Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 20/4/2011 alle 10:21



Una sola donna nel governo regionale, sette nel consiglio regionale di ottanta. Gli enti regionali, potenti e influenti, seguono lo stesso cliché. Ma questa è solo la punta dell’iceberg nella politica. La condizione femminile è difficilissima anche negli altri campi.
Lo Statuto di Autonomia della Lombardia con l’art. 11, molto dibattuto e controverso ma alla fine approvato da quasi tutti, tende ad incidere profondamente in questa realtà promuovendo “azioni positive” per conseguire la “democrazia paritaria”, che per ora è uno slogan.
Ieri il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la legge che istituisce il Consiglio delle Pari Opportunità. Conosco bene il pregiudizio (o il giudizio) popolare: se vuoi affondare qualcosa di serio, fai una Commissione. Non credo che sia così. Nei prossimi anni saranno applicate meglio le norme antidiscriminatorie e avremo una nuova legge elettorale che otterrà un certo riequilibrio tra i generi.
Le regole però non bastano, non possono bastare in questa fase. Nelle liste politiche e civiche delle elezioni amministrative vi sono molte donne in tutta la Lombardia. Dipende da noi eleggerle. Le donne devono vincere l’avversione a votare le donne.
Il Pd offre una candidatura validissima come sindaco della città di Varese, Luisa Oprandi (foto). E’ giusto votarla perché lo merita. Anche questo è un tassello della riscossa femminile.



Categoria: Lombardia, Persone
Commenti dei lettori: 23 commenti -
La risalita delle donne in polica e sul lavoro è troppo lenta. Ci vorrebbe molto di più ma non so dire che cosa. Il dibattito è astratto. Le regole nuove regionali forse aiuteranno. Speriamo.
Scritto da Alessia il 20/4/2011 alle 12:15
Voi avete presentato la Oprandi a Varese e la Lega la Giovanna Bianchi a Gallarate. Fatti positivi. Il Pdl è molto indietro. La Moratti a Milano ha voluto dire ben altre cose piuttosto che la condizione femminile.
Scritto da Basso Luca il 20/4/2011 alle 12:23
Caro Presidente, il consiglio delle pari opportunità istituito ieri rispetta la lettera e lo spirito statutario. Sono previsti, fra i sette componenti, sia donne che uomini con curriculum di tutto rispetto. Importante sarà naturalmente la qualità delle persone e soprattutto di chi la guiderà. Speriamo bene.
Scritto da Dirigente regionale il 20/4/2011 alle 13:29
Approvo la scelta della foto. E' più bella di tante altre mentre parla.
Scritto da Elisabetta il 20/4/2011 alle 14:02
Purtroppo non potrò votarla. Ritengo comunque che quella della Oprandi sia una candidatura molto valida. Però, quanti tentennamenti. Comunque, ora In bocca al lupo, Luisa!
Scritto da Angelo Eberli il 20/4/2011 alle 14:13
Quote rosa?Non dovrebbero esistere perchè non dovrebbe essercene il bisogno...i migliori dovrebbero raggiungere i posti di comando(nel privato) e di guida(nel pubblico). Questa al momento è solo una speranza come prospettiva di lungo termine...ogni partito dovrebbe nel suo statuto impegnarsi a tal fine programmando la "formazione" politica delle donne dai piccoli comuni e via via crescendo. Le candidature simbolo o eccezione, sono un'attrattiva, ma non risolvono il problema alla base...
Scritto da GianMarco il 20/4/2011 alle 14:38
Alle donne che avversano le donne non avevo mai pensato. Visti i risultati dev'essere vero.
Scritto da Servillo Giuseppe il 20/4/2011 alle 15:10
Sono i tempi della città, del lavoro, del vivere sociale nelle comunità, che ostacolano l'impegno delle donne in politica. Sulle quote rosa sono indifferente se non scettica..
Scritto da Elisabetta il 20/4/2011 alle 15:58
@Elisabetta ha ragione. Pure io sono scettico sulle quote rosa. La Regione dovrebbe impegnarsi sulle cose che lei suggerisce. Se non si eliminano quegli ostacoli che lei sottolinea le donne scarseggeranno sempre.
