Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 3/5/2011 alle 10:34

 

 
Manca meno di due settimane al voto amministrativo. In questi giorni si intensifica il contatto con gli elettori. Gli argomenti non mancano.
Le città e i paesi di Lombardia hanno un’identità non sempre definita e nitida. I “centri” sono più belli e curati, ma le frazioni e le periferie più abbandonate. I luoghi di aggregazione scarseggiano, fa tristezza vedere le persone sole che si ritrovano nei centri commerciali. I confini territoriali si confondono, però fra le varie amministrazioni c’è poco confronto e pochissima collaborazione. Ognuno decide per sé, incurante di ciò che esiste e si progetta a qualche chilometro di distanza.
“Padroni in casa nostra”, prima di diventare uno slogan leghista era stampato nella testa di molti di noi. La situazione negli ultimi anni, da questo punto di vista, è peggiorata.
Se parliamo in questo modo i cittadini ascoltano. Porto un solo esempio. Perché molti comuni non hanno ancora approvato il PGT (Piano di Governo del Territorio)? Eppure è il mezzo indispensabile per disegnare, o ridisegnare, il volto delle città. Incapacità o cos’altro? Lo strumento è certamente complesso (lo devono maneggiare dei tecnici preparati) ma le sue finalità sono sociali e politiche. Sono “umane”. Dove mettere gli ambulatori medici, la casa di riposo, l’asilo nido, la zona artigianale e industriale, la piattaforma dei rifiuti. Come allargare la zona pedonale. Come costruire la città dei bambini. Come far rivivere una piazza.
Se insistiamo troppo sui soldi che mancano, sul governo che ha tagliato i fondi (cose verissime), rischiamo di sottostimare l’opera dei futuri amministratori. Cogliamo i bagliori di luce, che non mancano nel quadro fosco, saremo più utili alle nostre comunità e prenderemo più voti.



 
Commenti dei lettori: 29 commenti -
A Varese il Pgt non è stato approvato per le divisioni nella maggioranza, fra la Lega e il Pdl, e all'interno della Lega e del Pdl. Queste cose è giusto dirle chiare e forti.
Scritto da Giovane rottamatore il 3/5/2011 alle 13:14
Se è un richiamo contro il nostro pessimismo cosmico lo condivido anch'io da sinistra. Condivido anche il richiamo all'importanza dell'identità delle città.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 3/5/2011 alle 13:27
Basta fare i prudenti e i tiepidi con il governo. Hanno strangolato i comuni e le province, come si fa a non vedere nero?
Scritto da Giovanni Pini il 3/5/2011 alle 13:52
E’ vero che le risorse scarseggiano e che il Governo ha ulteriormente tagliato i trasferimenti agli enti locali ma dovremmo interrogarci, in qualità di amministratori e cittadini, sugli sprechi dei Comuni generati da ridondanze gestionali e da insipienza amministrativa. Infatti, il radicato e dominante modello di “municipalismo autarchico” porta i Comuni a duplicare inutili spese per gestione, servizi ed opere che potrebbero tranquillamente essere drasticamente ridotte se, con legge, venissero previste ed incentivate le forme di gestione associata di servizi tra più Comuni nonché il coordinamento e la programmazione di attività ed opere pubbliche tra Comuni viciniori. Ad esempio, tale gestione associata e sinergica potrebbe riguardare l’organizzazione di attività culturali e sportive, la realizzazione e manutenzione di impianti di pubblica utilità (centri sportivi, piscine, auditorium, ecc.), l’erogazione di servizi (trasporto scuole, disabili, ristorazione scolastica, asili nido, biblioteche, ecc.) ed anche alcuni procedimenti amministrativi quali le pratiche edilizie ed urbanistiche che, in alcune zone, sono gestite, con risultati eccellenti, da sportelli unici per le attività produttive (SUAP) istituiti a livello distrettuale. Tutto ciò per dire che il ritardo di molti Comuni nell’adottare il Piano di Governo del Territorio è indicativo di una più generale resistenza della politica di fronte a qualsiasi innovazione che possa intaccare la mentalità del campanile, dietro la quale si trincera la “volontà di potenza” di molti nostri politici locali.
