Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 8/3/2011 alle 14:41

 

 
In un blog si può celebrare l’8 marzo con una bella poesia, con un pensiero suggestivo, con un ritratto femminile affascinante, con il racconto degli eroismi delle donne (tantissimi).
Scelgo invece i numeri dell’occupazione femminile nei 27 Paesi dell’Unione Europea forniti da Eurostat per l’occasione di oggi. Quante sono le donne che lavorano fra 25 e 54 anni per numero di figli?
In Italia le donne senza figli che lavorano sono il 63,9%. Con una percentuale più bassa solo Malta, la Macedonia e la Turchia. Le donne con un figlio a carico sono il 59,0%, dopo di noi gli stessi tre Paesi. Con due figli sono il 54,1%, e noi siamo sempre quart’ultimi. Con tre o più figli sono il 41,3%, oltre ai soliti tre Paesi ci fa compagnia l’Ungheria.
Se non cadessimo nel ridicolo potremmo dire che questi dati, leggermente peggiorati negli ultimi tempi, sono il frutto di una cultura imperniata sui valori della famiglia tradizionale che considera la mamma a casa come un traguardo lodevole.
In realtà sono in gran parte dovuti ad una occupazione difficile e quasi sempre sotto pagata, alle restrizioni sul part-time, alla carenza dei servizi come asili nido e scuola a tempo pieno.
Una condizione da migliorare rapidamente. Ecco un progetto distintivo che dovrebbe caratterizzare sempre di più un movimento di centrosinistra anche a livello locale. Il welfare comunitario è una sacrosanta priorità.
 
PS. La scelta della foto non è puramente casuale. 


 
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 32 commenti -
Credo che meglio di me si esprime Natalia Aspesi nel pezzo apparso oggi su Repubblica intitolato : REALIZZARE I DESIDERI TRA FIGLI E LAVORO “Se le mogli non riuscivano ad avere figli era solo colpa loro ed erano donne mancate. Se le donne diventavano madri senza essere sposate erano disonorate e i genitori le cacciavano di casa. Se le donne non volevano quel figlio e tentavano clandestinamente di interrompere la gravidanza potevano morire. Le mogli allevavano da sole i figli ma la patria potestà era del marito. Il solo scopo delle donne era essere madri rinunciando ad essere donne. Il rapporto delle donne con la maternità è sempre stato gestito e approvato da leggi, idee, paure, maschili. Ma le donne molto hanno ottenuto e ancora più sognano. Vorrebbero, alla rinfusa: essere persone prima che madri; scegliere di essere o non essere madri; accedere alle tecniche di inseminazione eterologa; essere aiutate sin dall´adolescenza a non trovarsi madri per puro caso; essere madri di quanti figli desiderano senza dover rinunciare alla carriera o scegliere di rinunciarci per essere del tutto madri; avere accanto un uomo-padre come loro sono donna-madre, malgrado il lavoro e l´organizzazione domestica; essere madri di figli maschi e saperli far crescere affinché imparino ad amare, rispettare, aiutare le donne della loro vita; essere madri di figlie femmine che imparino a rispettare il proprio corpo, la propria intelligenza, il proprio valore, impedendo a chiunque di irriderle perché in grado di star sedute sulla propria fortuna”.
Scritto da Angelo Eberli il 8/3/2011 alle 16:58
Va bene Adamoli, però mi scusi, e lo affermo io visto che sono considerata schietta al limite della rozzezza, perchè anche sull' 8 Marzo deve fare il primo della classe? Il Senatore Rossi ha scelto una poesia, Tosi ha fatto le sue considerazioni così come Agostinelli. Magari mi sbaglio ma il suo intervento più che essere -complementare- sa molto, anche su questo argomento, "io sono il più bravo" e mi scusi ma questo proprio oggi non mi sembra carino. Spero di aver frainteso, come al solito.
Scritto da E.F. il 8/3/2011 alle 17:00
Oggi per ben due volte, ascoltando discussioni in treno e a tavola, ho colto un duro confronto tra alcuni giovani “impiegati” e loro colleghe. I ragazzi non ritenevano più necessaria questa enfasi nei confronti delle “donne”, perché affermavano che le loro condizioni di lavoro sono molto più difficili, penalizzanti e senza prospettive rispetto a quelle di una donna già occupata e non ritenevano “discriminatorio” che una donna venisse esclusa da una selezione lavorativa perché in età “fertile” o intenzionata a formare una famiglia. Quindi dopo la guerra tra padri pensionati e figli disoccupati ora arriviamo allo scontro figli precari – donne discriminate.. chi vincerà? Mala tempora currunt.
