Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 19/7/2011 alle 08:39

 
 

I giornali l’hanno ribattezzata la Coppa dei peones. Fuori Argentina e Brasile, le squadre delle stelle milionarie inseguite dall’Europa intera.
Domenica sera non ero a casa e ho seguito Brasile-Paraguay in un bar con il mio nipotino Tommaso che voleva vedere Pato a tutti i costi. Disquisizioni tecniche all’infinito mentre si avvicinava la fine ingloriosa del Brasile, poi l’urlo rappacificatore di un avventore: “la differenza la fa la fame”.
Mi sono venute alla mente le analisi sofisticate dei filosofi della politica. E’ la pancia piena degli europei e degli occidentali la causa della loro lieve o forte decadenza? E come si concilierebbe questa diagnosi con le povertà vecchie e nuove che si diffondono in una parte importante del modo più ricco?
Il successo degli outsider del calcio può essere la metafora del successo di Cina, India, Brasile, inteso come comunità nazionale?
La risposta mi sfugge mentre mi assale una domanda che mi inquieta: se è la voglia di rivincita storica e culturale la molla che sprona i tre Paesi cosiddetti emergenti (ormai emersi) quale sarà la molla degli italiani e quando scatterà?
 

 
Commenti dei lettori: 35 commenti -
Il Paraguay non ha grandi stelle ma è squadra ben allenata, organizzata e guidata. L'Italia e l'Europa hanno buone individualità ma sono guidate male.
Scritto da Mentasti Enrico il 19/7/2011 alle 09:59
La metafora è probabilmente corretta. Il problema è di tutta l'Europa, forse salvo la Germania. E' questo che voi di sinistra non sempre ammettete.
Scritto da Iscritto Udc il 19/7/2011 alle 10:23
Il Brasile ha perso perché quella col Paraguay è stata una partita storta, segnata, come talvolta capita nel calcio. Dovessero rigiocare dieci volte di seguito vincerebbero sempre i carioca. Nel 2004 gli Europei li vinse la Grecia, non mi pare che quella vittoria sia stata un segnale di crescita... Non forziamo la storia. L'Italia, paese economicamente forte, dovrebbe darsi come traguardo quello di diventare finalmente civile, equo, onesto, meno corrotto.L'esempio da seguire è la Germania.
Scritto da cesare chiericati il 19/7/2011 alle 11:17
Caro Giuseppe, il calcio è sicuramente una metafora di vita se lo si prende con le dovute pinze. Una squadra nazionale poi può apparire anche come lo specchio della società del paese che rappresenta. Ricordo che agli ultimi mondiali fui impressionato e lo scrissi in una mia riflessione dalla nazionale della Germania. La Germania multietnica aveva trovato i suoi nuovi campioni nella nazionale di calcio. Non più i “panzer” tedeschi che tutti conoscevamo, tutta forza fisica e volontà teutonica, alti, biondi e forti, ma fantasia e genio. C’era il giocatore di origine turca, quello croato, polacco, italiano. C’era quello di colore accanto a quello di origine europea. Oggi tu chiedi se la forza della fame può far emergere valori diversi rispetto al passato. Ne sono pienamente convinto. I paesi emergenti sono tali perché la voglia di riscatto è superiore alla nostra. Ti suggerisco, tuttavia, un paradosso. Il nostro welfare, il welfare europeo è nato per integrare e per far uscire dalle sacche della povertà milioni di persone. Oggi possiamo affermare che si è compiuta appieno la missione che i suoi teorici gli diedero. Con la realizzazione dei compiti del welfare però si realizza anche il suo limite. E così si sono rotti i legami di solidarietà e l’egoismo individuale, come reazione ad un welfare onnipresente, ha preso corpo negli ultimi venti anni. Allora non sarebbe il caso di proporre un welfare delle opportunità e selettivo rispetto a quello generalista e universalistico di marca europea?
Scritto da roberto molinari il 19/7/2011 alle 11:24
E' la nostra pancia piena, i nostri stili di vita, il nostro modo di pensare che non vanno bene. I Paesi poveri hanno l'esigenza di emergere. E' sempre stato così. Non sono ancora sfiancati dal benessere.
