Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 27/4/2011 alle 11:34

 

 
Tripudio di liste civiche alle prossime amministrative. Questo è avvenuto in tutta Italia, in Lombardia e in provincia di Varese. E’ il sopravvento del senso civico su disinteresse e apatia? Difficile dirlo. Le cause sono le più diverse: forte e positiva volontà di partecipazione; aggregazioni intorno a problemi particolaristici: personalismi e voglia di visibilità fine a sè stessa. Sullo sfondo i partiti ritenuti poco credibili come collettori di energie libere.
In generale, è evidente una sproporzione fra i movimenti civici che avranno degli eletti e che si misureranno sui problemi dell’amministrazione (pochi) e quelli che andranno incontro a delle cocenti delusioni (tanti). Moltissimi germogli non sbocceranno mai. E’ un peccato perché l’insuccesso può soffocare sul nascere la voglia di esserci e di prendere parte.
Penso che i partiti dovrebbero impegnarsi a raccogliere il meglio di queste esperienze per convogliarle, in un futuro prossimo, verso uno sbocco fattivo e concreto. Se il Pd si assume questo compito, senza pretendere di trasformare questi “volontari” in militanti, si rinnoverà ulteriormente arricchendosi di una vitalità importante.


 
Commenti dei lettori: 32 commenti -
Le liste civiche, quasi sempre, o sono rappresentative di esigenze personali o evidente espressione di antipolitica allo stato puro. Questo naturalmente salvo rare eccezioni. Vi è poi la necessità di un candidato sindaco di partito di farsi la sua lista civica per pescare elettoralmente in un ambito più neutro. Un' esigenza comprensibile ma anche questa è sempre la dimostrazione della perdita del ruolo e di consistenza dei partiti stessi. Varrebbe la pensa fare qualche riflessione approfondita.
Scritto da E.F. il 27/4/2011 alle 11:55
Dal tuo post ricavo che, in fondo, dai un giudizio positivo delle liste civiche. Al contrario, io penso che siano quasi sempre motivate da ambizioncelle personali che spero non abbiano successo. Ci sono già tanti partiti, basta sceglierne uno e impegnarsi dentro quello.
Scritto da Enne enne (Varese) il 27/4/2011 alle 12:16
Concordo in toto. Soprattutto sull'invito al Pd ad aprire le sue porte a queste energie. E' certo che, come scrivi tu, queste persone non possono essere imbrigliati nella militanza politica tradizionale. Se vogliamo convincerli, il Pd deve offrire apertura, confronto e modernità. Il Pd è nato proprio con questa vocazione, anche se a molti oggi sembra sfuggire.
Scritto da Andrea Civati il 27/4/2011 alle 12:22
Evviva le liste civiche, i partiti hanno fallito. Nei comuni va benissimo l'impegno dei cittadini fuori dai partiti.
Scritto da M.T. il 27/4/2011 alle 13:31
Molto bene ma sia Giuseppe che Andrea dovrebbero essere i primi a sapere che la lista del PD alle comunali di Varese comprende almeno la metà di non iscritti al Partito. Giusto non pretendere di trasformarli in militanti ( ma sarebbe un grave peccato ? ) ma questo spetta sopratutto a voi che avete incarichi nel PD e non a noi poveri ragazzi di campagna.
Scritto da A.V. il 27/4/2011 alle 14:30
Ho fatto una panoramica delle liste nei Comuni della Provincia di Varese. Emergono così tanti “moventi” che è impossibile generalizzare. Questa “esplosione” mi piace. In alcuni Comuni, soprattutto quelli piccoli e in presenza di “notabili” che monopolizzano la vita politica, sono un buon segno, in altri casi sono sintomo di “disfacimento” dei partiti maggiori, pura strategia elettorale oppure ambiziosa ricerca di affermazione personale. Comunque molti di questi gruppi rifiutano l’appartenenza politica e coinvolgerli non è facile. Ma mi chiedo, quelle che arrivano sono elezioni politiche o amministrative? Mi pare che, soprattutto nelle città, il voto si politicizzi sempre di più. Dove ci sono delle vere civiche, perché cercare di normalizzarle? Io credo che un grande partito nazionale debba presentare la “cornice” ed è in base a questa che riusciranno o meno ad aggregare consenso “civico” e amministrativo. Per favore risparmiamoci il partito delle liste civiche, degli amministratori e dei localismi, quella che manca è la politica alta, la visione del futuro, non confondiamo le cose.
