Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 17/3/2011 alle 10:10

 

   
 
 
 
 "E al cospetto delli stranieri non si rinnoverà l’esempio di quel vizio tutto italiano di dir male del suo paese”.

Sono le parole che il grande federalista Carlo Cattaneo pronunciò a Milano nel 1839, più di vent’anni prima dell’Unità d’Italia che oggi celebriamo unitariamente fra qualche polemica astiosa e incomprensibile.
Il concetto stesso di “straniero” è cambiato profondamente in più di 150 anni. Nell’Italia dell’Unione Europea chi è straniero oggi in Italia? Come è cambiata e che evoluzione avrà la cittadinanza italiana?
E’ una riflessione che inesorabilmente ci accompagnerà nei prossimi decenni.
 
 
 
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 13 commenti -
Gli stranieri oggi sono quelli che non accettano i nostri costumi e le nostre radici culturali. Quelli che non vogliono adattarsi alle nostre regole, non importa da quale Paese provengano. Conosco dei tunisini di seconda generazione che non oserei mai chiamare stranieri.
Scritto da Botti Giulio il 17/3/2011 alle 11:46
Sono stranieri tutti i residenti in Italia che non sono nati in Italia. Nessun buonismo, per favore.
Scritto da Bossiano doc il 17/3/2011 alle 12:07
Ottime le trasmissioni Rai sui 150 anni. Mi è piaciuto il Presidente Giorgio Napolitano.
Scritto da Giorgio F. il 17/3/2011 alle 13:35
Dal momento che in Italia non vige lo "Jus soli" sono stranieri anche tutti i nati nel nostro Paese da genitori stranieri. Non è giusto, ma sicuramente il Bossiano doc ne sarà felice.
Scritto da Angelo Eberli il 17/3/2011 alle 14:01
Diritto di sangue e di etnia. Chiunque vada contro questo diritto naturale è un bastardo.
Scritto da Filippo Valmaggia il 17/3/2011 alle 16:16
Le polemiche della Lega di questi giorni sono ingiustificate. Il bello è che invece di dare la colpa a Bossi la si da a Berlusconi. Siete fuori strada.
Scritto da Carlo (Pdl Varese) il 17/3/2011 alle 17:21
La domanda contenuta nel titolo del post va dritta al nostro cuore e alla nostra ragione ma anche al nostro inconscio. E nelle pieghe più recondite di quest’ultimo rimane viva la pulsione difensiva (che cuore e ragione provvedono ad eliminare) che induce a conservare “sangue ed etnia” richiamate da @Filippo Valmaggia. Ciò che in noi (nei più, diciamo) opera a livello inconscio, in Valmaggia avviene a livello conscio. Su questo argomento, il suo Super-Io non pone freni al suo Es. Al di là di queste note estreme (inconsce o consce che siano), se penso alla ancora tranquilla realtà del mio paese, sottoscrivo il commento di @Botti Giulio. Se penso, invece, a realtà milanesi quale Via Padova mi viene da credere che qualcosa non abbia funzionato nelle politiche di accoglienza degli extracomunitari. Inoltre, se penso ai Rom, prendo atto, con dispiacere, di non essere in sintonia con il card. Tettamanzi, del quale apprezzo oltre alla sua figura, anche l’intera sua pastorale, ad eccezione del suo pensiero sui nomadi. Infine, non vorrei avesse ragione Oriana Fallaci (reporter eccellente, voce lucida e razionale, una delle mie scrittrici preferite) che paventò il rischio che l’Europa diventi Eurabia ... Lo sostiene anche Magdi Allam ma costui qualche perplessità mi ispira ... Non a caso, Gheddafi minaccia proprio questo.
Scritto da Mafalda il 17/3/2011 alle 19:25
@ Filippo Valmaggia. Il mio certificato integrale dell’atto di nascita termina con queste parole: “ (omissis) un feto di sesso maschile di cittadinanza italiana e di razza ariana”. Curiosamente anche i miei caratteri somatici si sono accordati perfettamente: biondo, occhi azzurri. Eppure non trovo materia per trarne vanto. Ma non pensavo nemmeno di far parte della categoria dei “bastardi” in quanto favorevole allo jus soli. Diversi miei cugini nati in Francia, sono cittadini francesi. Ovviamente “bastardi”.
Scritto da Angelo Eberli il 17/3/2011 alle 19:40
La scelta di una frase di Carlo Cattaneo nella festa dell'unità nazionale è fine. Come sottolineare che perfino LUI vedeva nell'unità, che si sarebbe guadagnata quasi 20 anni dopo quella frase, lo sbocco del federalismo che auspicava per l'Italia. In realtà solo un'interpretazione fasulla del pensiero di Cattaneo può essere utilizzato in funzione antiunitaria. La questione è che l'unità è una cosa e il centralismo è un'altra cosa. Il federalismo di Cattaneo non avrebbe mai messo in forse l'unità dell'Italia.
Scritto da Roseto senza rose il 17/3/2011 alle 22:32
Mi identifico con @Botti Giulio anche se le riflessioni di @Mafalda, e di @Angelo Eberli sul "diritto del suolo", se interpreto bene il latino, mi hanno messo qualche dubbio, ma non fino al punto di cambiare il mio parere molto positivo sui concetti di Botti.
Scritto da Prospero Carlo il 17/3/2011 alle 23:35
Dimenticavo una cosa. Anche il contraltare di @Filippo Valmaggia mi serve spesso per approfondire meglio. Qualche volta @Adamoli lo coccola, senza darlo a vedere. Secondo me fa bene. Lo dico da ex simpatizzante della sinistra ad un ex democristiano, a cui però avevo reso l'onore delle armi già alla fine del 1992. Lui sa bene cosa voglio dire. Credo che si ricordi anche lui.
Scritto da Prospero Carlo il 17/3/2011 alle 23:42
Caro Adamoli, non c'è dubbio, ho visto gli altri blog sulla giornata di ieri. Tutti a parlare della figuraccia di Marantelli, salvo il tuo. Preferisco il tuo.
Scritto da Alessia il 18/3/2011 alle 10:48
@Angelo Eberli. Il mito del Sangue non deve ingenerare l’ingannevole luogo comune che sottintende materialismo e”biologismo”. E’ un concetto che deve essere associato a significati superiori, legati alla trascendenza e al valore metafisico che una comunità di popolo si dà e in cui si riconosce. Il Sangue è un valore dello spirito. Il Sangue è un simbolo collettivo che racchiude il mistero della natura e della stirpe. Lo sapevano le società primitive, ignare della storia, come lo riconoscevano le civiltà più progredite, in ogni tempo e in ogni dove.
Scritto da Filippo Valmaggia il 18/3/2011 alle 11:42
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