Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 10/2/2011 alle 14:25

  

La discussione sulla festa del 150° dell’unità d’Italia sta assumendo aspetti paradossali e perfino grotteschi. Umberto Bossi tuona che il 17 marzo bisogna andare a lavorare per onorare l’anniversario. Non è la giornata lavorativa che mi irrita ma la motivazione: una bella presa in giro l’uso del verbo “onorare” sulle labbra del leader leghista.
Mi vengono alla mente i manifesti che mi avevano tanto colpito da giovane quando, dopo viaggi tremendi, ero stato a Mosca e a Dresda. Erano cartelloni piazzati fuori delle stazioni ferroviarie e in altri luoghi molto frequentati che portavano bene in evidenza fotografie e nomi di lavoratori esemplari che sacrificavano i sabati e le domeniche per fare grande la patria comunista. Là c’era un’ideologia malata e la grandezza della tragedia. Qui c’è la grossolanità della farsa.
 
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 40 commenti -
Bossi è spesso (non sempre) un ciarlatano. Siete voi del Pd di Varese che non lo contrastate mai.
Scritto da Umbertone il 10/2/2011 alle 15:17
Caro Giuseppe, è veramente squallida e meschina l'ultima polemica, innescata da Marcegaglia e rilanciata da Calderoli e dal suo leader maximo Bossi, in merito all' inopportunità, secondo loro, di perdere una giornata di lavoro il 17 marzo per celebrare l'anniversario dell'unità nazionale. Che Bossi, Calderoli ed i leghisti in genere siano allergici a tutto ciò che richiami loro un'identità culturale, maturata certo in secoli di divisione e frammentazione politica, ma non per questo meno apprezzabile, non stupisce. Che la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, usi pretestuosamente la non brillante condizione della nostra economia, per preoccuparsi di una eventuale giornata in meno di produzione, mi sembra ridicolo e tragico. Ridicolo perchè, per combinazione di calendario, nel 2011 ci saranno già meno festività di altri anni; tragico perchè evidenzia come coloro che dovrebbero costituire la classe dirigente, ancora una volta non si dimostrano all'altezza del compito. Se poi a Calderoli, Bossi ed a Marcegaglia aggiungiamo il presidente della provincia autonoma di Bolzano, il quale, dichiarando di appartenere ad una "minoranza austriaca", costretta a vivere in territorio italiano, non intende celebrare il 17 marzo, c'è da essere sconfortati e indignati. Sconfortati per il rifiuto di questi signori a riconoscersi in una comunità culturale e civile più vasta delle loro piccole e presunte patrie; indignati perchè costoro, non parlo della Marcegaglia, contribuiscono agli sprechi della aborrita "Roma ladrona" con i loro lauti emolumenti, con le loro esagerate indennità, con i loro eccessivi e scandalosi benefit. Spero proprio che lavoratori e pensionati, i quali stanno tirando la cinghia, o perchè in cassa integrazione o perchè il potere d'acquisto di salari o pensioni diminuisce ogni giorno di più, si comportino diversamente da Bossi, Calderoli, Marcegaglia,.Durnwalder, festeggiando, anche sobriamente, con la maggioranza degli Italiani un momento essenziale della storia comune. Mariuccio Bianchi
Scritto da Mariuccio Bianchi il 10/2/2011 alle 16:17
Giuseppe, il 17 marzo dalle finestre di casa mia sventolerà il tricolore, come avviene da anni il 25 aprile , il 2 giugno e il 4 novembre ! Sui problemi irrisolti dell'Italia unità si deve discutere e trovare soluzioni lungimiranti. Ciò che non può essere discusso é il sintemento di gratitudine verso le generazioni che ci hanno preceduto e che hanno costruito un paese di cui andiamo orgogliosi . Berlusconi e Bossi non possono neppure scalfirlo quest'orgoglio: ha radici antiche e solide !
