Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 15/9/2011 alle 09:43

 

Conosco bene Attilio Fontana. Cinque anni gomito a gomito, lui presidente e io segretario del Consiglio regionale, ci hanno reso amici. Sapevo, come molti altri del resto, che avrebbe abbandonato lo "sciopero dei sindaci" da lui stesso organizzato (presidente di Anci Lombardia) e avrebbe obbedito alla Lega. Questo è un partito nel quale o si diserta o ci si piega al volere del capo.
Non è di questo però che voglio parlare. Il caso Fontana si presta ad altre considerazioni, a mio modo di vedere più importanti, che chiamano in causa il rapporto con le Istituzioni e i cittadini.
Qualcuno ha messo in luce la coerenza del comportamento del sindaco. Ma qui le coerenze in ballo erano due. Una verso il partito e una verso la sua città della quale ha giurato di essere il sindaco di tutti. Ha fatto valere la prima coerenza, non la seconda. E’ giusto?
Secondo una scala gerarchica che mette al primo posto le istituzioni, al secondo la politica al servizio delle istituzioni e infine il partito come strumento di azione organizzata, la scelta compiuta è profondamente sbagliata.
Tutto questo comporta una conseguenza dalla quale non si scappa. L’Anci rappresenta tutti i comuni, è organismo unitario e bipartisan per eccellenza. Non solo Fontana non potrà più essere il suo presidente ma nessun altro rappresentante della Lega potrà diventarlo. E’ un vulnus clamoroso che mette in discussione la stessa rappresentatività dell’organizzazione dei comuni italiani.
Da parte della Lega si tratta di un percorso da classico partito romano che ad un certo punto ha ripudiato la sua funzione conclamata e predicata di alfiere delle Autonomia Locali per abbracciare quella di difensore del potere centrale.
Anche quando calpesta i "diritti" dei cittadini, come sosteneva Fontana fino a ieri.
 

 
Commenti dei lettori: 36 commenti -
Incredibile. Sto leggendo adesso sul Corriere milanese che l'Anci ha chiesto a Fontana di restare al suo posto. Sono matti?
Scritto da Il pirata il 15/9/2011 alle 10:08
La coerenza di un sindaco eletto direttamente dai cittadini è una sola, quella con l'interesse della città. Bossi ormai è ammanettato a Berlusconi e ha tradito la stessa causa leghista.
Scritto da Albertone da Giussano il 15/9/2011 alle 10:12
Ma quali due corenze. Per un sindaco la fedeltà è una sola, alla sua città.
Scritto da Iscritto Varese il 15/9/2011 alle 10:37
Devi dire in modo più chiaro che Fontana ha tradito i varesini. Non può prenderci per i fondelli come ha fatto nelle ultime settimane. Il Pd cosa farà? Dirà ancora che tutto sommato è un bravo sindaco?
Scritto da Bianchi C. il 15/9/2011 alle 11:27
La Lega non può continuare a essere di piazza in Lombardia e di governo (e sottogoverno) a Roma. In fondo, per bocca del Trota (guardate dove siamo arrivati) ha fatto una scelta precisa. Basta col federalismo, le città e le province, avanti invece con l'abbraccio a Berlusconi all'on. Milanese e a tutti gli altri cialtroni.
Scritto da Osvaldo il 15/9/2011 alle 11:28
Tra le due coerenze Fontana ha scelto quella che prevede la flessione della colonna vertebrale (ringrazio @Valmaggia per la puntualizzazione di ieri); mi sarebbe piaciuto che si fosse acconciato all’inchino alla maniera di Bertoldo.
