Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 6/9/2011 alle 08:45

 


Ero soddisfatto alla fine di giugno per l’intesa ritrovata  fra sindacati e parti imprenditoriali. Immaginavo che avrebbe tenuto almeno nel perdurare della crisi. Invece è avvenuto il contrario.
Il governo ha agito irresponsabilmente proponendo una manovra ogni giorno diversa e sempre iniqua; ha colto la palla al balzo per rompere la coesione sociale raggiunta con difficoltà. Come risultato i sindacati (tutti) hanno accentuato le loro dinamiche politiche interne ed esterne. Il risultato è lo sciopero generale indetto in una situazione drammatica. Quando una grande confederazione decide questo passo merita rispetto e molta considerazione.
Non è questo il punto che metto in discussione.
Il mio partito ha deciso che parteciperà allo sciopero, che sarà sempre in piazza a fianco di qualsiasi azione che contesta la manovra. Ma questa non è una manifestazione qualsiasi. E’ lo sciopero generale di una sola confederazione, sia pure la più grande.
E’ giusto?  Non ho condiviso questa decisione. Se non lo dico mi resta un peso sullo stomaco.  Non aiuta ad unire i sindacati e rende più difficile l’interlocuzione paritaria del Pd con tutte le forze sociali.
I sindacati facciano i sindacati rappresentando i loro asscociati. Il Pd lavori per l'alternativa in Parlamento pensando all'interesse generale e chieda, se vuole, lo stralcio dell’art. 8 in materia di licenziamenti preoccupandosi di trovare i voti necessari.
Almeno i voti di tutte le opposizioni. E’ la premessa indispensabile per tentare la via del governo d’emergenza e per restituire credibilità al Paese.
 

 
Commenti dei lettori: 57 commenti -
caro Giuseppe, lo chiedo senza polemica e con rispetto e comprensione per le tue posizioni coerenti con la tua storia politica, ma è mai possibile che quando si parla di sindacato tutte le critiche finiscono sempre in capo alla CGIL? possibile che CISL e UIL non sbaglino mai? Il PD (e anche i DS prima - ricordi d'Alema?) ha già dimostrato più volte l'autonomia dal sindacato di corso Italia. E viceversa (ricordi Cofferati?) Perciò se capita di essere d'accordo è nel merito e in piena libertà.
Scritto da roberto caielli il 6/9/2011 alle 09:14
Non si può dire che non affronti i problemi spinosi. Io non sono nemmeno d'accordo sullo sciopero della Cgil. E' una boiata.
Scritto da Bianchi Giò il 6/9/2011 alle 09:24
Condivido,in um momento drammatico lo sciopero generale di un solo sindacato lo ritengo inopportuno. Questa destra arrogante non verrà scalfita e magari il secono B non mancherà di alzare il dito medio,al danno la beffa. Francamente sarebbe poco per chi sciopera.Altro sarebbe stato se le 3 confederazione avessero deciso di portare 2/3 milioni di lavoratori a Roma,penso che il governo tecnico sarebbe nato in men che non si dica.
Scritto da luigi il 6/9/2011 alle 09:25
Se non metti in discussione lo sciopero ma soltanto l'adesione formale e ufficiale del Pd. concordo con te.
Scritto da Pd Sesto S.Giovanni il 6/9/2011 alle 09:43
Condivido la netta distinzione fra responsabilità sindacali e responsabilità politiche. La Cgil vuole lo sciopero? Ha il diritto di indirlo. Il partito fa un altro mestiere. Non deve scegliere fra sigle sindacali. Non possiamo regalare Cisl e Uil alla controparte
Scritto da Nicola il 6/9/2011 alle 09:52
Da tempo la CGIL è in un vicolo cieco e la Camusso non rappresenta un segno di discontinuità rispetto al recente passato. Ferma restando la piena legittimità dello sciopero in atto, anch'io non condivido la scelta fiancheggiatrice del PD che genera antistoriche confusioni di ruoli. Ma il vero problema è la quasi nulla credibilità interna e internazionale del governo e del suo premier screditato ogni giorno di più. Non si capisce davvero quale sia la strategia dell'oligarchia leghista
Scritto da cesare chiericati il 6/9/2011 alle 10:00
Mi sono espresso da subito a favore dello sciopero indetto dalla CGIL, che considero giusto oltre che legittimo. Così come ho apprezzato, anche se mi ha stupito non poco, lo sbilanciamento di Bersani, che questa volta senza tentennamenti ha comunicato l’adesione del PD. Credo che di fronte a questa crisi sistemica che, almeno, ha contribuito anche a mettere in luce i limiti e le insufficienze del governo, della maggioranza e dell’intera classe politica italiana (Pd compreso), sia giunto il momento che comincino ad emergere, posto che ci siano, le differenze sostanziali che riguardano il futuro che immaginiamo e che intendiamo costruire. Di fronte a crisi di questo tipo, il vero problema non è “cosa fare nel presente”. La sfida vera, invece, è guardare oltre la crisi e dire quale Società vogliamo. Accentuare i toni, come fa la CGIL, e manifestare un chiaro e netto antagonismo nei confronti delle soluzioni politiche che lasciano immutate le cause che hanno innescato questa crisi, significa pronunciarsi criticamente nei confronti dell’attuale modello liberista, esprimere la propria contrarietà a chi spaccia la flessibilità sul lavoro e la precarietà come tratti di una nuova modernità, mostrare la malafede di chi vuol far credere che l’abolizione dell’art. 18 e delle tutele nel lavoro aiutino la ripresa economica, riconoscere i limiti di un moderatismo politico tanto accondiscendente quanto conservatore nei suoi effetti e segnare, una volta per tutte, una chiara e netta linea di demarcazione politica.