Scritto da Ex democristiano il 19/7/2011 alle 12:09
Cina e India si stanno riappropriando di un ruolo che fu già loro e che le vide, nella prima metà dell’ottocento, rappresentare congiuntamente il 50% del PIL mondiale. I pirati inglesi cambiarono poi la geografia economica di quei Paesi (e non solo di quelli). Il discorso sul Brasile è diverso. Troppe contraddizioni. E’ un osservatorio per studiare la globalizzazione e comprenderne i meccanismi. Coesistono Primo e Terzo Mondo, favelas e delinquenza, classe media schiacciata con stipendi rimasti ai livelli del 1993 e un’elite spudorata. E’ un Paese con il fiato corto per avere corso troppo e malamente. Arriverà ai mondiali di calcio. Poi? Mancherebbe la Russia per completare l’acronimo BRIC (Brasile Russia India Cina) ma non è più uno Stato bensì l’Azienda produttrice di Gas, e i suoi governanti sono soltanto spietati oligarchi che affamano il popolo.
Scritto da Filippo Valmaggia il 19/7/2011 alle 12:21
Buona la riflessioni di @Roberto Molinari sulla Germania multietnica. Questa è davvero una buona metafora. Quando lo capiranno i nostri leghisti? Quando sarà troppo tardi.
Scritto da Raffaele M. il 19/7/2011 alle 13:02
@roberto molinari, a lei piacciono quelli che arrivano terzi. A me quelli che arrivano primi: i Tedeschi del 1954, del 1974 e del 1990. Alti, biondi (non tutti), forti.
Scritto da Filippo Valmaggia il 19/7/2011 alle 13:09
@Cesare Chiericati ci riporta con i piedi piantati bene in terra. Il suo richiamo alla realtà della Grecia è azzeccato, ma @Ex democristiano fa un'osservazione che pure bisogna tenere in considerazione. Attenzione all'assuefazione del benessere senza la voglia acuta di migliorare sempre.
Scritto da Bernasconi Luisa il 19/7/2011 alle 13:18
Sul Brasile concordo con @Valmaggia. Non però sui pirati inglesi. La loro colonizzazione non è stata poi così malvagia e negativa. Sulla Russia peggio si parla più s'indovina. Questo vale per Putin, come per gli stalinisti e per i comunisti italiani e francesi che li hanno sempre appoggiati, salvo nell'ultimo periodo della destalinizzazione. Di questi figuri, oggi pragmastisti all'eccesso, ce ne sono ancora troppi nel Pd..
Scritto da Gaetano Migliorini il 19/7/2011 alle 13:41
Il commento di @Filippo Valmaggia ha un suo fondamento politico e culturale. Sarà che sono influenzato dal quadretrto che hai fatto su di lui negli utlimi giorni ma, mentre prima lo leggevo con una pregiuziale negativa, adesso lo considero in una luce nuova e più simpatica.
Scritto da Nicora Luigia il 19/7/2011 alle 13:55
@Raffaele M. La Cina è multietnica? Per causa della politica del figlio unico (maschio, per lo più, secondo statistiche) i cinesi si sono “mischiati” con coreane e vietnamite ma non si può veramente parlare di etnie diverse. L’America CHE CONTA è multietnica? Per niente affatto. Anch’io la considero bastarda ma non nel senso genetico. La Germania? I turchi, per ora, cucinano il kebab. E basta. La Germania è stata grande proprio perché unita dal Sangue. Lo dice Tacito, lo dice Fichte. Cambi il suo pensiero, Raffaele M., non si lasci ammorbare dalla modernità cieca e ignorante.
Scritto da Filippo Valmaggia il 19/7/2011 alle 14:03
Caro Giuseppe bel post presentato una metafora che ha molti limiti. La competizione mondiale economica e' molto cambiata negli ultimi venti anni. La caduta del Muro di Berlino e gli Accordi Ocse di apertura al Commercio mondiale hanno cambiato totalmente le regole. Si e' passati dal calcio a Uomo al Calcio a Zona (per restare nella metafora) La risposta vincente sarebbe stata la creazione di una Area Europea Forte Politicamente e non solo Economicamente. Non ci abbiamo neppure provato....