Scritto da Formenti Giuseppe il 20/4/2011 alle 18:27
“Democrazia paritaria 50/50”. Oppure, “doppio sguardo”. Due delle tante definizioni per motivare l’esigenza di avere più donne nelle liste elettorali, nelle assemblee elettive, negli enti, negli organismi, nelle direzioni dei partiti, ecc. ecc. Io, seppur donna, sono molto scettica nei confronti di questa “esigenza” in quanto sono abituata a valutare, di un candidato, le sue qualità pubbliche, personali e - se conosciute - anche quelle interiori, a prescindere dal suo genere sessuale. Ad esempio, non avrei problemi a votare “Luigi Oprandi” se avesse le stesse caratteristiche personali di Luisa Oprandi. Così come se avesse la sua stessa estrazione educativa e culturale. Non credo, infatti, che le donne siano migliori degli uomini. A volte sono le stesse donne a tradire o, peggio, a misconoscere le diverse fasi della vita femminile. E non credo nemmeno che debbano essere presenti forzatamente. Quindi, ben vengano persone capaci, competenti, oneste e sincere, a prescindere dalla loro identità sessuale. Tornando a Luisa Oprandi, che è la meritata protagonista di questo post, se risiedessi a Varese voterei per lei. E senza turarmi il naso (cosa che, a volte, accade nel votare il Pd).
Scritto da Mafalda il 20/4/2011 alle 19:43
Dimenticavo. Qualcuno dice che l’unica donna presente nel governo regionale - la bresciana Rizzi – sia stata “premiata” con questo incarico per aver permesso al figlio di Bossi (più noto come “Trota”) di candidarsi e di essere eletto al suo posto, nella circoscrizione di Brescia. Tra l’altro, la Rizzi è salita agli onori delle cronache nell’ultimo periodo non tanto per la sua attività assessorile ma per il suo curriculum scolastico e formativo che, a quanto si legge sui giornali, forse contiene qualche inesattezza ... Mi pare che anche “Le iene” si siano occupati di lei (certamente non possono occuparsi solo di Marantelli …). E le sette consigliere? Una è la mitica Minetti, cooptata ed imposta nel listino dal Grande Capo. Un’altra è la Fatuzzo (Pensionati) la quale, mentre il padre Carlo era consigliere regionale in Lombardia, ricopriva il medesimo incarico in Liguria. Poi il padre è entrato in Parlamento e la figlia ha preso il suo posto in Lombardia (ove è al suo secondo mandato). Insomma, i Fatuzzo, galleggiando, hanno costruito la loro storia politica e fortuna (non solo politica …) sui mandati elettivi. Delle restanti cinque consigliere (Cavicchioli e Valmaggi del Pd, Cremonesi di Sel, Peroni del Pdl e Ruffinelli della Lega Nord) nulla da dire se non augurare loro buon lavoro.
Scritto da Mafalda il 20/4/2011 alle 20:18
Condivido il primo commento di Mafalda (il secondo è descrittivo). Però ho ancora la piccola speranza che le quote rosa a qualcosa possano servire.
Scritto da Giovanna Magri il 20/4/2011 alle 21:21
A me francamente interessa che i nostri comuni sia amministrati bene da uomini o da donne, ma la domanda del perchè la politica sia quasi tutta al maschile me la pongo. Le quote rosa possono aiutare a migliorare le nostre amministrazioni? Se la risposta fosse positiva, sarei pienamente d'accordo nel riservare uno spazio all'universo femminile.
Scritto da Botti Giulio il 20/4/2011 alle 21:57
Ha ragione @GianMarco quando afferma che le quote rosa non dovrebbero servire ma la situazione italiana, perfino in Lombardia, è insostenibile. Negli ultimi anni è perfino peggiorata nel rapporto uomini/donne nelle istituzioni. Confesso che fino a qualche anno fa pensavo come lui e come @Mafalda, poi ho cambiato opinione a favore di regole che aiutino l'emersione delle "buone volontà femminili". Non credo affatto che gli uomini diano automaticamente più affidamento delle donne nella pubblica amministrazione. Potrei fare molti esempi ma non mi piace personalizzare. @Elisabetta (15.58) tocca il cuore dei problemi. I tempi della città e del lavoro, i servizi sociali, il carico famigliare, la cura degli anziani e degli infermi richiedono una cultura aggiornata. Più donne "al potere" rappresenterebbero una spinta verso queste innovazioni? Nel Nord Europa è stato così, col sostegno di una legislazione di favore, anche elettorale. Questa è la sfida che le forze politiche dovrebbero raccogliere.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/4/2011 alle 23:16
Caro Giuseppe, il dirigente regionale ci informa che nelle sette persone che comporranno il Consiglio delle Pari Opportunità ci saranno anche gli uomini. Ti pare giusto?
Scritto da Francesca P. il 20/4/2011 alle 23:39
Si dica pure quel che si vuole. Sono e resto favorevole ad aiutare la partecipazione e l'elezione delle donne in tutte le istituzioni.
