Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 14/2/2011 alle 11:08
 
 
La grande manifestazione di ieri “Se non ora, quando?” ha avuto effetti collaterali molto positivi. Ha  rimesso al centro di una discussione ampia e vitale il “posto” delle donne in Italia. Riporto una sintesi dei dati su occupazione, retribuzione, rappresentanza apparsa in un articolo di Barbara Stefanelli sul Corriere di sabato scorso. “Le donne italiane si diplomano e si laureano più (e meglio) degli uomini, ma neppure una su due ha un posto retribuito. E, a parità di livello, guadagnano il 16,8% meno dei colleghi maschi. Una donna su quattro lascia il lavoro dopo la maternità: su 100 bambini solo 10 trovano posto in un asilo nido. Le donne ministro rappresentano il 21% del totale, le parlamentari non superano il 20%. Nelle società quotate la presenza femminile nei consigli d’amministrazione arriva al 6,8%; le amministratici delegate sono appena il 3,8%”.
E’ la fotografia di un divario uomo/donna che ci descrive come fanalino di coda in Europa. Cacciamo via Berlusconi il più rapidamente possibile ma guardiamo in faccia la realtà. Se il merito delle donne è tenuto così in basso in Italia, lui certamente ha arrecato il suo bel contributo culturale con le sue televisioni e tutto il resto, ma la responsabilità è ascrivibile alle classi dirigenti nella loro interezza. Della politica, dell’industria, dei servizi pubblici e privati, della scuola, dell’educazione civile e religiosa. Il centrosinistra faccia del superamento di questo divario un punto cardine del suo progetto di governo.
  
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 32 commenti -
“Chissà se le tante donne intelligenti e libere che hanno trovato mille colte ragioni per disertare una manifestazione che non risultava loro sufficientemente femminile o femminista, si sono alla fine commosse nel vedere tante donne, più sbrigative e meno sofisticate, gridare insieme, senza divisioni, senza distinzioni, il loro bisogno di dignità e di cambiamento. Che poi la differenza è anche questa: le donne non berlusconiane sono in grado di scelte differenti, libere di agire secondo i loro principi in contrapposizione con altre anche se le divergenze sono capillari: nessuna delle signore berlusconiane, dai loro scranni di ministre, sottosegretarie, rappresentanti di partito, osano esprimere non si dice un dissenso, ma un lievissimo, simpatico dubbio. Loro sì, pare, sono al servizio del maschio padrone”. (Natalia Aspesi)
Scritto da Angelo Eberli il 14/2/2011 alle 11:54
Meno male una voce che non collega lo stato difficile delle donne in Italia al solo Berlusconi. Anch'io sono per mandarlo a casa ma connettere tutti i nostri mali al premier è operazione sbagliata e perdente.
Scritto da Elisabetta il 14/2/2011 alle 11:58
Manifestazione bella ma un po troppo unilaterale in senso politico. Preferirei meno antiberlusconismo. La dignità delle donne non la calpesta solo lui. Ricordatevelo se no non siete crebibili.
Scritto da Bulgheroni Carlo il 14/2/2011 alle 12:07
@Carlo Bulgheroni Che vuol dire? Esiste una maggioranza di governo che ha elevato il "bunga bunga" a forma di selezione della propria classe dirigente: mica e' colpa dell'opposizione se il B. ha certi comportamenti, e se ne fa vanto. Chi e' che non sarebbe credibile? Se le donne del Pdl non levano fiato di fronte a certe palesi manifestazioni del loro leader supremo e' il resto del mondo a non avere credibilita'?
Scritto da Lorenzo M. il 14/2/2011 alle 12:46
La manifestazione mi è parsa bella e composta. L'anti berlusconismo era inevitabile, ma non credo lo fosse solo per la “politica”. Mi pare che l'evento abbia superato gli steccati partitici. Da parte di molti si evidenzia che Berlusconi e il Berlusconismo, e in misura minore il celodurismo d'accatto della Lega, rispecchino molti elementi negativi che la nostra società sta evidenziando nel definire il ruolo della donna e nella sua “mercificazione”. B. interpreta e rappresenta perfettamente una società che in declino, che mostra una situazione da “saldi di fine impero”. Magari da quella manifestazione inizierà un nuovo percorso, magari.
Scritto da Lele il 14/2/2011 alle 13:14
Quando si parla di difesa di presenza rosa siamo presenti, convinti e compatti.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 14/2/2011 alle 13:22
In una società organica e tradizionale, la donna cammina al fianco dell’uomo, non dietro.