Scritto da Lele il 8/3/2011 alle 18:02
Discutere di occupazione femminile nel giorno delle donne mi sembra non solo opportuno ma necessario. La condizione femminile in Italia è bene che sia tenuta sempre sotto i riflettori. Siamo messi male. Oggi i comuni hanno meno soldi a disposizione e il welfare municipale ne soffre. Un grido d'allarme è urgente.
Scritto da Nicora Luigia il 8/3/2011 alle 18:09
Siamo in retroguardia su molti fronti dentro l'Europa. Sul lavoro femminile ancora di più. Non so cosa si possa fare di preciso. Il centrosinistra deve perfezionare il suo progetto. Soltanto in questa maniera si possono conquistare nuovi consensi. Ormai c'è una certa consapevolezza anche da parte degli uomini che capiscono bene che il loro stipendio rischia di non bastare più.
Scritto da Alessia il 8/3/2011 alle 18:09
Adamoli, non so se vuoi replicare a E.F. ma a me pare del tutto inutile. Una perdita di tempo. Infinitamente meglio @Filippo Valmaggia che provoca, ma sul piano politico e culturale. Detto che condivido ben poco di quello che scrive, lo leggo volentieri.
Scritto da Il pirata il 8/3/2011 alle 18:26
Caro Adamoli, solo poche righe per esprimerti il più sincero apprezzamento per il tuo libro “Cuore e Regione”. Dopo la serata di ieri a Magenta, sono tornato a casa e l’ho letto tutto fino a notte fonda. Davvero una testimonianza vissuta e concreta di cosa vuol dire “mettersi a servizio della politica”, anche quando costa fatica e sacrificio. Senza clamori e senza ricercare il facile consenso, da quelle pagine traspare in modo chiaro e sincero un lungo percorso di crescita e maturazione di una vita spesa con dedizione e passione per la nostra comunità locale e regionale. Un bellissimo esempio – oggi davvero sempre più difficile da trovare - per i giovani che desiderano muovere i primi passi in questo difficile compito della "politica". Da oggi, quando qualcuno mi dirà che vuole capire perché si fa politica proprio qui in Lombardia, potrò rispondere “Leggi il libro di Giuseppe Adamoli”.
Scritto da Paolo Rozzano il 8/3/2011 alle 18:29
Bellissimo il brano di Natalia Aspesi riportato da @Angelo Eberli. L'ho girato ad amiche ed amici non appena l'ho letto. Per questo ringrazio Eberli che non conosco ma che apprezzo per i suoi scritti sul blog.
Scritto da Gianna Ceriani il 8/3/2011 alle 18:44
@Gentile E.F. Ma perché deve sempre e a tutti i costi inventarsi un nemico? Ho notato con piacere che anche il sen. Rossi le consiglia di rilassarsi. Coraggio, segua il suo saggio consiglio. Vivere senza livore non è poi così difficile.
Scritto da Angelo Eberli il 8/3/2011 alle 19:11
@Angelo Eberli mi è simpatico, scrive molto bene e firma i suoi commenti. Considerando la sua ammirazione per Natalia Aspesi lo invito a guardare, se non lo ha già fatto, l'intervista rilasciata a Daria Bignardi, una delle due o tre donne più antipatiche del globo terracqueo. Natalia Aspesi ha coltivato un'aspirazione segreta (almeno fino a quell’intervista): "essere un puttanone", sono parole sue. Nel giorno della donna ricordare questi repressi slanci vocazionali può essere di stimolo alla discussione. Ecco il link attraverso il quale godere, si fa per dire, dei sogni della Aspesi. http://www.youtube.com/watch?v=-KquFbhWTmE
Scritto da Filippo Valmaggia il 8/3/2011 alle 19:40
Ringrazio @il pirata. Per un anonimo che mi apprezza sempre, un anonimo, @Mafalda, che pensa io abbia perso smalto. Il mondo è bello perché è "avariato" ;-)
Scritto da Filippo Valmaggia il 8/3/2011 alle 19:43
"... essere madri di figli maschi e saperli far crescere affinchè imparino ad amare, rispettare, aiutare le donne della loro vita; essere madri di figlie femmine che imparino a rispettare il proprio corpo, la propria intelligenza, il proprio valore, impedendo a chiunque di irriderle...". Essere quelli madri! Figli maschi e figlie femmine che sappiano rispettare ed amare: poesia meravigliosa che ben si inserisce nella Giornata particolare di oggi. E che vale ogni giorno dell'anno. Grazie.
