Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 10/9/2011 alle 10:10

 

 
Ci sono riunioni più importanti di altre anche solo per una fortuita questione di tempi.
Così è stato ieri a Varese con Raffaele Bonanni che ha parlato agli iscritti e ai delegati della sua organizzazione.
Ha difeso i punti principali della linea della Cisl, ha attaccato la Fiom, ha criticato lo sciopero “fatto di questi tempi in piena crisi”. Però ha finito dicendo che è “meglio che il governo se ne vada e che si pensi a una grande coalizione”.
Bonanni è stato coerente, non ha cambiato posizione e linguaggio. Questo è sempre da apprezzare. Lui però ha potuto toccare con mano l’incertezza di una parte del suo stesso sindacato che gli chiede soprattutto due cose: più intransigenza con il governo e più unità sindacale. Anch’io sono di questo parere. Però aggiungo, per essere io stesso coerente, che altrettanto dovrebbe fare la Cgil.
Se è stato possibile l’accordo del 28 giugno, respingendo l’atteggiamento aggressivo della Fiom, deve essere pur possibile proseguire su questa strada, ciascuno rinunciando a qualcosa.
Lo scontro sull’Italia avvenuto ieri nella Bce dimostra, dicono alcuni esperti, che potrebbe esserci bisogno di riaggiustare un’altra volta i conti prima di Natale. Ulteriormente drammatico.
Una nuova manovra renderebbe indispensabile un nuovo governo. L’unità sindacale non sarebbe solo auspicabile. Sarebbe una necessità impellente e non rinviabile.
 
 
 
Commenti dei lettori: 27 commenti -
Ho letto il servizio su un giornale on line di Varese ed i commenti dei lettori relativi all'intervento di Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, presente al Consiglio direttivo provinciale della Cisl varesina presso le Ville Ponti di Varese venerdì 9 settembre. Nulla da eccepire sul servizio a firma di Michele Mancino, qualche perplessità sui commenti pubblicati, poichè, salva la libertà d'opinione di tutti, alcuni commenti sono semplici insulti e grevi volgarità. Ero presente anch'io alle Ville Ponti e vorrei fare qualche puntualizzazione. In primo luogo ho partecipato ad un Consiglio Generale vivace, non rituale e ricco di contenuti, grazie alla relazione del segretario Carmela Tascone ed a numerosi interventi (Ballante della Fim, Grilanda della Fit, Pedrinelli e Brandalise della Fnp, più altri di cui non ricordo i nomi). Si potrà non condividere la linea generale della Cisl, ma il confronto interno, schietto e senza veli, è una ricchezza di cui la Cisl può andare orgogliosa ed a fronte alta. Mi auguro peraltro che in questa fase di difficili rapporti interconfederali anche in casa Cgil ed in casa Uil ci sia un dibattito altrettanto schietto e franco. L'unità sindacale è un bene prezioso per i lavoratori, ma è compito di tutti coloro che ci credono operare per superare gli ostacoli. La presunzione che siano solo gli altri a sbagliare non ci porta da nessuna parte. E' più utile prendere atto delle differenze, anche storico- culturali, esistenti e sempre esistite peraltro tra Cgil, Cisl, Uil, e costruire un'unità d'azione nel rispetto dell'identità di ciascuna confederazione. Non voglio però girare attorno al problema e quindi vengo all'intervento di Raffaele Bonanni. Ho ascoltato un segretario generale in difficoltà, al di là delle contestazioni in sala. Non discuto tanto le affermazioni da lui fatte, che condivido nel suo insieme (a parte la questione del famigerato art. 8, su cui sarei stato più severo nei confronti di chi, per livore ideologico come Sacconi, ce lo ha infilato); piuttosto notavo la difficoltà di Bonanni nel sintonizzarsi e nel porsi sulla lunghezza d'onda dei presenti. Inaffidabilità del governo, manovra non equa e a rischio di inefficacia, richiesta di una patrimoniale, riforma del fisco e taglio ai costi ed agli sprechi della politica. Il segretario generale ha toccato tutti questi temi ed ha riscosso anche applausi convinti, ma ha faticato, ci