Scritto da Leonardo C. il 6/9/2011 alle 10:33
Caro Roberto, rileggi il mio post, non attribuisco colpe particolari alla Cgil. Solo, non ritengo giusta la partecipazione formale e ufficiale del Pd allo sciopero. Quanto a Cisli e Uil in varie occasioni ho criticato la loro propensione ad assecondare il ministro Sacconi. Qualche anno fa me l'ero presa particolarmente con Bonanni (poi seguito anche da Cgil e Uil) per aver sostenuto il disegno della destra di rovesciare gli impegni del governo Prodi con Air France per Alitalia. Un errore che abbiamo pagato a caro prezzo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/9/2011 alle 10:43
sciopero?SE NON ORA QUANDO?
Scritto da angelo m il 6/9/2011 alle 10:44
Ieri sera un pensionato ottantenne distribuiva volantini della CGIL che invitavano allo sciopero di oggi. Un episodio che rende plasticamente il disastro cui ci hanno portato una politica ed un sindacato che hanno deciso di dividere il mondo in due: i garantiti ex art. 18 da una parte, i giovani perenni precari dall’altra; le pensioni di “anzianità” con metodo retributivo da una parte, le future (forse) pensioni a 70 anni (pari alla metà dell’ultimo stipendio) dall’altra. Una società duale che fa correre i propri figli verso il baratro. Qualche illuso, come me, pensava che il PD fosse nato per cambiare la società disuguale creata dai nostri padri; pensava ad un partito guidato dalle idee di un Ichino, per intenderci. Ma i fatti dicono altro; il PD, non avendo il coraggio che ogni riformismo necessita, non può far altro che andare a rimorchio della CGIL e della conservazione dei privilegi, pardon, “diritti acquisiti”,di pochi.
Scritto da Larpi il 6/9/2011 alle 10:50
Condivido il post e sempre bravo @Cesare Chiericati. Il problema è la scarsa o nulla credibilità del governo che si riverbera sull'intero Paese.
Scritto da Romeo Radice il 6/9/2011 alle 11:08
Avere un'idea di società e sostenerla fino in fondo. Diversamente, ogni scelta si trasforma in semplice tattica.
Scritto da FrancescoG. il 6/9/2011 alle 11:15
Temo che @Larpi non abbia tutti i torti.
Scritto da Garbelli Renato il 6/9/2011 alle 11:16
Penso anche io che la politica e il sindacato dovrebbero essere il più possibile indipendenti. Reputo però critico il fatto che in un momento come adesso, dove ci dovrebbe essere unità nel contrastare questa manovra, le 3 sigle sindacali siano divise su tutto. Personalmente reputo anche giusto che Bersani e il PD si siano schierati a favore dell sciopero. Ora bisogna garantire unità nell'opposizione cioè tra PD, IDV e SEL. Se poi il Terzo Polo vorrà partecipare è sicuramente il benvenuto.
Scritto da Simone Franceschetto il 6/9/2011 alle 11:38
"... i giovani perenni precari dall'altra... Una società duale che fa correre i propri figli verso il baratro", scrive molto bene @Larpi.