Scritto da giovanniderosa il 10/2/2011 alle 16:41
Sior Adamoli, lù che le stat a Mosca (sul seri??? prima o dopu el 1989?) el gavrà vist tode le bandiere rosse come quei de sinistra nustrani. Now (vor dì adess) ì cerca de mimetizars cul culur mettedose i calzet e le mudande viola ma non per via del culur ma perchè a spuzzen. Medited, gent, medited
Scritto da otrebor il 10/2/2011 alle 17:05
Paradossalmente, il tuo esempio sulla rappresentazione mitica del lavoro nei paesi dell’est quale elemento funzionale al’ideologia dei sistemi comunisti, non è così distante dalla rappresentazione, altrettanto mitizzata, che in questi giorni ci hanno proposto i paladini della competitività capitalistica, da Marchionne alla Marcegaglia. Diversa, invece, la posizione dei leghisti, che utilizzano strumentalmente il lavoro come argomento di boicottaggio ideologico della celebrazione dell’unità d’Italia. Al di là della polemica politica, è al contempo interessante ed inquietante dover constatare come nell’era definita “post industriale e post capitalistica”, sia più radicata che mai una concezione quantitativa del lavoro, che, come nel novecento, associa il benessere economico individuale e collettivo alla produzione ed al consumo quantitativo di merci. Una specie di rigurgito di modernità, che stride non solo con la dimensione planetaria e globale delle relazioni umane, ma, soprattutto, con la legittima aspirazione dell’uomo ad immaginare una società in cui non sia il tempo-lavoro la misura di ogni cosa.
Scritto da Leonardo C. il 10/2/2011 alle 17:28
Il giornale di ieri riportava notizie confortanti. Per i tedeschi, non per noi. Pare che la Merkel abbia invitato a ripensare il “modello-Paese” cominciando dall’orario di lavoro, impegnando, così, Governo, imprenditori e sindacati nella firma della “Carta dell’orario di lavoro orientato sulla famiglia”, in modo da offrire, ai lavoratori, più tempo ed energie per la famiglia. Le parti sociali si sarebbero, quindi, impegnate a rivedere l’orario di lavoro entro il 2013. Alla Merkel ha dato manforte la giovane Ministro alla Famiglia, sostenendo che sia ormai obsoleta e dannosa la cultura tradizionale che vuole, prioritariamente, la presenza alla scrivania o alla catena di montaggio. “Chi ha meno tempo per sé, finisce per non lavorare bene come potrebbe” ha aggiunto. Veniamo a noi e al 17 marzo. Calderoli versus La Russa. Arriva Bossi a sostenere Calderoli. Intanto Bersani, qualche giorno fa, ha chiesto di “disturbarsi” a favore delle nuove generazioni. E Ichino, dalle pagine del Corriere, ha sbeffeggiato la “riforma Brunetta”, non tanto per i contenuti ma per la mancata realizzazione (lui sì che ci sarebbe riuscito a realizzarla. E – non lo penso solo io - sarebbe stata ancora più drastica). In questo triste bailamme, le donne che sfileranno il 13 febbraio a tutela della dignità della donna, cosa ne pensano della dignità della lavoratrice, stritolata da ritmi a volte immorali quanto l’immoralità del nostro premier? Riusciranno a sfilare consapevoli della complessità della loro interezza? Ritengono sia un argomento essenziale? Io, che certamente non scenderò in piazza, lo ritengo.
Scritto da Mafalda il 10/2/2011 alle 17:40
Non solo. Cerchiamo di ricordare tutti quale uso "il Senatore" aveva minacciato di farne del tricolore. Grossolanità, farsa, volgarità? Questi vocaboli non rendono a sufficienza il livello dei rappresentanti più in vista di questo paese da operetta.
Scritto da cesare chiericati il 10/2/2011 alle 18:34
"Non ti curar di lor ma guarda e passa", verrebbe da dire. Purtroppo di questa gente farsesca siamo obbligati ad occuparci, per il semplice fatto che li retribuiamo lautamente anche se hanno in spregio il Tricolore. La Repubblica è molto generosa nei loro confronti. Eppure l'improntitudine che ostentano non conosce vergogna.
Scritto da Angelo Eberli il 10/2/2011 alle 18:45
2 considerazioni: - il 2011 è un anno che si prospetta con quasi zero ponti festivi. Non sarà mica per quello del 17 marzo che l'economia italiana rischia il collasso; - in Germania, la nazione che in questo momento sta trainando l'Europa, governo, sindacati e imprenditori si stanno impegnando a rivedere l'attuale sistema, ossia, dare più spazio al tempo libero (http://www.repubblica.it/economia/2011/02/09/news/orari_merkel-12234603/)
Scritto da pino s. il 10/2/2011 alle 19:36
Caro Giuseppe, il tuo refuso sa di lapsus freudiano. In ogni caso, anch'io penso che Bossi sia un lebbroso, uno da evitare.
