Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 11/9/2011 alle 08:30

 
 

 
“La tragedia di quel giorno è aggravata dalla pretesa degli attentatori di agire in nome di Dio”.
 
 
 Benedetto XVI
Settembre 2011





Commenti dei lettori: 20 commenti -
Ottima scelta per una singola citazione.
Scritto da Sommaruga Giuseppe il 11/9/2011 alle 08:47
Belle le parole quelle del Santo Padre, ma quella è una vicenda che, rispetto ai suoi mandanti e non solo, non appare ancora chiara, lasciando aperti dubbi inquietanti. Mai prendere per oro colato tutto quello che ci propinano e che ci "siringano" a tradimento, dovremmo saperlo ed averlo imparato già da tempo.
Scritto da paperoga il 11/9/2011 alle 09:01
Sto preparandomi per andare a messa. Non so se il prete ricorderà l'11 Settembre. Porterò dentro di me questa bella frase del Papa.
Scritto da Basso Luca il 11/9/2011 alle 09:13
Oggi tutto il mondo democratico rende omaggio all'America. Un'altra parte del mondo la vede come Satana. Spero per i miei piccoli figli che il conflitto non produca altre immense tragedie.
Scritto da Giovanna Magri il 11/9/2011 alle 09:40
Condivido @Giovanna Magri. Quante immani tragedie, oggi come ieri, avvenute in nome di Dio! Eppure soltanto l'uomo, l'essere umano è l'autentico artefice del proprio destino: ieri, oggi e domani!
Scritto da Carlo A. il 11/9/2011 alle 10:12
Sulla vicenda consiglierei la lettura del libro "Zero" - autori vari - Piemme editore. Così non tanto perchè in questo -lavoro- ci sia la verità assoluta, ma perchè propone una chiave di lettura diversa che merita di essere considerata.
Scritto da paperoga il 11/9/2011 alle 11:04
Di fronte a queste parole di Benedetto XVI ... mi ritiro di buon grado. Colgo l'occasione per informare i gentilissimi signori @Mariuccio Bianchi e @Cmf di aver appena postato due commenti indirizzati a loro nel post precedente. Buona domenica.
Scritto da Mafalda il 11/9/2011 alle 11:43
Se abbattere le torri gemelle non è agire in nome di Dio, convengo sul fatto che gli Usa siano il satana moderno. Si sono resi responsabili di guerre che hanno mietuto migliaia e migliaia di vittime.
Scritto da Francesco il 11/9/2011 alle 14:03
Le poche parole di Benedetto XVi valgono un libro intero.
Scritto da Colombo Carlo il 11/9/2011 alle 14:11
Per Josef Ratzinger, il vostro agente a Roma, il dio cristiano è distante dall’uomo. Così distante da lasciarlo solo. Benedetto XVI, speriamo l’ultimo papa come farebbe presagire Malachia, riprende, senza saperlo, il canto XVI del Purgatorio dantesco, in cui Marco Lombardo ribadisce a Dante l’umano libero arbitrio. La solita beffa farisaica: se fai il bene sei nella luce di Dio, se fai il male è una tua scelta e per questo sarai giudicato. Gli dei, quelli che abitavano le foreste europee molto prima che il deserto germinasse la loro fine, accompagnavano l’Uomo sempre, in ogni suo atto. Chi sacrifica la propria vita in nome di un Ideale è il prediletto di qualunque dio (tranne quello cristiano), il quale riconosce l’Idea più alta del Sacro. E poi gli dei sanno benissimo che non hanno altre mani che le nostre.
Scritto da Filippo Valmaggia il 11/9/2011 alle 15:12
@Valmaggia, ho capito, secondo te gli assassini delle torri gemelli hanno colpito in nome di un Ideale che qualunque dio dovrebbe riconoscere e proteggere. Preferisco il Dio cristiano anche se non sono credente e praticante.
Scritto da Bortoluzzi il 11/9/2011 alle 15:45
Un pensiero che condivido totalmente. Sono stato qualche anno fa a Ground Zero con altri studenti universitari con lo stesso spirito con cui si partecipa a un pellegrinaggio. (Immagino, perche ai pellegrinaggi non ci vado mai).
Scritto da Agosti Rino il 11/9/2011 alle 16:40
"Deus le volt", la Chiesa, per accrescere il proprio potere, ha ordinato massacri in ogni dove. Nella Città del Vaticano la pena di morte è stata legale fino al 2001. In nome di chi?
Scritto da Filippo Valmaggia il 11/9/2011 alle 17:15
Dopo aver letto @Francesco e @Filippo Valmaggia non voglio far mancare il mio omaggio al popolo americano.
Scritto da Giulio Carlini il 11/9/2011 alle 17:26
Tanta retorica ma anche tanta commozione. Non deve più accadere, ma accadrà. Nessun luogo è più sicuro e nessuna persona è più al sicuro. Dio rimane un dettaglio di poco conto.
Scritto da Frank Slade il 11/9/2011 alle 17:59
