Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 1/9/2011 alle 08:40

 


E’ iniziata la raccolta delle firme per abrogare la “porcata” di Calderoli e spingere il Parlamento ad approvare una nuova legge elettorale.
Se il Parlamento non intervenisse e il referendum avesse successo si ritornerebbe al sistema elettorale preesistente (Mattarellum): 75% maggioritario e 25% proporzionale.
Per il 75% del maggioritario ci saranno i collegi uninominali e vincerà il candidato che prende un voto in più. Tra i sottoscrittori, molti personaggi illustri del centrosinistra e del Pd tra cui Romano Prodi.
Finora mi aveva trattenuto dal firmare una sola considerazione. Dal 2006 (entrata in vigore della legge Calderoli) abbiamo due parlamentari in provincia di Varese e un buon numero in Lombardia. Con il Mattarellum non avevamo e non avremmo avuto né un deputato né un senatore e ne avremmo ottenuti meno in Lombardia.
Non sappiamo che cosa ci riserverà il futuro ma con il precedente sistema non sarà  facile riconquistare lo stesso numero di seggi.
Ora però ho preso la decisione: firmerò il referendum.
Mi sono convinto che, se entro il 30 settembre si raccoglieranno le 500mila firme necessarie (obiettivo difficile), il Parlamento sarà davvero spinto ad approvare una nuova legge (il Pd ha già presentato la sua proposta). In questo caso il futuro potrebbe riservarci un sistema diverso sia da quella attuale sia dal Mattarellum.
Altrimenti voteremo ancora con questa legge che sottrae agli elettori la scelta dei propri rappresentanti e continueremo ad avere un parlamento di "nominati" che nessuno, a parole, vuole più. Questa è una delle cause della delegittimazione crescente della politica.
La maggioranza B&B teme così tanto il referendum che potrebbe addirittura anticipare di un anno le elezioni per impedirlo. Non sarebbe un risultato secondario per l’interesse generale del Paese.
 

 
Commenti dei lettori: 53 commenti -
Firmerò anch'io. Meno male che qualcuno si muove anche nelle nostre lande.
Scritto da Bortoluzzi il 1/9/2011 alle 09:38
Non sarei entusiata del ritorno del Mattarellum ma sono convinto che senza la minaccia del referendum la legge porcata non la cambieranno mai.
Scritto da Rodolfo D. il 1/9/2011 alle 10:17
Sono convinto che i vantaggi siano molto più forti dei lati contrari. Alla fine arriverà anche il Pd.
Scritto da Iscritto Varese il 1/9/2011 alle 10:22
"Obiettivo difficile". E' già, purtroppo, una risposta, che la dice lunga sulla volontà di coinvolgere la gente. Spero proprio di sbagliarmi.
Scritto da Carlo A. il 1/9/2011 alle 10:43
Segnalo questa guida completa al referendum elettorale, pubblicata proprio adesso su PolisBlog: http://www.polisblog.it/post/11225/referendum-legge-elettorale-2011-la-guida-di-polisblog
Scritto da pino s. il 1/9/2011 alle 11:10
Perchè non ne parla nel Pd. E' un problema che è sempre stato ritenuto decisivo ma adesso vedo troppe reticenze.
Scritto da Alessia il 1/9/2011 alle 12:50
Come nel 1993 il sistema politico si dimostra incapace di varare una riforma elettorale e, di conseguenza, la via referendaria appare ormai inevitabile, se non altro dal punto di vista tattico. Infatti, sono evidenti due verità: la prima è la mancanza di condizioni politiche per un accordo tra maggioranza ed opposizione su una nuova legge; la seconda è l’evidente assenza di volontà da parte delle oligarchie/monarchie che gestiscono i partiti e che oggi hanno nell’attuale normativa un formidabile strumento di controllo sulla scelta dei parlamentari. Pertanto, condividendo le motivazioni di Giuseppe, personalmente sottoscriverò la proposta referendaria. Detto questo, però, con il referendum il lavoro non si può dire concluso. Se il ritorno al maggioritario consente di gettare un macigno nello stagnante immobilismo dei partiti, costringendoli ad un ritorno alla “logica bipolare”, anche il sistema dei collegi uninominali presenta non pochi limiti. Lo dico con ragion di causa, avendo partecipato nel 1994 e nel 1996 al “tavolo lombardo” che nelle due consultazioni elettorali scelse i candidati nei collegi uninominali della nostra regione, rispettivamente, per i Progressisti e per l’Ulivo. L’apparente rappresentanza diretta dei territori, costituita in via teorica dalle candidature uniche per ogni collegio, cela in realtà la solita mano invisibile delle oligarchie dei partiti dietro la scelta dei candidati. Senza considerare, poi, lo squallido “mercato delle vacche” che vedono protagoniste le segreterie delle diverse forze politiche per assicurare l’assegnazione politicamente “equilibrata” dei collegi considerati “vincenti”, in modo da garantire un’equa rappresentanza delle diverse anime che compongono una coalizione. Insomma, ok al referendum come grimaldello, ma una volta aperta la porta, il cambiamento per restituire un ruolo agli elettori è ancora tutto da costruire.