ha messo troppo tempo per arrivarci, quasi fosse impedito da qualche timore o preoccupazione. Il primo applauso, quasi liberatorio, è scrosciato infatti solo dopo parecchi minuti, quando finalmente Bonanni ha affermato che questo governo dovrebbe andarsene a casa, per lasciare il posto ad un nuovo esecutivo di larghe intese. Infine la Cgil. Per quanto mi riguarda, Bonanni ha fatto considerazioni condivisibili, soprattutto in relazione alle ulteriori difficoltà causate da chi nel sindacato di Corso d'Italia cerca di impedire che la firma di Susanna Camusso all'accordo interconfederale del 28 giugno sulla rappresentanza e sulla rappresentatività divenga definitiva. Il punto è che i delegati presenti, me compreso, in larga misura, pur condividendo le critiche e le preoccupazioni sui difficili rapporti con la Cgil in generale e con la Fiom in particolare, volevano dal segretario una parola chiara, un impegno senza "se" senza "ma", di presa di distanza dal governo Berlusconi e dai suoi ministri. Per me questo è avvenuto, ma forse molti o alcuni dei presenti o non sono stati del tutto convinti o hanno pensato che la Cisl avrebbe dovuto anticipare i tempi di tale presa di distanza. Cordialmente, Mariuccio Bianchi, Malnate
Scritto da mariuccio bianchi il 10/9/2011 alle 10:36
Leonard Zelig/Bonanni è indifendibile. Che cominci a “pensare” da democristiano, avendo a cuore, di conseguenza, gli interessi dei lavoratori. Solo così potremmo dargli retta. Ora, non solo nel look, è troppo “uomo Pdl” (evoluzione inquietante dell’”uomo Mediaset”).
Scritto da Mafalda il 10/9/2011 alle 10:59
Cane non mangia cane   Come era prevedibile, la pallida proposta del dimezzamento del numero dei parlamentari è scomparsa dai programmi di maggioranza e opposizione.   Cane non mangia cane, per cui opportunamente gli strombazzati annunci di tagli e risparmi si sono ridotti alla striminzita misura dello 0.71 e dello 0,34 per Camera e Senato.   Montecitorio nel 2001 costava 750 milioni di euro, oggi 1 miliardo e 59 milioni; Palazzo Madama costava 349 milioni, oggi 574. I costi delle istituzioni schizzano in alto: Quirinale +5,07%; Corte Costituzionale +11.48%; Cnel +20%.   Apprendiamo, ed è una chicca, che colui che regali 100.000 euro alla ricerca sul cancro avrà uno sconto fiscale di 392 euro, ma se i soldi li regala ad un partito politico lo sconto sarà 50 volte più alto.   Possiamo ben dire che siamo un Paese ricco, constatando che a rimanere in silenzio è proprio la sedicente estrema sinistra che, essendo fuori dal Parlamento, legittimamente anela a sedersi al ricco desco.   Per nostra fortuna c'è chi veglia insonne sui destini della Patria: il Partito Democratico. Avendo il ministro Sacconi raccontato la vetusta barzelletta sulla suora che disse di no (ci ridevamo su quando ero un ragazzotto) le donne del PD guidate dalla signorina Bindi si sono indignate. Voi penserete che la sacrosanta collera sia motivata dal fatto che il ministro del Lavoro non dovrebbe avere il tempo e la voglia di raccontare miserabili storielle, ma no! le nostre giovanne d'arco si risentono per la dignità offesa. Frizzi e cacchinni per tutti!   Ci pensa il grande leader Massimo D'Alema a tenere ben alto il livello qualitativo del dibattito nel Partito e, certamente per superare i traumi (ma siamo soltanto agli inizi...) della questione Penati, si impegna in un filosofico confronto con il sindaco di Firenze e qualifica il Matteo Renzi con l'epiteto di “loffio”.   Ora, diciamoci la verità, non è che il Renzi sia un campione di simpatia, ma “loffio” (sono andato a controllare) significa “floscio, cascante”, ma anche “fiacco, lento, imbecille, stupido”.   Questo passa il convento, ma il prezzo che io – tassato alla fonte - devo pagare è eccessivo. Ahi, serva Italia!
Scritto da ulderico monti il 10/9/2011 alle 12:17
Bei commenti, per carità, anzi molto belli, ma siate più brevi, vi leggeremmo di più e con più gusto.