"la luce di dio ci illumina o ci rende ciechi?" è l'epigrafe di uno degli 11 film di 11m e 9s del bel film collettivo sull'11 settembre. è certo che i terroristi hanno tradito ogni legge morale universale e la loro stessa religione. è del pari certo che la discussione sulla religione andrà sempre di pari passo con quella sulla laicità
Scritto da roberto caielli il 11/9/2011 alle 19:28
Giuseppe, credo che ci basti un pò di umiltà e di rispetto verso tante vite spezzate, per decidere di ricordarle insieme a te, senza retorica e inutili provocazioni, bensì meditando con le parole di Benedetto XVI.
Scritto da giovanniderosa il 11/9/2011 alle 22:19
12 settembre In un articolo pubblicato questo mercoledì sul sito web di Catholic New York, l'Arcivescovo Dolan ha riflettuto sul fatto che oltre a ciò che è avvenuto l'11 settembre c'è molto da imparare dal 12 settembre. A questo proposito, ha raccontato come il parroco di St. Peter's, vicino Ground Zero, gli abbia detto: “Noi newyorkesi non ricordiamo solo gli orrori e il dolore dell'11 settembre, celebriamo anche il 12 settembre”. “Mi ci è voluto un po' per capire cosa intendesse”, ha ammesso l'Arcivescovo, ma poi ha spiegato: “I newyorkesi erano scioccati, impauriti, arrabbiati, rattristati e scossi dall'indimenticabile morte e distruzione dell'11 settembre, è vero, ma non erano paralizzati o sconfitti!”. “Si sono subito radunati, diventando persone di intensa fede, preghiera, speranza e amore, mentre iniziavano recupero, rinnovamento, ricostruzione e assistenza. E da allora non si sono fermati”. “L'11 settembre avrebbe potuto trasformarci in animali pietrificati e paranoici, e quanti ci hanno attaccato avrebbero vinto”, ha continuato l'Arcivescovo Dolan, “oppure ciò poteva far emergere ciò che di più nobile c'è nell'animo umano, come il sacrificio eroico, la solidarietà nel servizio, gli sforzi di recupero senza sosta, il legame di comunità, la preghiera per quanti erano morti e per le famiglie in lutto, la cura e il rinnovamento”. “L'11 settembre non ha avuto l'ultima parola”, ha aggiunto. “Il 12 settembre sì”.
Scritto da ulderico monti il 12/9/2011 alle 05:28
L’Occidente secolarizzato ha banalizzato la religione, i “dieci comandamenti” sono diventati dei buoni consigli da tenere presenti a discrezione; occorre riscoprirli nel loro significato più vero a profondo. “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, da una casa di schiavitù. Non avrai altri dei davanti a me” (Esodo 20, 2-3). Le tre religioni monoteiste hanno alla loro base il concetto dell’unicità di Dio, della sua trascendenza e della sua prossimità. Dio è al di fuori di ogni pensiero, non è nel dominio umano, e risulterebbe praticamente impensabile se non fosse lui ad accostarsi, a farsi vicino all’uomo. Chi vuol costruirsi un dio a propria misura disconosce Dio e adora un idolo. La fede è una certezza soggettiva che postula l’esistenza oggettiva di un Dio invisibile che precede il mondo, lo crea, lo mantiene in essere. “Non pronuncerai inutilmente il nome del Signore, tuo Dio, perché egli non lascia impunito chi pronuncia il suo nome inutilmente” (Esodo 20, 7). Chi si arroga la pretesa di parlare, decidere e scegliere in nome di Dio, sostituendosi a lui e alla sua parola, rinnega Dio. La libertà della Croce è libertà dalla violenza e dalla paura, dalla menzogna e dal desiderio di vendetta. La libertà è la risposta umana al dono di Dio, cioè è responsabilità affidata alla coscienza personale. Compiendo l’atto libero l’uomo rimane vincolato alle conseguenze di quell’atto; deve rispondere delle scelte liberamente compiute; il perdono cancella la colpa ma non scioglie le responsabilità. Si può vivere come se Dio non ci fosse, ma Dio c’è: la vita non è una lotteria in cui “chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto” , il male, il dolore, la sofferenza esigono una giustizia superiore. Il cosmo, il mondo, la vita, le persone non sono prodotti della casualità; niente di ciò che esiste può prescindere dalla questione del senso e del finalismo. ( P.S. Queste non sono parole retoriche, le sto vivendo in un’esperienza di sofferenza).
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 12/9/2011 alle 13:01
Caro Massimo, ti sono vicinissimo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/9/2011 alle 22:53
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