Scritto da Lele il 27/4/2011 alle 14:53
Le liste civiche sono, per chi fa politica, un fallimento. naturalmente sono accettabili, sia chiaro, ma più ce ne sono e più significa che certa politica partitica è inadeguata e non è stata in grado di occupare efficacemente certi spazi. Condivido, a questo proposito, le considerazioni della nostra amica E.F., ultimamente più riflessiva e meno aggressiva del solito.
Scritto da un anziano il 27/4/2011 alle 15:03
Le liste civiche marcano l'insufficiente capacità dei partiti di dare ospitalità a delle persone che non sono iscritte. Magari alcune di queste persone valgono poco e prendono le elezioni come un gioco ma ce ne sono delle altre che meriterebbero più spazio e attenzione.
Scritto da Stefano Sandri il 27/4/2011 alle 15:16
Concordo con @Lele sul fatto che c’è una eccessiva politicizzazione di queste elezioni amministrative. Aveva cominciato Berlusconi, poi altri leader, pur negandolo, hanno seguito la stessa strada. A livello locale c’è una specificità amministrativa, più che politica, che va rispettata. Trovo che @Un anziano sia troppo severo riguardo al civismo amministrativo. Da almeno un decennio sono favorevole alle liste del sindaco richiamate da @E.F. In particolare a Varese e a Gallarate, ma pure in altre realtà lombarde che conosco, i candidati sindaci del centrosinistra ne possono trarre un forte giovamento. Ricordo ad @A.V. che, se e quando intendo riferirmi a Varese, lo dico esplicitamente. A proposito di Varese, riconosco molto volentieri che la lista del Pd, così come in molti altri comuni, è ben fatta con un buon numero di candidati non iscritti. Ci mancherebbe altro. Ma dal mio punto di vista le liste civiche possono comunque offrire una fonte di reclutamento di personale politico purché non si ricerchi in maniera affannosa l’impegno militante che solitamente ha un’altra ispirazione culturale. Se @Andrea Civati, quando parla di partito aperto, intende questo gli dò senz’altro ragione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/4/2011 alle 16:00
A mio parere le liste civiche non vanno lette come una patologia del sistema politico ma piuttosto come un arricchimento partecipativo in buona parte innescato dalla enorme crescita informativa generata da internet. Grazie alla rete molti cittadini si stanno riavvicinando, almeno a livello locale, alle amministrazioni. In prospettiva la capacità di controllo delle comunità locali potrebbe crescere. A patto che le liste civiche non siano, come spesso accade, fatue passerelle, per ego ipertrofici.
Scritto da cesare chiericati il 27/4/2011 alle 16:13
Ma caro Adamoli, non sono severo con il civismo amministrativo che considero anche abbastanza positivamente. Dico solo che sono spazi vuoti lasciati così soprattutto dai limiti evidenziati da certa politica partitica. Su certe liste civiche poi converrà con me, ma quale civismo!! Sono candidati sindaci allo sbaraglio e in cerca di un po' di notorietà, di spazi e spazietti per poi trattare qualcosa da portare a casa, per lo meno questo avviene nella stragrande maggioranza dei casi. Mi sbaglio?
Scritto da un anziano il 27/4/2011 alle 16:14
Spero tanto che a Milano si vinca. Dopo tutto i sondaggi lasciano buone speranze. Concordo con quello che tu dici, ma a Milano il risultato elettorale, come tu sai benissimo, ha un valore nazionale.
