Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 4/1/2011 alle 15:54


Fantastica settimana di montagna e di sci. Tempo e neve entusiasmanti. Ringrazio il Cielo di poter godere di queste bellezze. Un’immersione suggestiva nella cultura alpina parlando con guide ed esperti del soccorso d’alta quota. E la solita lamentela, molto giustificata. Diminuisce la conoscenza delle Alpi e delle Prealpi, l’amore per la propria terra.  Aumenta solo la passione per gli impianti moderni di risalita, per i progressi tecnologici dei materiali utilizzati.
Che cosa si può fare per invertire la tendenza? Occorre più formazione anche nelle scuole. Le strade sono tante, alcune impegnative, altre meno. Il modello più ambizioso è quello francese: settimane culturali multi-sport. Per l’inverno, ad esempio, sci di discesa, di fondo, passeggiate nelle valli con le ciaspole o senza. Il tutto intervallato da addestramenti sulla/e con la natura alpina.
I problemi sono due. Il primo è il costo di queste iniziative. Servono convenzioni economicamente convenienti nei periodi di basso turismo. La discriminazione monetaria è tra quelle più odiose e va evitata. Il secondo è la rigidità dell’organizzazione scolastica. Ma alcune Regioni e Province del Nord questi problemi potrebbero almeno affrontarli ricercando una maggiore flessibilità. Ci sono anche modelli più blandi e alla portata di tutti. La mia delusione è che non fanno parte di quasi nessuna agenda pubblica.
Quando qualcuno di noi, negli ani scorsi, proponeva in Regione questa discussione, la reazione era sempre la stessa. Risolveremo tutto con il federalismo fiscale. Di questi slogan comincio ad avere la nausea. Contano i soldi, certamente, ma conta altrettanto il giusto approccio culturale. E un sano concetto di autonomia e di attaccamento territoriale. Se proprio è necessario chiamiamolo pure federalismo. 

Categoria: Lombardia
Commenti dei lettori: 26 commenti -
Il federalismo è e deve essere amore per la propria terra. Se pensi in questa maniera non capisco come fai ad avere quasi la nausea per il federalismo. C'è qualcosa che non va nel tuo ragionamento.
Scritto da Bossiano doc il 4/1/2011 alle 17:41
Non pretenderà mica che la scuola italiana sia in grado di organizzare quello che fanno in Francia, Svizzera e Austria? Va bene la fiducia e l'ottimismo ma questa sarebbe pura ingenuità.
Scritto da Daniela S. il 4/1/2011 alle 17:52
Non ho nessuna speranza che il federalismo che stanno mettendo in piedi abbia a che fare con i concetti espressi nel post. La cultura autonomistica evocata potrebbe essere un realtà indipendentemente dalla sua formalizzazione in una legge. Negli USA era antecedente alla creazione dei 50 stati federati. La stesso dicasi per la Germania, per non parlare della Svizzera. Immaginare che una legge possa inventare una cultura politica e istituzionale è un errore. Può favorirla, non crearla da zero.
Scritto da Roseto senza rose il 4/1/2011 alle 18:30
L'attacamento al proprio territorio dovrebbe nascere in famiglia e nelle scuole. Quest'ultime potrebbero fare molto pur con il pochissimo di cui dispongono: prima di tutto, accanto alla geografia del mondo (ma la si studia ancora visto lo scarso livello generale in materia?) si dovrebbe approndire quella del proprio territorio ( fiumi, laghi, monti) e poi alcune uscite mirate e incontri con agricoltori, guardiaparco, pastori. Con chi ( tanti) continua a far vivere quei luoghi nonostante tutto.
Scritto da cesare chiericati il 4/1/2011 alle 19:12
Adamoli, non fare il di più. Nel tuo partito l'attaccamento alla propria terra è un elemento poco riconoscibile. C'è un tuo collega onorevole che sbiascica qualcosa di federalismo solo dopo aver sentito cosa ha detto Maroni il giorno prima. Molti altri sono vecchi "internazionalisti" riciclati che non sanno neanche dove sta di casa il federalismo. Guarda in casa tua prima di parlare. Ricordati che hai scritto il nuovo Statuto regionale perchè la Lega e Formigoni te lo hanno permesso.