Scritto da Angelo Eberli il 15/9/2011 alle 11:29
Caro Giuseppe sono d’accordo. Se sei nelle Istituzioni, se sei eletto in organismi istituzionali devi mettere al primo posto il servizio al tuo Paese e quindi all’Istituzione. La nostra Costituzione garantisce questo tant’è che il ruolo dei parlamentari è svolto senza vincolo di mandato. Ma questo vale anche per tutti gli altri componenti delle assemblee elettive a dire il vero. Sturzo negli ultimi anni della sua vita aveva aperto con la DC una feroce polemica proprio sul ruolo dei rappresentanti nelle istituzioni rispetto al prevaricare delle logiche e degli interessi di partito. E, forse, una maggior lettura dei suoi scritti di allora aiuterebbe a sviluppare una “etica” diversa anche nel PD di oggi proprio a partire dalla separazione tra assemblee e ruoli elettivi e cariche di partito. Detto questo sono d’accordo che con le dimissioni di Fontana si apre una stagione nuova. La Lega ha esaurito totalmente la sua carica “sindacale territoriale”. Non solo. Ha manifestato il suo carattere più vero, quello di essere un partito senza libertà. Un partito “familistico” e “leaderistico”, in mano ad una unica persona. E con una unica linea politica: durare, durare, durare. L’ANCI è l’emblema di un organismo assolutamente di servizio verso le realtà locali e per questo il diktat di Bossi è ancora più grave. Lo è perché spezza una gestione da sempre non partitica, ma a tutela di tutti i comuni. Il Comune di Varese ci ha messo anni a rientrare nell’ANCI perché la Lega, appena conquistata Varese, decise di non iscriversi più e di aderire ad una sua ( sic) organizzazione ( penosa scelta partitica…). Si rientrò solo con la pressione del PD in consiglio e con l’adesione a questa nostra richiesta anche dell’allora F.I. e Fontana dopo poco ne divenne presidente. Ora che cosa ci aspetta di vedere ancora? L’uscita del Comune di Varese da ANCI in ragione di un nuovo “ordine” bossiano?
Scritto da roberto molinari il 15/9/2011 alle 11:39
Concordo, però ammetti che anche nel Pd ce ne sono molti che mettono il partito prima delle istituzioni e della politica come mezzo per tutelare l'interesse pubblico.
Scritto da Bianchi Giò il 15/9/2011 alle 11:46
Fontana ha fatto benone, senza la Lega sarebbe un signor nessuno. I nostri capi hanno sbagliato solo a non fermarlo prima. Gli avrebbero evitato una gran figuraccia.
Scritto da Bossiano doc il 15/9/2011 alle 11:49
Ricordi, caro Giuseppe, la poesia di Carducci dal folgorante inizio: “Sta Federico imperatore in Como...”? E il discorso del console Gherardo ai milanesi: "Signori milanesi," il consol dice, "l’imperator, fatto lo stuolo in Como, move l’oste a raggiungere il marchese di Monferrato ed i pavesi. Quale volete, milanesi? od aspettare da l’argin novo riguardando in arme, o mandar messi a Cesare, o affrontare a lancia e spada il Barbarossa in campo?" Fatto è, con buona pace della Battaglia di Legnano, che ho sempre simpatizzato per l'Imperatore! Convinto che se l'unità imperiale si fosse imposta sui particolarismi locali forse l'Italia sarebbe diventata una Nazione. In termini molto attuali, sono convinto che l'interesse generale del Paese debba prevalere sugli interessi delle comunità locali. Il Sindaco eletto dai cittadini è anche e soprattutto il rappresentante dell'autorità centrale e ha il sacrosanto dovere di coordinare gli interessi locali con la politica generale del Paese. La politica nazionale è attuata dai partiti che ottengano la maggioranza dei voti sulla base dei propri programmi di governo. La grande maggioranza degli elettori vota il partito di riferimento, rilasciando un mandato fiduciario ai candidati designati dal partito. Gli eletti al governo delle comunità hanno l'obbligo etico e politico di attenersi ai programmi nazionali: in caso di conflitto, l'interesse generale deve prevalere. Dunque il sindaco di Varese, da uomo d'onore, non può stare con il piede in due scarpe e deve attenersi alla linea del suo partito. Se non è d'accordo si dimetta!
Scritto da ulderico monti il 15/9/2011 alle 12:02
Ne abbiamo parlato ieri alla Statale con un nostro professore che non ha la Lega in antipatia. In sostanza ci ha detto che sono stati dei fessi, che avrebbero dovuto intervenire qualche settimana fa. A questo punto sarebbe stato meglio lasciarlo andare avanti. Secondo lui la Lega non ha più una linea univoca.
Scritto da Agosti Rino il 15/9/2011 alle 12:03
Adamoli, che sia allora sempre e soltanto una questione di profonda onestà intellettuale personale? "Le coerenze in ballo erano due"... Al di là del fatto contingente, che farebbe nel concreto - a parità di condizioni e situazioni - ciascuno di noi se fosse in quella ben precisa analoga realtà?