Scritto da Padre di due figli precari il 6/9/2011 alle 11:43
Il “mezzo”, cioè lo sciopero, è discutibile; può essere giudicato inadeguato, inestetico, inutile; ma i motivi della protesta sono veri e condivisibili. Moltissimi percepiscono il rischio reale di perdere il reddito, il lavoro, i diritti sociali e i servizi del “Welfare State”, che segna la superiorità del modello europeo. E’ vero che il Sindacato è autonomo ma non è separato dalla società; va criticato ma rispettato e una “presenza” a fianco dei lavoratori non è mai superflua. Il “realismo” delle altre forze sindacali e politiche può essere espressione di sottovalutazione dell’unica vera, operante “pianificazione” da parte dei governi più o meno liberisti che vogliono organicamente smantellare il sistema di cittadinanza e di sicurezza sociale per subordinare la politica all’economia. Lo “statalismo” non è più quello del comunismo ma quello residuale, di segno opposto, del liberismo. Lo dicono esplicitamente economisti come Joseph Stiglitz e Amartya Sen (premi Nobel) e il più autorevole intellettuale americano Tony Judt, recentemente scomparso. Ma chi legge i loro importanti contributi? Se la politica si modella sullo stile degli SMS l’esito è la superficialità e il governo dei furbi incompetenti: diventiamo tutti “berlusconiani”, anche se di sinistra. Mi fermo per non diventare oltremisura “indigesto” ai lettori.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 6/9/2011 alle 12:01
Ipotizzo che l’adesione di Bersani allo sciopero – che tanto stupisce @Leonardo C. – dipenda dal fatto che lo stesso Bersani, da buon segretario, conservi la famosa vignetta di Forattini (“I metalmeccanici a Roma”, 4 dicembre 1977) che raffigura un Enrico Berlinguer in vestaglia, seduto in poltrona nel suo salotto intento a leggere l’Unità e a sorseggiare una fumante tazza di the (sotto l’occhio vigile del barbuto Marx appeso al muro in cornice), mentre volge lo sguardo, infastidito, verso la finestra sotto la quale stanno sfilando gli operai metalmeccanici, così rumorosi da disturbarlo nella lettura … Piuttosto, Adamoli scrive “Il Pd lavori per l'alternativa in Parlamento pensando all'interesse generale e chieda, SE VUOLE, lo stralcio dell’art. 8 in materia di licenziamenti preoccupandosi di trovare i voti necessari”. Certo, il Pd ha il “dovere politico” di trovare i voti necessari e corre il rischio reale di doverli cercare anche al proprio interno. Purtroppo, gli iscritti, militanti ed elettori del Pd non sono abituati a puntare i fucili verso i propri rappresentanti istituzionali. I fucili li abbiamo lasciati tutti ai grezzi leghisti. Noi siamo fini, raffinati, siamo gente da Workshop Ambrosetti a Villa d’Este, partecipiamo ai think tank di Ichino in tema di flexicurity, auspichiamo l’”I care” ma non è chiaro ancora di che cosa, sogniamo di diventare dei policy makers per occuparci di accountability, individuiamo Profumo quale nostro stakeholder privilegiato, mandiamo i figli a studiare in America per farli diventare leaderini del Pd ed esultiamo alla notizia che Pisapia e Boeri riportino a Palazzo Marino il “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo. Noi siamo fatti così. Nemmeno il “Se non ora, quando?” di @Angelo M. scuote le nostre tiepide coscienze. Io, però, vorrei sottrarmi da questa che giudico una profonda insensatezza e, a differenza del signor @Larpi, guardo con tenerezza i pensionati ottantenni che volantinano per lo sciopero.
Scritto da Mafalda il 6/9/2011 alle 12:21
Seguendo i commenti forbiti di intellettuali come @Leonardo C, @Fiori e @Mafalda sembrerebbe che i lavoratori siano rappresentati solo dalla Cgil. Non li sfiora nemmeno l'idea che anche gli altri sindacati rappresentano, a loro modo, gli interessi dei lavoratori. Lo sciopero è uno strumento ma ci sono altre forme di protesta. Non per gli intellettuali, per loro c'è sempre e soltanto la forma cigiellina, fa schic e tutti gli altri sono dei venduti.
Scritto da Lavoratore Cisl il 6/9/2011 alle 13:10
Bersani avrebbe detto la stessa cosa 10 anni fa quand'era dei Ds, la sua vera e unica Ditta. Letta invece non dice niente. Franceschini sta sempre con chi vince. Forse aveva ragione @Fiori quando nei giorni scorsi diceva che il Pd è una forza residuale della vechia sinistra. Oggi però parla anche lui come uno di quelli. Una forza centrale come quella che lui asuspica avrebbe appoggiato questo sciopero? Quelli che ci sono oggi dicono di no. I conti si fanno con la realtà, non con la fantasia.
Scritto da Montalbetti il 6/9/2011 alle 13:21
Sono a Milano. Sento il grido delle sirene. Elicotteri sopra la mia testa. Sangue? No, è solo uno sciopero: l'arma dei poveri. Una povera arma.
Scritto da Filippo Valmaggia il 6/9/2011 alle 13:31
@Mafalda: ammiro i pensionati ottantenni che volantinano a favore dello sciopero, ma converrai con me che fino a pochi anni fa a volantinare per gli scioperi erano i lavoratori. Ergo credendo molto nella funzione del sindacato mi rammarico nel vedere che sempre meno giovani si iscrivono al sindacato; d’altronde perché dovrebbero iscriversi, visto che al sindacato non interessa nulla dei giovani ? E quando tutti i pensionati non saranno più tra noi, cosa ne sarà del sindacato ?
Scritto da Larpi il 6/9/2011 alle 13:44
Ho un figlio precario con davanti un’anno e mezzo di contratto ; è già qualcosa, tiro un po’ il fiato. Ragionando oggi su certe conquiste sindacali come quelle di dare la pensione da subito a chi aveva versato contributi per pochi anni un po’ di mea culpa i sindacati dovrebbero farla. CISL e UIL forse non scioperano perché hanno capito che oggi non si può più sbagliare? Speriamo. La CGIL è sempre CGIL, in più oggi deve fare i conti con la FIOM. Il PD deve appoggiarsi al sindacato di sinistra se vuole avere ancora un punto di riferimento tra i lavoratori. Se vogliamo attraversare il fiume dei nostri problemi dobbiamo cercare il punto dove l’acqua è più bassa. Oggi è così @ caro C.M. Fiori.