Scritto da Giuseppe Vuolo il 19/7/2011 alle 14:44
@Roberto Molinari - Sul welfare selettivo sono d’accordo. La crisi finanziaria ed economica morde sempre di più. Sarà giocoforza dire molti si ma pure dei no basati sulle classi di reddito. Col fisco colabrodo che abbiamo rischiamo di fare regalie agli evasori totali o parziali ma non vedo molte altre strade. Oggi la sanità è quasi completamente gratuita (salvo i ticket), mentre l’assistenza agli anziani, ai disabili, a parecchie categorie disagiate, pesa invece sulle famiglie. Non si può continuare a lungo in questo modo. E’ profondamente ingiusto. L’intervento in questo campo richiederà necessariamente una selezione meglio se fatta dalle istituzioni locali sulla base del principio di sussidiarietà.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/7/2011 alle 15:43
@Giuseppe Vuolo - La mia metafora ha moltissimi limiti. Voleva essere piuttosto una provocazione. Sull’Europa politica sottoscrivo le tue parole. Nelle relazioni internazionali e in campo economico siamo largamente al di sotto della soglia accettabile di presenza, influenza e azione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/7/2011 alle 15:47
La differenza l'ha sempre fatta la fame. Guardate l'Italia nel dopo guerra. La Dc ha molti meriti ma ancora di più ha contato la voglia di riscatto degli italiani, checché ne possa dire @Valmaggia.
Scritto da Un democratico il 19/7/2011 alle 16:04
Sono fuori tema ma l' argomento mi intriga e volevo avere un suo parere. Cosa ne pensa del Senatore Rossi e della sua denuncia che impazza su Varesenews? Non le pare un po' fuori luogo?
Scritto da E.F. il 19/7/2011 alle 16:57
@Filippo Valmaggia questa volta si sbaglia, @roberto molinari non è da terzo posto ma da ultimo posto (sempre che i concorrenti in gara non siano tre) come del resto si evince dalla splendida partita che ha giocato a Varese alle recenti elezioni amministrative.
Scritto da una rottamatrice il 19/7/2011 alle 17:00
Andrei piano a dire che l'occidente è tutto in decadenza. Lo è l'Italia che però ha dentro tante potenzialità di recupero e ascesa. Dipende da quale governo ci guiderrà nei prossimi anni. Non credo che sarà ancora quello di Berlusconi.
Scritto da Giulio Carlini il 19/7/2011 alle 18:50
@Un democratico (immemore). In 21 anni scarsi l'Italia conquistò allori sportivi come in nessun altro ventennio, prima e dopo. Ha capito a quali 21 anni scarsi mi riferisco? ...
Scritto da Filippo Valmaggia il 19/7/2011 alle 18:59
Signora Nicora, sbagliava prima ad avere una pregiudiziale negativa sul signor Valmaggia. Sbaglia ora a considerarlo in una luce nuova e più simpatica. Sbaglia anche a farsi influenzare dal quadretto del signor Adamoli. Non sbaglia, invece, se ragiona con il proprio cuore e la propria testa. L’individuo deve essere colto nella sua integrità. Il signor Valmaggia è lo stesso che ha sprecato parole nei confronti del signor Monti. E’ profondamente sbagliato non tenerne conto. Pax et Bonum.
Scritto da Mount Carmel il 19/7/2011 alle 19:07
Il commento che più e meglio rappresenta il mio sentimento è quello di @Cesare Chiericati. Non lasciamoci andare al pessimismo.
Scritto da Giovanna G. il 19/7/2011 alle 19:22
@E.F. - Il sen. Paolo Rossi ha denunciato un abuso reale di molti suoi colleghi. I fatti peraltro erano già conosciuti dagli "addetti ai lavori", se non dal grande publico, Il Consiglio regionale (Attilio Fontana presidente e io segretario) decise di far passare dal servizio amministrativo della Regione tutta la gestione degli assistenti personali dei consiglieri proprio per evitare gli errori di Camera e Senato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/7/2011 alle 21:04
@Mount Carmel - Giustissimo il richiamo al cuore e alla ragione nel giudizio sulle persone. Ricordo che ho "azzardato" un parere sul retroterra culturale di @Filippo Valmaggia su invito di un lettore. Aggiungo solo che mi è capitato varie volte di avere dei diverbi forti, antipatici e acidi con avversari politici con i quali in seguito ho ristabilito un rapporto dialettico rispettoso e utile. Spero che ciò avvenga anche fra @Ulderico Monti, che ho gà detto di stimare molto, e @Filippo Valmaggia, di cui ho già parlato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/7/2011 alle 21:09
Mi riferisco a quanto le ha chiesto @E.F ed alla Sua relativa risposta. Ma certo Adamoli, che i fatti erano conosciuti : dagli interessati, dai media e quindi, in parte, dall' opinione pubblica. L'oggetiva novità sta nel fatto che un parlamentare, seppur magari tardivamente, seppur forse per cavalcare l'onda, è uscito però pubblicamente denunciando la situazione e mettendo inoltre in piazza i suoi guadagni ed il suo patrimonio (per altro dati accessibili a chiunque). Trova la cosa così scontata?