Scritto da Leonardo C. il 1/9/2011 alle 13:03
Per cambiare la legge che abbiamo farei qualunque cosa. Noto però che nel centrosinistra ci sono sempre tante parole e pochi fatti quando si tratta di innovare profondamente e togliere ai pochi capi il controllo del partito e del Parlamento.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 1/9/2011 alle 13:03
Utile la testimonianza di @Leonardo C. Tuttavia, pur ritenendo che una nuova legge elettorale sia da mettere in cantiere, non credo questa costituisca una priorità per il nostro Paese. Saremmo in malafede nei confronti degli italiani se li convincessimo che il primo punto dell'agenda politica debba ospitare la revisione della legge elettorale. Ben altre le priorità. E poi a me viene difficile cogliere la differenza fra un parlamentare eletto per “nomina” del partito ed un parlamentare eletto grazie al voto “pilotato” dal partito verso i propri uomini di punta, a prescindere dall'umore degli iscritti e dei simpatizzanti. Questo per dire che, pur essendo importante la preferenza del cittadino, ritengo un pochino sdrucciolevoli le definizioni “parlamentari nominati” e “parlamentari votati”. E qualora dovessimo cambiare legge elettorale, immagino che anche il parlamentare eletto grazie ad una miriade di preferenze si muova con scarsa autonomia, venga fagocitato dagli indirizzi partitici o, nel peggiore dei casi, dalle regole partitiche e debba sempre riferirsi al proprio capo-corrente (anche in un oceano di preferenze, le correnti avvolgono ed avviluppano).
Scritto da Mafalda il 1/9/2011 alle 13:49
Cara Alessia, vedrei molto volentieri una discussione a tutti i livelli del Pd su questo problema spinoso. Però non è detto che un partito debba arrivare necessariamente ad una decisione formale che impegni dirigenti e iscritti. La firma sotto il referendum può benissimo essere individuale. E' quello che sta già accadendo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/9/2011 alle 13:54
Giuseppe, complimenti per la tempestività con cui ancora una volta, col tuo blog, ti fai carico di scuotere il PD a livello provinciale...ma sappiamo bene che esso è letto anche oltre. Ripeto qui quello che ho avuto modo di dire o scrivere altrove, perché condivido il tuo post, esattamente come condivido la bella intervista di Dario Franceschini che, il 31 agosto su Repubblica , si è fatto carico anche lui della volontà che si manifesta in tanta parte del partito, per un coinvolgimento pieno del PD in questa battaglia che oggi ha un fronte caldo “la raccolta delle firme”. Dario, come tu di fatto fai con questo post, si è anche incaricato di stimolare Bersani (oggi c’è riunione della Direzione Nazionale PD ) a dire un SI pieno a nome di tutto il PD , senza limiti, senza timidezze che stanno venemdo fuori in queste ore, come lamentano tanti iscritti che si ritrovano in vari gruppi di FB. Io spero che Franceschini ci riesca, ma il rifiuto opposto ieri sera da Bersani a firmare per il referendum al banchetto presente presso la Festa Democratica di Modena, mi fa essere pessimista e ...mi manda in bestia. Bersani da sempre giustifica la sua tiepidezza verso i referendum dicendo che “ non si deve mettere il cappello alle iniziative della società civile “. Ha ragione, ma niente vieta di appoggiarle, condividerle, aiutarle a raggiungere a vincere. Tutto ciò si può fare “senza mettere nessun cappello “, bensì “mettendosi al servizio delle buone cause”, come spesso Bersani stesso dice, con umiltà e rispetto. Aggiungo che questa insistenza sulla “società civile” contrapposta a quella rappresentata dai “partiti” la considerò un ‘aberrazione , un tradimento della Costituzione che , proprio ai Partiti, nelle istituzioni e nel rispetto della legge, affida il ruolo di rappresentare la società civile ! Non la faccio lunga e chiudo ti ringraziandoti ancora per questo post che condivido in pieno come condivido molte cose scritte dagli amici che hanno commentato, ad esempio @Leonardo.