Scritto da Filippo Valmaggia il 10/2/2011 alle 20:19
otrebor scrive in lombardo, ma si vergogna di firmare con nome e cognome....no comment.
Scritto da giovanniderosa il 10/2/2011 alle 20:52
@giovannidirosa. Se scrivessi come otrebor non firmerei neanche io.
Scritto da Filippo Valmaggia il 10/2/2011 alle 22:03
@Filippo Valmaggia. Quale refuso nel post? Non ho capito.
Scritto da Francesco C. il 10/2/2011 alle 22:11
@Mafalda. Se pensi come le tue domande retoriche lasciano immaginare, perchè non scendi in piazza con noi? Te lo dico con rispetto perché ho imparato ad apprezzarti, grazie al blog di Adamoli che pensavo fosse un mestierante della politica e invece è uno molto intelligente e dentro l'attualità.
Scritto da Alessia il 10/2/2011 alle 22:28
@ Leonardo C. Ho notato che scrivi bene da sociologo della politica. Non voglio sapere chi sei e che mestiere fai perchè la riservatezza sui blog, quando si è onesti e garbati, è un pregio, ma mi domando come mai hai questo particolare tipo di scrittura. Adamoli lo sa certamente, ma lui non mi risponderebbe sicuramente.
Scritto da Il pirata il 10/2/2011 alle 22:49
Sto ascoltando Santoro. Siete tutti uguali. Non vincerete più le elezioni. Troppo presuntuosi e poco simili alla maggioranza degli italiani.
Scritto da Bossiano doc il 10/2/2011 alle 23:03
Interessante quello che scrive @Mafalda a proposito della Germania che è poi ripreso da @Pino S. Dovremmo imparare dalla Merkel che sa bene leggere il futuro.
Scritto da Tombolini Augusto il 10/2/2011 alle 23:33
@ Francesco C. Un lapsus calami prontamente corretto dal nostro ospite dopo il mio commento. ;-)
Scritto da Filippo Valmaggia il 11/2/2011 alle 06:49
Giusepp la farsa l'è che te voret minga enguià el rosp.......el berluska el ga vinsit i elesion......te le no nancamò capiiii?? El rosp, el rosp, Giusepp
Scritto da otrebor il 11/2/2011 alle 09:55
@Alessia L’idea che mi ero fatto di Mafalda mi viene confermata. Non avevo dubbi che non scendesse in piazza. Senza nulla togliere a quelle che scendono in piazza, siamo sicuri che siano migliori di quelle/i che non scendono? La storia si ripete: abbiamo già visto che quelli che hanno manifestato nel ‘68 e nel ‘ 77 una volta giunti al potere non sono stati migliori di quelli che volevano abbattere. Anzi, alcuni sono stati anche umanamente peggiori. Perché ripetere questo errore? Qualcuno ha detto che le rivoluzioni devono avvenire prima nei cuori e poi nelle piazze. Ha ragione Mafalda, il ragionamento è troppo complesso, non può ridursi all’utilizzo o meno del corpo femminile.
Scritto da Ex democristiano il 11/2/2011 alle 12:36
Intendiamoci per uno che non ha mai lavorato ( Bossi ) esaltare la sacralità del lavoro è già un avvenimento. La giornata festiva del 17 marzo è stata deliberata all'unanimità in Parlamento nel giugno scorso, gli oppositori di oggi c'erano o non sanno cosa vuol dire "festivita" ? Forse perchè nel giugno non avevano ancora scoperto la crisi ? Fa piacere che anche nel campo Confindustria i giudizi non siano unanimi. La Marcegaglia è contraria mentre Montezemolo e il nostro Graglia , favorevoli.
Scritto da A.V. il 11/2/2011 alle 13:04
Ho ascoltato Vendola, ieri sera. Il mio giudizio su di lui non cambia. E' un intellettuale, a tratti fine; ma come politico è già cadavere.
