Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 1/10/2011 alle 09:52

 

Inaugurazione della mostra sul Pci ieri sera a Varese. Tantissime persone con cui una volta eravamo fieri e duri avversari politici. Un’emozione forte.
Quei volti rugosi raccontano di passioni, privazioni, sacrifici, fatti nel nome di un ideale vissuto intensamente e con coraggio fino alla sconfitta finale da tutti riconosciuta.
La storia di un grande partito, ha ricordato giustamente il relatore, non si può ridurre alla sua classe dirigente e nemmeno ai suoi sostenitori, è la storia della società che ha contribuito a plasmare. In Italia il ruolo del Pci è stato positivo per le lotte di popolo che ha saputo  guidare nel rispetto della democrazia e della volontà degli elettori.
Ieri sera dominava una precisa consapevolezza. Il Pd è nato per tagliare definitivamente con quella tradizione e con tutto il Novecento. Il suo successo dipende da questo risultato. È vitale per l’Italia una nuova sintesi culturale e politica, post ideologica e adatta al nuovo secolo. Ma quando sento che bisogna mettere da parte le memorie personali e collettive (scorie di cui liberarsi) dissento e sorrido amaro.
E’ ciò che mi capita quando un leader importante come Walter Veltroni rivendica, nell’illusione di guadagnare credibilità, di non essere mai stato comunista. Io non scordo un solo attimo, bello o brutto, della mia vita democristiana.


 
Commenti dei lettori: 38 commenti -
Caro Adamoli, grazie per le tue parole di rispetto e di considerazione per un grande storia di popolo.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 1/10/2011 alle 10:25
Un abbraccio ideale a Giuseppe per questo bellissimo post sentito e ben articolato. Sono critico nel partito, ma anche 'fuori', con chi, evitando di guardare avanti, si trascina dietro come modello, non tanto una nobile tradizione ideale, quanto una concezione della politica legata al secolo scorso. Questo non mi impedisce di profondamente apprezzare una grande forza popolare che ha fatto diventare classe dirigente di questo Paese anche uomini provenienti da categorie sociali subalterne.
Scritto da paolo rossi il 1/10/2011 alle 11:07
Significativa la foto scelta. Il Pci con tutti i suoi limiti ed errori ha accompagnato l'ascesa di contadini e operai lungo tutto il novecento. La smentita della storia rispetto alla sua ideologia non mette in discussione il valore delle lotte compiute per il progresso dei più umili.
Scritto da Roseto senza rose il 1/10/2011 alle 12:34
Capisco il tuo orgoglio ma non saprei di che cosa possano essere molto orgogliosi i comunisti. Rispetto si, è gente che ha lavorato per una vita intera per un ideale, ma tutto per me finisce qui.
Scritto da Bianchi Giò il 1/10/2011 alle 13:39
A Milano i vecchi comunisti, e anche i giovani con quella cultura, sono frequentemente dei nostalgici. E' difficile parlare e intendersi con loro. Frenano su ogni iniziativa innovativa del centrosinistra e delle compagini civiche. Noi giovani ne soffriamo.
Scritto da Francesca Colombo il 1/10/2011 alle 13:54
Cara @Francesca Colombo. A Varese è anche peggio. La strocatura, prima, durante e dopo di Luisa Oprandi candidata sindaco (dopo una tormentata battaglia interna vinta solo perchè non hanno trovato alternative), effettuata dagli ex pci, ex pds ed ex ds, con l' aiuto di qualche ex popolare "venduto" (un paio), è la dimostrazione di come questi, alcuni anche giovani, sono refrattari ai cambiamenti. Dopo il successo di Luisa, ingessati, sono andati avanti dentro la loro vetusta ed assurda logica.
Scritto da una rottamatrice il 1/10/2011 alle 14:21
Caro Paolo, ricambio con piacere l'abbraccio ideale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/10/2011 alle 15:08
Seguo il blog da quasi un anno ma non la conosco personalmente. Volevo comprare il suo libro ma a Milano non l'ho trovato. Potrei sapere se e dove ha fatto scuola di comunicazione?