Scritto da Leonardo C. il 3/5/2011 alle 14:02
Adesso mi aspetto che anche su questo post Mafalda faccia sfoggio della sua erudizione citando libri sconosciuti a tutti noi.
Scritto da Una lettrice il 3/5/2011 alle 14:35
Caro Giuseppe, concordo con te. Il PGT è oggi lo strumento più importante che la “politica” ha in mano per “pensare” allo sviluppo futuro delle città. Non solo. È anche lo strumento che ti consente, se utilizzato bene, di far partecipi i cittadini alle scelte e di far si che le stesse siano il più condivise possibile. A Varese non funziona però così. Fontana e Binelli fanno di tutto perché in campagna elettorale non si discuta dei temi del PGT e questo perché hanno paura di perdere voti. Hanno paura perché da mesi gira la voce che hanno fatto un PGT “rigido”, capace di irritare, per non scrivere altro, tutte le categorie e i ceti professionali di Varese. Hanno paura perché in anni non hanno coinvolto i partiti della maggioranza, ma la cosa è stata solo discussa da “leghisti”. Hanno paura perché i percorsi di partecipazione scelti sono stati gestiti solo “burocraticamente” da Binelli e questo ha impedito la reale partecipazione del cittadino. Insomma, hanno paura perché la mancata approvazione del PGT è la prova evidente dell’immobilismo di Fontana, del fallimento di Binelli all’urbanistica, dell’incapacità di questo centrodestra ( con dentro anche l’UDC ) di pensare al futuro di Varese.
Scritto da roberto molinari il 3/5/2011 alle 14:41
I PGT sono una bella sfida. Strumenti delicati e complicati, ma con notevole potenzialità. Fermarne il ragionamento ai confini comunali è improprio, concetto che vale sia per i comuni maggiori sia per quelli più piccoli. A mio modesto parere funzionano con la partecipazione della popolazione, delle realtà produttive, sociali, imprenditoriali. @ Leonardo C. Confermo le resistenze. Ma fra poco, sarà la necessità a far virtù.
Scritto da FrancescoG. il 3/5/2011 alle 15:03
Fuori tema. Leggo solo oggi il blog ed ho visto la discussione sulle liste civiche. Io ne faccio parte da anni (dal '99,22enne), in un comune da 3500 abitanti. L'invito di amici e l'interesse alle cose del mio paese mi ha avvicinato al comune ed alla politica. Ora si sta espandendo quanto c'è da parecchi anni. E' un bene. C'è anche chi vuole mettersi in mostra. A mia esperienza è una minoranza che patisce o nelle urne, o nelle istituzioni se eletti. Ero scettico sui partiti. (continua)
Scritto da FrancescoG. il 3/5/2011 alle 15:12
Cara lettrice, apprezzo molto le "citazioni" di Mafalda. Arricchiscono il blog. Io non ne sarei capace. La mia cultura accademica - l'ho già detto - è da scuola serale. Ho imparato quasi tutto sul campo. Nel blog porto la mia esperienza fatta di cose buone e di immancabili errori. Ben vengano altre conoscenze. Aspetto anche le tue.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/5/2011 alle 15:15
Caro Roberto Molinari Segretario del Pd di Varese, alla buon ora. Avete fatto 5 anni di opposizione invisibile, un po' su tutto, ed ora vi svegliate, ma solo un poco, in piena campagna elettorale. Visto l' andazzo dei democratici varesini e già tanto che Lei metta il naso fuori ma solo sul blog di Adamoli, ex-dc come lei del resto. Ma non era un dc anche il Senatore Rossi? Vedo che ormai ignora anche il suo blog, come fa Mafalda. Forse che la candidatura dell' Oprandi le è andata di traverso?