Scritto da Pensionato il 6/9/2011 alle 15:00
come al solito chi sbaglia è la CGIL e quella parte di PD che sceglie di stare vicina ai lavoratori. oggi hanno sbagliato anche i tanti di CISL e UIL scesi in piazza con la CGIL? da quanto tempo non si vedeva cosi tanta gente partecipare ad una menifestazione sindacale? penso caro Adamoli,e molte delle lettere che riceve ne sono la prova, la forzatura di un partito unico tra due forze che si sono storicamente combattute,prima o poi abortirà per le ragioni di cui lei è portare,la vista corta.
Scritto da franco zanellati il 6/9/2011 alle 16:37
ipotizzare che il PD potesse non appoggiare lo sciopero significa non avere molto idea di cosa è il PD, di che gente lo compone, di dove sia il suo elettorato di riferimento : il PD piaccia o meno -e a me piace-è il partito del lavoro dipendente di questo paese, e mica tanto residuale : 29 % secondo l'ultimo sondaggio, a essere residuali così c'è da metterci la firma. quanto a Bonanni e Angeletti, sono sindacati ormai di comodo, che servono soltanto a fare gli interessi delle controparti.
Scritto da marco il 6/9/2011 alle 17:11
“Alla loro fine essi si appressano, / essi che così forti nel loro durare si credono. / Quasi mi vergogno d'aver a che fare con loro / …. invece che con i ciechi / scioccamente perdermi. / … Ci voglio pensare: / chi sa che farò?”. Richard Wagner – L'Anello del Nibelungo, L'oro del Reno: Loge vv. 1827 sgg.
Scritto da ulderico monti il 6/9/2011 alle 17:15
Ha ragione Camillo Massimo Fiori: è discutibile il mezzo, cioè lo sciopero in questo momento (io personalmente non l'ho condiviso, al di là della mia appartenenza alla Cisl), ma sacrosante sono le ragioni di presa di distanza dalla sciagurata manovra di questo governo. In tal senso il rammarico è che le confederazioni abbiano oggi toccato il fondo della loro divisione, pregiudicando un'azione riformatrice, unitaria e autonoma nei confronti di chicchesia, in particolare oggi nei confronti di un governo populista, pasticcione e incapace. In questo momento farei una domanda a tutti i militanti sindacali, a qualsiasi sigla confederale appartengano, usando un linguaggio un po' sessantottino, tanto per dispiacere il ministro Sacconi, il cui livore ideologico contro tutto ciò che odora di sinistra,è pari al suo garbo nel parlare: cari amici e compagni, non è ora di bombardare (metaforicamente s'intende) i rispettivi quartieri generali, facendo capire ai rispettivi gruppi dirigenti nazionali, che i sindacati da loro guidati non sono corazzate armate allo scopo di danneggiarsi a vicenda, perdendo di vista gli avversari comuni? Mariuccio Bianchi
Scritto da mariuccio bianchi il 6/9/2011 alle 18:08
Forse ho letto male io, ma il post non contesta il diritto dei lavoratori di manifestare e scioperare. Il senso è che il Pd deve avere la sua politica e un programma che possa favorire la ripresa dell'unità sindacale come vorrebbe @Mariuccio Bianchi. Se il Pd si schiera con un sindacato rischia di perdere gli altri che non sono sindacati di comodo al servizio del padrone. Questo linguaggio ci porterebbe indietro di quarant'anni. Gli aderenti a Cisl e Uil non sono da buttare.
Scritto da Prospero Carlo il 6/9/2011 alle 18:21
Sciopero inutile che è servito alla Camusso per rimediare allo scontro con la Fiom di Landini. Ha ricucito dentro e rotto con chi sta fuori. Bersani ha aderito per paura della concorrenza di Di Pietro e Vendola.
Scritto da Rossi Piero il 6/9/2011 alle 18:27
Sottoscrivo ogni parola di @Mariuccio Bianchi, un cislino di sinistra che non ha condiviso lo sciopero e che fa un ragionamento equilibrato. Per quanto riguarda i partiti, quando vedo le loro bandiere e i loro leader che partecipano agli scioperi non mi piace. La manovra fa schifo anche a me. Per essere considerato di sinistra devo iscrivermi alla Cgil? Voi siete matti.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 6/9/2011 alle 18:37
Mi sembra che il PD abbia già chiesto lo stralcio dell'art. 8. Quali problemi risolverebbe la libertà di licenziare per farci uscire dalla crisi ? Come è possibile ritenere che accordi unitariamente stipulati tra sindacati e imprese con avallo della legge per dare stabilità ai rapporti di lavoro possano essere la causa della crisi attuale ? Negli Stati Uniti d'America il rapporto di lavoro non ha alcuna tutela, eppure c'è piena crisi anche in quel grande Paese. Volete aiutarmi a capire ?