Scritto da Carlo A. il 15/9/2011 alle 12:34
Partito romano: questa è la definizione giusta per la Lega. I Comuni sono al massimo merce di scambio. Voglio vedere cosa diranno a Venezia, se parleranno ancora di federalismo.
Scritto da Giovanna G. il 15/9/2011 alle 13:28
"Sciopero dei sindaci" è una definizione stravagante, una corbelleria. Cosa vuol dire? Se è una manifestazione di protesta, più che giustificata, contro la manovra che ammazza i comuni, chiamiamola così. Chiarito questo, la Lega che provvede così tardi a proibire ai suoi iscritti di partecipare ad una iniziativa già indetta dai suoi stessi sindaci, a pena di espulsione dal partito, fa una corbelleria politica ancora più grossa. Dà l'idea di un movimento ormai senza guida.
Scritto da Roseto senza rose il 15/9/2011 alle 13:38
Tu hai esposto la tua valutazione del comportamento della Lega in questa occasione. Io mi permetto di aggiungerne una sul comportamento di Fontana. Il Presidente dell'associazione Comuni Lombardi Fontana avrà sicuramente considerato che la sua espulsione dalla Lega avrebbe privato la "corrente" maroniana di un elemento fondamentale e molto visibile. Sbaglierò, ma mi puzza che questo dictat a non scioperare è stato intimato proprio per mettere in difficoltà lui.
Scritto da Nicoletta il 15/9/2011 alle 15:00
@Roberto Molinari - A proposito di Anci, come ha già fatto notare @Il pirata, l'ufficio di presidenza di questa organizzazione ha chiesto a Fontana di rimanere al suo posto. Se è un invito temporaneo lo comprendo altrimenti sarebbe una beffa politica. Spero che il Pd non commetta anche questo errore. Con la Lega ne abbiamo già commessi fin troppi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/9/2011 alle 15:16
@Ulderico Monti - Non sono per niente d'accordo sul fatto che i sindaci rappresentino l'autorità centrale. Questo semmai era vero ai tempi dei podestà e del fascismo che tu hai avversato. I sindaci, come tutti noi, sono tenuti a rispettare le leggi nazionali (e quelle regionali) ma il programma di governo delle città è quello che hanno sottoposto agli elettori. I sindaci hanno il diritto di far sentire la loro voce in difesa dei legittimi interessi delle loro città e hanno poi il dovere di applicare tutte le norme una volta che sono entrate in vigore.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/9/2011 alle 15:21
più che dell'onor potè la poltrona Era ed è un lecchino
Scritto da melvit il 15/9/2011 alle 15:23
Sull'argomento mi sono già espresso ieri, ore 15.59, nel blog "Contro Fontana e contro Maroni ?". Aggiungo che la legge che ha previsto l'elezione diretta di sindaci e presidenti delle regioni mette opportunamente in primo piano il patto stipulato dagli eletti con gli elettori. Nel caso Fontana vi è un'aperta violazione di tale patto da parte delle Lega che lo ha proposto ai varesini come difensore delle autonomie per poi sconfessarlo per ragioni di gregariato romano.
Scritto da cesare chiericati il 15/9/2011 alle 15:42
@Nicoletta dice una cosa giusta. I problemi della Lega si intrecciano con quelli degli Enti Locali e del governo nazionale. La lotta contro Maroni è in corso e alcuni sindaci suoi ne fanno le spese.
Scritto da Lucky il 15/9/2011 alle 16:19
Se la lotta interna alla Lega è contro Maroni perchè mai Maroni resta silente davanti al massacro dei suoi sindaci sostenitori? Vuole sostituire Bossi ma non penso che abbia la stoffa del leader. Fontana comunque sarà una persona perbene ma è uscito malissimo. Non dica più che rappresenta tutti i cittadini.