Scritto da E.F. il 3/5/2011 alle 15:39
La lista civica, partito locale, nasce su temi locali. Quelli che i partiti tradizionali possono dare l'impressione di non aver a cuore (senza dimenticare che molti vedono i partiti come comitati d'affari sotto mentite spoglie). Per tanti, me compreso, la lista civica è stata ed è una palestra importante. Strumento (popolare e democratico) per confrontarsi e discutere su argomenti di interesse quotidiano. Non è questa la base per un partito popolare e democratico? :-)
Scritto da FrancescoG. il 3/5/2011 alle 16:11
@Leonardo C. Otttimo commento davvero. Fra te e Adamoli c'è un'intesa sostanziale, quasi sempre. Venite probabilmente dalla stessa radice culturale. Permettimi una sola osservazione: le cose giustissime che tu spieghi si dovrebbero fare senza il bisogno di una legge. Perchè in Italia c'è sempre bisogno del timbro di una legge per fare ciò che si può attuare senza legge?
Scritto da Roseto senza rose il 3/5/2011 alle 16:28
Caro Roberto, sui punti che tu hai evidenziato sono totalmente d'accordo. Bisogna insistere molto. Voi candidati e Luisa state conducendo un'ottima campagna. Seria ed efficace. Lo sento parlando con la gente. L'identità della città è un argomento che "prende". Dobbiamo arrivare al ballottaggio. Poi, chi ha più filo tesserà più tela.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/5/2011 alle 16:52
Ieri pomeriggio a Busto Massimo D'Alema mi è sembrato piuttosto pessimista, non ha colto bagliori di luce. Tu eri presenti. Non hai avuto la mia stessa sensazione?
Scritto da Iscritto Busto il 3/5/2011 alle 17:36
@E.F. Sei acida come al solito. Non so se Molinari ti risponderà. Se avesse risposto a tutti gli i nsulti che gli sono piovuti addosso negli ultimi 6 mesi non avrebbe potuto lavorare. Invece il Pd con la sua segreteria ha fatto una buona lista. Vorrei ricordarti inoltre che il Pd aveva organizzato un convegno sul Pgt ben prima dell'inizio della campagna elettorale.
Scritto da Luca il 3/5/2011 alle 18:15
"Padroni a casa nostra" è uno slogan che ha creato soltanto dei danni. Stiamogli alla larga.
Scritto da Vittorio (Luino) il 3/5/2011 alle 18:43
Interessante il dibattito che si è sviluppato sinora, giustamente impregnato di pragmatismo (con qualche punta di pessimismo). Prendo un’altra strada. Il tema dell’edizione 2002 del Meeting di Comunione e Liberazione, che ogni anno si tiene a Rimini, fu “Il sentimento delle cose, la contemplazione della bellezza” (ricordavo a spanne il titolo, mi è venuto incontro internet). Nell’ammettere che gli amici di Cl sono bravi nel creare suggestioni con le parole, mi è venuto in mente questo titolo in quanto ritengo dovrebbe essere il leitmotiv dei nostri amministratori locali. Sentimenti delle cose … Ad esempio, concepire l’housing sociale con materiale di qualità e con un tocco di gusto estetico che ne rallenti il degrado. Progettare una via comunale in porfido anziché in asfalto. Rafforzare il senso identitario di una comunità, anche attraverso la valorizzazione dei centri storici (in poche parole, delle corti dei nostri vecchi). Non so quanti di voi abbiano avuto modo di apprezzare il pregevole recupero del borgo di Lazzate (Mb) effettuato qualche anno fa dal sindaco Cesarino Monti (che amava autodefinirsi “borgomastro”), ora senatore della Lega Nord. Non si può parlare allo stesso modo del borgo di Castiglione Olona (sempre amministrato dalla Lega) che mi è sembrato peggiorato. Qualcuno criticherà questo mio commento, molto lirico e poco concreto. Molto di paese e poco cittadino. I tagli agli enti locali, è vero, impongono pragmatismo ed essenzialità. Tuttavia, credo proprio siano “il sentimento delle cose, la contemplazione della bellezza” a comporre il filo invisibile che lega fra loro tutti gli amministratori locali che si sono succeduti (e che si succederanno) alla guida di una comunità.
