Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 27/9/2011 alle 12:29

 

I dati parlano chiaro: quasi 5 milioni di stranieri in Italia, l’8% della popolazione totale.
Una percentuale inferiore rispetto a Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna ma con un ritmo di crescita alto che negli ultimi venti anni ha tenuto soltanto la Spagna.
E vero, la nostra economia non ce la farebbe senza il loro apporto; il nostro welfare riceve da loro versamenti che superano i costi delle prestazioni erogate; infine, ci sono un’infinità di esempi di buona integrazione.
Tuttavia i clandestini sono tanti, gli addensamenti etnici nelle nostre città preoccupano seriamente, le nostre carceri sono piene di stranieri.
Il rapporto fra immigrazione e criminalità rappresenta un problema reale, più che in altri Paesi europei. Questo è un dato allarmante. Però domandiamoci: come mai tutto ciò? Perché gli immigrati sono più inclini a delinquere in Italia che altrove?
Parlare di questi problemi significa parlare anche di noi. Della nostra propensione alla furbizia, di una certa illegalità diffusa, della necessità di un maggiore rispetto delle regole e delle leggi, di un migliore funzionamento della giustizia.
E’ anche per responsabilità nostra se in alcune periferie degradate ci capita di sentirci “stranieri in casa nostra”. Questo è il titolo di un bel libro che merita di essere letto e discusso.
C’è necessità di maggiore conoscenza e consapevolezza di questi problemi per vincere i pregiudizi da una parte e letture troppe facilone dall’altra.
 
Vedano Olona, giovedì 29 sett., ore 21.00, Sala consiliare Villa Aliverti, presentazione del libro “Stranieri in casa nostra” di Francesco Daveri (Un. Bocconi). Dibattito con l’autore. Testimonianze di Antonio Angelucci, Marco Latif, Joseff Martini.

 