Scritto da Vittorio il 10/9/2011 alle 13:22
caro Giuseppe, hai fatto un bell'artciolo che mette in luce bene le situazioni. Occorre una nuovo modo di fare sindacato che si occupi dei lavoratori più che di far politica. Faccio parte di una RSU di un Comune: se il Sindaco, anche della peggior destra, accetta le proposte del sindacato, io come sindacalista firmo. Non mi metto contro subito perchè è di destra. Poi posso combatterlo politicamente, ma senza usare il sindacato. E questa è un'altra storia....
Scritto da mauro prestinoni il 10/9/2011 alle 13:30
mi fa piacere scoprire che la CISL non è un monolite, schierato con Bonanni. all'accordo di giugno, la CGIL pagò un prezzo, una quasi-rottura con la FIOM : fece bene, ma anche gli altri sindacati avrebbero dovuto considerare prezioso quel risultato...invece,al momento di difenderlo, Bonanni si è rifiutato di pagare la sua parte di prezzo, che era un'esplicita presa di distanza dal governo. spero ci sia tempo di recuperare, ma Sacconi deve essere fermato !
Scritto da marco il 10/9/2011 alle 13:35
All'unità sindacale ha fatto più male la Fiom (di conseguenza la Cgil) che la Cisl. Non avrei dubbi su questo punto.
Scritto da Bianchi Giò il 10/9/2011 alle 13:46
Chi guarda Bonanni dall'alto in basso dice di essere per i lavoratori ma fa il contrario. Quasi che Bonanni rappresentasse solo se stesso. Può anche essere contestato da alcuni nella Cisl (sindacato democratico) ma dietro ha masse di lavoratori. Divide il ministro Sacconi, senz'altro, ma anche la Fiom non scherza perchè fa politica in modo unilaterale.
Scritto da Nicola il 10/9/2011 alle 13:47
Sono ostile alle grandi coalizioni. Si abbia il coraggio di chiedere le elezioni politiche: chi vincerà avrà l'onere di governare. Che ognuno faccia il suo mestiere: i sindacalisti facciano il loro e non anelino a posti di governo. Ciò vale anche e soprattutto per banchieri, industriali, orfani e figli di buona donna. E il Presidente della Repubblica sia eletto dai cittadini... Sono molto "arcigno", come mi dice l'amabile Mafalda!
Scritto da ulderico monti il 10/9/2011 alle 13:50
Questa volta sarò breve. Solo per dire alla signora Mafalda, di cui ho spesso apprezzato acume e serietà, che questa volta fa torto a se stessa, con quelle tre righe così tranchant e non motivate. Bonanni ha tanti limiti, ma liquidarlo come uomo P.D.L., evoluzione dell'uomo Mediaset, è francamente una battuta simpatica, ma che fa torto alla verità, ben più complessa. D'altra parte io non direi mai che Susanna Camusso è "donna sinistra radicale", evoluzione della "donna Partito Comunista".
Scritto da Mariuccio Bianchi il 10/9/2011 alle 13:56
@mariuccio bianchi. Ma se invece di mariuccio si fosse chiamato MARIONE, cosa avremmo dovuto leggere? E soprattutto, quanto avremmo dovuto leggere? Per questo post non saprei che altro dire: non so chi sia Bonanni, né cosa voglia.
Scritto da Filippo Valmaggia il 10/9/2011 alle 14:26
@ Mafalda – Deve essere stato allucinante lo spettacolo di un Bonanni (Carneade?) che continua a dire parole vacue e vuote a una platea di lavoratori preoccupati di perdere il lavoro, di non farcela a tirare fine mese, di diventare più poveri e meno liberi, che non vedono un futuro migliore per i propri figli. E’ l’ennesima prova della compiuta separatezza tra “l’altra casta” e il mondo reale; è la percezione di vivere nello spazio cosmico tra due pianeti sideralmente lontani e incomunicabili. Ma è anche il tragico spaccato di un Paese demoralizzato, di una società apatica e spenta, di un esercito sconfitto che continua a combattere e a perdere per abitudine più che per disciplina, di un popolo che scambia il conformismo per rassegnazione e che si auto-inganna nel cercare una speranza per delega data ai generali dell’ “armata s’agapò”: quella dei privilegi, del successo facile e dovuto, delle disponibilità sconosciute ai poveracci. A non saper scegliere i propri interlocutori siamo in tanti; a non rapportarci con le persone giuste siamo in troppi; a sbagliare “target” siamo un po’ tutti. Sarà per narcisismo, per una inconsapevole fuoriuscita dai “fondamentali”, ma si insinua anche il sospetto di un ritorno inquietante dell’antico servilismo italico verso i potenti. Il destino non è una beffa quando lo cerchiamo noi.