Scritto da Filippo Valmaggia il 14/2/2011 alle 13:34
I dati statistici esposti nel post sono drammatici. Una manifestazione che li metta in evidenza è benvenuta. I problemi si risolvono però con un'alternativa valida che per ora, purtroppo, si fatica a scorgere.
Scritto da Bernasconi Luisa il 14/2/2011 alle 16:46
Non vorrei apparire una fan della Merkel (che ho già citato nel post “La farsa”) ma mi ha colpito quanto ha recentemente espresso in tema di quote-rosa nei “piani alti” del potere nella società tedesca. La Merkel, infatti, pur constatandone una presenza irrisoria, si è detta contraria alla “imposizione con legge” delle donne nei posti di comando (legge fortemente voluta, invece, da due sue ministre). Contraria, quindi, alla codificazione delle quote-rosa, ritenendo che occorra, invece, offrire al mondo dell’economia una nuova opportunità di progredire VOLONTARIAMENTE in questo campo. Sono d’accordo con lei. E’ su questo “volontariamente” (e non sulle forzature di legge) che si gioca la sfida al gender-gap. Piuttosto, le indagini dell’Istat parlano chiaro: le ore-lavoro di una donna-lavoratrice sono il doppio di quelle del proprio partner in quanto comprendono il lavoro fuori casa (retribuito) e quello prettamente casalingo, di gestione della casa e di accudimento dei familiari. Come risolverei, io, il divario di genere? Nel mio concetto di “società organica e tradizionale” (per citare le parole di @Filippo Valmaggia) concederei il part-time ad un ampio numero di donne. Lo so, femministe e donne in carriera tuoneranno contro di me. Questa mia proposta potrebbe apparire retrograda ed involutiva per il genere femminile. Secondo me, invece, è evolutiva per l’intero genere umano …. Uno studio Eurofound - pubblicato oggi nella sezione “miojob” de “la Repubblica” on line – informa che, in Europa, un lavoratore su cinque ha un contratto part-time. In diverse imprese sta diventando una tendenza anche per professionisti e manager. Il paese in cui è più diffuso è l'Olanda (48,3%). Nel nostro Paese si attesta al 14% delle forze-lavoro.
Scritto da Mafalda il 14/2/2011 alle 17:41
Non dire balle, secondo i tuoi amici di partito e di opposizione le colpe delle differenze uomo/donna sarebbero di Berlusconi e della maggioranza di governo. Non vi sembra di fare ridere?
Scritto da Bossiano doc il 14/2/2011 alle 18:10
Ho partecipato con entusiasmo alla manifestazione di ieri. E' andata molto bene ed ha avuto il pregio della compostezza e del garbo. Oggi mi sento quasi svuotata. Adesso cosa facciamo per attuare il progetto che ieri è stato urlato nelle piazze italiane? La parola passa alla politica e, se ci saranno, alle elezioni anticipate.
Scritto da Alessia il 14/2/2011 alle 18:20
Se dipernderà dalla manifestazioni di massa Berlusconi governerà per altri 10 anni. Ci vuole ben altro. Un'alternativa, una coalizione, un leader. Prendetevela anche con la Lega che lo sostiene e che è corresponsabile delle cose che non vanno.
Scritto da Oreste Z. il 14/2/2011 alle 19:24
Un po' meno tra noi quì, molto di più in altre lettere si lamenta il troppo tasso di antiberlusconismo nelle manifestazioni. Ma qual'è il tasso giusto ? Ce lo vuol dire qualche alchimista della politica indicandocelo in grammi o milligrammi ? Certamente lo stato delle donne non va collegato al solo Berlusconi. Ma mi chiedo, tutti i problemi del divario di genere ( tanti tanti e non li sto ad elencare ) c'erano anche ieri l'altro: Perchè non sono mai esplosi in piazza ?