Scritto da Filippo Valmaggia il 11/2/2011 alle 13:07
Anche il Gauleiter di Bolzano non ci sta a festeggiare e ricatta. Il mese scorso alla Camera la sua Deputata ha venduto il voto a Berlusconi in cambio della sovranità bolzanina sul Parco dello Stelvio sottraendola in parte alla Lombardia ( tra il silenzio del Governatore Formigoni ). Orai il Gaulaiter cosa vuole oltre i tanti soldi che già riceve da Roma ladrona ? Se torna all'Austria si troverà in miseria. Io intanto comincio il boicottaggio : niente mele, yogurt e vacanze nel suo Sud Tirol.
Scritto da A. Vaghi il 11/2/2011 alle 13:16
Ricevo e volentieri inoltro: "Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi salirà al Quirinale nel pomeriggio per incontrare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Lo si apprende da fonti parlamentari. L'incontro dovrebbe svolgersi intorno alle 17. Secondo alcune fonti era stato il sottosegretario Gianni Letta a chiedere ieri, nei canali ufficiali dopo l'incidente diplomatico del giorno precedente, il colloquio per il premier. Fatto sta che: 1) Berlusconi stamattina manda in piazza il Pdl davanti al Tribunale di Milano per dimostrare contro i giudici (Magistratura terzo potere costituzionale), parla di "golpe" orchestrato da una minoranza intellettuale boriosa contro di lui e di inchieste in stile Germania comunista, per farlo cadere. Il Quirinale, irritato per la strategia di guerra e sfascio nelle istituzioni, e' arrivato a un passo dall’annullare l’appuntamento di oggi al Colle. 2) Berlusconi l'altro giorno dopo l'incriminazione - l'accusa e' di concussione e prostituzione minorile - da parte dei pm della Procura di Milano, ha detto: "Che schifo, denuncio lo stato". Altro segnale di degrado e collasso della tenuta istituzionale del paese. Mai un presidente del Consiglio nella storia politica italiana si e' espresso in questi termini, secondo il Quirinale.” Bene, prepariamoci al meglio.
Scritto da Filippo Valmaggia il 11/2/2011 alle 13:27
Scoperta : oggi è l'11 febbraio e quando Balilla andavo a scuola per noi era festa. Non ricordo se si festeggiava anche negli uffici e nelle fabbriche. Chi non festeggiava erano gli antifascisti al confino e nelle patrie galere.
Scritto da A. Vaghi il 11/2/2011 alle 13:34
Ha ragione Filippo Valmaggia: uno che scrive come "otrebor" DEVE per forza rimanere anonimo.
Scritto da Angelo Eberli il 11/2/2011 alle 14:13
@ Mafalda. È proprio sicura che la maggioranza delle donne che scenderanno in piazza siano inconsapevoli dei problemi che lei solleva? Che siano tutte solamente “moraliste”? Epiteto che ormai è abusato verso chiunque osi formulare una qualunque critica al potere o sollevi problemi di eticità? Se è così sicura dell’altrui inconsapevolezza, si affianchi alle tapine e usi la maieutica che mi pare non le faccia difetto.
Scritto da inconsapevole tapina il 11/2/2011 alle 14:28
@il pirata. Ringrazio per l'apprezzamento ma, forse, sopravaluti i miei commenti. Non sono un sociologo della politica, anche se m'interesso da sempre di filosofia politica.
Scritto da Leonardo C. il 11/2/2011 alle 14:49
Grazie @Alessia ma non sono una da piazza. Tra l’altro, data la mia età, non ho neanche vissuto le manifestazioni delle femministe negli anni ’70. E considerata la mia formazione, sono certa che non avrei mai potuto fare mio lo slogan “L’utero è mio e lo gestisco io”. Ciò non toglie che tali manifestazioni siano state molto utili in quanto hanno prodotto diversi frutti, primo su tutti la legge 194/1978 sull’interruzione volontaria della gravidanza. Quali saranno mai i frutti della manifestazione del 13 febbraio? Frutti emotivi, tanti. Frutti concreti? Mah ...! Tra l’altro, io avrei qualche difficoltà a manifestare accanto alla madre che ha permesso al figlio 13enne di intervenire al Palasharp nel corso della manifestazione di Giustizia e Libertà. Forse vi erano gli estremi per contattare Telefono Azzurro ;-) E se mi trovassi accanto la professoressa brianzola che nei giorni scorsi ha, addirittura, inviato una lettera al presidente del Consiglio Regionale, Boni, perché il consigliere Carugo, nell’elogiare Formigoni, si sarebbe mostrato poco bipartisan davanti agli studenti che visitavano il Palazzo della Regione? Non è un comportamento esagerato scrivere tale lettera? Io, al suo posto, avrei fatto spallucce. O magari avrei espresso qualche critica con qualche collega o con i miei familiari alla sera. Preferirei definirmi donna di buon senso anziché donna moralista. Ah, dimenticavo, riterrei più utili i tumulti per il pane ... Lì sì che potrei parteciparvi. Ad ogni modo, buona manifestazione. Magari nei prossimi giorni c'è occasione di parlarne anche su questo blog. Sarei lieta di conoscere le tue impressioni.