Scritto da Mafalda il 3/5/2011 alle 18:52
@Una lettrice. E' tempo che conosca anche lei qualche libro, signora. Non si fermi alla copertina ingannatrice o agli inutili risguardi ma legga qualche pagina ogni giorno. Le edizioni Adelphi, per esempio, offrono un catalogo ricchissimo, e caratteri e impaginazione permettono di leggere circa 35 pagine all'ora. Pensi, signora, potrebbe "impadronirsi" di un Nabokov in sole 9 ore, distribuite secondo i suoi impegni. Legga, signora, e ringrazi le mafalde, rare e preziose.
Scritto da Filippo Valmaggia il 3/5/2011 alle 19:00
Caro Luca sono di certo acida ma dico la verità. La mia ovviamente, non pretendo e non mi interessano consensi ma solo, fino a quando la gentilezza dei blogger me lo consentirà, avere la possibilità di dire cio' che penso. Sono contenta che il Pd abbia fatto una buona lista, non remo contro ma non raccontiamoci le balle. L' Oprandi all' inizio la voleva solo il Senatore Rossi, anche il "mio" Marantelli era contrario. Poi si è prontamente accodato anche Alfieri e via via, ma dopo, tutti gli altri
Scritto da E.F. il 3/5/2011 alle 19:40
Caro iscritto di Busto (17.36), D'Alema ieri a Busto mi è piaciuto. Ha dipinto una situazione fosca ma in ogni concetto era presente il filo della speranza. Ho un solo rilievo da fare. Io non citerei mai le graduatorie di qualche organismo internazionale che collocano l'Italia al penultimo o terzultimo posto su 170 o 180 Paesi. Lo considero totalmente ridicolo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/5/2011 alle 21:12
Cara E.F. - Su questo blog potrai sempre dire tutto ciò che vuoi. L’unico limite che metto sono le offese personali (non politiche) e gli insulti. Avrei solo l’ambizione di far parlare molto più di contenuti che di persone. Il modo di porsi di chi commenta, se troppo ruvido o inutilmente polemico, lo giudicheranno poi i lettori. Sul caso di Luisa Oprandi la ricostruzione è corretta. L’importante è non essere ipocriti e non rivendicare primogeniture impossibili o improbabili. Non mi pare che ciò sia avvenuto. Ancora più decisivo è battersi lealmente e con tutte le forze per il successo del candidato una volta che sia stato scelto. E’ esattamente quello che tutto il Pd varesino sta facendo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/5/2011 alle 21:17
Grazie, caro Adamoli, per il suo commento delle 15.15. La verità è che io partecipo a questo blog per imparare da Lei, portando un pezzo del mio “mondo” che sicuramente è imperfetto. Riguardo al commento di @Una lettrice sui “libri sconosciuti”, mi limito ad osservare che l’unico vero “libro sconosciuto” si riferisce al domani, ai giorni che non abbiamo ancora vissuto.
Scritto da Mafalda il 3/5/2011 alle 22:37
@Filippo Valmaggia – Nel ringraziarti per questa “difesa d’ufficio”, apprendo di non aver superato l’esame di Letteratura Russa ;-) Vladimir e non Fedor … La mia libreria ne è sprovvista. In compenso, dei tipi di Adelphi sto sfogliando in questo momento “Il giunco mormorante” di Nina Berberova (che nasce, come Nabokov, a Pietroburgo agli inizi del secolo scorso): “In questa no man’s land, dove l’uomo vive nella libertà e nel mistero, possono accadere strane cose, si possono incontrare altri esseri simili, si può leggere e capire un libro con particolare intensità, o ascoltare musica in modo anch’esso inconsueto, oppure nel silenzio e nella solitudine può nascere il pensiero che in seguito ti cambierà la vita, che porterà alla rovina o alla salvezza”. (pag. 38).