Scritto da A.V. il 14/2/2011 alle 20:38
La sincera @Alessia scrive “Oggi mi sento quasi svuotata. Adesso cosa facciamo per attuare il progetto che ieri è stato urlato nelle piazze italiane? La parola passa alla politica …”. E’ una bella domanda. La stessa che mi ponevo io, in anticipo, l’altro ieri, quando scrivevo: “Quali saranno mai i frutti della manifestazione del 13 febbraio? Frutti emotivi, tanti. Frutti concreti? Mah ...!”. Pilar del Rio, moglie del Premio Nobel Saramago, nell’aderire simbolicamente alla manifestazione ha inviato queste due righe alla redazione de “l’Unità”: “Le donne per strada danno alla luce un tempo nuovo. Voglio essere anch’io con voi, credo di doverlo a Josè”. Dare alla luce un tempo nuovo? E come tenerlo in vita? Il vero ostacolo è che mentre voi manifestavate, il teatrino della politica continuava: Fini (già alle prese con le squallide ma prevedibili lotte interne per la presidenza di Fli) chiedeva di nuovo le dimissioni di Berlusconi (mettendo sul contestuale piatto anche le sue), sapendo benissimo che non ci saranno mai. Pertanto, Berlusconi resiste, Bossi lo sorregge, Casini traccheggia, Rutelli si specchia e su Bersani & Co. non ho più parole. Quindi, cara Alessia, cosa risponderti? Ci provo con le parole di Severgnini (per par condicio, visto che @Angelo Eberli riporta la Aspesi). Eccole: “Il nostro labirinto è grande e non contiene un solo minotauro …”
Scritto da Mafalda il 14/2/2011 alle 20:39
Quanto ha influito un comportamento ed un esempio venuti dall'alto e lesivi della dignità della donna ? La dignità delle donne ( ovviamente non riferita solo ai rapporti sessuali ) ha avuto quell' effetto scatenante che è mancato in precedenza ai tanti, pure importanti, motivi repressivi di genere. E' il caso di rifletterci seriamente e di pensare alla gravità del danno prodotto ai quanto scoperto ad Arcore e d'intorni.
Scritto da A.V. il 14/2/2011 alle 20:54
Mi scuso ma ho un ultimo commento (poi mi auto-censuro almeno per un mese) ed è per @Filippo Valmaggia che scrive: “In una società organica e tradizionale, la donna cammina al fianco dell’uomo, non dietro”. Ebbene, non ci crederai ma è opinione condivisa da diverse amiche e colleghe che ogni tanto sarebbe utile (in questo caso, è sinonimo di riposante) che l’uomo cammini davanti alla donna a mo’ di “fendivento”. E che la donna cammini dietro di lui, libera dall’incombenza del pensare e del decidere. Non sempre, solo ogni tanto … Un bel paradosso per noi donne emancipate ma … è così!
Scritto da Mafalda il 14/2/2011 alle 21:29
Giusta la tua analisi:tutte le classi dirigenti, non solo quelle politiche, sono corresponsabili. Sulla manifestazione di ieri a Varese: fa sorridere leggere che in piazza c'erano solo radical chic. Io ho visto persone vere, che hanno raccontato dei loro problemi quotidiani, che affrontano ogni giorno mille impegni.Due signore mi hanno detto di essere andate in piazza per la prima volta. e' bello vedere che emerge finalmente un po di sana rabbia popolare di fronte allo scempio delle istituzioni
Scritto da roberto fanzini il 14/2/2011 alle 21:35
Ottimo il pensiero di Alessia. Le faccio i complimenti. L'entusiasmo quando si accompagna alla razionalità da sempre risultati positivi.
Scritto da Mario Rosati il 14/2/2011 alle 23:56
Signora Mafalda, è evidente che con una manifestazione non si cambia questo stato delle cose, ma il segnale lanciato mi sembra significativo. Naturalmente non per te che da intelletuale di sinistra devi fare sempre il bastian cuntrari. Se no come si fa a distinguersi dal volgo e dalla pecorante massa?