Scritto da Agosti Rino il 1/10/2011 alle 15:47
Caro Adamoli, il Senatore Rossi fa il damerino e dispensa "abbracci ideali", ma se potesse più che altro la stringerebbe fino al soffocamento. Non ha mai gradito, lo so perchè glielo ho sentito dire, la Sua dipartita dal gruppo che vi ha visti per anni insieme, per andare verso il porto calmo di Enrico Letta. Certo se a Lei una stringitina non gliela farebbe mancare a Molinari, stampella popolare dei diesse e nouvelle Bruto bosino, lo taglierebbe a pezzi con la scimitarra (metafore, ovviamente).
Scritto da Aspide il 1/10/2011 alle 15:56
Un post con una bella sensibilità umana e culturale che ho letto con tanto interesse e soddisfazione.
Scritto da Una lettrice il 1/10/2011 alle 17:01
Caro Rino, tre cose. 1) Dammi del tu anche se sei molto giovane, se non mi sbaglio facevi già così. 2) Settimana prossima vai al gruppo del Pd al Pirellone, rivolgiti a una segretaria che si chiama Fiorina e troverai un copia del libro per te. 3) Non ho fatto nessuna scuola di comunicazione. Quello che so l'ho imparato sul campo. Dal punto di vista accademico la mia è una cultura da scuola serale. Grazie per la tua costante attenzione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/10/2011 alle 17:49
Dove si svolge la mostra sul Partito comunista? In macelleria?
Scritto da Filippo Valmaggia il 1/10/2011 alle 17:49
@Filippo Valmaggia - Davvero una orribile caduta di stile. Mi avevi abituato a una polemica feroce ma di livello (quasi sempre).
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/10/2011 alle 17:54
grazie , adamoli. non si smette di essere comunisti, anche se poi, nella possibilità di una società senza classi, libera e non oppressiva, non ci si crede più, non ci si può più credere. quindi ? l'alternativa all'egoismo feroce dei singoli non può essere che l'oppressione della libertà individuale ? anche il compromesso socialdemocratico subisce, da destra attacchi feroci, e io, e altri ex, ci rifugiamo in un revanscismo comunista nel quale io per primo credo con riserva. (segue)
Scritto da marco il 1/10/2011 alle 18:16
(segue) inventiamolo , adamoli : uno schemino, una teoria, spiegabile e comprensibile, che riduca il molteplice del mondo a una regola capace di guidare nelle scelte quotidiane, che tenga insieme la necessità di giustizia ma anche l'irrinunciabile libertà. liberi, ed uguali, o meglio egualmente liberi ! questo era il compito del PD, che mi sembra più occupato dalla politica politicante,in senso buono, piuttosto che dalla teoria, che però serve, altrimenti si brancola nel quotidiano. ( arisegue)
Scritto da marco il 1/10/2011 alle 18:24
Delle due, l'una: Adamoli è diventato comunista oppure è diventato vegetariano. Tertium non datur.
Scritto da Filippo Valmaggia il 1/10/2011 alle 18:28
(segue) insomma, eravamo, e siamo, rimasti un po' degli schematici, e un po' settari, ma che senza i cattolici si sarebbe combinato ben poco, in italia,da Gramsci in poi l'abbiam sempre saputo. il modello di società che vien portato avanti dal capitale finanziario è alieno a noi, e alieno ai cattolici : ce la facciamo a immaginarne una che sia giusta, fraterna, senza però schiacciare l'individuo, e il suo bisogno, legittimo se episodico, di non essere fratello di nessuno ? scusa la grafomania !
Scritto da marco il 1/10/2011 alle 18:35
Più seriamente. @Giuseppe Adamoli ha ragione: assimilare i più spregevoli criminali della storia al commendevole ordine dei beccai è stata da parte mia una caduta di stile. Mi scuso con tutti i macellai italiani.