Scritto da giovanniderosa il 1/9/2011 alle 14:08
Bene @Mafalda, lasciamo tutto quello che c'è oggi, tanto questo non è un argomento prioritario, come non lo saranno domani le primarie. Però non lamentarti più del partito immobile, di Bersani inadeguato, dei dirigenti che non sono all'altezza e di tutto il resto che critichi. Vi sono ben altre priorità, chi non lo sa? La manovra, per esempio, ma trattare il referendum dall'alto in basso come fai tu è una sottovalutazione della democrazia.
Scritto da Giovane rottamatore il 1/9/2011 alle 14:33
Non firmerò il referendum, nè questo nè altri. La democrazia si attua in Parlamento. Sul tema "nominati" o "votati", la mia opinione è che si tratta di un tema artificioso: io voto il "partito" e se il partito indica una scala di preferenze, io mi fido. Se mi fido per la candidatura unica per il Senato, perché non dovrei fidarmi delle indicazioni del partito per la Camera? E in ogni caso, qualsiasi lista passa al vaglio del partito. E' un tema retorico che distrae dai problemi reali del Paese.
Scritto da ulderico monti il 1/9/2011 alle 14:49
Non firmerò il referendum. La competizione per le preferenze è all'origine del malcostume politico, della corruzione, della spese incontrollate. Se sospetterò e accerterò che il partito mette in lista dei mascalzoni, non voterò mai più il partito. Ripeto il concetto: perchè il candidato al Senato, indicato da partito, sarebbe per definizione un galantuomo, e il candidato alla Camera, indicato dal partito, sarebbe invece un "nominando" manovrato da una cricca di potere?
Scritto da ulderico monti il 1/9/2011 alle 14:59
Penso che le leggi debbano essere create, plasmate e quindi varate in sede parlamentare (pleonsatico sottolinearlo). A questo proposito non ho dubbi. Al tempo stesso ritengo legittime le iniziative referendarie, quindi sostenibili da tutti e dunque anche dagli stessi cittadini-parlamentari. Sono molto interessanti, opportune, quando non esaustive, le osservazioni a questo post, sollevate con la consueta intelligenza da @Mafalda e @giovanniderosa. Rendono inutili ulteriori mie considerazioni.
Scritto da paolo rossi il 1/9/2011 alle 15:33
La volontà di non cambiare niente è manifesta in alcuni atteggiamenti. Quando Bersani parla in Tv lancia accuse pesantissime al porcellum. Quando si tratta di fare qualcosa per cambiarlo sul serio si ferma. Gli piace questo sistema che mette in mano a lui e a pochi oligarchi il controllo del parlamento.
Scritto da Agosti Rino il 1/9/2011 alle 15:58
Sono totalmente d’accordo con chi afferma (@Ulderico Monti, @Paolo Rossi) che le leggi si costruiscono in Parlamento. Ma scommettiamo che senza la pressione referendaria i partiti (salvo Pdl e Lega Nord) continueranno ad affermare che vogliono, a tutti i costi vogliono, cambiare il sistema elettorale e poi non faranno niente per dar seguito ai loro impegni? Questa del referendum sarebbe l’occasione giusta. Concepisco il referendum e per questo lo firmerò come un grimaldello, per usare le parole di @Leonardo C., per far saltare il sistema vigente nella speranza che siano poi la Camera e il Senato a redigere le nuove regole. Non ho mai avuto e non ho il rapporto di fiducia con il partito (qualunque partito nel quale abbia militato) che ha @Ulderico e non ritengo affatto che questo tema sia di poco conto come asserisce @Mafalda. Il modo come si forma la rappresentanza democratica, cioè la legge elettorale, è un fattore di crescita civica e civile di importanza decisiva.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/9/2011 alle 16:18
Caro Adamoli, Bersani e D'Alema non vogliono il referendum perchè hanno in animo di fare l'alleanza con Casini che ha paura del ritorno al Mattarellum che lo costringerebbe a scegliere da che parte stare. Allora continuano a dire: cambiamo, cambiamo e poi boicottano il referendum che è l'unica chance di cambiamento.
