Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 6/7/2011 alle 16:05

 

Mio nipotino di 7 anni compiuti ieri ama il calcio e mi fa un sacco di domande. Su Kakà che è andato a Madrid e non torna al Milan; su Pato e Barbara, che gli piacciono molto; sul perché voglio bene a Berlusconi padrone del Milan e voglio male (ma non è vero) a Berlusconi “padrone” dell’Italia.
Da un paio di giorni, vuole sapere come mai l’inter ha vinto lo scudetto nel 2006 (ma non è vero) e adesso glielo vogliono portare via. Cerco di rispondere come posso.
Certe volte è più impegnativo che fare il blog.
A una domanda, che non è ancora in grado di farmi, sarei ben più in difficoltà nel rispondere. “Perché vado a scuola senza pagare e invece la mamma deve pagare se mi manda alla scuola di calcio?” Eh si, non c’è forse per i bambini il diritto di trovare qualcuno che li faccia giocare nei campetti senza troppe pretese?
Non diamo loro l’idea che il calcio, invece che uno sport meraviglioso, sia un mestiere da imparare al più presto (pagando il dovuto) per sperare di guadagnare un giorno una montagna di soldi?
E’ un gigantesco problema culturale. E’ scandaloso vedere come certi genitori spronano e ammoniscono i loro figlioletti durante le partitelle del fine settimana.
Perché gli oratori, che sono sempre più vuoti, non organizzano allenamenti e tornei, anche d'inverno, con l’aiuto di giovani volontari?
Diventerebbe un servizio utilissimo per le famiglie e un modo per educare bene i ragazzini. Forse sarebbe più importante della barbosissima “dottrina” che si insegna ancora in certi oratori.


 
Commenti dei lettori: 35 commenti -
La nostra educazione sportiva non è granché. Trovare il modo di elevarla sarà difficile ma bisognerà farlo. Sono giovane e forse la vedrò migliorare ma ci vorrà molto tempo
Scritto da Agosti Rino il 6/7/2011 alle 18:17
Si, ma la funzione degli oratori non è solo quella del gioco ma quella educativa.
Scritto da Un volontario il 6/7/2011 alle 19:03
Quando spieghi al nipotino che l'Inter non meritava quello scudetto, gli devi anche che l'aveva vinto la Juve non il Milan.
Scritto da Carletto il 6/7/2011 alle 19:49
Post insolito, non politico, semplice e sociale. Gli oratori funzionano ancora? Ci sono cresciuto anch'io ma credo che fossero un'altra cosa.
Scritto da Bianchi Giò il 6/7/2011 alle 19:50
"Un gigantesco problema culturale". Si, un problema causato da un professionismo calcistico esasperato in tutta Europa non solo in Italia. Ma favorito anche dall'incuria della scuola per lo sport vero, praticato e sudato.
Scritto da Giulio Carlini il 6/7/2011 alle 20:37
La quiete dopo la tempesta con questo post. Ho visto nell'ultima settimana un numero impressionante di commenti. Se questo numero indica la capacità di mobilitare consenso politico, dovresti pensare rapidamente a come utilizzarlo al meglio per le nostre realtà locali. Cosa ne dici?
Scritto da Bortoluzzi il 6/7/2011 alle 20:56
Si, il calcio: 1) dunque, mio genero è romano, tifa ardentemente per la Roma e tenta di indurre almeno la più piccola a tifare con lui. Macché, con precoce malizia tutta femminile, il tesorino dichiara di tenere per il MilanInter! 2) a Gallarate, dal terrazzo vedo i campi da gioco dell'oratorio della comunità pastorale affollati di bambini e ragazzi impegnati in partite di calcio ed esercizi d'atletica. E' una festa, è una speranza...
Scritto da ulderico monti il 6/7/2011 alle 22:33
Non ci avevo pensato. Per una famiglia pesa di più la scuola di calcio che la scuola vera. Di più, le famiglie brontolano per pagare i libri ma poi sborsano quattrini per mandare i futuri Maradona a giocare al pallone. Mah.