Scritto da Filippo Valmaggia il 1/10/2011 alle 18:59
Caro Adamoli, tu sei bravo, lo so bene io. Eri il migliore dei Dc, popolari, Margherita, Ulivo ecc. ecc., però non ci devi prendere in giro. Il Pd è ancora dominato dagli ex comunisti che non vogliono quello che vuoi tu.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 1/10/2011 alle 19:46
‘Fischia il vento e infuria la bufera, scarpe rotte, eppur bisogna andar …’. Per le Tod’s rotte, ci aspettiamo un consistente sconto anti-crisi dal compagno Della Valle, autore del Manifesto del nuovo Partito Comunista comparso su tutti i giornali di oggi.
Scritto da Frank Slade il 1/10/2011 alle 20:58
Caro Adamoli mi è molto piaciuto questo tuo articolo e mi ha colpito prevalentemente sottolineare i VALORI dei nostri predecessori. Credo e continuo a sostenere che oggi la nostra politica deve recuperare i valori dei nostri avi. Oggi siamo nel benessere e nel progresso però quando si dice la tipica frase che i nonni e coloro che hanno i capelli bianchi alle volte evocano ai giovani "SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO" tutto sommato non sbagliano. Cerchiamo di essere tutti italiani UNITI.
Scritto da GIAMBATTISTA GIANNOTTO il 1/10/2011 alle 21:05
Io non dimentico che i vecchi comunisti, me lo diceva sempre mio padre, erano laicisti, iui diceva mangiapreti. Gente onesta, certamente, ma sui valori cristiani erano lontani. Mi considero un cattolico adulto, sui temi etici la penso come te ma conservo una certa diffidenza verso chi viene da quella cultura.
Scritto da Albizzati Carlo il 1/10/2011 alle 21:15
@Aspide, sei una carognetta, si sa, ma c'è una parziale verità in quello che scrivi. E' vero che rimasi molto male quando Giuseppe fece, per altro liberamente, altre scelte dentro il partito, ma questa è la politica. Nessuna morsa tentacolare ed asfissiante nei confronti di Adamoli quindi, lo stimo troppo e lo abbraccerei in qualsiasi momento. Magari stavolta accertandomi di tenere il fondoschiena aderente al muro.
Scritto da paolo rossi il 1/10/2011 alle 21:35
Anche la DC era fatta di operai, di coltivatori diretti, di artigiani che hanno saputo col loro sudore fare grande l’Italia del dopoguerra difendendo i valori di libertà per tutti. Se Lei frequentasse anche altri ambienti politici troverebbe persone della sua generazioni con volti a lei familiari impegnati a testimoniare l’esperienza positiva della Democrazia cristiana. Caro Adamoli la DC non ha bisogno di mostre o di becchini perché i suoi ideali vivono ancora nei nostri cuori e stia tranquillo che un giorno…risorgerà
Scritto da democristiano for ever il 1/10/2011 alle 22:59
Caro Paolo, ti rispondo perché altrimenti i lettori non capirebbero. La mia scelta diversa dalla tua, o la tua diversa dalla mia, risale alle prime elezioni primarie. Tu sei andato con Veltroni che era avviato verso un annunciatissimo trionfo e io con Enrico Letta verso una sicurissima sconfitta. Diciamo, entrambi per ragioni politiche. Non aggiungo altro perché lo riterrei di cattivo gusto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/10/2011 alle 23:28
Oh bella, @democristiano for ever. Tu pensi che io sottovaluti l’apporto assolutamente decisivo dei democristiani alla rinascita del Paese? O che non frequenti ambienti che grondano di quella storia? O che, come dico nel post, non ne ricordi ogni attimo, bello o brutto, avendoli vissuti da protagonista? La frequentazione del Pdl deve averti offuscato la mente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/10/2011 alle 23:32
Da parte di un democristiano autorevole come eri tu (segretario provinciale, presidente della Dc in Lombardia, ecc.), un omaggio di questo tipo al Pci mi conforta. Eravamo avversari ma in modo corretto e rispettoso.