Scritto da Il pirata il 27/4/2011 alle 16:15
Esiste un'alternativa alle liste civiche? Se esse non ci fossero sicuramente aumenterebbe l'astensionismo, già maggioranza (forse anche assoluta, con voti nulli e schede bianche). Una partecipazione attiva dei cittadini in liste civiche è quindi sempre, comunque, positiva, Si spera che ci sia coesione ed impegno omogeneo tra quegli eletti eventualmente vincitori, in grado di ben governare per il bene dei propri cittadini. I quali concretamente vogliono "solo" questo.
Scritto da Roscar il 27/4/2011 alle 17:32
Aumenta il numero di coloro che si sentono chiamati a fornire alla comunità la loro immortale competenza. Appiccicati ai muri, come lepidotteri trafitti su tavole di sughero, possiamo guardarli in viso, fare la loro conoscenza. Chi non abbia ancora subito l’ingiuria di qualche buontempone armato di pennarello, fa mostra di sé e ammicca al passante. Ora comprendo perché Rousseau scrisse un trattato in favore della botanica e contro la zoologia. C’è di tutto nel bestiario elettorale. Il ragazzo che pare ruzzolato fuori da un casa prigione televisiva, e che si è strappato l’orecchino un secondo prima di fare l’istantanea che lo ritrae. Il padre di famiglia, bolso, invigliacchito nella sua giacca d’occasione. Sfoggia uno sguardo che vorrebbe rassicurare ma si intuisce che ha l’amante e froda il fisco. C’è la signora Sonostufa che abbiamo avuto modo di conoscere in palestra e apprezzarne l’arroganza, unico sentimento che sia mai riuscita a comunicare. Ci sono pensionati più vicini all’urna cineraria che a quella elettorale che ancora sgomitano; operai che mostrano le mani (“uno di noi”) ma sono sindacalisti che non toccano utensili da un decennio e le mani se le sono sporcate altrove … Infine, “perché la società sta cambiando pelle”, un negro esprime amore per una città che neppure conosce ma riesce nell’impossibile: appare più franco, più determinato, più credibile dei suoi compagni di muro. Anche quest’anno non andrò a votare.
Scritto da Filippo Valmaggia il 27/4/2011 alle 18:05
Nelle liste civiche come in tutti i fenomeni elettorali c'è del buono e del cattivo. Per lo più si tratta di episodi che durano la spazio di un mattino. Se durassero di più i partiti avrebbero il diritto-dovere di incanalarli verso una direzione utile anche ai fini politici più generali.
Scritto da Mentasti Enrico il 27/4/2011 alle 18:06
Tutto sommato il post mi sembra condivisibile. Certe volte vedo commettere l'errore di considerare buone le liste civiche a sostegno del candidato che si preferisce e risibili, o quasi, tutte le altre. Il parametro di giudizio invece non può essere la vicinanza politica. Nelle liste civiche certe volte c'è di tutto come nelle liste di partito. Preferisco un approccio positivo anziché uno pregiudizialmente negativo.
Scritto da Baroffio Loredana il 27/4/2011 alle 18:17
Caro @Anziano, sarei d'accordo sulle tue osservazioni se tu le circoscrivessi alla minoranza, non alla stragrande maggioranza dei casi. Credo che il punto di vista di @Cesare Chiericati andrebbe considerato seriamente. Perchè non ammettere che certe liste civiche possano essere un segno di riavvicinamento alla buona politica come tu certamente la interpreti? Sulla riduzione delle astensioni penso che @Roscar abbia ragione. Ottima la prosa di @Filippo Valmaggia, che saluto volentieri dopo un certo periodo di assenza. Non posso condividere il suo pessimismo, però taluni personaggi li pennella bernissimo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/4/2011 alle 19:19
Non credo che la frammentazione delle liste sia un evento positivo. Sono tentato di giudicarlo come emersione di interessi particolari, in una sorta di neo-feudalesimo senza autorità di raccordo centrale. O di piccole ambizioni che polverizzano il consenso su un progetto condiviso e dopo il voto determinano un anarchismo di rivendicazioni (se vincenti) o di recriminazioni e ulteriori lacerazioni (se perdenti) Mi pare aggravino la crisi di rappresentanza dei partiti della tradizione. E in Europa?