Scritto da Mafalda il 3/5/2011 alle 23:11
La tua risposta delle 17.36 a "iscritto di Busto" è sorprendente. In fondo affermi che sarebbe stato ridicolo D'Alema nel ricordare una graduatoria che vede l'Italia in fondo ad una classifica mondiale. Io ti condivido, ma è sorprendente la libertà critica che ti prendi.
Scritto da Lorenzo il 3/5/2011 alle 23:32
Caro Giuseppe, colgo nel tuo post uno slancio verso sfide alte per la nostra politica anche cittadina. Il Pgt, che è solo un esempio, costruirà il futuro della nostra città. Su questi temi (e grandi fallimenti del centrodestra) dobbiamo continuare ad attirare l'attenzione. Indicando che si potrebbe fare diversamente e meglio. Altrimenti rischiamo di concentrarci solo su questi di piccolo cabotaggio, dimenticando che la politica puó essere alta, anche a livello locale. Anche a Varese.
Scritto da Andrea Civati il 4/5/2011 alle 00:17
Ieri mattina sono andato ad attaccare i manifesti, alle 9 del mattino ero a Crenna e imprecavo perché i fratelli della Lega avevano coperto i nostri del circolo Garibaldi in appoggio a Guenzani. Federico che ha ventanni, passava la colla e io posizionavo i manifesti. Ho incontrato il presidente dell'Anpi che portava a spasso il cane. Poi sono andato in tipografia a vedere delle bozze elettorali, e alle sette di sera riunione di coalizione all'Aloisianum. Mi sono molto divertito. E voi?
Scritto da ulderico monti il 4/5/2011 alle 07:23
Caro Ulderico, penso che tu non voglia essere indicato come un esempio ma lo faccio lo stesso. Se e quando si fanno le cose con passione ci si diverte e si sente meno la fatica. @Andrea Civati, che ha postato il suo commento ieri dopo mezzanotte (perchè prima era impegnato a fare campagna elettorale, penso), è un giovane di 25 anni candidato per il Pd a Varese, tu di anni ne hai qualcuno in più (ma non li dimostri). Con questo intreccio di generazioni si può costruire qualcosa di buono, fuori di retorica.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/5/2011 alle 09:12
@Mafalda. La mia replica, come avrai notato, non era tanto rivolta a @Una lettrice che non legge quanto a una lettrice che legge, comprende e consiglia ;-) Ti consiglio a mia volta "Intransigenze", Vladimir Nabokov per gli immancabili tipi di Adelphi.
Scritto da Filippo Valmaggia il 4/5/2011 alle 09:57
Ringrazio @Roseto senza rose per il giudizio positivo. Anch’io vorrei che non ci fosse sempre bisogno dell’istituto legislativo per fare le cose ma, purtroppo, la caratteristica inerzia della politica italiana prevale sul buon senso e, spesso, senza una norma tutto rimane eternamente fermo (salvo poi trovarsi Calderoli quale Ministro alla Semplificazione Legislativa …). In questo caso, però, anche nel rispetto delle autonomie locali, io ho parlato di una norma incentivante e non necessariamente prescrittiva. Sono contento, invece, che tu colga una frequente convergenza sostanziale con Adamoli. La cosa può solo farmi piacere, a maggior ragione perché, oltre ad avere età diverse, abbiamo anche una diversa radice culturale. Adamoli si è formato nelle fila cattoliche, ha militato nella DC e, dopo l’esperienza nei Popolari e nella Margherita, è approdato al PD. Io provengo dall’ambientalismo, ho militato nei Verdi (dei quali ho sempre contrastato le posizioni radicali e la dipendenza ideologica dalla sinistra) e, infine, sono approdato al PD. Ecco, quello che forse ci accomuna è l’idea che il PD possa essere il luogo d’incontro e di crescita politica tra persone che provengono da culture differenti.
Scritto da Leonardo C. il 4/5/2011 alle 10:38
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