Scritto da A. Vaghi il 6/9/2011 alle 19:08
"Vedi, furfante! Tutto temprato e lavorato a punto, come avevo comandato! Voleva dunque lo sciocco scaltramente ingannarmi? Per sé tenere il nobile gioiello, che la mia astuzia a lui insegnò a temprare? Ti conosco bene, stupido ladro." (Richard Wagner, L’oro del Reno, scena terza)
Scritto da Filippo Valmaggia il 6/9/2011 alle 19:43
Apprezzo totalmente la riflessione di @Camillo Massimo Fiori, soprattutto il passaggio in cui ricorda il “welfare state” quale indicatore della “superiorità del modello europeo”. Il problema sta proprio qui. Guardando oltre la crisi, a quale modello si riferiscono tutti coloro che oggi considerano “conservatrici” le posizioni della CGIL ? Io ritengo siano più conservatori coloro che si proclamano liberisti, riformisti (di centrosinistra e di centrodestra), cattolici democratici e conservatori e, persino, i federalisti leghisti in quanto accomunati dall’idea che l’economia debba basarsi sul lavoro flessibile, sul prolungamento dell’età lavorativa, sul drastico ridimensionamento del sistema previdenziale, sulla riduzione della spesa socio-sanitaria, etc. Di fronte all’emergere di questo nuovo blocco sociale e politico trasversale (testimoniato anche da diversi commenti qui presenti), le sigle (di partito e sindacali) non hanno molta importanza. Come dice Fiori, oggi si smantella “il sistema di cittadinanza e di sicurezza sociale”; domani, in nome di un libero mercato globale, anche la democrazia. E in fondo, perché mai tenere in piedi un così costoso sistema politico democratico (dai sindaci ai parlamentari) quando è sufficiente che le regole vengano dettate dalla Borsa e i dai mercati?
Scritto da Leonardo C. il 6/9/2011 alle 19:52
Sono un cislino del Pd, mi autodenuncio, sono stato un servo di Bonanni e un venduto ai padroni. Chiedo clemenza, ho figli a carico, non mettetemi nelle mani di @Marco.
Scritto da Sergio il 6/9/2011 alle 21:02
Alla riscossa: "Heda! Heda! Hedo! / A me, bruma! / Vapori a me! / Donner, Signore, / vi chiama a schiera! / Heda! Heda! Hedo!" R. Wagner - L'oro del Reno (vv. 1785 sgg.)
Scritto da ulderico monti il 6/9/2011 alle 22:03
Caro Giuseppe, ti ringrazio perchè, ancora una volta, hai dimostrato la tua saggia linearità. A chi come me milita nella CISL e simpatizza per il PD questa scelta (....e purtroppo non è la prima volta) di parte del partito provoca sofferenza. Io rispetto le scelte di un'Organizzazione, vorrei solo che fosse rispettata anche quella della CISL. La CISL continuerà a scegliere di essere solo un Sindacato, questa è la parte più difficile, ma anche la più libera e responsabile.
Scritto da Carmela Tascone il 6/9/2011 alle 22:19
Al dunque: “welfare state come indicatore della superiorità del modello europeo”, e poi “smantellamento del sistema di cittadinanza e di sicurezza sociale”, e infine “democrazia a rischio”. Perché non ragioniamo da parsimoniosi padri di famiglia che sanno che facendo debiti si è destinati alla rovina? Perché non ci comportiamo da virtuosi europei del Nord che sanno che con sprechi e ingiustizie ci si auto-smantella? Perché siamo così italioti?
Scritto da ulderico monti il 6/9/2011 alle 22:22
Era ora che i cislini del centrosinistra uscissero allo scoperto. Delle due l'una: o il Pd vuol fare a meno di noi oppure il comportamento del Pd deve cambiare. Non siamo mica i sindacati "gialli" dei padroni. Sono iscritto al Pd, meglio ero iscritto al Pd, perchè quest'anno ci penserò cento volte. Continuerò a votarlo ma non so fino a quando.