Scritto da Giovanni Pini il 2/10/2011 alle 00:02
Caro Marco (18.16), il tuo commento è stracarico di passione politica. Sai cosa diceva Mino Martinazzoli che ci ha appena lasciato? Nel Pci c’era una miniera di civismo e moralità che un partito nuovo del secolo nuovo deve riuscire a non disperdere e a incanalare verso una meta di autentico progresso. E’ quello che sta cercando di fare il Pd, per adesso con alterna fortuna. Ciò che ci manca ancora un poco non è tanto uno schema ideologico, quanto una cultura politica adatta a far crescere l’Italia economicamente, con più equità e giustizia. Ma un grande partito non deve mai disperare, questo almeno è il mio parere.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/10/2011 alle 10:57
La storia è evoluzione; il presente incorpora il passato e il futuro li comprende entrambi. La memoria storica è importante per sapere quello che è successo e ciò che potrà succedere; tuttavia se non si libera dalla nostalgia può essere fuorviante. L’esperienza umana dei comunisti è apprezzabile, ma il giudizio storico sul comunismo italiano non può essere che critico. Anzitutto esso si identifica solo parzialmente con il movimento dei lavoratori, che è sorto quasi un secolo prima e il suo sistema di valori, interamente racchiuso nel positivismo materialista, porta ad una distorsione dei valori: libertà/ libertinismo, eguaglianza/egualitarismo, pace/pacifismo, solidarietà/assistenzialismo. La presenza di un forte Partito comunista in Italia è stata obiettivamente più di ostacolo che di aiuto per lo sviluppo della nostra democrazia , che è rimasta bloccata mentre avrebbe potuto articolarsi in maggiore coerenza con le grandi democrazie dell’Occidente. Oltre l’ambivalenza togliattiana, il P.C.I. ha cominciato a prendere le distanze dall’URSS solo nei tardi anni Settanta ma neppure con Berlinguer è riuscito a elaborare un progetto autonomo. Il tentativo di Moro fu quello di sbloccare una situazione irrigidita dagli steccati ideologici e dai rapporti di forza tra le due superpotenze mondiali di allora, non invece una proposta di alleanza organica tra forze politiche profondamente diverse che, neppure oggi, sono comparabili. Il comunismo costituì una profonda frattura per il nostro Paese è fu all’origine di non poche anomalie; è significativo anche se grottesco che l’anticomunismo sopravviva dopo la scomparsa del “socialismo reale”. Ciò spiega, tra l’altro, l’incapacità del Partito Democratico di elaborare un progetto spendibile, la difficoltà nei rapporti con il “mondo cattolico”, la volontà egemonica del ceto dirigente post-comunista. Il passato, il ricordo, la memoria sono elementi emotivi positivi che non possono però dissolvere la verità storica del “passato di una illusione” (François Furet)
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 2/10/2011 alle 12:04
Non voglio polemizzare Giuseppe. Ho votato a suo tempo per Veltroni ma non "sono passato" con lui. Sono rimasto nel pd con i 'popolari' che Letta aveva già precedentemente abbandonato. In quel momento hai fatto le scelte che legittimamente avevi convenienza fare interrompendo però anche il ns sodalizio provinciale. Questi i fatti. Poi anche il gruppo che faceva capo a Marini, più per risibili ambizioni personali che altro, si è stupidamente ed inutilmente frazionato. Ma cio' è avvenuto dopo.