Scritto da Cmf. il 10/9/2011 alle 14:53
Perfettamente d'accordo con il @Mariuccio Bianchi delle 13.56. Quello delle 10.36, che ho appena scorso, mi riprometto di leggerlo stasera quando sarò tornato a casa con moglie e bambini.
Scritto da Colombo Carlo il 10/9/2011 alle 15:35
Prima di stasera voglio aggiungere un'altra cosa: vivo e lavoro a Milano, sono della Cisl e sono del Pd. Se sarò costretto a scegliere (ipotesi spero fantasiosa) fra Pd e Cisl sceglierò la Cisl. Alle primarie avevo votato Bersani.
Scritto da Colombo Carlo il 10/9/2011 alle 15:39
Non sono sindacalizzata. Non mi piacciono le pregiudiziali politiche anche se ho idee molto nette. Il post è equilibrato e il lungo commento di @Mariuccio Bianchi lo considero condivisibile.
Scritto da Elisabetta C. il 10/9/2011 alle 16:14
Importante l'unità sindacale e indispensabile un nuovo governo. Senza una rivolta interna al Pdl e alla Lega, la svolta però non ci sarà.
Scritto da Alessia il 10/9/2011 alle 18:54
La tua difesa della Cisl non mi convince. Ormai è un sindacato poco più che padronale.
Scritto da Più sinistra il 10/9/2011 alle 19:15
Ho sentito Bersani questa sera ai vari Tg. Mi è sembrato un vecchio politico di sinistra capace solo di urlare per protestare. Ben altra aria si percepiva da Casini. Spero che si mettano d'accordo per far fuori questo governo ma comincio a perdere la fiducia.
Scritto da Boscolo il 10/9/2011 alle 20:27
Bonanni ha fatto i suoi errori ma c'è una caccia al cislino che sento eccessiva e che mi preoccupa. Non credo che in questo modo possiamo vincere le elezioni e soprattutto governare.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 10/9/2011 alle 21:35
@cmf: vuoi dire che "l’ennesima prova della compiuta separatezza tra l’altra casta e il mondo reale" la dà solo Bonanni, non anche gli altri? La Cgil e la Fiom sarebbero i portatori degli interessi reali dei lavoratori? Su quale base lo dici non riesco a capirlo. Ma tu devi essere un super intellettuale, di quelli che sanno tutto. Abbi rispetto di chi lavora sporcandosi le mani.
Scritto da Un venduto ai padroni il 10/9/2011 alle 22:50
C'è troppa faziosità in giro. L'animosità verso un grande sindacato come la CISL (quella di Giulio Pastore) è ingiustificata. Ma se Bonanni va fuori tema e Landini (della Fiom) va sopra le righe non si può criticarli? Chi non è conformista è spregiativamente trattato da "intellettuale" anche se ha speso una vita per affermare la giustizia sociale e per difendere le ragioni dei lavoratori (di cui peraltro fa parte).
Scritto da Cmf il 11/9/2011 alle 07:37
Elezioni politiche. Leader: il segretario del Partito Democratico. Punto. ...Se è vero che non siamo mica qui ad auto-sodomizzarci!