Scritto da Nicola il 6/9/2011 alle 22:43
Detto altrimenti: Non ci si deve preoccupare del lavoro che manca, dei futuro negato ai giovani, dell’impoverimento della società, dello smantellamento dello “Stato sociale” ? Lo sciopero ? Da solo non ha mai risolto i problemi; è solo un “simbolo”, cioè il segno di ciò che significa: la sofferenza, la protesta,la speranza, la rabbia. E’ la politica che deve raccogliere il segnale. Chi lotta per sopravvivere e spesso non ce la fa merita rispetto. Ci sono “mezzi” migliori? Sicuramente, ma prima bisogna conoscere le cause dell’attuale situazione di crisi. Se ci si limita alla polemica si alimenta soltanto “la guerra dei poveri”. Il mondo non è più quello di una volta: il comunismo è fallito ma non è venuta meno l’esigenza della giustizia, la guerra fredda è finita da un pezzo ma continuano le guerre finanziarie. Anche la gente deve smetterla di ragionare come cinquant’anni fa. Giovanni XXII ha detto: “ non mi interessa da dove vieni ma dove vuoi andare”. Oggi il “bipolarismo reale” è quello tra “i sommersi e i salvati”; il Partito Democratico deve fare attenzione, con le sue divisioni, a diventare “post-niente”; ma quale spinta propositiva gli viene dalla società? Le “armi di distruzioni di massa” non sono più quelle “atomiche” bensì la scomparsa del lavoro in Occidente e la fame nei Pesi sottosviluppati (in Somalia le persone muoiono a migliaia). Le distanze sociali sono enormemente aumentate non solo tra le persone ma anche che fra i popoli: questa divisione alimentata dall’avidità di pochi è la prima causa della crisi; bisogna contrapporle le ragioni della solidarietà umana e del rispetto dell’ambiente. In un mondo globalizzato e interconnesso dove la crescita trova un limite nelle risorse scarse e nel dissesto ecologico tutto si lega; purtroppo non c’è più la politica, come in passato, a spiegarci cosa fare e a mobilitarci per farlo. L’iniziativa deve partire anche da noi: però se non si pensa in grande, si perde. Una goccia è poco, ma il mare è fatto da un’infinità di gocce che stanno flessibilmente insieme.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 6/9/2011 alle 22:56
@A Vaghi, la Cgil ha indetto lo sciopero quando la storia dell'art. 8, che anche a me va di traverso, non era ancora emersa. Valide comunque le ragioni dello sciopero ma il Pd non può voltare le spalle ai lavoratori che non sono iscritti alla Cgil. Questo è il vecchio Pci, Pds, Ds. Il Pd era nato per essere un'altra cosa.
Scritto da Basso G. il 6/9/2011 alle 23:06
@ulderico monti (ore 22,22), che cosa c'entra quello che dici con l'abolizione dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori? Da buon parsimonioso padre di famiglia, come spieghi ai tuoi figli l'ingiustificato divario tra le retribuzioni dei dirigenti e quelle di operai ed impiegati denunciato nei giorni scorsi dall'indagine delle Acli?
Scritto da Leonardo C. il 6/9/2011 alle 23:16
Che blog è diventato questo? Dà spazio ai vari @Valmaggia e @Larpi. I padri della sinistra si rivolteranno nella tomba. E' ora che togli il simbolo del Pd dalla testata.
Scritto da Più sinistra il 6/9/2011 alle 23:23
Caro @Più sinistra - Visto che mi fai una domanda ti rispondo subito. Questo è diventato un blog – anzi lo è sempre stato – che vuole essere il contrario di ciò che tu vorresti che fosse, vale a dire un blog unidirezionale, grigio e propagandistico. Non lo sarà mai. Quanto al simbolo del Pd, il giorno in cui la maggioranza del partito la pensasse come te non solo lo toglierei dalla testata, lo eliminerei anche dalla mia testa e dal mio voto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/9/2011 alle 23:31
Concordo con quanto dice @Camillo Massimo Fiori. Occorre "pensare in grande" e porsi in una prospettiva planetaria, perché la crisi di cui stiamo parlando non è né solo italica, né italiota, come lascia intendere @ulderico monti... Si tratta di una crisi dell'economia globalizzata, che non può essere affrontata sulla base dei parametri e delle sole categorie del liberismo, né attraverso l'imposizione al mondo intero di un pensiero unico occidentale fondato sull'economia di mercato.
Scritto da Leonardo C. il 6/9/2011 alle 23:46
Caro Giuseppe, si può concordare o meno sulla validità dello sciopero come arma per contrastare l’iniqua manovra e l’irresponsabile governo che l’ha messa in campo, ma una volta proclamato ben ha fatto il segretario Bersani ad appoggiarlo. Questa presa di posizione serve a fare chiarezza tra chi sostiene i diritti dei lavoratori e chi no. Io non sono mai stata favorevole ad una divisione netta tra il ruolo dei sindacati e la politica, so di essere in minoranza ma ritengo utile che nei luoghi di lavoro ci sia un chiaro riferimento tra chi difende i diritti del mondo del lavoro e i partiti che sostengono i medesimi. L’elettore–lavoratore deve avere ben chiaro il quadro di riferimento e l’indirizzo di voto e questo è ben visibile solo se il rapporto e la vicinanza tra rappresentanti di fabbrica e rappresentanti politici è chiaro, costante e lineare. Anche se avvenuto a sciopero conclamato, (ma la misura era già colma) ,l’attacco allo Statuto dei Lavoratori non ha fatto altro che ribadire la validità della protesta e la netta presa di posizione del Segretario Bersani è avvenuta semmai, con troppo ritardo. Quale partito può organizzare un’adesione massiccia solo il giorno prima? Ma anche se in ritardo io credo “il dado è tratto”e indietro non si torna. La “forzatura”della CGIL ha fatto anche uscire allo scoperto il vulnus di Cisl e Uil, difatti i segretari dei metalmeccanici di questi due sindacati hanno dovuto prendere le distanze da Angeletti e Bonanni e probabilmente, cedendo alle pressioni della loro base aderire allo sciopero in concomitanza, di tempo se non d’intenti con la Cgil. Inevitabilmente questo si ripercuoterà al loro interno in una dialettica in grado di rivedere le posizioni, intese come strategie e forse incarichi.