Scritto da Giorgio F. il 21/4/2011 alle 00:28
Il Pd ha istituito le quote rosa per i suoi organismi dirigenti. Adesso di donne ce ne sono di più nelle direzioni ma sono ancora scarse al top. Questo è un traguardo anora quasi completamente da raggiungere. L'inizio è buono.
Scritto da Una iscritta Pd il 21/4/2011 alle 09:03
Le quote rosa, ovvero la partecipazione femminile per decreto, mi rende molto perplesso. Preciso che sono un estimatore convinto della superiorità biologica, culturale (intesa come adattabilità alle esigenze vitali), sociale (come capacità di sacrificio, laboriosità e funzione di educatrice primaria) delle donne. La maternità rende la donna la costruttrice del futuro. Ma le quote rosa, no! possono essere una trappola maschilista...
Scritto da ulderico monti il 21/4/2011 alle 09:09
Ho letto questa mattina di una “insurrezione” delle due giornaliste Marina Terragni e Lorella Zanardo in merito alla nomina dei partecipanti ai Tavoli tematici di Expo 2015. Ebbene, per questi 9 Tavoli sono state nominate 42 persone. Tutti uomini. Nemmeno una donna. Ad eccezione della Moratti (Commissaria Straordinaria Expo 2015) e della Bracco (Presidente Expo 2015) non si è pensato ad una donna. E dire che il tema riguarda proprio la nutrizione ... Ho scoperto che la Terragni (che scrive su “Io donna” del Corriere ed è sorella del Terragni ex Presidente di Pedemontana spa) tiene un blog e proprio il suo ultimo post cita i nomi dei componenti i Tavoli tematici. Li riporto così come elencati nel blog della Terragni. Eventuali errori o inesattezze non sono imputabili a me. ACCOGLIENZA: Alessandro Rosso, Michele Perini, Antonio Intiglietta, Renato Borghi - INFRASTRUTTURE: Elio Catania, Claudio Artusi, Flavio Cattaneo, Claudio De Albertis - ENERGIA: Federico Falk, Giuliano Zuccoli, Umberto Quadrino, Pietro Gnudi, Enrico Migliavacca - CREDITO: Corrado Passera, Massimo Ponzellini, Raffaele Jerusalmi, Francesco Micheli, Corrado Faissola, Bruno Ermolli - AGROALIMENTARE: Carlo Petrini, Giandomenico Auricchio, Paolo Cuccia, Giampiero Calzolari, Carlo Franciosi - SALUTE: Umberto Veronesi, Daniel Lepeyre, Silvio Garattini, Giuseppe Rotelli, Giancarlo Cesana, Massimo Ferlini - CULTURA: Piergaetano Marchetti, Sergio Escobar, Maurizio Costa, Stephane Lissner, Edoardo Valli - NON PROFIT: Giuseppe Guzzetti, don Colmegna, don Verzé, Marco Accornero - GIOVANI: Guido Jarach, Marco Alverà, Stefano Bianco
Scritto da Mafalda il 21/4/2011 alle 10:59
Cara Francesca, nel Consiglio delle Pari Opportunità ci devono essere anche gli uomini. Sarebbe sbagliato se fosse interpretato come il luogo della difesa corporativa delle donne. Organismi di questo tipo hanno tutti fallito completamente. Il mio augurio è che il presidente sia donna, ma una donna capace, autorevole, influente che sorvegli e promuova l'attuazione statutaria non solo nel campo elettorale ma nella vita sociale e pubblica latamente intesa.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/4/2011 alle 11:00
Quando, finalmente, le stesse donne decideranno di votare e sostenere compatte le rappresentanti del gentil sesso ovunque esse si dovessero presentare ed essere comunque presenti? Un metodo empirico, efficace, semplice, democraticissimo, per far esplodere quella strategia rosa della riscossa femminile. O no?
Scritto da Roscar il 21/4/2011 alle 11:18
@Mafalda - Grazie della preziosa informazione che non avevo. 42 uomini, nemmeno una donna. Incredibile. Di fronte a questi dati non ti pare giusto reagire con qualche soglia? Si tratta pur sempre di "tavoli tematici" pubblici. Oggi una decisione del genere presa dalla Regione andrebbe incontro a delle eccezioni formali sulla base delle norme esistenti. Se ci fosse già (non è ancora stata istituita, non a caso) la Commissione di garanzia statutaria la rimanderebbe al mittente per una riformulazione profonda.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/4/2011 alle 15:19
Convengo con quanto scrive nel commento delle 15.19. E' incredile che, avendo a disposizione ben 42 "caselle", non sia stato dato spazio a qualche personalità femminile del mondo della cultura, della scienza e dell'economia che, sicuramente, non mancano nella nostra regione e in Italia.
Scritto da Mafalda il 21/4/2011 alle 20:37
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