Scritto da Elisabetta C. il 6/7/2011 alle 22:33
Intanto, complimenti per il nipotino. Immagino sia un piacere passare le giornate con un bimbo così acuto, curioso e chiacchierino. La Sua osservazione sugli oratori è pertinente. Escluso il periodo dell’oratorio feriale, nei restanti mesi le attività oratoriane sono prettamente dedicate al cosiddetto “catechismo” (sia quello che prepara ai Sacramenti che quello dedicato agli adolescenti, ai giovani ed agli adulti). Tra l’altro, la Fom (Federazione Oratori Milanesi) si impegna, annualmente, a diversificare le attività oratoriane con slogan non solo profondi ma anche accattivanti, accompagnati da iniziative altrettanto coinvolgenti, quasi tutte mirate, però, alla cosiddetta “educazione cristiana”. Rimane il problema culturale che Lei evidenzia. Lo sport non deve solo essere competizione ma anche, soprattutto nei giochi di squadra, coesione. La vera sfida è questa. Ed è vero che vi sono genitori che incitano i propri figli ad una competitività sfrenata. Qualcuno di questi, magari, è lo stesso che urla slogan razzisti (come è accaduto nei confronti di un coach di colore nel corso di una partita di basket, da parte di un padre che, anziché essere deluso per le prestazioni sportive del proprio figlio, ha iniziato a chiamare “negro” e “scimmione” l’allenatore di colore). P.S.: Qualche giorno fa ci raccontava dei fiori che coltiva la sua nipotina in giardino. Chissà come è carina e simpatica anche la nipotina ;-)
Scritto da Mafalda il 6/7/2011 alle 22:51
Caro Bortoluzzi, ti ringrazio ma il blog è una cosa, il consenso politico un'altra. Questo vale per tutti. Qualche settimana fa, ad un amico che mi confidava di avere poca cura e poco tempo per il blog, gli ho detto di non preoccuparsi troppo. Una riunione ben fatta, non però con le solite persone già fidelizzate, vale parecchi post. Il blog è un buon ausilio nella comunicazione, ti permette dei dialoghi sinceri con donne e uomini che non avresti mai incontrato. Questo ti arricchisce, ma per accumulare consenso politico ci vuole ben altro.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/7/2011 alle 00:25
Mi metto nella scia di Bortoluzzi per chiederti se puoi darci il tuo parere sui blog di Varesenews. Senza entrare troppo nell'analisi, solo una tua impressione.
Scritto da Vittorio (di Luino) il 7/7/2011 alle 09:03
1) In molti lasciammo la FIGC perchè il calcio amatoriale spingeva sugli affari.Siamo romantici.Nel calcio vanno cambiate tante cose.Approccio dei genitori in primis.2)Il mio era un quartiere "difficile",di quelli che generano campioni(giocavo con Zambrotta).Partecipai alla fondazione di una squadra oratoriale.Aperta a tutti,era strumento di incontro.Criticata dagli "ortodossi",fece risultati sportivi e non:amicizia e partecipazione alla formazione.L'interazione, l'unica strada.
Scritto da FrancescoG. il 7/7/2011 alle 09:29
Da interista, lo scudetto del 2006 non lo voglio. Credo non andasse assegnato. La squadra più forte era la Juventus che, insieme ai suoi tifosi, ha patito una dirigenza più che discutibile. Però, da qui a equiparare Facchetti a Moggi, ne passa di strada. PS: la politica (o l'economia dove è politica) mette cinture di sicurezza alla sue squadre: Inter, Milan, Roma, Lazio non erano messe tanto meglio di Fiorentina, Napoli o Toro. Queste ultime hanno pagato salato. Le prime no.
Scritto da FrancescoG. il 7/7/2011 alle 09:33
I giochi di squadra sono formativi. Il giovanissimo impara che gli uomini non sono tutti uguali. Apprende che esistono ruoli diversi e devono essere svolti dai migliori. Apprezza il valore della gerarchia e capisce che solo uno deve decidere per tutti, per il bene di tutti. Il giovanissimo comprende che sono i risultati ottenuti attraverso il merito a sancire chi sia il vincitore. Poi il giovanissimo conoscerà la politica e la democrazia che prenderanno a calci le sue buone convinzioni.