Scritto da Un leghista il 4/1/2011 alle 19:18
Un post interessante, propositivo. "Rendiamo più bella la terra che lasceremo", scrive oggi un giornalista. E ricorda che "Bibbia e cibo, amicizia e quiete, terra ed amore sono argomenti complessi e all'apparenza dismogenei" e che sta a ciascuno di noi "armonizzarli in un unico egrande inno alla vita e a Dio". Un tocco si spiritualità che non guasta e che è gradito ed accettato anche da noi, non praticanti, innamorati della Natura. A partire dall'amore per la propria terra.
Scritto da Amici di Robecco sul Naviglio il 4/1/2011 alle 19:39
Cesare Chiericati cita iniziative poco costose (quelle meno impegnative nel post di Adamoli) che sono attuabili fin da subito. Perchè non si fanno? Qui non c'entra per niente il federalismo ma una vera cultura del territorio, tanto sbandierata quanto negletta.
Scritto da Mario Contini il 4/1/2011 alle 20:30
@ Un leghista: Se fossi a conoscenza di cosa stai parlando, dovresti ben sapere che sono stati proprio centrosinistra e PD le uniche forze politiche ad agire positivamente nella direzione del federalismo. Oltre al completamento dello Statuto della Lombardia da parte di Giuseppe Adamoli (e meno male che ci si è messo lui, perché se aspettavamo Lega e Formigoni chissà quando lo avremmo avuto), ci sono anche stati: - il disegno di legge Bassanini del 1997, che concedeva maggiore autonomia agli enti locali - la legge di riforma costituzionale n. 3 del 2001 (studiata dal governo Amato), che introduceva nella Costituzione il concetto di federalismo - la bozza Violante, che prevedeva un "Senato federale" e usata come base di partenza dall'attuale maggioranza per la presunta riforma del federalismo
Scritto da pino s. il 4/1/2011 alle 20:41
@ Amici di Robecco sul Naviglio. Non meravigliatevi più di tanto. Spriritualià e natura vanno a braccetto.
Scritto da Nicora Luigia il 4/1/2011 alle 21:48
Boston, ore 3.45 a.m.: suona la sveglia come ogni giorno. Inizia così la giornata di un giovane italiano di 18 anni (mio cugino) che studia a Boston e risiede presso una famiglia americana nei sobborghi della città. Alle 4.30 passeranno a prenderlo e insieme ad altri giovani si accingerà ad iniziare il suo pre-scuola all’insegna dello sport: jogging, esercizi di riscaldamento e, alle 6, via a pagaiare sulle acque del fiume Charles. Infine, una doccia. E poi, a scuola. A quell’ora, in Italia sono le 9.45 e i nostri ragazzi si stanno predisponendo a consumare la merenda di metà mattina a base di grassi idrogenati, lieviti chimici e latte in polvere di dubbia provenienza, in una scuola ove l’educazione fisica è residuale quanto quella civica. Beninteso, l’America non sarà tutta così né io ho il culto “veltroniano” degli States ma questo mio riferimento è per evidenziare la distanza tra due diverse realtà occidentali. Nel nostro Paese, purtroppo, non viene insegnato che la qualità della vita individuale e sociale passa attraverso un buon rapporto con se stessi e con il proprio corpo, con gli altri e con la natura. Il nostro guaio è che stiamo poco all’aria aperta. E non siamo più stupefatti dinanzi alla natura. E che i nostri paesi sono, ormai, inglobati nella città metropolitana milanese. Canta Guccini: “Poveri bimbi di Milano dall' orizzonte sempre coperto, povera sete di libertà costretta a vivere nel deserto. Poveri bimbi di Milano dalle musiche come un motore, col più terribile dei silenzi la solitudine del rumore”.
Scritto da Mafalda il 4/1/2011 alle 22:16
@ cesare chiericati. Chiericati, cosa ti è successo? Hai scritto malissimo, non è da te. D'accordo, sarai ancora in qualche baita con grolla e tutto il resto...