Scritto da L. & B. che son genitori il 8/3/2011 alle 19:51
La foto in realtà mette angoscia. Però fa pensare e in un mondo in cui c'è chi vorrebbe che le donne non pensassero esercita un impulso positivo.
Scritto da Daniela il 8/3/2011 alle 21:05
“Quando ci penso, che il tempo è passato, / le vecchie madri che ci hanno portato, / poi le ragazze, che furono amore, / e poi le mogli e le figlie e le nuore, / femmina penso, se penso una gioia: / pensarci il maschio, ci penso la noia. / Quando ci penso, che il tempo è venuto, / la partigiana che qui ha combattuto, / quella colpita, ferita una volta, / e quella morta, che abbiamo sepolta, / femmina penso, se penso la pace: / pensarci il maschio, pensare non piace. / Quando ci penso, che il tempo ritorna, / che arriva il giorno che il giorno raggiorna, / penso che è culla una pancia di donna, / e casa è pancia che tiene una gonna, / e pancia è cassa, che viene al finire, / che arriva il giorno che si va a dormire. / Perché la donna non è cielo, è terra / carne di terra che non vuole guerra: / è questa terra, che io fui seminato, / vita ho vissuto che dentro ho piantato, / qui cerco il caldo che il cuore ci sente, / la lunga notte che divento niente. / Femmina penso, se penso l'umano / la mia compagna, ti prendo per mano”. (Edoardo Sanguineti)
Scritto da Mafalda il 8/3/2011 alle 21:10
I dati Eurostat sono crudeli nella loro crudezza. Dicono benissimo che la strada che abbiamo davanti a noi è lunghissima e difficilissima. Il Pd ce la farà a dare una mano? Vorrei tanto rispondere di si.
Scritto da Flavio L. il 8/3/2011 alle 21:23
@Lele ha messo lì un problema reale. E' la "guerra fra i poveri" che si allarga e fa proseliti. E' imperativo non rassegnarsi. L'Italia necessita di uno scatto d'orgoglio. Nella nostra storia nazionale ne abbiamo viste parecchie di reazioni spettacolari e decisive. Se la spallata al governo non riesce sarebbe sbagliato incaponirsi. Dobbiamo dare il nostro contributo dall'opposizione. Impresa disperata? Una grande forza popolare, se dispera è la fine.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/3/2011 alle 21:44
Quest'anno ho notato meno retorica sulla festa della donna. Questo post è su questa linea. Concretezza e realismo. Mi sembra un passo avanti rispetto ad un certo passato.
Scritto da Valceresio il 8/3/2011 alle 23:09
La foto è cupa ma in fondo si vede una bagliore di luce. Spero che sia la metafora dell'Italia di oggi. Anche per noi giovani.
Scritto da Agosto Rino il 9/3/2011 alle 08:32
EF è fastidiosa ma i Legnanesi e Bustocchi, non sembra, ma sono peggio. Il guaio è che non sembra. Mi ricordano un detto dei vecchi del mio paese: “In semper in gir a tucà ul cù ai stroligh”. Con i duemila travestimenti che hanno, tutti cortesi e cordiali a offrire brindisi a tutti, sono sempre in giro a provocare gli altri. Mi spiace che se ne sia accorta solo Mafalda ma io sono in sintonia con lei.
Scritto da Ex democristiano il 9/3/2011 alle 10:23
Incredibile, ma vero! Non c'è proprio niente da fare quando si ha il dente avvelenato contro qualcuno... Il bello (o il brutto) è che abbiamo soltanto voluto ribadire cose positive. Va bene, da ora in poi qui non ci siamo più, anche noi diventiamo ex. Almeno finalmente abbiamo fatto qualcoa di buono: accontentare qualcuno che proprio non ci digerisce! Chissà poi perchè! Cuntent lù, cuntent tucc! Va ben inscì?