Scritto da paolo rossi il 2/10/2011 alle 12:29
Anch'io non polemizzo, caro Paolo. Non ne ho nessuna voglia, non ho cominciato io e voglio chiudere qui. Ripeto quello che ho sempre sostenuto. L'idea che un partito nuovo si faccia con i popolari che stanno con i popolari e i diessini che stanno con i diessini è balzana. Alle prime elezioni primarie questa astruseria aveva portato Bersani ad affermare: "rinuncio alla mia candidatura in favore di Veltroni per la ditta". E quale era la ditta? Non il Pd che si stava formando ma i Ds. Una cavolata bella e buona che ho subito contestato. Ricordo poi ai lettori meno addentro che non solo Enrico Letta ma anche Rosi Bindi non aveva aderito al richiamo del veccchio sodalizio "popolare" che poi si è del tutto sfasciato. Adesso infatti Fioroni se ne sta in minoranza con Veltroni e Franceschini in maggioranza con Bersani (e Letta e Bindi). Le scelte politiche se sono oneste sono tutte legittime. A me di stare in maggioranza o in minoranza non me ne frega un bel niente. Mi fa solo piacere che non ci sia un unanimismo di facciata che ho sempre ritenuto esiziale ad ogni livello di responsabilità. Questo tu la sai benissimo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/10/2011 alle 13:49
Io parlavo soprattutto della nostra esperienza politica insieme dentro il Pd che, per le ragioni ricordate, si interruppe.
Scritto da paolo rossi il 2/10/2011 alle 14:18
Sono d'accordo con Camillo Massimo Fiori che il "presente incorpora il passato e il futuro li comprende entrambi", affermazione veritiera anche sul piano personale: il mio approdo, in tarda età, al P.D. è seguito all'esperienza giovanile nelle file della D.C. ed all'esperienza in età matura a quella del P.C.I. Ed è proprio sulla base del mio vissuto che dissento in parecchie delle affermazioni di Fiori. Una lettura la sua senz'altro rispettabile, ma imprecisa perchè propria di chi i comunisti italiani li ha incontrati, conosciuti, frequentati anche, ma che non ha mai sperimentato dall'interno la realtà profonda di quel partito, nei suoi limiti -grandi-, ma anche nelle sue positività -altrettanto grandi -. Non sono ferrato in filosofia, ma parlare di positivismo materialista è improprio. Desidererei in questo il conforto (o la smentita) di qualche filosofo, ma mi pare che il materialismo, cui faceva riferimento il P.C.I., era di tipo dialettico, non positivista: nel materialismo marxiano la storia procedeva in maniera conflittuale fino alla sintesi finale rappresentata dal comunismo realizzato; nel positivismo l'umanità aveva di fronte un percorso ininterrotto di progresso senza fine. Ancora: non mi sembra il caso di parlare di libertinismo a proposito del partito comunista italiano; ricordo il gelo, la freddezza, il sostanziale dissenso di dirigenti e semplici militanti, quando Togliatti "licenziò"la moglie per stare con Nilde Iotti; ricordo come sui cosiddetti diritti civili il P.C.I. non sia mai stato in prima linea e spesso mise a disposizione di taluni referendum (ad es. il divorzio) tutta la sua decisiva forza di mobilitazione dopo contrasti interni non di poco conto. Concordo che la presa di distanza dall'U.R.S.S. sia stata lenta e non convincente ( per i giovani degli anni '70, come me, che entrarono in quegli anni tumultuosi nel partito comunista, era un elemento di forte criticità e perplessità il faticoso allontanarsi dall'Unione Sovietica). Il P.C.I. costituì una frattura con conseguenti anomalie, tra cui un rallentamento della crescita democratica? L'opinione di Fiori merita senz'altro una discussione approfondita(impossibile sul blog); per quanto mi riguarda posso solo ricordare: è grazie anche ai comunisti che il nostro Paese ha fatto passi fondamentali nel campo di una maggior giustizia sociale; sulla spinta di un sindacalismo confederale assai più unitario di quello odierno, lavoratori cattolici, lavoratori comunisti, lavoratori di estrazione laico-socialista combatterono battaglie fondamentali per rendere più giusta socialmente, e quindi più moderna, la società italiana. Quanto infine alla incapacità del P.D. di elaborare un progetto spendibile (ma è proprio vero?), alla difficoltà nei confronti del mondo cattolico (vero, ma perchè sfuggono a molti dirigenti la complessità e le articolazioni del mondo cattolico stesso), alla volontà egemonica (assolutamente falso), non si tratta di imputare tali carenze agli effetti di un passato che non vuole morire, ma semplicemente ai limiti a volte di analisi e di proposte di soluzione, relativamente alla complessa situazione mondiale, europea ed italiana. Limite che in questo purtroppo accomuna il gruppo dirigente del partito democratico con quello degli altri partiti italiani. Mariuccio Bianchi
Scritto da Mariuccio Bianchi il 2/10/2011 alle 15:41
Complimenti a tutti per il bel dibattito. Tra @Fiori e @Bianchi propendo leggermente per Fiori.