Scritto da Filippo Valmaggia il 7/7/2011 alle 09:39
Caro Vittorio, mi chiedi un parere che non posso darti. Vuoi che mi metta a stilare una graduatoria dei blog di Varese Politica? Posso dirti che ognuno ha le sue caratteristiche, le sue qualità, il suo target e che, nell'insieme, formano un'offerta valida. Lasciando stare i blog dei colleghi del mio stesso partito, prendiamo il caso di Mario Agostinelli. Lui parla soprattutto di problemi internazionali e lo fa da par suo. Non è esattamente la mia linea ma anche il suo punto di vista è molto utile. Serve per completare la visione problematica del centrosinistra su molte questioni importanti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/7/2011 alle 11:25
Adamoli, scusami se esco dall'argomento, venerdì scorso, nel bel convegno di Gazzada, Bruno Tabacci ti ha salutato pubblicamente due o tre volte con un forte calore umano ricordando "i grandi progetti che abbiamo pensato insieme". Non lo sapevo. Mi piacerebbe sapere qualcosa di più.
Scritto da Giovane rottamatore il 7/7/2011 alle 12:17
Concordo con il secondo commento di FrancescoG. L'inter deve mollare lo scudetto di cartone. Non è dignitosa la resistenza di Moratti. Anche questa è educazione sportiva.
Scritto da Uno iuventino arrabbiato il 7/7/2011 alle 12:29
Bel post giuseppe. Il problema, che probabilmente si troverà ad affrontare tuo nipote sarà: ma perché nonno se faccio sport a scuola i professori si arrabbiano e se non faccio nulla mi aiutano? Manca la cultura: sport è educazione, educazione è cultura, cultura è scuola. Certo se gli esempi son quelli che riempiono i paginoni dei giornali! Prendiamo ad esempio e diamo visibilità ad altri "idoli". E' una sfida.. da ex sportivo, schifato ora dal mondo dello sport, dico: facciamola
Scritto da Federico Antognazza il 7/7/2011 alle 13:26
In merito alla richiesta avanzata da @Vittorio di acquisire un Suo parere sui blog di Varesepolitica, a me preme ribadire un solo concetto (la mia opinione sui blog l’ho già espressa ampiamente). A mio giudizio, una comunità virtuale può essere sì composta anche da “Anonimi” purchè questi adottino un unico nickname e SOLO e SEMPRE con questo si presentino al dialogo con gli altri. Questa univocità è segno di rispetto verso gli interlocutori, grandi o piccoli che siano, noti o anonimi che siano. Una siffatta scelta rispecchia altresì la volontà di impostare un dibattito serio (non per questo privo di riferimenti scherzosi o ameni). Forse non vi sono soluzioni “tecniche” a questa mia richiesta. Difficile bandire i molesti ed i furbetti, sia nella vita reale che in quella impalpabile del web. Ad esempio, nel post precedente a questo, la presenza di @Una lettrice, che giunge pochi minuti dopo quella di @E.F. per rincorrere, come sempre, @Mafalda e @Filippo Valmaggia (tra l’altro, compiendo l'errore di attribuire anche a @Mafalda una considerazione esclusivamente di Valmaggia), mi autorizza a pensare (come ho già espresso) che le due commentatrici incarnino la medesima persona. Sono pregiudiziale? Sì, in questi casi lo sono. Fortemente. P.S.: Chiudo un occhio solo nei confronti di @Zorro. E' un uomo intelligente e poi lo abbiamo già smascherato. Può, quindi, continuare a sbizzarrirsi come Zorro. E può anche portare il Sergente Garcia (come ha già fatto una volta).