Scritto da ulderico monti il 11/9/2011 alle 08:13
C’è molta faziosità in giro, @Fiori ha ragione. Ed è destinata ad aumentare se la crisi economica morderà ancora. Per questa ragione ho scritto questo breve post. Per cercare di ragionare e di criticare i sindacati (tutti, però, se necessario) mantenendo un giusto equilibrio. Non è bello nei luoghi di lavoro sentirsi dare del “venduto”. La Cisl è un sindacato democratico che deve accettare le critiche ma che richiede e merita rispetto. La testimonianza di @Mariuccio Bianchi è preziosa perché dimostra una sensibilità culturale e politica che è propria di moltissimi cislini.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/9/2011 alle 08:44
Scusandomi, rispondo solo ora a @Mariuccio Bianchi e a @Cmf (i ritmi del fine-settimana, spesso, vanno di pari passo con quelli familiari). Intanto, voglio sottolineare la mia stima per @Mariuccio Bianchi, che ho sempre apprezzato sin dalle mie prime partecipazioni a questo blog, per la sua competenza e per la mitezza con la quale esprime le proprie opinioni. Il suo commento di ieri (h. 10.36) è stato più che utile per tutti noi, anche perché proveniente “dal campo”. Sì, caro Bianchi, il mio commento era tranchant e frettoloso (banalmente, stavo già rincorrendo la lista della spesa che avrei dovuto fare di lì a poco) ma sono profondamente convinta che la strada intrapresa negli ultimi anni dal leader della Cisl, strada che ha portato alla rottura dell’unità sindacale (erroneamente attribuita alla Cgil) sia frutto di una consistente malafede. Quella di Bonanni è stata una prassi costantemente accondiscendente nei confronti di questo Governo (sottolineo, questo Governo), spacciandola invece come nuova stagione riformista del sindacato. La rottura dell’unità sindacale e la conseguente pratica degli “accordi separati” sono state una precisa scelta strategica della Cisl e della Uil, che ha consentito loro un posizionamento quali interlocutori privilegiati ed unici del Governo e delle parti sociali. Di conseguenza, l’auspicata ricostruzione dell’unità sindacale non può non passare attraverso un cambio radicale di rotta da parte di Cisl e Uil. Vede, caro Bianchi, io Le scrivo così perché non appartengo ad alcun sindacato. Reputo, infatti, che i sindacati stiano vivendo un momento di forte crisi che risente di quella generazionale dei propri dirigenti. Crisi di identità e di senso.
Scritto da Mafalda il 11/9/2011 alle 11:32
Anche con @Cmf mi scuso per il ritardo nella lettura dei suoi interventi. Condivido interamente l’analisi. In particolare, ove si sofferma sugli “interlocutori”. E’ proprio nella loro individuazione e nelle forme di relazione con questi che si situa una delle cause della distanza fra la casta e la gente. Colui che ha un atteggiamento di servilismo verso i potenti non sente il bisogno di interloquire con la gente. Esemplificativo il comportamento di un Calearo, il quale non si pone il problema del consenso. L’elenco dei servili è infinito … (ho scelto Calearo perché è un esempio di trasformismo, consolidato tratto caratteristico della politica italiana). Altro tasto dolente è l’indisponibilità all’ascolto, che peggiora l’uomo dei nostri tempi. Ho letto in questi giorni una frase del cardinale Tettamanzi nella quale è condensata una grande verità (oltre che un buon consiglio): “La vita è anche incertezza. Il segreto è saper rimotivare le proprie scelte”.
Scritto da Mafalda il 11/9/2011 alle 11:36
Sono iscritto alla Cisl dal lontano 1966. Ho avuto anche modo di ricoprire incarichi di un certo rilievo: segretario provinciale del sindacato scuola media (SISM CISL). Attualmente milito nel sindacato pensionati; l’anagrafe è inesorabile. Non sono stato presente per scelta all’incontro con Bonanni in quanto mi trovo su posizione di netta contestazione del suo operato. Ultimamente ha avuto un ruolo di fiancheggiamento; finalmente, accortosi dei malumori della base, ha cambiato rotta e si è accorto che il governo è impresentabile. Sull’unità sindacale non ho dubbi: va ricercata a qualunque costo e tutti devono fare la loro parte. La casa brucia, tutti alle pompe. E l’art. 8 va cassato.
Scritto da Angelo Eberli il 11/9/2011 alle 12:43
Caro Eberli, non ti conosco, sono di un'altra provincia. Legittimo il dissenso da Bonanni. Io la penso in modo diverso dal tuo e tu dovresti considerare legittima anche la mia posizione. Se non sei d'accordo con Bonanni perchè non andare e sostenere la tua linea?
Scritto da Colombo Carlo il 11/9/2011 alle 14:10
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