Scritto da Lucky il 1/9/2011 alle 16:26
Condivido l' idea che il Parlamento debba fare leggi ma che gli stessi deputati o senatori possano sostenere un referendum. L' atteggiamento di Bersani è invece quello tradizionale, chiuso, vecchio. L' idea di un funzionario di partito, l' idea che blocca ancora una sinistra imprigionata nelle sabbie mobili del conservatorismo. Su Penati poi nessuno tra gli ex pci, ha avuto il coraggio di ammettere come stanno le cose. Qui da Lei neanche in modo anonimo. Siamo ancora ad un passato/presente tabù
Scritto da paperoga il 1/9/2011 alle 16:45
Dal chiaro commento di @Lucky e dalle attente considerazioni di altri commentatori, sì, appare sempre più un "obiettivo difficile" raccogliere entro il mese ALMENO 500mila firme valide. E magari d'improvviso un'impennata di entusiasmo da parte della gente... perchè, non può essere? La gente...
Scritto da Carlo A. il 1/9/2011 alle 17:21
Io parto dal presupposto che il Parlamento (questo in particolare) e i partiti non hanno nessuna intenzione di approvare una nuova legge elettorale. Quindi ben venga il grimaldello del referendum per provare a ripristinare un meccanismo decente di rappresentanza democratica. La quale, come giustamente afferma Adamoli, non è questione di poco conto, sia di forma che di sostanza. Per quanto riguarda poi il PD, sono molti i militanti che si stanno già attivando per sostenerlo.
Scritto da Natalino Bianchi il 1/9/2011 alle 17:54
L'adesione a questo referendum misura la distanza tra chi vuole conservare e chi vuole innovare. L'innovazione sempre comporta dei rischi ma se non ci si prova poi è inutile lamentarsi.
Scritto da Elisabetta C. il 1/9/2011 alle 18:17
Io ho già firmato!
Scritto da Romeo il 1/9/2011 alle 18:26
Chi dice che questa è una falsa priorità sbaglia. Sarà che io avevo fiducia in Bersani il quale martellava sempre su questa legge che fa schifo, ma ritengo che la legge elettorale è una cosa seria. Una volta i partiti di sinistra erano abituati a dirci che si doveva votare. Ora non può più essere così. Siamo nell'epoca di internet.
Scritto da Ex Ds il 1/9/2011 alle 20:07
No referendum, no riforma elettorale. Bersani la smetta di prenderci per i fondelli.
Scritto da Giulio Carlini il 1/9/2011 alle 20:48
E' chiaro che quattro boss vogliono mantenere il controllo sul Parlamento e che i parlamentari sono contenti di essere mandati a Roma senza fare campagna elettorale. Questa è la democrazia secondo Berlusconi, Bossi e da ultimo Bersani, Letta, Franceschini e D'Alema.
Scritto da Gruppo giovani Milano il 1/9/2011 alle 21:07
Ho scritto "che si doveva votare". Ovviamente era "chi si doveva votare".
Scritto da Ex Ds il 1/9/2011 alle 21:08
Caro Lucky (16,26), l'accordo con Casini, se lo si vuole, si può cercarlo in Parlamento dopo la raccolta delle firme. Per esempio, ma è solo un esempio, il collegio uninominale a doppio turno potrebbe benissimo accettarlo anche il terzo polo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/9/2011 alle 22:01
Quante balle. La democrazia parlamentare esisterà ancora o no? Un parlamentare deve espletare il suo lavoro in Parlamento, deve occuparsi di questo. I cittadini hanno la possibilità di utilizzare uno strumento importante e utile come il referendum. Strumento nato per abrogare non per fare e proporre. Queste le regole da noi, in futuro si vedrà. @Mafalda scrive quello che scrive non in modo disinteressato. Sta nel Pd con altro nome ovviamente, ed aspira. E' evidente come la luce del sole.