Scritto da Iscritto Varese il 15/9/2011 alle 17:21
Tento di rispondere a Giuseppe Adamoli (ore 15,21). Presumo che i programmi dei sindaci siano sintonizzati sulle linee generali dei partiti che li hanno candidati. Mi meraviglierei molto se un sindaco andasse contro la linea approvata dai partiti che lo sostengono, oppure se i partiti nazionali modificassero la loro linea secondo le fantasie localistiche. Non si tratta di un mio pregiudizio ideologico, bensì della ragione pratica per cui quando porto la mia auto a fare il tagliando mi aspetto che il lavoro sia effettuato secondo standard garantiti dalla Casa (un bell'esempio di centralismo!). Così come, se vado in chiesa, sono convinto che la cerimonia non sia lasciata al libero arbitrio del celebrante, bensì sia garantita dalle regole fissate dall'autorità centrale. Sul piano politico, non avendo di solito dimestichezza con i candidati, tendo a fidarmi del partito di riferimento che assumo come garante dei programmi e dei comportamenti degli eletti. Se l'eletto esce dalla linea programmata, il partito può toglierli la fiducia. La questione fondamentale è: mi posso fidare del partito?
Scritto da ulderico monti il 15/9/2011 alle 17:29
I problemi di questo post sono due. Se un sindaco prende solennemente e ripetutamente un impegno con la città e poi il suo partito lo sconfessa, vale di più il vincolo con la città o con il partito? Per me il partito viene dopo. Secondo problema, se Fontana mantiene, come dovrebbe, le dimissioni dall'Anci può un altro della Lega sostituirlo? Assolutamente no perchè Fontana ha obbedito ad un diktat del partito.
Scritto da Baroffio Loredana il 15/9/2011 alle 17:42
Non votiamo più i sindaci che obbediscono ai partiti come marionette.
Scritto da Bulgheroni Carlo il 15/9/2011 alle 17:53
@Carlo A. (12.34) - L’onestà intellettuale è sempre importante. Ma io nel post ho messo lì la questione della scelta fra due “coerenze” o due “fedeltà”. Questo è un problema politico. Non metto in dubbio l’onestà intellettuale di Fontana che infatti ha illustrato la sua scela senza tanti giri di parole.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/9/2011 alle 18:06
@Nicoletta - Già ieri anch’io intitolavo un altro post così “Contro Fontana o contro Maroni”. Il dubbio viene quasi automaticamente. La mia facile supposizione è che Fontana prima di prendere la sua decisione si sia confrontato con Maroni. A ben vedere però questo caso - ripeto il mio concetto - riguarda il cuore del rapporto fra partiti e istituzioni e riguarda anche le altre forze politiche non solo la Lega. Forse che anche nel mio partito non esista l’abitudine a considerare che il partito viene prima di tutto il resto?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/9/2011 alle 18:09
La scelta del sindaco Attilio Fontana di sacrificare le sue convinzioni alla disciplina di partito non è la conseguenza di un conflitto di coerenze ma una scelta di opportunità. Si può essere coerenti rispetto a delle opinioni, fedeli ad un pensiero condiviso, non nel subire una costrizione. Se un ordine esterno sovrasta il Sé soggettivo non c’è conflitto ma la scomparsa dell’individuo che fa posto al gregario. E’una regressione verso il pensiero primitivo in cui l’essenza individuale è sempre contenuta in quella collettiva del clan o della tribù. La Lega non è “l’ultimo partito leninista” ma una realtà residuale che emerge dal passato, un movimento pre-moderno in cui il singolo non conta di per sé ma come uomo-massa che viene assorbito in una realtà impersonale che lo rende insignificante come persona. La Lega ci riporta ad una realtà antidemocratica dove gli individui sono ridotti ad atomi mossi non dalle scelte razionali ma da una imperscrutabile e anonima volontà collettiva.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 15/9/2011 alle 18:10
vorrei inserire un altro elemento di riflessione. La coerenza verso la città deve essere legata alla responsabilità di governo. un sindaco senza più una maggioranza che si riconosce in lui è un sindaco debole. Mi sembra che in un momento come questo la città chieda soprattutto di essere governata, in questo senso la scelta di 'obbedienza' al partito mi sembra anche una scelta di responsabilità nei confronti della citta. Restano validi invece gli unanimi commenti sulla posizione della lega
Scritto da walter il 15/9/2011 alle 18:18
@Walter, il tuo è un elemento di riflessione da non trascurare. Mi è piaciuto questo post perchè fa riflettere sulla natura poltica dell'amministrazione locale. Sarebbe interessante conoscere anche il parere delle liste civiche in quanto sono anche loro chiamate in un certo senso in causa.