Scritto da Ranuccio il 4/1/2011 alle 22:29
Caro Adamoli, mi permetto di chiamarla così perchè da molto tempo sono una lettrice affezzionata del blog. Le ripeto una cosa che ogni tanto diciamo io ed altri/e. Scriva di più su questi problemi sociali e meno di Pd-primarie-elezioni-partiti vari. Forse conquisterebbe ancora più seguito.
Scritto da Giacomina il 4/1/2011 alle 23:09
@Mafalda descrive una bella realtà che non è tanto comune nemmeno negli Stati Uniti e nemmeno a Boston che è la città universitaria e giovane per eccellenza. Tuttavia il modo di immergersi nella natura e nelle pratiche naturalistiche da parte della scuola americana, dai gradini più bassi a quelli più alti, è sicuramente diverso e migliore del nostro. Dotarsi di un progetto ambizioso, come quello americano o quello francese, aiuta sempre, ma io mi accontenterei delle iniziative più modeste proposte da @Cesare Chiericati. Purchè qualcosa si muova nella dirazione giusta.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/1/2011 alle 11:33
@ Pino S. Vuoi farci credere che il Pd è tutto federalista? Faccio una piccola e incerta eccezione per Adamoli che è sempre stato in regione e ha sviluppato una certa mentalità federale ma la gran parte degli altri è centralista. Questa è la realtà.
Scritto da Un leghista il 5/1/2011 alle 12:00
Eh si, ogni cosa utile è rimandata a dopo il federalismo fiscale. Temo che sarà una gran delusione per molti, anche leghisti come ero io una volta.
Scritto da Albertone da Giussano il 5/1/2011 alle 12:34
In effetti, io ho descritto un'estremizzazione americana che anche un giovane italiano è “costretto a subire” (il virgolettato è doveroso in quanto non gli è stato imposto di studiare in America bensì è stata una scelta sua). Come già scrivevo ieri, è vero che non tutta l'America è così. Però è anche vero che in molte scuole americane si pratica attività sportiva al pari di una preparazione atletica di primo livello. E a me pare esagerato …. Anche i suoi genitori non sono entusiasti di saperlo già in piedi così presto ben 4 giorni su 7 (il sonno è importante, alle 3.45 si dovrebbe dormire almeno ancora tre ore …). Inoltre vorrebbero riaverlo in Italia. Purtroppo (aggiungo io) sono gli effetti prodotti dalla “sirena Obama” sui giovani democratici di oggi, al punto che alcuni di questi decidono di studiare in America. Io sono perplessa …. Forse perché non sono cittadina come questi miei cugini. O forse perché ho un forte “attaccamento territoriale”: mi piace il mio paese e, nonostante tutto, anche il Paese Italia.