Scritto da E.F. il 1/9/2011 alle 22:04
Hanno firmato: Prodi, Veltroni, Castagnetti, Fassino, Livia Turco, Parisi, Vannino Chiti e molti altri. Vorrebbero firmare: Rosy Bindi, Franceschini, e molti altri. Se non si arriverà alle 500.000 firme sarà colpa di Bersani&D'Alema. Poi non abbiano la sfacciataggine di parlare di riforma elettorale.
Scritto da Brielli Giuseppe il 1/9/2011 alle 23:01
Più coraggio Pd, più coraggio.
Scritto da Aspirante Pd il 2/9/2011 alle 00:10
Firmare, firmare! Non foss’altro che per far vedere che vogliamo ancora contare, con la firma, coi referendum o con il voto. Questo PD suicida mica lo capisco più, se va avanti così nemmeno lo voto a meno di non essere costretta dalle circostanze. Va anche detto, come sottolineato anche da Leonardo C., che alla fine a noi è concesso di dare la nostra preferenza a candidati scelti comunque dai partiti e coi tempi che corrono non sempre per meritocrazia. Pertanto a monte delle candidature dobbiamo esigere (senza farci infinocchiare come al solito) PRIMARIE di Partito o di Coalizione. E che le spese della campagna elettorale siano a carico del Partito e non dei candidati, (come è successo nelle ultime elezioni regionali e credo amministrative in provincia di Varese). Ne ho piene le tasche di persone messe in lista solo perché si possono finanziare la campagna elettorale. Tornare alla meritocrazia del vecchio PC, (per la DC dirà se vuole Adamoli), questa sarebbe la vera rivoluzione!Qualcuno ricorda che si diceva l’inverno scorso? “I Parlamentari sui tetti e gli Operai in Parlamento!” Wow!!
Scritto da Maria Rossa il 2/9/2011 alle 01:08
...e bravo Giuseppe! ora però il nostro partito ha tre fronti da gestire: - l'abolizione del porcellum - come gestire il listone se il porcellum resta - la propria proposta di cambiamento della legge elettorale Francamente mi sembra un po' tanto! Specialmente visto la strategia "attendista" (lasciamo andare gli altri e poi al massimo quando sono un po' ci accodiamo)che contraddistingue francamente inizia ad infastidirmi un po'
Scritto da Alessandro Z il 2/9/2011 alle 08:08
Caro Giuseppe, nel commento delle 16.18 scrivi che non mai avuto e non hai il rapporto di fiducia con il partito (qualunque partito nel quale tu abbia militato) che hanno altre persone. Penso che tu debba spiegare meglio il concetto. In questo modo sembri un anti partito mentre sei stato in un partito da quando eri un ragazzino ed hai avuto incarichi molto importanti.
Scritto da Tuo amico fedele il 2/9/2011 alle 08:25
certamente il problema della rappresentanza politica del Pd della nostra provincia è stata garantita in questi anni dall'attuale sistema elettorale, ma la voglia di cambiamento è tanta per cui non è detto che ,con il ritorno al Mattarellum , e con buone alleanze non si possa ritornare ad essere vicenti. Credo quindi che sia giusto firmare per il referendum per ridare agli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, con cordialità.
Scritto da renè il 2/9/2011 alle 08:44
"Con il Mattarellum non avevamo e non avremmo avuto nè un deputato nè un senatore e ne avremmo ottenuti meno in Lombardia". Caro Adamoli, non entriamo nella sostanza del problema, che condividiamo in pieno, ma da un punto di vista di mero... opportunismo campanilistico, alla gente interesserebbe il risultato. Un pò come dire su una partita di calcio: giocato male ma abbiamo vinto? Ma il vero tecnico direbbe: abbiamo vinto, ma abbiamo giocato male. E quindi?
Scritto da Ex Legnanesi & Bustocchi il 2/9/2011 alle 09:59
Il fatto che in Lombardia il PD non sia capace di raccogliere un maggiore consenso non mi sembra un valido motivo per difendere il porcellum, quindi auspico che la segreteria regionale abbracci con più entusiasmo di quella nazionale i referendum. Anche perchè, se non ho capito male, siamo il partito che vuole dimezzare i parlamentari. O no?