Scritto da Luisa Cardin il 2/10/2011 alle 16:59
Cresciuto in una famiglia anticomunista al primo momento ho avuto qualche titubanza nel condividere il post ma poi mi sono ricreduto.
Scritto da Maurizio il 2/10/2011 alle 19:03
Appassionante il confronto fra @Camillo Massimo Fiori e @Mariuccio Bianchi. E’ la ragione per la quale tengo in vita il blog. Fino a quando, dipenderà da altre iniziative che mi frullano per la testa. Reso il giusto omaggio ai comunisti per l’onestà, il coraggio, l’abnegazione con cui hanno perseguito il loro ideale, è chiaro che sono molto meno generoso di @Mariuccio nel giudizio verso il Pci di cui, come ricordo nel post, sono stato fiero avversario. Va detto però chiaramente che sarebbe sbagliato assimilare il Pci non solo al partito sovietico ma pure, ad esempio, a quello francese. La peculiarità italiana era dovuta alla forte presenza della chiesa cattolica nella nostra società, ai partiti laici piccoli ma influenti, al Psi, e in particolare al ruolo politico e di governo di un grande partito della libertà, dell’Europa e della democrazia come la Dc. Ma vediamo il rovescio della medaglia. Il solidarismo concreto, prima di diventare assistenzialismo in parte negativo, è stato, oppure no, anche la risposta alle ricette dell’egualitarismo comunista? Non esito a rispondere di si. La Costituzione, la lotta vinta contro il terrorismo, la solidarietà nazionale in un momento buio, non sono stati passaggi resi possibile anche dal ruolo di opposizione democratica giocato dal Pci? Non esito a rispondere di si. E’ ben vero, come sostiene @Massimo, che la solidarietà nazionale di Moro non coincideva con il compromesso storico di @Berlinguer, che altro non era che il governo insieme delle due grandi forze popolari che Moro non voleva. Ma quella stagione di dialogo è stata senz’altro positiva. La condanna del comunismo l’ha decretata la storia, come qualcuno ha già fatto notare. Insistere su questo tasto non aggiunge nulla di nuovo. Ma la peculiarità del comunismo italiano merita di essere sottolineata.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/10/2011 alle 19:04
Bel post e bel dibattito. Quanto afferma @ Francesca Colombo lo viviamo in molti.
Scritto da FrancescoG. il 3/10/2011 alle 08:52
@mariuccio bianchi – rispetto le idee e apprezzo il modo con cui sono state espresse. Chiarisco il significato di alcuni termini: libertinismo – corrente di pensiero che difende la libertà di pensare contro ogni forma di dogmatismo (da non confondere con libertinaggio); materialismo – c. di p. che identifica ogni aspetto della realtà con la materia ed esclude la presenza di elementi superiori di ordine spirituale (nel marxismo c’è il m. dialettico e il m. storico); positivismo – c. di p. che considera solo i dati sperimentali e tralascia la questioni di ordine metafisico.
Scritto da Cmf. il 3/10/2011 alle 11:54
Archivi:
Ultimi post:
(12/6/2014 - 09:06)
(10/6/2014 - 11:29)
(8/6/2014 - 19:04)
(5/6/2014 - 12:08)
(28/5/2014 - 08:54)
(27/5/2014 - 09:40)
(26/5/2014 - 08:10)
(25/5/2014 - 09:04)
(24/5/2014 - 12:08)
(22/5/2014 - 17:23)