Scritto da Mafalda il 5/1/2011 alle 17:06
Cara Mafalda, quando penso all’America e all’amore per la propria terra, non penso a un jogger di Boston ma rileggo questo immaginifico e meraviglioso discorso di un Capo pellerossa: “Il Grande Capo di Washington [il presidente degli Stati Uniti] ci manda a dire che desidera comprare la nostra terra. Come si possono comprare il cielo e il calore della terra? Per noi è un' idea strana. Se non possediamo la freschezza dell'aria e lo scintillio dell'acqua, come possiamo acquistarli? I morti dell'uomo bianco dimenticano la terra dove sono nati quando vanno a camminare fra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai questa magnifica terra, perché essa è parte dell'uomo rosso. Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono le nostre sorelle; il cervo, il cavallo, la grande aquila...questi sono i nostri fratelli. Le creste rocciose, gli umori dei prati, il calore dei pony e l'uomo...appartengono tutti alla medesima famiglia. Così, quando il Grande Capo a Washington manda a dire che vuole comprare la nostra terra, chiede molto .. perché questa terra ci è sacra. Qui e ora faccio di questa la prima condizione...che non ci venga negato il privilegio di recarci a visitare, indisturbati, le tombe degli antenati, degli amici e dei figli. L'acqua scintillante che scorre nei fiumi e nei torrenti non è semplice acqua, ma il sangue dei nostri antenati. Se vi vendiamo la terra, dovete ricordare che è sacra, dovete insegnare ai vostri figli che è sacra e che ogni pallido riflesso nell'acqua limpida dei suoi laghi racconta gli eventi e le memorie della vita della mia gente. Il mormorio dell'acqua è la voce del padre di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli; essi spengono la nostra sete. I fiumi trasportano le nostre canoe e nutrono i nostri bambini. Se vi vendiamo la nostra terra, dovete ricordare e insegnare ai vostri figli che i fiumi sono nostri fratelli...e vostri; dovete quindi trattare i fiumi con la gentilezza che avreste per un fratello.Nelle città dell'uomo bianco non c'è un posto tranquillo, un posto dove ascoltare le foglie che si dischiudono in primavera e il frinire delle ali di un insetto. Ma, forse, è perché sono un selvaggio e non capisco. Il frastuono delle vostre città ferisce le nostre orecchie... I pellerossa preferiscono il soffice sospiro del vento sulla superficie dello stagno e l'odore di quel vento, lavato dalla pioggia di mezzogiorno o profumato dalla resina dei pini. Per l' uomo rosso l'aria è preziosa, perché tutte le cose dividono il medesimo respiro; l'animale, l'albero, l'uomo...dividono tutti lo stesso respiro. L'uomo bianco non sembra far caso all'aria che respira. Come l'uomo che agonizza, non si accorge del proprio fetore. Ma se vi vendiamo la nostra terra, dovete ricordare che per noi l'aria è preziosa, che lo spirito dell'aria è lo stesso della vita che essa sostiene. Il vento che ha dato a mio nonno il primo respiro ha raccolto anche il suo ultimo sospiro. E se vi vendiamo la nostra terra, dovete mantenerla separata e sacra, un posto dove persino l'uomo bianco possa assaporare la brezza addolcita dalla fragranza dei fiori... L'uomo bianco deve trattare gli animali di questa terra come fratelli. Io sono un selvaggio e non capisco nessun altro modo di vivere. Ho visto i bufali marcire a migliaia nelle praterie, uccisi dall'uomo bianco che passava sul treno. Io sono un selvaggio e non capisco come il cavallo di ferro fumante possa essere più importante del bufalo che noi uccidiamo solo per sopravvivere. Cos'è l'uomo senza gli animali? Se tutti gli animali sparissero, l'uomo morrebbe di una grande solitudine dello spirito. Perché tutto quello che accade agli animali presto accade all'uomo. Tutte le cose sono collegate. Dovete insegnare ai vostri bambini che il terreno sul quale camminano è formato dalle ceneri dei vostri nonni. Affinché rispettino la terra, dite loro che è ricca delle vite della vostra gente. Insegnate ai vostri bambini quel che noi abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è la nostra madre. Quel che avviene alla terra, avviene ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su loro stessi. Questo noi lo sappiamo: non è la terra che appartiene all'uomo, ma l'uomo alla terra. Questo lo sappiamo. Tutte le cose sono collegate, some il sangue che unisce i membri di una stessa famiglia. Tutte le cose sono collegate. Quel che avviene alla terra, avviene ai figli della terra. L'uomo non tesse la sua trama della vita, ne è semplicemente uno dei fili. Qualsiasi cosa fa alla tela, la fa a se stesso. Se vi venderemo la nostra terra, amatela come noi l'abbiamo amata. Curatela come noi l'abbiamo curata. Conservate nella mente il ricordo di questa terra, così com'è, quando la prenderete.”