Scritto da Natalino Bianchi il 2/9/2011 alle 10:09
Caro @Amico fedele, hai un'altra volta ragione. Sono arci-convinto che non possa esistere una democrazia senza partiti. Ho anche un grande rispetto verso chi ha la responsabilità di guidarli. Solo che non ritengo che i gruppi dirigenti siano sempre nel giusto. Anzi. Per questo la critica dal basso è fondamentale. Ti racconto un episodio che riguarda la Dc, così nessuno si potrà offendere. La Direzione nazionale aveva per statuto il diritto di scegliere tre senatori in Lombardia (solo tre, pensate). A Varese ci avevano affibbiato un personaggio illustre di Milano. Ma qui si voleva candidare Aristide Marchetti che era stato uomo delle Resistenza, sindaco di Laveno e presidente della Provincia. Dopo un lunghissimo braccio di ferro la Direzione nazionale ho confermato la sua scelta. Ma a Varese anzichè presentare in tribunale quella candidatura è stata inoltrata, con un golpe, quella di Marchetti. Fulmini e saette. Denunce ai probiviri. Allora segretario era Adalberto Cangi. Quando è toccato a me di dirigere la Dc provinciale mi è capitato di ricevere da Roma una lettera in cui venivamo ringraziati per la scelta "coraggiosa e lungimirante" di Aristide Marchetti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/9/2011 alle 10:46
Adamoli ieri (16.18) scriveva: "Il modo come si forma la rappresentanza democratica, cioè la legge elettorale, è un fattore di crescita civica e civile di importanza decisiva". E' indubbio che sia così, anche per dare all'elettore la garanzia di essere degnamente rappresentato nell'emiciclo. Io, però, battevo sulla scarsa autonomia degli eletti, a prescindere che siano stati "nominati" o "votati". Certo, se un parlamentare deve presentare un disegno di legge sulle discipline olistiche o sulla pet-therapy immagino abbia carta bianca, "forte" del numero delle preferenze. Ma già se il provvedimento legislativo dovesse riguardare l'istituzione della Giornata del Verde Pulito, la strada è in salita perchè dovrà mettersi d'accordo con i voti ambientalisti che gli sono pervenuti. Prendiamo ora le materie cosiddette etiche. Lo smarcamento di Fioroni rispetto a Marino è segnale di autonomia e di differenziazione? Io credo di no. Forse vuole semplicemente comunicare al cardinale Bertone che lui, a differenza di Marino, alla domenica va a ricevere la particola consacrata. Sono d'accordo con la arrabbiatura di @Giovanni De Rosa nei confronti di Bersani per questa scarsa considerazione della "società civile", cioè di tutti noi.
Scritto da Mafalda il 2/9/2011 alle 10:59
Ora mi rivolgo ad Adamoli ed a quel suo amico che prima delle vacanze, con mail, lo invitava a non intervenire nelle polemiche personalistiche. Diamo, quindi, un "tono alto" al dialogo, parlando subito di "ciccia". Lei, Adamoli, crede che E.F. sappia chi io sia? Lei, Adamoli, crede che il mio commento di ieri sia quello da futura candidata? Ecco, mi piacerebbe, sempre che il Suo amico sia d'accordo, che interloquisse con @E.F. su questo argomento.
Scritto da Mafalda il 2/9/2011 alle 10:59
Cara Mafalda, in attesa che interloquisca quel mio amico, lo faccio io. @E.F è convinta di conoscerti e di vederti sulla rampa di lancio per il Parlamento. Detta così (a parte altre considerazioni) non è per niente un’offesa. Si vede che malgrado l’evidente antipatia apprezza le tue capacità. Ti conosce veramente? Non credo, ma non lo posso sapere per certo. Sono ignaro di chi siate entrambe. Ho apprezzato il tuo commento di ieri perché non m’interessa che mi si dia ragione ma che si instauri un confronto vero e sincero.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/9/2011 alle 11:23
Si, credo di sapere chi sia @Mafalda e forse lei sa chi sono io. Non condivido la sua presunzione ed il suo bacchettare tutti, anche la saccenza puntualmente esibita, anzi, ostentata, ma penso che una persona così sia attrezzata per coprire qualsiasi ruolo importante nel Pd. Fa un tantino la furba ma anch'io a dirla tutta non mi tiro indietro. Sulla nostra amica più di così non posso scrivere.