Scritto da Maria Rossa il 7/9/2011 alle 01:40
Vorrei chiarimi anche su un’altra questione. Tu dici, caro Giuseppe, di cercare in Parlamento una maggioranza in grado di far stralciare l’art.8 (quello del facile licenziamento) dal decreto. Giusto, ammesso che ci riusciamo ma rimane ormai ineliminabile la grande frattura che si è creata tra il Popolo e la Casta. Questo parlamento di “nominati”, “amici”, avvocati, “responsabili” e “brave donne” non è che ci rappresenti molto e d’altronde non è nemmeno questo della rappresentanza lo scopo per cui sono seduti lì. Siamo il Paese a più grande tasso d’evasione in Europa, uno dei più corrotti nel malaffare politico-clientelare nel mondo “democratico”e con una grandissima forbice di disuguaglianza tra ricchi e poveri, stipendi e pensioni di operai e “stipendi e pensioni d’oro”. Davvero credi, caro Giuseppe , che il nostro Paese (di m?) possa trovare nella sua attuale classe s/dirigente, la forza, la capacità per far uscire l’Italia dalla crisi? Solo il progetto di un Partito che guarda al futuro e in grado di recepire le istanze di civiltà, legalità e giustizia sociale, che salgono dal basso e che in un momento di crisi dei partiti trovano il loro amalgama nelle piazze e in rete può riuscire a traghettare l’Italia fuori dallo sfacelo morale, economico e culturale che stiamo attraversando. Io credo che il sussulto di dignità, l’appoggio del segretario Bersani allo sciopero della Cgil sia stato il primo passo verso questo traguardo, altri mi auguro seguiranno. Grazie per l’occasione che ci dai di dire la nostra opinione.
Scritto da Maria Rossa il 7/9/2011 alle 01:43
Il circolo politico e culturale Giuseppe Garibaldi di Gallarate ha delineato il programma di attività fino alla primavera 2012. Venerdì 16 settembre ore 20,45, presso la Cooperativa Arnatese di Gallarate si svolgerà il dibattito sul tema “ITALIA 2011: CRISI DELLA DEMOCRAZIA?”, introdotto da Giuseppe Nigro, assessore al Comune di Saronno, segretario provinciale PSI. Il circolo Garibaldi è al terzo anno di attività (da novembre 2008): la prossima sarà l'iniziativa n. 30.
Scritto da ulderico monti il 7/9/2011 alle 06:22
Rispondo a Leonardo C. (ore 23,16): L'art. 18 dello Statuto dei lavoratori non è stato abolito. Gli adeguamenti alla reale situazione sono una necessità: ci rendiamo conto della diffusione del lavoro nero al Nord (il Sud è altro, fuori controllo), per sfuggire alle rigidità del sistema e all'iniquità della pressione fiscale? La questione di fondo è la produttività e la disparità di diritti reali tra pubblico e privato: ipergarantito il primo, esposto alle tempeste della concorrenza globale il secondo. Sulle retribuzioni: hai mai consultato i contratti nazionali delle varie categorie di dirigenti d'azienda? Parlare di “ingiustificato divario” è pura demagogia: la questione sociale di fondo è il livello retributivo degli operai del privato; che alcuni dirigenti (nel privato) siano molto pagati è nell'ambito della contrattazione tra le parti, compresi i rischi della funzione dirigenziale. Non so se hai mai lavorato in fabbrica: io si!
Scritto da ulderico monti il 7/9/2011 alle 07:06
Mi scuso con @Larpi ma ho solo ora la possibilità di rispondergli (e di leggere i commenti che si sono susseguiti). Vede, @Larpi, il drammatico problema della disoccupazione giovanile non è solo un prodotto della crisi economica ma anche di una crisi più generale, soprattutto culturale. La "legge Treu" (seconda metà degli anni '90) si è inventata il "lavoro interinale" (altrimenti detto "lavoro in affitto"). con il benestare delle tre sigle sindacali più importanti. Persone in affitto! Da lì è iniziato un declino socio-culturale. Questa è la mia opinione. Sottolineo che non sono della CGIL e non sono avvezza ai metodi del Centro Sociale “Il cantiere di Milano”, i cui militanti hanno occupato l'altro ieri la sede della Borsa milanese. Semplicemente, mi ritengo una radicale (non nel senso di Partito Radicale) dotata di buon senso. E quindi ritengo sia stato giusto scioperare e condanno l'indecorosa posizione della Cisl che sta facendo il servizio a Bonanni. Ritengo anche che, comunque, abbiano fatto bene ad occupare la Borsa di Milano. In Grecia hanno fatto di peggio e c’è scappato anche il morto. In Spagna ci sono arrivati. Noi passiamo le giornate ad osservarci l'ombelico e a parlarci addosso.
