma anche una lucida lettura della società lombarda dell’ultimo trentennio. I commenti di @Valmaggia, spesso, si leggono molto volentieri, tranne nei casi in cui è sprezzante verso il genere umano e, quindi, non condivisibile. Ma ancor più piacevole è la lettura del secondo commento di Mafalda che lo provoca con intelligenza e finezza. La metafora dei menhir è stupenda. Sono proprio così alcuni commenti di Valmaggia, pesanti come dei macigni, che è bene non raccogliere e, soprattutto, non “dargli un nome”, quel nome che ha mietuto milioni di vittime innocenti. Forse proprio per questo riferimento, Valmaggia, nel rispondere a Mafalda, l'ha semplicemente relegata quale esperta di una “femminile fenomenologia dei confetti" ...
Scritto da Leonardo C. il 13/12/2010 alle 11:10
La domanda di @Alessia è anche la nostra.
Scritto da Rosella e Carlo il 13/12/2010 alle 11:38
Ho sempre diffidenza verso i blog politici. Questo esce dalla solita routine E' più un forum che un blog normale. Ma quanto durerà? Scommetto solo qualche mese. Comunque auguri.
Scritto da Giordano il 13/12/2010 alle 11:53
@Alessia, Rosella e Carlo - La domanda sulle conseguenze che il terzo polo, o polo della responsabilità o come diavolo si chiamerà, avrà sul centrosinistra è difficile e, da parte mia, merita un commento articolato e non brevissimo. Dirò qual'è la mia impressione (niente di più) nei prossimi giorni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/12/2010 alle 22:53
Caro Leonardo, oltre a leggere le mie riflessioni in "Cuore e Regione", spero che tu possa essere presente giovedì sera a Varese.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/12/2010 alle 23:03
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