Scritto da E.F. il 15/2/2011 alle 08:17
@Mafalda, amiche e colleghe. Si parlava di diritti. Quando, la sera, porto i sacchi della spazzatura in strada, non mi faccio accompagnare da mia moglie. ;-)
Scritto da Filippo Valmaggia il 15/2/2011 alle 09:32
Non c'è dubbio caro @A.V. che non servono tanto le prediche quanto gli esempi e che da Arcore ne sono venuti di cattvi. Questo modello di comportamento è molto esteso, bisogna aggradirne le radici culturali senza fare del moralismo stantio. Questa è la mia preoccupazione e, credo, anche la tua. A @Mafalda (17.41) dico un si e un no. Il si è per l'estensione del part-time. Gli asili nido, del tutto insufficienti, non bastano per soddisfare le legittime esigenze familiari di molte donne. Il no è per quando nega l'utilità di misure quantitative minime per la "rappresentanza" femminile. Mi sono confrontato con questo problema quando guidavo la commissione Statuto in Regione. Alla fine mi ero convinto che l'introduzione di qualche soglia sarebbe stata utile, sulla base anche di molte esperienze straniere ne Nord Europa. Oggi in quelle nazioni le donne governano molte istituzioni ma i primi passi li hanno compiuti con l'aiuto di norme specifiche. @Roberto Fanzini ha ragione. A me basta che non si alzino steccati fra chi è sceso in piazza e chi è rimasto a casa.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/2/2011 alle 10:52
Caro @Filippo Valmaggia, inutile sarcasmo nella tua risposta, che riconduce le relazioni uomo/donna a decisioni riguardanti l’onere di depositare il sacco del pattume fuori dal cancello … Ti rincuorerà sapere che anch’io non porto fuori la pattumiera. Pensa che ciò è il frutto di una decisione difficile e sofferta, supportata da studi, dibattiti e confronti, sviluppatisi per anni, che hanno visto coinvolte tutte le parti familiari interessate. Non sono nemmeno mancati workshop seminariali di approfondimento alla presenza di relatori esperti in pari opportunità (Lina Sotis per la parte femminile e Arnold Schwarzenegger per la parte maschile). Al termine di questo intenso confronto intellettuale, dirimenti sono state le decisioni della mia estetista (a tutela dei suoi lavori di manicure) e del mio personal trainer (che ha a cuore il mio assetto muscolo-vertebrale), che avevo coinvolto quali miei consulenti per una perizia di parte.
Scritto da Mafalda il 15/2/2011 alle 11:56
Caro Giuseppe, faccio fatica a capire quale fosse il filo conduttore della manifestazione di domenica. a) il divario di genere ? Bene, è un dato di fatto sconsolante per l'Italia, ma Berlusconi c'entra come c'entra Prodi. b) la mercificazione del corpo femminile ? Il Berlusconi patron televisivo alla "Drive In" c'entra molto, ma è una tendenza non solo italiana, bensì mondiale. c) Silvio bunga bunga ? Pessimo sul piano dell'etica pubblica, ma le signorine di Arcore non sono vittime. Quindi?
Scritto da Larpi il 15/2/2011 alle 12:23
Sulla “società organica” citata da @Valmaggia potremmo discettare della validità delle teorie di Durkheim, mentre non mi addentrerei nel concetto di “società tradizionale” (non vorrei che Valmaggia, qualche “sorpresina” delle sue, la tirasse fuori). Piuttosto mi preme rispondere a @Mafalda. Potrebbe essere più che comprensibile la tua esigenza di “farti condurre”. Non sempre ma ogni tanto, come scrivi. E’ ben evidente, del resto, che voi donne non ci camminate a fianco, ma dieci passi avanti. Acume e finezza vi accompagnano. Ma, soprattutto, il coraggio. Il coraggio di costruire “cieli e terre nuove” che immagino abbia anche tu, pur non avendo partecipato (e per questo non ti giudico) alla manifestazione. E’ normale, quindi, che tu, amiche e colleghe (immagino tutte donne lavoratrici) manifestiate l'esigenza di un momento di riflusso. Gli slogan degli anni ’70 sono ormai obsoleti (e tu scrivi di non averli nemmeno vissuti). Occorre quindi stabilire una nuova reciprocità fra i generi che preveda una redistribuzione dei compiti (e dei carichi) non disgiunta dalla assunzione di responsabilità, nuove e vecchie che siano. E, soprattutto, accompagnata da una seria attenzione alle vostre esigenze, in primis il diritto a rivendicare la vostra femminilità in questa ormai caotica società che, di fatto, contribuisce ad acuire la ampiezza del divario di genere.
Scritto da Leonardo C. il 15/2/2011 alle 14:08
Cara Mafalda, condivido tutto quello che hai scritto. Nel sottolineare una tua esigenza di femminilità non sentirti una marziana. Anzi, ben venga. Non ho difficoltà a credere che ci siano donne che vogliano allentare un attimo le incombenze. Il problema è evidente: voi non ci camminate a fianco ma davanti ed è per questo che la vostra vita diventa faticosa. La nostra società è sempre stata matriarcale ma la donna prima non lavorava. Ora la donna lavora e io vedo tante mie colleghe che scoppiano. E se non scoppiano loro, scoppia la famiglia. Guai se la donna non lavorasse, ma nemmeno può rientrare alle sette di sera. Sono le parti politiche e sociali che devono fare proposte. E qualcosa deve dire e fare anche la Chiesa che quando parla di famiglia non ha ancora capito che è la donna la capofamiglia.L’emancipazione è bella ma faticosa: diteglielo alle vostre sorelle più grandi che vi hanno fatto questo bel regalo.