Scritto da Mafalda il 11/2/2011 alle 15:24
A @Otrebor (immagino, all’anagrafe, Roberto) viene meglio la parlata romanesca, che ci esibì qualche tempo fa in occasione del suo commento sui “blecche blocche”. Direi, invece, che il dialetto lombardo non lo conosce proprio.
Scritto da Mafalda il 11/2/2011 alle 16:14
@Mafalda hai ragione, Otrebor non conosce nessuno dei tanti dialetti lombardi. Torni a nascondersi. A te, persona colta e intelligente devo dire che sei eguale a centinaia di intellettuali conosciuti nella mia lunga vita politica : per loro il problema era sempre "un'altro".
Scritto da Zorro il 11/2/2011 alle 18:34
Finissimo @Zorro.
Scritto da Sergente Garcia il 11/2/2011 alle 19:51
Guarda @Zorro che adesso spunta la maestra G.B. e ti bacchetta. Non si scrive "un'altro" con l'apostrofo. E' maschile. Non lo hai imparato nella tua lunga vita politica?
Scritto da Ranuccio il 11/2/2011 alle 20:53
Di questo argomento torneremo prestissimo a parlare sul blog. E' triste vedere il 150° anniversario dell'unità italiana ridotto a una discussione su otto ore di lavoro. Ancora più preoccupante osservare come i campioni del federalismo stiano boiccottando questa celebrazione. Significa che l'assetto che hanno in testa è sostanzialmente disgregativo. Non si può seguirli su questa strada. Spero che il mio partito dica parole ancora più chiare, più dure, più definitive.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/2/2011 alle 22:21
@Ranuccio. E se fosse il segno inconfondibile di Zorro, lasciato di proposito, appunto tra virgolette, per evidenziare una certa situazione? Doppiamente finissimo, @Zorro!
Scritto da Sergente Garcia il 11/2/2011 alle 22:25
Filippo Valmaggia ha chiuso il suo commento dicendo con tono ironico "prepariamoci al meglio". Ha senz'altro ragione. Non gli chiedo di partecipare alla manifestazione di domani "Se non ora, quando?", solo perchè ho paura di vederlo con la camicia nera. Io però, apprezzandone l'intelligenza, lo vedrei volentieri anche così agghindato.
Scritto da Alessia il 12/2/2011 alle 14:26
Ah, dimenticavo, lo chiederei anche a "Bustocchi e legnanesi" che però non vedo più sul blog. Erano sempre peoccupati della tentazione dell'astensione. Questa mobilitazione è un modo di esorcizzarlo.
Scritto da Alessia il 12/2/2011 alle 14:30
@Alessia. Grazie. Noi riferi(v)amo il sentire della gente qualsiasi: l'astensionismo, più che la nostra tentazione, è oggettivamente la maggioranza dei cittadini. - Seguiamo puntualmente l'interessante ed istruttivo blog di Adamoli ma preferiamo limitarci a leggere in poltrona da quando qualche emerito criticone antepone la propria saccenteria come cultura universale: "Ubi maior, minor cessat"; ma anche "ubi minor, maior cessat". Un saluto di cordialità a tutti.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 12/2/2011 alle 19:03
@Bustocchi e legnanesi. Temo di non aver capito bene. Siccome non ve la prendete con Adamoli, il che giustificherebbe il vostro rifiuto, chiunque altro ha il diritto di scrivere quel che vuole e voi di fare la stessa cosa.
Scritto da Alessia il 12/2/2011 alle 22:51
@Alessia. - Appunto, ci mancherebbe! Tutto a posto. E, soprattutto, un cordiale, cordialissimo saluto a chiunque, nessuno escluso. Sinceramente.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 13/2/2011 alle 13:32
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