Scritto da Mafalda il 7/7/2011 alle 14:54
@Giovane rottamatore - Tabacci esagera in complimenti perchè siamo amici da molto tempo, da quando lui era vicesindaco di Quistello e io sindaco giovanissimo di Vedano Olona. Pensa che In Regione avrebbe voluto che subentrassi a lui come presidente già nel 1989. Fui colpito allora dal "fuoco amico" di Ciriaco De Mita, leader della Dc e della mia corrente di sinistra, e dal non gradimento di Gianni Prandini, potente capo della maggioranza doroteo-forlaniana in Lombardia. Ti sembrerà strano ma non me la presi più di tanto, anzi. Ritenevo troppo gravoso quel compito sulle mie spalle. Nel 1992 la situazione era diversa. Mi sentivo più pronto ed è andata come sai. Te l'ho detto un'altra volta. Se vuoi fare politica in modo dignitoso e con la schiena diritta deve essere disponibile a trangugiare bocconi molto amari.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/7/2011 alle 17:01
@Mafalda - Sugli anonimi del blog sottoscrivo le tue parole. Devo dirti però due cose. Primo: i lettori che usano diversi nickname su questo blog sono pochissimi. Lo posso ben dire in quanto sono in possesso degli indirizzi mail reali che non svelo a nessuno. Secondo, ho sufficienti motivi, credimi, per assicurarti che @E.F. e @"Una lettrice" sono persone diverse.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/7/2011 alle 17:05
@Filippo Valmaggia - Tu scrivi che il ragazzo con il gioco di squadra "apprezza il valore della gerarchia e capisce che solo uno deve decidere per tutti". Sulla prima parte sono d'accordo, sulla seconda proprio no. Hai l'idea fissa che uno debba decidere per tutti. Non è così nel calcio, nella vita e, soprattutto in democrazia.
Scritto da Elisabetta C. il 7/7/2011 alle 17:26
Non sono per nulla appassionata di calcio, ma una esperienza volevo raccontarla. Il mio “cuginetto” (che oggi ha 27 anni…) da bimbo si appassionò al gioco del pallone, per quanto figlio di un padre appassionatissimo di montagna, bicicletta, atletica, insomma tutto tranne che il calcio. La mamma volle accontentarlo e lo iscrisse alla scuola calcio del mio paese, la stessa dove era nato e cresciuto Gigi De Agostini, campionissimo in altri anni della Nazionale e dell’Inter (mi spiace, Giuseppe :-). L’esperienza durò molto poco: di lui non era interessato nessuno, non giocava mai, non lo curavano. Dopo De Agostini, al mio paese sono sempre e solo stati interessati a “tirare su” un nuovo emulo. E se un bimbo non dava subito segno di grande capacità, non veniva minimamente calcolato. Non so se gli oratori devono supplire o la scuola o che so io. Ma di certo capisco perché il mondo del calcio non mi piace.
Scritto da Laura S. il 7/7/2011 alle 17:46
Via lo scudetto 2006 dall'inter. E' una questione di educazione e giustizia sportiva.
Scritto da Giorgio il 7/7/2011 alle 18:12
Insisto (e La prego di non prendermi per supponente), io credo siano la stessa persona. Il fatto che si presentino con due mail diverse non vuol dire nulla. I “falsari” impiegano poco a creare un indirizzo mail. Non è l’indirizzo mail che garantisce l’unicità del commentatore, bensì l’IP della macchina e l’identificazione del server. Questioni informatiche, quindi. Comunque, al di là di tutto, l’importante è che viga il rispetto fra i commentatori. I lettori, poi, giudicheranno da sé. E che Lei custodisca gelosamente i nostri indirizzi mail non avevo dubbi. E’ la principale garanzia per la mia partecipazione a questo blog. Eventualmente, un indirizzo mail può anche essere comunicato ai commentatori che ne facciano richiesta ma solo PREVIO CONSENSO della persona e SOLO IN VIA PRIVATA. Inutile dire a @Laura S. - che ci ha regalato un bel quadretto friulano - che la leggo sempre molto volentieri ;-)
Scritto da Mafalda il 7/7/2011 alle 18:51
Cara Mafalda, insisto anch'io per evitarti equivoci spiacevoli. Non sono facile a sdolcinature, tu l'avevi capito fin da subito, ma devi sapere che ti ritengo una collaboratrice davvero importante del blog. Non è per l'indirizzo mail che sostengo che si tratti di due persone diverse, ma per prove inconfutabili. Il resto del tuo ragionamento, lo ripeto, non fa una grinza e lo approvo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/7/2011 alle 19:14
@Federico Antognazza, @FrancescoG e @Laura S. mettono in evidenza aspetti molto discutibili del calcio giovanile, delle aspettative che si caricano sulle spalle dei ragazzi, delle ansie milionarie del genitori. Non si può proseguire su questa strada lasciando sul campo delle vittime inutili. Occore che anche la scuola si muova.