Commenti dei lettori: 23 commenti -
Finalmente, anche da sinistra, un modo serio e responsabile di discutere degli immigrati in Italia. Senza pregiudizi, OK, ma anche senza un buonismo deficente.
Scritto da Maurizio il 27/9/2011 alle 13:01
Ciao Giuseppe,non si tratta di pregiudizi,mio marito è arrivato in Italia nel 1982 dalla Grecia.....vuoi che ti racconti le peripezie? cosa succedeva con il permesso di soggiono? quali erano i suoi diritti?,nessuno,ora questi extracomunitari(la grecia aveva già chiesto l'adesione alla cumità europea),ripeto questi hanno più diritti di noi,scontano pene che potrebbero benissimo fare nei loro paesi alleggerendo così le casse dello stato,escono espulsi e...tornano dalla finestra.....grazie
Scritto da rosa tagliani il 27/9/2011 alle 13:20
I numeri sono impressionanti e il problema è molto ma molto serio. Rifiutarli non si può, per ragioni economiche e umanitarie. Bisognerebbe ridurre il numero dei clandestini ma vedere quei barconi carichi di donne e di bambini mi si stringe il cuore. Spero nell'integrazione ma ho tanti dubbi. Certi quartieri di Milano stanno diventando invivibili.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 27/9/2011 alle 14:01
Questa sì che è una posizione, come si suol dire, davvero seria ed equilibrata.
Scritto da paperoga il 27/9/2011 alle 14:27
Cara @Rosa, non ci vediamo da molto tempo e ti saluto con molto piacere. Il tuo è un giudizio, non un pre-giudizio perchè hai gli elementi concreti di vita vissuta per formularlo. Il mio invito è a non estremizzare situazioni pure esistenti di stranieri opportunisti e/o fortunati. C'è un numero ben più alto di stranieri senza nessun diritto che vivono in condizioni inumane. Sulle espulsioni, quando sono necessarie secondo le nostre leggi, sono d'accordo con la fermezza.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/9/2011 alle 15:09
Devono entrare solo quelli che servono e al primo reato, piccolo o grande, fuori per non fare mai più ritorno.
Scritto da Bossiano doc il 27/9/2011 alle 15:28
L'illegalità diffusa è una piaga endemica in Italia e costituisce il terreno fertile per una serie di piccoli reati. Il proliferare di accattoni e spacciatori di ogni tipo è quasi sempre diretto da italiani.
Scritto da Giovanni Pini il 27/9/2011 alle 16:15
Il bilanciamento di motivi a favore e contro la presenza di stranieri in Italia e soprattutto al nord è un impianto buono per un dibattito serio. In questi mesi la crisi economica ha preso il sopravvento ma non appena la situazione si stabilizza questi problemi riesploderanno.
Scritto da Bianchi Giò il 27/9/2011 alle 16:15
Caro Adamoli, da tanto tempo non ti scrivo più. Dovrei criticarti molto spesso però apprezzo le tue qualità che non sono facili da trovare. Questo post sarà anche equilibrato come dice @Paperoga, ma perdio di qualche volta qualche cosa di sinistra. La difesa degli immigrati, quelli che non commettono reati, naturalmente, è un dovere della sinistra.
Scritto da Enne enne (Varese) il 27/9/2011 alle 16:58
Ottima iniziativa, ottimo post.
Scritto da Giovanna G. il 27/9/2011 alle 17:07
Noto che sei sempre legatissimo al tuo paese. Vedano Olona caput mundi.
Scritto da Valceresio il 27/9/2011 alle 20:30
Attenzione, la criminalità organizzata per la sua manovalanza nei cantieri, nello spaccio delle droghe e in altre attività criminose usa gli immigrati anche clandestini. Anche per questa ragione è fortissima la presenza degli stranieri al nord.
Scritto da Giorgio F. il 27/9/2011 alle 20:38
@Enne enne (Varese) - Dire qualcosa di sinistra? Va bene. Ma prima intendiamoci su cosa è la sinistra oggi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/9/2011 alle 21:39
@Valceresio - Beh, a Vedano Olona sono nato, ci vivo e sono stato sindaco per 10 anni a partire da quando, di anni, ne avevo 28. Non potrei non essere legato a questo luogo bellissimo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/9/2011 alle 21:41
@Bossiano doc, bravo sei un duro come il tuo capo.
Scritto da Alessia il 27/9/2011 alle 22:57
Gli immigrati in Italia stanno un pochino meglio che in altri Stai europei. Basta avere conoscenti, amici, parenti in Spagna, in Germania o in Francia per rendersene conto. Vivono male anche qui ma sarà per il clima, per una maggiore tolleranza della gente o per altri motivi ma, insomma, preferiscono stare qui se appena trovano qualcosa da fare.
Scritto da Sala M. il 27/9/2011 alle 22:58
A ben vedere il post non affronta tanto il problema degli stranieri quanto il problema dell'Italia e degli italiani. E' un angolo visuale curioso e interessante.
Scritto da Adams il 27/9/2011 alle 23:12
@Sala M. Il clima non ha alcuna influenza sulla “scelta” degli immigrati. Così come la pretesa tolleranza degli italiani. L’Italia, anziché rappresentare un antemurale contro l’immigrazione in Europa, è la testa di ponte per consentire il passaggio e la diffusione degli extracomunitari. Lo Stato italiano fa la sua parte per procurare all’Europa un nuovo bacino di consumatori. Il “buon immigrato” è una risorsa per il Grande Capitale e per la Chiesa, alleati per promuovere il caos da cui loro sanno trarre vantaggio. Il “cattivo immigrato” è l’effetto collaterale di questo disegno perverso ed è tutto a carico della comunità. Gli stranieri sono come le tasse: le pagano solo i poveri.
Scritto da Filippo Valmaggia il 28/9/2011 alle 08:32
Dai @Giuseppe, questo Enne enne (Varese) in fondo ti vuole bene.
Scritto da Lorenzo il 28/9/2011 alle 08:33
@Filippo Valmaggia, sono convinto che in questo tuo modo di esprimersi c'è (con rispetto) una forma di esibizionismo. Ti leggo da parecchio tempo e ho notato una umanità che mi fa apparire finto il tuo distacco dalla vita di questi poveri cristi.
Scritto da Tombolini Augusto il 28/9/2011 alle 09:27
@Tombolini Augusto. Il nostro ospite mi dà impunemente della soubrette; tu, ora, mi attribuisci atteggiamenti esibizionistici. Se pensate di vedermi presto in calze a rete vi sbagliate. Indosso con più disinvoltura gli stivali. Senza tacco (sfioro il metro e novanta) e con punta quadrata.
Scritto da Filippo Valmaggia il 28/9/2011 alle 11:20
@Filippo Valmaggia - Quando ti ho definito la soubrette più attesa, o qualcosa di simile, volevo farti un complimento. Altrimenti sarebbe stato come ammettere che il mio blog è avanspettacolo. Sono stato capito male o, per meglio dire, ho sbagliato. Mi scuso con te e mi correggo: sei una delle firme più lette e attese.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/9/2011 alle 12:50
Non so se il problema immigrazione e criminalità è stato esposto nel post in termini corretti. Nell'ultimo rapporto di Caritas Migrantes si affrontava il problema e si traevano conclusioni diverse, cioè che il rapporto “immigrati e criminalità” non costituisce un problema, perchè: 1- l'incidenza delle denunce contro immigrati è uguale, in rapporto alla popolazione immigrata, a quelle contro italiani, nel caso di immigrati regolari; è superiore invece nel caso di immigrati irregolari, ma soprattutto a causa di reati previsti dal testo unico sull'immigrazione, cioè ascrivibili alla loro condizione di irregolari. Se ne dovrebbe dedurre quindi che ad un'eventuale maggiore incidenza dei reati di immigrati in Italia rispetto ad altri paesi, debba corrispondere un fenomeno analogo all'interno della popolazione indigena, che cioè in Italia la propensione al reato è superiore che negli altri paesi. Il fenomeno rilevante dei clandestini nel nostro paese ha poi cause strettamente legate alla legislazione in materia di politica migratoria, la cosiddetta Bossi-Fini, che è del tutto avulsa dalla realtà. Pensare che un immigrato possa entrare regolarmente nel nostro paese solo se in possesso di un contratto di lavoro è pura fantasia. Ve la vedete una famiglia che va ad assumere una badante a Kiev? O che si affida ad un'agenzia sulla base di un “profilo professionale” sulla carta? E per le aziende, che sono soprattutto piccole aziende, vale lo stesso ragionamento. E' quindi pratica ordinaria delle famiglie, come delle aziende, quella di aggirare la legge, come unica possibilità di soddisfare le proprie esigenze di collaboratori. E' evidente che, così facendo, il biglietto da visita del nostro paese per gli immigrati è che in Italia l'illegalità è condizione di sopravvivenza. E questo in effetti è molto penoso.
Scritto da Sergio Moia il 2/10/2011 alle 21:58
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