Scritto da Ex L. & B. il 9/3/2011 alle 11:16
Il racconto di Lele è anche il mio. Preoccupa anche me. Tra la famiglia tradizionale e la famiglia "moderna", serve costruireper la famiglia che sceglie. Ad oggi i paletti sono ancora troppi, con un gran peso sulle donne. Ho l'impressione che nel mondo reale (niente bat-caverne, comparsate tv o disco) la mia generazione di uomini qualcosa può dare. C'è equilibrio tra i sessi: altrimenti, con amore, le nostre signore ci appenderebbero. Sarebbe, la loro, una scelta giusta.
Scritto da FrancescoG. il 9/3/2011 alle 11:18
Poesia e numeri: "In semper in gir a tucà ul cù ai stroligh", questa non la sapevamo. Ora lo sappiamo, grazie a te @ex democristiano e alla tua squisita saggezza. Non si finisce mai di imparare: "ubi maior minor cessat". Ma anche "ubi minor maior cessat". Duemila travestimenti! Legnanesi & Bustocchi è un gruppetto di amici ed amiche che scrivono a mezzo di un solo pc. Fra noi anche due ex democristiani. Buone cose!
Scritto da Duemila travestimenti! il 9/3/2011 alle 11:41
Caro Adamoli, ci sono blog dove ogni commento pubblicato, proveniente da quel pc, è contraddistinto sempre e solo da un unico, immutabile segno di riferimento. Perchè non fare altrettanto onde evitare che vengano lanciate accuse di duemila travestimenti a quei nove/dieci gatti di amci ed amiche che usano lo stesso unico pc e che solitamente si firmano in unico gruppo? Oppure aderire alla convinzione di Filippo Valmaggia: nome e cognome per ogni commento. Cordialmente.
Scritto da Uno degli ex il 9/3/2011 alle 11:56
@Filippo Valmaggia. Ieri ho postato lo scritto della Aspesi perché lo ritenevo completo, ben scritto e abbastanza breve per stare su un blog. Poi ho seguito il suo consiglio e mi sono goduto l’intervista a cui fa riferimento, e ho trovato il passaggio incriminato del “puttanone”. Se fossi un Monsignore potrei esortarla a “contestualizzare”. Per conto mio posso dirle che ho trovato il dialogo con la Bignardi degno di una brillante pièce teatrale. Ci ho colto intelligenza e ironia. Temo che l’intelligenza e l’ironia non greve, in questo momento, siano le ultime risorse che ci sono concesse, anche se al Potere danno molto fastidio. Poi ognuno è libero di coltivare le proprie idiosincrasie.
Scritto da Angelo Eberli il 9/3/2011 alle 12:32
Caro ex democristiano, ti assicuro che @Legnanesi e Bustocchi (appunto al plurale), usano diversi nomi (tre o quattro, non di più) ma la stessa autentica mail. Aggiungo che ognuno può dare dei loro interventi il giudizio che vuole ma io non ricordo commenti offensivi da parte loro. Certo, se si parlasse dei contenuti e non delle persone sarebbe meglio. Da questo punto di vista questo blog è ben dentro la soglia della tolleranza e, quasi sempre, del rispetto reciproco.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/3/2011 alle 13:06
Accidenti, @Ex democristiano che mi coinvolgi in questa diatriba che si prospetta (come disse Verdone in “Maledetto il giorno che ti ho incontrato”) “una tragggedia peggio de cernobil” …. Io non avrei altro da aggiungere a quanto già espresso in altre occasioni. Certo che, immaginare queste 10 e più persone (amiche ed amici) che si rincorrono, giorno e notte, in una abitazione, avvicendandosi su un solo computer mi perplime (come diceva Rokko Smithersons, il regista dei film “de paura”). E sto lottando con me stessa per scacciare ogni immagine maliziosa …. Più che altro, avendo loro stessi ammesso di essere in età lavorativa, possiamo appurare che questa mattina almeno tre (o a partire da tre) erano in ferie ed al medesimo computer. Un solo consiglio: detergere bene la tastiera che, insieme ai telefoni ed alle maniglie, è il principale veicolo di trasmissione di batteri. Mi sono ritagliata due minuti del mio tempo (che non è infinito come il loro) e sono andata a vedere in quanti modi si sono chiamati. Eccoli: @L. & B. - @L. & C. - @L. & B. che son genitori - @Ex L. & B. - @Duemila travestimenti! - @Uno degli ex – @Siam tutti ex? - @Legnanesi & Bustocchi - @Commenti e pareri - @Commenti sparsi - @I più di due di L. & B. - @Netiquette oblige - @500 caratteri disponibili - @Rosella e Carlo – @Robecco sul Naviglio - @Carlo Antonio, ecc. ecc. Sicuramente i nickname non finiscono qui, ve ne sono sicuramente altri che non ho tempo ora di cercare. Non so se attribuire loro i seguenti due nickname: @Bruna, Giovanni, Assunta, Pasquale - @Puntini sulle “i”. Nel dubbio, li ho passati al Sisde per un loro vaglio ;-) Che altro dire? Adamoli è ottimista, @Filippo Valmaggia dice che questo blog sta diventando una barzelletta, io mi diverto molto nel leggerli …. Insomma, ognuno la pensa a suo modo. Quindi, è legittimo che tu, caro @Ex democristiano, la possa pensare come credi. Con simpatia.