Scritto da ulderico monti il 27/4/2011 alle 20:11
Ritorno graffiante di Filippo Valmaggia. Fra lui e Adamoli c'è an abissso politico. Eppure fra i due dopo tutto corre buon sangue. Stravaganze della politica.
Scritto da Bernasconi Luisa il 27/4/2011 alle 20:40
A Ulderico Monti vorrei chiedere: meglio la frammentazione delle liste o nessuna lista che non sia lista di partito? Io preferisco delle liste in più, magari senza grande qualità, piuttosto che il monopolio di questi partiti.
Scritto da Bulgheroni Carlo il 27/4/2011 alle 23:46
Questa sera ad Albizzate sei stato molto bravo nel parlare di federalismo fiscale. L'impressione di alcuni di noi è che dovresti fare più politica attiva.
Scritto da Franco il 28/4/2011 alle 00:06
Ho letto l'intervento di Filippo Valmaggia: deve essere ben amara la sua esperienza se è indotto a tanto disprezzo della democrazia. La democrazia può sopportare sopravvivere e giovarsi della più dura critica, ma è il rinnegamento che la uccide. E chi e che cosa ne prenderanno il posto?
Scritto da ulderico monti il 28/4/2011 alle 08:04
Sei anche tu convinto come Monti che la democrazia possa soffrire dalle troppe liste civiche?
Scritto da Prospero Carlo il 28/4/2011 alle 09:37
@Valmaggia nel suo stile colorito descrive la fiera degli orrori elettorali che caratterizza, in particolare, le elezioni amministrative. Incentivato da un sistema elettorale che ha innalzato la soglia dei comuni in cui si vota con il sistema maggioritario, il fenomeno delle liste civiche è destinato a dilagare e, con esso, l’idea che, in fondo, la politica sia un’attività alla portata di tutti, che non necessita né di competenze, né di formazione. Il risultato è che le istituzioni, soprattutto quelle locali, sono piene di amministratori incapaci ed arroganti, che alimentano una visione padronale dell’esercizio del potere. Preciso che non sono contrario al ricorso alle liste civiche in quei particolari contesti in cui queste siano effettivamente rappresentative di processi aggregativi locali oppure costituiscano una modalità per favorire l’alternanza in situazioni politicamente bloccate. Non credo, invece, che le liste civiche siano in assoluto un fenomeno di “arricchimento partecipativo”, come dice @chiericati. Anzi, molte liste civiche nascono per interessi ed egoismi molto particolari e, soprattutto nel caso delle “liste del sindaco”, sono spesso frutto di personalismi, o semplici escamotage per “pescare elettoralmente in un ambito più neutro”, come dice @E.F..
Scritto da Leonardo C. il 28/4/2011 alle 10:15
Carlo Bulgheroni mi chiede: “meglio la frammentazione delle liste o nessuna lista che non sia lista di partito?” e aggiunge: “Io preferisco delle liste in più, magari senza grande qualità, piuttosto che il monopolio di questi partiti”. Opinione rispettabile, ma che non condivido: i partiti sono ovunque, nelle grandi democrazie d'Europa, l'organizzazione degli ideali, dei progetti, dei programmi, della capacità di attuazione della società civile. I partiti sono la storia della società, hanno radici nella dialettica delle lotte, delle vittorie e delle sconfitte dei movimenti popolari. In Italia abbiamo distrutto queste esperienze e queste radici: abbiamo fatto il deserto e l'abbiamo chiamato “innovazione” (per parafrasare Tacito). I nostri partiti ectoplasmi o, se si preferisce, tigri di carta, hanno rinnegato la loro storia, tradito le ispirazioni originarie e hanno giocato a cambiare sigle e intestazioni, come travestimenti della perenne coriacea nomenclatura. La frammentazione delle lista non è vitalità democratica, ma degenerazione senile, sclerosi della democrazia italiana.