Scritto da E.F. il 2/9/2011 alle 13:07
E se @E. F. aspirasse anche lei al Parlamento e sentisse la rivalità di una potenziale concorrente culturalmente molto dotata? In fondo qualche posto bisognerà darlo anche alle donne.
Scritto da Iscritto Varese il 2/9/2011 alle 13:22
@E.F. scrive "... penso che una persona così sia attrezzata per coprire qualsiasi ruolo importante nel Pd". Caspita! E' il "qualsiasi ruolo" che mi avvince. Comunichiamo a Bersani che presto lo sostituirò. In fondo, io con Bettola ho una certa dimestichezza. L'avevo già scritto nel blog che la telefonata che ha cambiato la mia vita è arrivata in una fredda sera di inverno di qualche anno fa proprio da Bettola. Dai, @E.F., non lisciarmi i capelli, ormai la cavolata l'hai fatta. Tieniti stretta e spera che ti possa andare tutto bene. Buon fine settimana.
Scritto da Mafalda il 2/9/2011 alle 13:37
@Mafalda, ho sempre scritto che sei intelligente e colta, ma ribadisco la Tua pesantezza assoluta, irrefrenabile. Nel Pd certamente una come te un ruolo di primo piano lo potresti interpretare, magari anche bene. Rimane la mia antipatia virtuale. Se avessi certezze sulla Tua identità, per come sono fatta io, l' avrei resa pubblica, tu faresti altrettanto. Così non è, purtroppo, e le mie supposizioni rimangono tali. Per il resto mi hai regolarmente offesa senza che mi offendessi, sono superiore.
Scritto da E.F. il 2/9/2011 alle 16:45
Negli anni Novanta facevo parte dei comitati Segni per i referendum contro la “proporzionale”, causa della “partitocrazia”. Il sistema maggioritario uninominale ha sancito la superiorità della “società civile” rispetto alla politica, contano le persone non le ide e i programmi; ciò ha portato al “non governo” di personaggi incompetenti che si impegnano per la carriera e non per degli ideali. Inoltre lo “stare di qui o di là” ha introdotto una contrapposizione artificiale tra schieramenti percepiti come uguali e ha impedito la qualificazione della politica in base alla visione della vita e della realtà e ai progetti concreti per cambiare la società. Tutti tirano a campare. Non c’è un sussulto di idealità e di creatività. Tornare al “mattarellum” si giustifica soltanto con la constatazione che il “porcellum” è ben peggiore: il premio elettorale dà alla maggioranza un potere abnorme e i parlamentari sono designati da partiti che non hanno una struttura democratica. Questo pessimo sistema è stato approvato con la non innocente distrazione del Partito Democratico (come la mancata abolizione delle Province e delle cinquantamila poltrone degli “enti inutili” e i perduranti conflitti d’interesse). L’impianto dell’attuale legge è comunque proporzionale e, come noto, favorisce le destre. L’uninominale favorisce invece le sinistre perché le costringe a stare insieme ma poi i dissensi inficiano l’azione di governo (due volte Prodi è stato eletto e due volte abbattuto dal “fuoco amico”). Ma si può scegliere la legge elettorale in base alle convenienze? Un sistema proporzionale corretto “alla tedesca” mi sembra la soluzione migliore ma la “casta politica” vuole soltanto ciò che le conviene. Il “voto per reazione” serve a poco. E il “sistema” che non va: occorre attuare la Costituzione con una legge che regoli la vita dei partiti in senso democratico: persino le Onlus sono disciplinate dal Codice civile! Questo sistema è fallito e sta facendo fallire anche l’Italia; i tempi non sono ancora maturi 8L’opinione pubblica non è informata ed è condizionata dalla TV) ma le parti più responsabili della società (Chiesa, associazionismo, mondo imprenditoriale, alcuni intellettuali) il problema lo stanno esaminando, eccome! Quanto al P.D. è stato una delusione: nessun partito sta in piedi senza una cultura politica e un progetto di società; è purtroppo una realtà residuale post-comunista con una insignificante appendice post-democristiana. Bisogna lavorare per il domani, per un sistema diverso, più democratico ed europeo. La mia generazione ha fallito ma non si deve credere che le future generazioni, solo perché “nuove”, sappiano fare di meglio. Dobbiamo invece imparare dalle precedenti generazioni dei cattolici che si sono preparate nel silenzio per decenni, ma quel che di valido c’è nella nostra democrazia l’hanno fatto loro. Camillo Massimo Fiori