Scritto da Mafalda il 7/9/2011 alle 10:31
@ulderico monti i miei migliori auguri per la serata con l'amico Beppe Nigro, che stimo come studioso e amministratore. E' chiaro che osserviamo la realtà con parametri molto diversi. Ovviamente tu etichetti le mie considerazioni come "demagogiche". Personalmente trovo ideologico il tuo richiamo all'imperativo categorico della produttività, il cui significato mi sfugge in questo contesto globalizzato, nel quale, delocalizzando la produzione, si può diporre di forza lavoro a costo zero.
Scritto da Leonardo C. il 7/9/2011 alle 10:47
@ nicola ma se invece i Piddini della Cisl dicessero due paroline a Bonanni ? è mai possibile che questo regge il sacco ai governi di cdx da quando è arrivato, e nessuno nella Cisl gli dice niente ? oddio, ieri i metalmeccanici Cisl hanno scioperato, qualche problemino si sta presentando....
Scritto da marco il 7/9/2011 alle 11:04
Un abbraccio a @Mafalda delle ore 10.31.
Scritto da A. Vaghi il 7/9/2011 alle 13:22
@Maria Rossa - Sul rapporto fra partiti e sindacati abbiamo idee diverse e ci sta in un grande partito popolare. Ma perché mi domandi se “davvero credo che il nostro Paese (di m?) possa trovare nella sua attuale classe s/dirigente, la forza, la capacità per far uscire l’Italia dalla crisi”? Tu pensi che abbia dei dubbi? Pensi che io non sia per il “progetto di un Partito che guarda al futuro e che sia in grado di recepire le istanze di civiltà, legalità e giustizia sociale”? Questi sospetti, si, minerebbero la nostra coesistenza sotto lo stesso tetto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/9/2011 alle 14:14
Apprezzo la tua capacità di ricercare il dialogo con tutti ma io penso che tu e @Maria Rossa facciate parte di due realtà diverse. Lo dice anche lo pseudonimo che lei ha scelto.
Scritto da Bianchi Giò il 7/9/2011 alle 14:45
Tranquillo Giuseppe, tu non sei uno dei nostri (Cgil) ma io, ad esempio, ti considero un alleato, anzi un amico prezioso che espone le sue idee senza reticenze ma in modo leale e onesto. Magari ce ne fosse tanta di questa sincerità. Anche solo qualche mese fa ti avrei fatto votare molto ma molto volentieri.
Scritto da Stefano il 7/9/2011 alle 15:15
Anche stavolta una discussione bella e appassionata. Agli antipodi metterei @Leonardo C. e @Larpi con due punti di vista esposti molto bene. Tutti gli interventi sono però accomunati dal giudizio pesantemente negativo sulla manovra del governo. Questa è la cosa più importante e questo è il punto. I contenuti della protesta possono essere declinati in modo diverso. Rispetto tutte queste modalità quando sono decise democraticamente dai diversi sindacati anche se mi auguro un maggiore sforzo unitario. Il mio partito ha il dovere di essere netto sui problemi e sulle proposte, più netto di quanto non sia normalmente, ma sbaglia a privilegiare questo o quel modo di manifestare. Taglierebbe fuori fette importanti di lavoratori e questo sarebbe un delitto politico. Naturalmente parlo del Pd nella sua classe dirigente. Invece, i militanti, i simpatizzanti, gli elettori hanno titolo di dire ciò che vogliono e il diritto di essere ascoltati con attenzione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/9/2011 alle 16:35
@ Adamoli- “davvero credi che il nostro Paese (di m?) possa trovare nella sua attuale classe s/dirigente, la forza, la capacità per far uscire l’Italia dalla crisi”-Mi riferivo all'attuale rappresentanza parlamentare nel suo complesso, infatti parlavo di attuale classe dirigente del Paese. Sul Partito in questo momento il discorso è molto aperto, si dice tutto e il contrario di tutto. Per quanto mi riguarda quello compiuto da Bersani, verso le legittime richieste del mondo del lavoro è un passo significativo che lascia ben sperare. Questo non significa che altrettanta attenzione e ascolto non debbano essere posti nei confronti dei lavoratori autonomi o delle imprese oneste che pagano il giusto dovuto e non evadono il fisco. Tra non molto riapriranno le scuole e anchè da lì verrano credo proteste ma anche proposte. Nessun dubbio, caro Giuseppe, sulla tua onestà politica e intellettuale e sulla tensione ideale dalla quale sei animato, altrimenti non perderei tempo a scriverti. Ormai a conti fatti , dopo una certa età ci si muove solo per quello in cui si crede veramente. @Bianchi- Non tutti i Bianchi penso siano democristiani così non tutte le Rossa sono comuniste,mi auguro questo pseudonimo non crei pregiudizi…ormai mi ci sono affezionata..un cordiale saluto
Scritto da Maria Rossa il 7/9/2011 alle 18:52
Beh, visto che il PD ha votato contro la manovra non trovo abberrante ma bensì coerente ladesione allo sciopero. La CISL è libera di esser filogovernativa per convenienza. La posizione di Renzi mi inquieta: dopo vecchi politici (Ok), si è messo a interferire sul mondo sindacale ed a rottamare il coetaneo Civati... Forse non basta esser giovani per essere innovativi.
Scritto da Popo il 9/9/2011 alle 14:36
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