Scritto da Ex democristiano il 15/2/2011 alle 14:19
Che anche la Chiesa debba insistere di più, quando parla di famiglia, sulla libertà della donna da un faticoso e spesso insopportabile carico di lavoro, condivido e sottoscrivo. Le considerazioni di @ex democristiano le trovo quindi pertinenti. A @Larpi dico che questo post, e soprattutto i miei commenti sul post precedente, mettono in chiaro come io non attribuisca nessun significato salvifico alla manifestazione di domenica ma, perdio, la rabbia popolare che lì si è espressa ha una sua profonda e forte motivazione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/2/2011 alle 15:20
“Non avevo mai sentito tante buone ragioni per aderire ad una manifestazione. E non avevo mai sentito pretesti così capziosi e vanesi per non aderire”. (A. Sofri). Faccio mie le sue parole e credo proprio che le “radical Shic” non erano le donne delle tante piazze. È vero, Berlusconi è ancora lì ma, santo cielo, da qualche parte bisogna pure incominciare o è meglio stare sempre a spaccare dottamente il capello in quattro? Le dispute bizantine sul sesso degli angeli non portano da nessuna parte.
Scritto da Angelo Eberli il 15/2/2011 alle 15:44
Se non ci fosse stato Berlusconi si deve ammettere che questa manifestazione la sinistra se la poteva solo sognare. Solo un’egregia regia antiberlusconiana (intelligente non farsi rappresentare da bandiere politiche) ha saputo portare in piazza una numerosa presenza femminile; in mezzo a loro molte donne che in età giovanile gridavano “l’utero è mio e lo gestisco io”. Forse le figlie hanno purtroppo recepito il messaggio
Scritto da Osservatore il 15/2/2011 alle 15:50
@Mafalda. L'uomo non deve sottrarsi ai suoi doveri e deve farsi carico di quelli della donna se troppo onerosi. Ma sul piano dei diritti ci dovrebbe essere equilibrio perfetto. La metafora della spazzatura era per stuzzicare la tua prevedibile reazione di donna vendoliana. E infatti, disattendendo i tuoi propositi di autoesclusione dal blog per un mese, non hai resistito e hai replicato subito. L'Uomo Tradizionale di Destra sa sempre toccare i punti giusti. ;-)
Scritto da Filippo Valmaggia il 15/2/2011 alle 16:07
@Leonardo C. La "sorpresina" potrei tirarla fuori parlando di società organica, superamento della lotta di classe e dei sessi ma mi astengo. Ecco un piccolo esempio di società tradizionale, invece. Germania. Non si allarmi, Leonardo C., è la Germania del I secolo descritta da Tacito...: “il ruolo della donna era molto importante perché oltre che a curare le ferite dei loro uomini e a preparare il cibo per le loro schiere incitavano i loro guerrieri e anche quando le truppe iniziavano a vacillare, loro continuavano a incitarli urlando che non volevano diventare prigioniere e ciò aveva un effetto strabiliante sui loro uomini che ritrovavano la forza per combattere. Talvolta queste donne combattevano al fianco dei loro mariti.”
Scritto da Filippo Valmaggia il 15/2/2011 alle 16:55
Ultimissima replica a @Filippo Valmaggia (e poi non disturbiamo più Adamoli con questo duetto). Troppo materiale la tua concezione del rapporto uomo/donna. Io non parlavo degli uomini che si sottraggono ai loro doveri pratici. O di quelli che non si fanno carico di quelli della donna, se troppo onerosi. (Con un’oculata ed attenta “selezione a monte” in questi uomini non ci si incappa. Quanto meno, questa è la mia esperienza). Semplicemente, io alludevo ad una sempre più incombente “mascolinizzazione” del ruolo femminile che ritengo negativa in quanto giova unicamente al genere maschile, compreso – apprendo oggi - anche all’Uomo Tradizionale di Destra. Del resto, non ci sono più gli uomini di una volta (e anche i treni non sono più in orario e il passante ferroviario, spesso, ahimè, soppresso …). P.S.: Mia autoesclusione? Evidentemente hai frainteso la mia battuta. Se ti va, rileggi meglio il mio commento.
Scritto da Mafalda il 15/2/2011 alle 21:39
@Mafalda. "Mi scuso ma ho un ultimo commento (poi mi auto-censuro almeno per un mese)". Come devo interpretarlo? L'umbertobossismo è contagioso: dico, non dico, affermo e smentisco ;-)
Scritto da Filippo Valmaggia il 15/2/2011 alle 22:37
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