Scritto da Mafalda il 9/3/2011 alle 18:22
Valga la replica di Adamoli (13:06). Valga il commento di @Mafalda (18:22) all'@ex democristiano. Abbiamo ben compreso... Buona continuazione a tutti.
Scritto da Ritorniamo alla base il 9/3/2011 alle 22:01
@ Mafalda. Quando Filippo Valmaggia ha parlato di "barzelletta" si riferiva all'uso dei nickname. Quindi anche al mio e al tuo. Totalmente sbagliato. Se una persona lo usa per scrivere ciò che col proprio nome non scriverebbe commette un abuso, altrimenti assolutamente no. Ho frequentato parecchi blog. Ritengo questo di buonissima stoffa. Ci scriveresti in caso contrario?
Scritto da Il pirata il 10/3/2011 alle 10:08
@Il pirata. E' infatti in quel senso che quelle persone scrivono, senza mai portare offesa ad alcuno, nel rispetto delle persone, cercando di dare contributi positivi, anche in tono goLiardico, magari durante la visita e compagnìa a persona ammalata. "Scacciare ogni immagine maliziosa, detergere bene la tastiera...": ci perplime.
Scritto da Ex Legnanesi & Bustocchi il 10/3/2011 alle 12:48
@Legnanese e Bustocco – E’ successo diverse volte che E.F. scrivesse commenti denigratori sulla sottoscritta. Puntualmente arrivavi tu, sotto le spoglie di nickname improvvisati, per dire: “Interessante il commento di E.F.” oppure “Profondo il commento di E.F.”. In casa mi è stato insegnato che l’avallo di una persona che offende, soprattutto se è GRATUITO, è ANCORA PIU’ OFFENSIVO dell’offesa originaria. In questo continuo girovagare virtuale fingi di predicare il rispetto ma sei sempre pronto/a ad intercettare i peggior commenti da sostenere. Pertanto, se vuoi continuare a scrivere, continua pure a farlo senza troppe sceneggiate (vado, non vado, sono ex, non scrivo più, ecc. ecc. Se ti fa sentire più tranquillo/a che ti si implori di restare, posso anche farlo …). Altrimenti se decidi di non scrivere più, peccato! Sia in un caso che in un altro, lascia perdere le scene strappalacrime e, soprattutto, trita solo le tue e non anche quelle degli altri. La prossima volta firmati @Minipimer che, in quanto a tritamento, è eccellente. Ma basta, però! Veramente basta! Hai lasciato il segno anche nel blog di Don Giorgio, addirittura esibendo un parere legale di un tuo amico avvocato sull’utilizzo dei nickname. Lasciatelo dire: sei infernale! Se nel blog sei così, non oso pensare nella vita reale. Però, con me basta! Non intendo replicare più. OK?
Scritto da Mafalda il 10/3/2011 alle 19:07
Ok, @Mafalda, ma non c' è nulla di demoniaco o infernale: ogni commento è sempre in una sola positiva direzione, credi! Come l'onniscente Google può ampiamente documentare. SOLO con te c'è stata poi una diversa piega scaturita da troppa permalosità (la nostra) per la quale chiediamo scusa, sperando che la percepisca sincera e vera. Anche se non intendi più replicare, almeno sappi che c'è la proposta di una stretta di mano (assicuriamo a prova di batteri....). Sempre con stima. Dall'ex gruppetto.
Scritto da Ex Legnanesi & Bustocchi il 11/3/2011 alle 12:23
@Mafalda scrive: "La prossima volta firmati @Minipimer che, in quanto a tritamento, è eccellente." ;-)
Scritto da Filippo Valmaggia il 11/3/2011 alle 13:20
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