Scritto da Bortoluzzi il 15/9/2011 alle 19:02
Il post di ieri mi era sfuggito. Beccata. E' che tu sei una fucina di interrogativi, una scuola peripatetica virtuale. Per oggi aggiungo questo: Lega e PdL funzionano in modo simile alle aziende: niente democrazia interna, se non sei con me sei concorrenza. Nessuna collaborazione. Ogni tanto qualche fusione seguita da licenziamenti o spin off di rami d'azienda improduttivi. Ma questo perchè il loro business è la conquista del consenso. Invece noi di CS siamo il no-profit ... Non tutti, ma quasi.
Scritto da Nicoletta il 15/9/2011 alle 19:35
Caro Massimo, sei sempre molto netto, rigoroso e severo nel tuo pensiero. Te lo puoi tranquillamente consentire. Io mi permetto solo un’osservazione che era contenuta nelle ultime due righe al mio commento su @Donatella. Quel che tu denunci non è purtroppo un tratto esclusivo della Lega le cui caratteristiche descrivi in modo tagliente. E’ una fragilità esistente anche in altri partiti compreso un poco anche il mio (mi piacerebbe tanto dire il nostro come una volta). La democrazia in Italia si rafforzerà quando le forze politiche si rinnoveranno profondamente. Quando?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/9/2011 alle 20:30
NONOSTANTE RISPETTI LE SCELTE NON CONDIVIDO PER NULLA L'ATTEGGIAMENTO DI FONTANA. i VARESINI HANNO CIO' CHE SI MERITANO E IL CERCHIO MAGICO DI CUI SI PARLA MOLTO E' DA UN PO' CHE GIRA.. ROTONDO SU VARESE NEWS HA CENTRATO L'ARGOMENTO QUELLE LINEE OSCURE CHE I PIU' DELLA LEGA E NON SOLO LORO NON CONOSCONO..RITORNANDO A FONTANA HA FATTO ACQUA DA TUTTE LE PARTI, LA FUCILATA DATA A LUI DALLA LEGA LO SEGNERA', PECCATO PERCHE' E' STATO UN UOMO CORRETTO CHE SI E' PIEGATO AL TROTA SANDI DI VIGGIU' NO|
Scritto da Valerio Verdi Varese il 15/9/2011 alle 22:27
da ex dipendente della Regione Lombardia, ho avuto buone notizie sul comportamento di Fontana come presidente del Cosiglio Regionale.Ma il suo comportamento da Sindaco, direttamente eletto dai cittadini varesini, di ' obbedienza' ad un partito che propaganda le autonomie locali e poi gli impone un dictat, mi ha veramente spaventato.
Scritto da bruna.croci il 15/9/2011 alle 23:26
Questione di opportunità politica. Fontana è al secondo mandato quindi non più eleggibile in quanto sindaco.Questo significa che senza un partito dietro le spalle, a scadenza mandato ritornerebbe ad essere probabilmente solo un ottimo (credo) avvocato.Va preso anche in considerazione il fatto che senza il sostegno della Lega a Varese (probabilmente) gli verrebbe meno anche la possibilità di concludere il mandato. Inoltre la corrente di Maroni che si sta preparando al congresso in provincia di Varese ha bisogno si suppone del suo apporto per essere maggioritaria. Insomma a prima vista quello del sindaco di Varese può sembrare un tradimento (perlomeno delle aspettative dei cittadini), ma se invece l‘obiettivo di Maroni è togliere il sostegno a questo governo, alla lunga in prospettiva questa decisione si può rivelare vincente. Non ci servono martiri od eroi per risollevare questo paese ma buoni politici..(Poi per dare dei buoni politici alla Lega ci volevano proprio Maroni e Fontana, so che è una velleità ma data l’ora e il raffreddore…)
Scritto da Maria Rossa il 16/9/2011 alle 01:19
Sandy Fontana l'unica Leghista che merita il nostro rispetto. Forza Nuova Varese
Scritto da Forza Nuova Varese il 16/9/2011 alle 11:13
@ Maria Rossa - Il vescovo Berkeley spiegava al dottor Johnson che non era confutabile la proposizione che il mondo non è altro che una creazione della propria immaginazione. Il dottor Johnson diede un calcio ad un sasso per terra ed esclamò: "così la confuto!"
Scritto da Cmf il 16/9/2011 alle 11:36
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