Scritto da Lucky il 7/7/2011 alle 20:35
@Elisabetta C. Ti ringrazio per la notizia. Non avrei mai immaginato che in democrazia non decidesse uno solo per tutti ;-))) p.s. perché prendi a calci quello che scrivo? Leggi fino in fondo alla pagina (rez-de-chaussée, come la chiamano in gergo i francesi).
Scritto da Filippo Valmaggia il 7/7/2011 alle 21:00
Glo oratori dovrebbero essere ripensati. Francamente non so come ma questa è un'esigenza. Forse nelle città no, ma nei paesi non ci sono altre possibilità di intrattenimento di ragazze e ragazzi salvo i corsi a pagamento.
Scritto da Giacomina il 7/7/2011 alle 21:19
@Mafalda. Perchè dai sempre del lei a Adamoli. Si vede che ti considera ormai un'amica. Conosco Giuseppe da molto tempo. Non è facile che lui parli così delle persone. Non è uno di quegli politicanti che danno ragione e confidenza a tutti. Mia moglie mi diceva "se prende sempre più voti di tutti stando così sulle sue vuol dire che è bravissimo".
Scritto da Lorenzo il 7/7/2011 alle 22:09
Caro Adamoli, una sola parola: grazie!
Scritto da Mafalda il 7/7/2011 alle 22:39
Vedo solo adesso i commenti che mi riguardano. Confermo che non sono @E.F. Non la conosco neanche. Ho sempre scritto con questa firma, e solo su questo blog, salvo una volta sola su un altro blog. Ringrazio Adamoli per il chiarimento perchè non sono in cerca di polemiche. Mi dispiace solo che Adamoli sia troppo poco di sinistra per i miei gusti.
Scritto da Una lettrice il 7/7/2011 alle 22:42
@ Lucky. Anche secondo me serve una sinergia con la scuola per evitare vittime inutili. Il più forte difensore contro cui ho giocato aveva qualche anno più di me. Stava in una comunità di recupero con la quale collaboravamo. Ci sono molte esperienze positive. La società del mio paese, ad esempio, ha una politica educativa e formativa esemplare. Un loro motto: "ogni bambino ha diritto a non essere un campione".@ tutti. Per me il calcio è il gioco di squadra più democratico mai visto.
Scritto da FrancescoG. il 8/7/2011 alle 12:50
Mi è stato impossibile rispondere prima al gentile @Lorenzo e per questo mi scuso. Percepisco ed apprezzo la disponibilità che Adamoli dimostra nei confronti di coloro che si accostano al blog. Questa mi conforta molto, in quanto non è mera fidelizzazione. Ad esempio, è palpabile l'attenzione verso ciò che ognuno di noi scrive, in particolare se sono “brani” della nostra vita. Credo che Adamoli legga sino all'ultima riga e, addirittura, vada oltre questa. Ed è per questo che il libro che ha scritto - e che, in questi mesi, sta presentando con successo - ha ancora molti capitoli da scrivere. Non è un amarcord statico ma il racconto di un’esperienza politica ancora progettualmente e curiosamente orientata al futuro. E' la curiosità che a me piace molto di lui. E i suoi nipotini possono solo dichiararsi fortunati. Quindi, @Lorenzo, il mio rivolgermi ad Adamoli con la forma di cortesia "Lei" non è per freddezza o distacco ma, semplicemente, il mio modo per riconoscergli sconfinata autorevolezza. Ed è per questo che mi piace dargli del Lei, così ho desiderato che lui mi desse del tu.
Scritto da Mafalda il 8/7/2011 alle 15:29
Ringrazio sia @Lorenzo (un caro ricordo alla gentilissima signora) sia a @Mafalda che mi hanno fatto arrossire. Sono grato anche a @FrancescoG. per il suo ultimo commento. Il motto che lui ricorda: "ogni bambino ha diritto a non essere un campione" è fantastico. Spero che lo leggano in tanti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/7/2011 alle 16:07
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