Scritto da piero ribolzi il 19/7/2011 alle 22:08
Dal calcio una discussione politica. Chi l'avrebbe mai detto? Io di pallone non ci capisco niente, di politica poco ma ho letto lo stesso i commenti.
Scritto da Giusy il 19/7/2011 alle 22:13
So bene caro Adamoli che Lei raramente esprime giudizi sulle persone ma ragiona sempre, anche se in maniera approfondita, a largo raggio. Sono uomo moderato e non appartengo alla vostra area politica, qualche volta intervengo sui vostri blog anche se saltuariamente, come forse avrà notato. Ho molta stima di Lei anche se non sempre, quasi mai, condivido le sue posizioni prettamente politiche. Non ho ancora ben inquadrato il sen. Rossi, Lei che ne pensa? E' una domanda impertinente? Grazie.
Scritto da destramoderata il 19/7/2011 alle 22:32
Nel tuo libro Tommaso era un milanista incerto. Adesso lo hai convinto definitivamente. Cattivo esempio di arte seduttiva con i bambini...
Scritto da Una lettrice il 19/7/2011 alle 22:52
mai visto un blog più vario, è proprio vero che non c'è più il calcio di una volta... comunque a me piaceva l'Olanda che non ha vinto niente ma ha insegnato il vero calcio a tutti (a parte Schiaffino) tornando alla domanda: quale sarà la molla? confesso che questa da tempo è la mia angoscia vedendo i miei figli crescere nel (ex) Bel Paese. E se fosse il calcio olandese? Inventarsi un'altra crescita, dove è bello vivere e non solo avere 'più roba'. Giorgio Ruffolo dice cose sagge in proposito
Scritto da roberto caielli il 19/7/2011 alle 22:55
@Piero Robolzi - Non volevo assolutamente sminuire l'iniziativa di Paolo Rossi. Anzi, riconoscendo che la sua denuncia ha messo a nudo un problema reale intendevo sottolineare che non l'ha fatto per guadagnarsi una facile popolarità.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/7/2011 alle 08:50
@Destra moderata - Remo Gasperi, che era anche lui un moderato, che fu tante volte ministro Dc e che ci ha lascito ieri, avrebbe detto "domanda troppo ingenua o troppo maliziosa". Io però ti rispondo. Paolo Rossi si è riavvicinato alla poilitica nel 2000 in occasione della mia difficilissima campagna elettorale per ritornare in regione. Rappresentavo il piccolissimo partito popolare che aveva in provincia di Varese l'1,9% dei voti. La mia elezione con le preferenze è stata quasi un miracolo. Dopo alcuni mesi Rossi era segretario provinciale di quel minuscolo partito e abbiamo fatto parecchia strada insieme. Coso ti devo dire? E' una persona onesta, diligente, che sta lavorando bene. Se andassi al di là di questo lo spirito moderato di Remo Gasperi mi bacchetterebbe senza pietà.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/7/2011 alle 08:55
Solo per dirle che apprezzo la sua pazienza e la sua volonta di dialogo con tutti.
Scritto da Gloria Pirola il 20/7/2011 alle 10:23
@Roberto Caielli - Anch'io ero affascinato dal calcio totale degli olandesi. Tutti correvano dentro un gioco di squadra invidiabile. E' il modello che servirebbe all'Italia di oggi o perlomeno al centrosinistra di oggi. Solo questo gioco può valorizzare le individuatità togliendole da un pernicioso egoismo. Che sia questo il segreto della crescita?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/7/2011 alle 14:01
Oltre un ping pong che potrebbe apparire stucchevole, ringrazio sinceramente Giuseppe per le belle parole. Se sono tornato a far politica lo devo a lui ed anche al mio caro amico Guelfo Ravani di Gemonio. Se sono parlamentare lo devo al contributo di Adamoli che è stato determinante. Nel partito abbiamo preso strade (anche se 'relativamente') diverse, ma sempre 'dentro' un grande rispetto che, credo, posso permettermi di definire reciproco.
Scritto da paolo rossi il 20/7/2011 alle 14:35
Caro Giuseppe, strano ma vero stavolta ci intendiamo al volo, almeno sugli arancioni (per me una buona alternativa al rosso :-) ps. in effetti ci fu poi anche un'Olanda vincente (con un certo Van Basten e un certo Ruud Gullit...) e vinse proprio contro chi portava ancora la scritta CCCP
Scritto da roberto caielli il 20/7/2011 alle 23:02
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