Scritto da Filippo Valmaggia il 6/1/2011 alle 09:13
@Filippo Valmaggia - Grazie di questo bellissimo brano. E' il canto sublime dell'Uomo Selvaggio. Selvaggio? Mah! Me lo ricordavo solo molto vagamente. L'avevo studiato per l'esame di antropologia culturale a Trento tanti anni fa. Ma la mia scuola è sempre stata, purtroppo, una scuola serale. Avevo tempo solo di leggere, non di meditare. E' un pezzo lungo, forse troppo per i ritmi di un blog, ma ne consiglio a tutti la lettura.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/1/2011 alle 11:51
Mi inchino davanti al Grande Capo Filippo, che ci ha offerto una memorabile pagina. Ogni parola rimanda ad un pensiero commovente. Non basta leggerla una sola volta. Grazie!
Scritto da Mafalda il 6/1/2011 alle 14:27
Tempo fa, circa un anno fa?, fummo i primi ad apprezzare la forma ed il contenuto dei commenti di Filippo Valmaggia e che la sua presenza arricchiva il blog. Egli rispose di essere sorpreso del nostro giudizio positivo su di lui, visto che, scriveva, in genere riceveva ben altro genere di risposte. Onore al merito a chi sa coinvolgere e convincere e gratificare di quella ricchezza intellettuale il blog: anche questo è parte di "quel" carisma di cui Adamoli parla oggi in altro post.
Scritto da L. & B. il 6/1/2011 alle 18:37
@ L&B. E' vero. E ancora oggi sono sorpreso (e grato). p.s. anche Rosella e Carlo mostrarono da subito un certo apprezzamento
Scritto da Filippo Valmaggia il 6/1/2011 alle 18:52
@Filippo Valmaggia. Rosella e Carlo sono parte di quella "banda", anche se su posizioni... autonome. Dal loro pc partono i commenti di vari amici ed amiche che esprimono i loro pensieri, tenendo sempre presente una regola basilare e irrinunciabile: il rispetto assoluto, sempre, della persona. L'occasione per un cordiale saluto e l'augurio di un ottimo anno nuovo, ogni giorno dell'anno!
Scritto da L. & B. (2) il 6/1/2011 alle 23:17
Le scuole, nel mio comune, con sostegno amministrazione comunale,fanno gite locali.Anche in vicini in rifugi sulle prealpi, con pernottamento a volte. Tutti contenti. Serve la collaborazione con le associazioni e chi tutela/lavora. Conoscere è il passo indispensabile per conservare e migliorare. Il territorio è la nostra ricchezza. Scrivo dal bosco, pochi km da Como, dove ci riscaldiamo con la legna, e l'acqua del rubinetto è quella del cielo raccolta in una cisterna. Si sta bene.
Scritto da FrancescoG. il 7/1/2011 alle 16:56
@FrancescoG. Ci hai notevolmente incuriositi; sembra infatti che tu scriva e abiti (stabilmente?) in un altro mondo, sicuramente in una terra che ami tantissimo perchè tantissimo offre. Una simbiosi ideale ma che crediamo momentanea, di una parentesi di vacanze... O no?
Scritto da L. & C. il 7/1/2011 alle 20:42
@ L. & C. Scusate il ritardo nella risposta e grazie dello spunto. Sono comasco. Sono assessore nel mio paese, Maslianico, presso Como. Da luglio (matrimonio) viviamo in periferia di Como. Un ritorno.Scrivevo dal Bisbino,dove ho vissuto nel 2008. Un luogo "dei nost vecc". Da bambino ci passavo le vacanze estive con la famiglia: semplici e "selvatiche".Le mie zone offrono molto, tra lago e monti. Hanno ancora un potenziale enorme inespresso e si cerca di fare qualcosa per sfruttarlo.Visitatele!
Scritto da FrancescoG. il 12/1/2011 alle 13:44
@FrancescoG. Grazie per il gradito riscontro. Mettiamo in buona nota la tua proposta per conoscere questa parte della nostra terra lombarda e riscoprire davvero la bellezza di quanto ci è tanto vicino e che non vogliamo forse voler vedere ed apprezzare e quindi ad amare. Qualcuno della nostra combriccola prima o dopo passerà e... sicuramente passerà parola. Un cordiale saluto. Legnanesi & Bustocchi.
Scritto da L. & B. il 13/1/2011 alle 22:29
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