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 2/9/2011 alle 18:28
Le argomentazione con cui sostieni la tua firma, Giuseppe, sono pienamente condivisibili. Nello stesso tempo, però, non vorrei che la salutare "sbornia" referendaria di giugno ci confondesse la vista sulla possibilità che anche un referendum sulla legge elettorale possa raccogliere lo stesso successo di un'occasione in cui si parlava insieme di acqua, nucleare e uguaglianza dei cittadini di fronte alla Legge. La buona causa potrebbe valere la sfida, ma i dubbi che porto con me sono molti
Scritto da Francesco Anania il 2/9/2011 alle 19:29
L'intervento di @Fiori mi convince salvo forse la ipervalutazione del ruolo dei cattolici che però hanno davvero dei meriti importanti. @Fiori fa capire che ci vogliono tempi lunghi ma io ho l'impressione che non ce ne siano più. Occorre correggere il sistema rapidamente. Il vecchio Mattarellum si fa preferire al sistema in vigore. Se poi, come dice @Adamoli, il Parlamento lo migliora tanto di guadagnato
Scritto da Roseto senza rose il 2/9/2011 alle 22:37
@Camillo Massimo Fiori, il tuo punto di vista è esposto, al solito, con chiarezza e conoscenza storica. Come sai, io propendo per la difesa di un’idea bipolare. C’è chi sostiene (D’Alema) che anche il sistema tedesco con alcune correzioni tutelerebbe questa propensione. Mah? Vorrei vedere il progetto bene articolato. Quanto alla legge che regola la vita democratica dei partiti, concordo pienamente. E’ un dettato costituzionale mai adempiuto. Mi sono risolto a firmare il referendum perché è l’unica maniera per convincere il Parlamento a modificare l’obbrobrio elettorale in vigore. Sono fiducioso che lo farà perché la maggioranza vede il Mattarellum come il fumo negli occhi per le ragioni che tu hai spiegato molto bene. -
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/9/2011 alle 09:40
@Francesco Anania - Non sono mai stato un acceso “referendario”. Ho una cultura, diciamo così, più istituzionale. Non so nemmeno se si raggiungeranno le 500.000 firme. Sono tante e il tempo è poco. Qualora si dovesse tenere il referendum, non si sa chi vincerà. Sento che è l’unica arma che i cittadini hanno in mano per non essere presi in giro in materia di rappresentanza democratica. Le cause che si ritengono buone vanno sostenute al di là dall’incertezza degli esiti. Su questo sono certo che concorderai.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/9/2011 alle 09:44
Firmerò pure io.
Scritto da Bruno Perazzolo il 4/9/2011 alle 10:23
la legge Calderoli è vergognosa, ma vi sono autorevoli pareri che sostengono che il referendum non verrebbe ammesso dalla Corte Costituzionale , secondo quella che è la sua giurisprudenza in materia.A questo punto non sarebbe un clamoroso autogol, che rafforzerebbe l'immobilismo del Parlamento? Non ho ancora compreso perchè si è rinunciato al referendum Passigli che avrebbe spazzato la legge Calderoli senza correre il rischio di non essere ammesso dalla Consulta. Che ne pensa dott. Adamoli ?
Scritto da Domenico Bruni il 15/9/2011 alle 14:16
@Domenico Bruni - Per quanto ne so io, i costituzionalisti sono in larga maggioranza del parere che questo referendum sia costituzionale. La proposta Passigli è stata accantonata in quanto avrebbe portato al vecchio sistema proporzionale senza neanche il vantaggio delle preferenze. Cioè i parlamentari sarebbero stati ancora nominati dai leader dei partiti come avviene con la legge in vigore..
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/9/2011 alle 15:43
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