Scritto da ulderico monti il 28/4/2011 alle 10:32
Ulderico Monti mi ha quasi convinto. Quasi. Mi piacerebbe avere un parere di Adamoli sul rapporto tra politica e liste civiche.
Scritto da Nicola il 28/4/2011 alle 11:27
Bella discussione, concreta e attuale. A Gallarate voto per la lista del Pd, ma se Guenzani vince (LO SPERO), sarà anche per il contributo di persone che nella lista politica non sarebbero mai entrate.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 28/4/2011 alle 12:28
La passione per la politica si impara a scuola nell’ora di storia. Non ci si improvvisa in politica perché la propria via ha troppe buche o per alzare la qualità del cibo della scuola del figlio. Quoto, pertanto, @Leonardo C. quando scrive: “Il fenomeno delle liste civiche è destinato a dilagare e, con esso, l’idea che, in fondo, la politica sia un’attività alla portata di tutti, che non necessita né di competenze, né di formazione”. Il desiderio di far politica dovrebbe, quindi, avere origini lontane ed ispirarsi ai grandi “Padri politici” che hanno fatto la storia del Novecento. Tutto il resto non esiste. Se pensiamo che, a livello nazionale, abbiamo avuto simboli quali l’Asinello non dobbiamo stupirci che, ad esempio, Milly Moratti si sia inventata la “Lista dell’Arancia” per sostenere Pisapia. Sbaglia, chi vuole scendere in campo, a ritenersi apolide in quanto credo che gli attuali partiti politici – tutti e nonostante tutto – svolgano ancora una funzione rappresentativa per la società. Non comprendo, quindi, gli snobismi che, spesso, preludono alla costituzione di liste civiche anche se, occorre ammetterlo, è vero anche quanto scrive @Stefano Sandri: “Le liste civiche marcano l'insufficiente capacità dei partiti di dare ospitalità a delle persone che non sono iscritte”.
Scritto da Mafalda il 28/4/2011 alle 12:59
Che guaio! Proprio il giorno del ritorno in pompa magna di @Filippo Valmaggia, io ero “unplugged”. Saluto, con piacere, questo suo rimpatrio, nella speranza non sia una capatina narcisistica ;-) Sembrava si fosse irrimediabilmente arrabbiato con brighella e zorro ... Invece, pare non sia così. Era un vero peccato che si limitasse a leggerci, senza contribuire. Infatti, i suoi interventi, ad eccezione di quando riguardano “saponette e paralumi”, sono molto graditi in tutto l’arco costituzionale (e anche in quello extra). E’ tornata anche @E.F. ... Che i due si siano messi d’accordo? ;-) Filippo, sorridi e rimani nell’agone virtuale. Il commento che hai scritto ieri è divinamente eccellente, in pieno smalto valmaggiano. Sappi che il tuo posto stava per essere preso da @Ulderico Monti che io considero altrettanto bravo e brillante.
Scritto da Mafalda il 28/4/2011 alle 13:02
Questa è stata udita proprio stamane: "liste di partito o liste civiche... son tutte uguali; esse sono soltanto "sartorie" per vestire ufficialmente quelle persone che vi si candidano". Un sorriso, un'alzata di spalle, o una delusione?
Scritto da Roscar il 28/4/2011 alle 13:21
Rilancerò questa discussione oggi pomeriggio con un altro post. Ci sono stati tanti spunti molto interessanti da cui desidero ripartire.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/4/2011 alle 16:28
@Mafalda. Non ho l'indole del voyeur: se non scrivo, non leggo. Ben ritrovata. ;-)
Scritto da Filippo Valmaggia il 29/4/2011 alle 08:48
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