Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 2/10/2011 alle 10:19

 

 
Leggere e ascoltare, ieri e stamattina, le reazioni degli uomini della Lega all’affermazione di Giorgio Napolitano “non c’è un popolo padano”, è più divertente che allarmante.
Che nella Costituzione italiana non ci sia spazio per una secessione legale fatta a suon di referendum è lapalissiano. Ammesso e non concesso che raccolgano le firme necessarie, nessuna Corte costituzionale lo ammetterebbe mai.
Il principio dell’autodeterminazione dei popoli, richiamato da Calderoli, è del tutto ridicolo. Significherebbe che la Padania è stata occupata con la forza dallo straniero. Considerato che la Lega ha governato l’Italia per otto degli ultimi dieci anni l’asserzione è “grottesca”. Questo infatti è l’aggettivo usato giustamente dal capo dello Stato.
“Io esisto e sono padano” urla qualche dirigente leghista dalla loro radio e dal loro giornale. Io esisto, sono italiano, lombardo e varesino (o varesotto) urliamo noi, cioè  una moltitudine di cittadini.
La bancarotta del federalismo li porta al rinculo sulla secessione? Francamente mi dispiace perché sono a favore di una forte articolazione regionale con un potenziamento delle autonomie locali. Ma non possono pretendere che paghino gli italiani il prezzo del loro fallimento politico e di governo.
 


Commenti dei lettori: 50 commenti -
Chiarissime le parole del capo dello Stato. Anche il Pdl è in difficoltà. Gianni Letta questa mattina ha parlato di "rapporto malato" fra Bossi e Berlusconi. Qualcosa di importante si sta preparando.
Scritto da Stefano Gilli il 2/10/2011 alle 10:42
Del federalismo non parlano più. E' la certificazione di una sconfitta dopo che avevano ingigantito una piccola legge. Tutto sommato però è anche un insuccesso dell'unico tentativo di riformare lo Stato. Un'atra legislatura buttata al vento.
Scritto da Gloria Pirola il 2/10/2011 alle 11:48
Maroni si è accorto ieri che i cittadini volevano il referendum, quasi come l'ineffabile Bersani. I soloni del Pd di Varese che hanno giocato contro la raccolta delle firme, che cosa dicono?
Scritto da Giovane rottamatore il 2/10/2011 alle 11:57
Ok Adamoli, e sono una minoranza, Non c'è bisogno di essere maghi per immaginare che tra gli stessi elettori della Lega la secessione la vorrebbero in pochi. Con in tutto il Nord forse un massimo del 10% di favorevoli? Più che parlare a vanvera di autodeterminazione dei popoli, si organizzino in campagna per qualche sana grigliata di salamelle innaffiate da infimo vino e poi stonare tutti insieme il "Va pensiero". Del resto basta qualche corno in testa per dare dignità politica al' iniziativa.
Scritto da paperoga il 2/10/2011 alle 12:06
Perfetto, a federalismo quasi affossato ritornano agli albori : secessione.. La maschera leghista cade sempre più : padani sempre più incollati alle poltrone romane,alle prebende ecc. Di questo stiamo parlando ma il @Giovane rottamatore non si è accorto e vuole discutere di referendum. Se il rottomatore è un iscritto al PD direi che è uno che gode a darsi vergate sulle palle. Un autolisionismo politico pari quasi a quello di certi leghisti.
Scritto da A.V. il 2/10/2011 alle 13:34
Io riprendo invece il discorso del @giovane rottamatore. I nostri due parlamentari e i due consiglieri regionali hanno firmato il referendum?
Scritto da Lorenzo il 2/10/2011 alle 14:22
il PD deve fare proposte,cosa che non fa,Bossi fa proposte ,oscene ma di effetto,Ricordo una riunione,a ville Ponti, confronto DC con Bossi ,alle fine i DC ridevano del progetto nordista e dicevano al max Bossi farà l'Olonia.i DC sono spariti e la Lega al 10% a livello nazionale.E' ora di demolire la Lega che in 20 anni ha fatto solo stupidate e chiacchere(razzimo,celticismo,assalto a S. Marco ecc.)ma in concreto e soprattutto per il nord niente o disastri(fallimento federalista)
Scritto da luigi il 2/10/2011 alle 14:33
Napolitano ha sbagliato, probabilmente per causa di un’errata interpretazione dell’ordine che gli è stato impartito. L’ex comunista, attualmente presidente della repubblica italiana, che si pentì tardivamente per i moti d’Ungheria repressi nel sangue (Premiata Macelleria Sociale Budapest), si conferma al servizio dello straniero. Prima Mosca; ora Washington, via Francoforte. Il presidente della repubblica italiana è stato un fervente sostenitore della guerra in Libia, dalla quale hanno tratto beneficio solo Francia, Inghilterra e, in parte, Stati Uniti. Il presidente della repubblica italiana ha tuonato affinché venisse approvata in tempi brevissimi la prima, delirante manovra economica, contraria agli interessi del Paese ma imposta (non è un segreto) dalla BCE per suo proprio vantaggio. Ora la gaffe sull’autodeterminazione dei popoli. Avrebbe dovuto affermare che la Padania non esiste e, Carta canta, è inammissibile qualunque lacerazione dell’unità nazionale. Invece no, confusamente ha detto: “il popolo padano non esiste”. Come se potesse decidere lui, o altri, cosa sia un popolo e cosa aneli. L’Italia deve rimanere unita, debole, caotica. Prenda nota, presidente. Ed esegua meglio gli ordini, la prossima volta.
Scritto da Filippo Valmaggia il 2/10/2011 alle 14:56
Posso utilizzare un ritornello caro al premier? "Meno male che Giorgio Napolitano c'é".
Scritto da Giovanni Costa il 2/10/2011 alle 16:00
Basti dire che Bossi vorrebbe Grilli alla Banca d'Italia perchè è di Milano. Vergogna.
Scritto da Luisa Cardin il 2/10/2011 alle 16:57
Caro Giuseppe, diciamola tutta. Per fortuna che c’è Napolitano ad alzare la voce. E che lo fa in difesa del Paese, delle Istituzioni e, io penso, anche della politica con la p maiuscola. E, diciamola ancora. Non se ne può più di intellettuali, politici, amministratori, semplici notabili di provincia e anche qualche prete e del loro giustificare ogni “vaccata” bossiana. Un conto sono le sofisticate analisi di Bonomi, sociologo assolutamente di rango anche se con una interpretazione del fenomeno che , per quanto mi riguarda, giudico eccessivamente economicistica e, forse, poco capace di andare anche a cogliere i sentimenti immateriali che hanno portato a far esplodere la “Lega” come attore politico. Altro, invece, è il comportamento giustificazionista nei confronti di un partito che ha “sdoganato” un linguaggio triviale e insultante nei confronti di chi la pensa diversamente, Istituzioni comprese. Altro è giustificare l’uso spregiudicato della paura del diverso da noi. Altro è giustificare i comportamenti da “proprietari” che fanno delle amministrazioni governate da loro. Altro è evitare il denunciare che la Lega non è la CSU, né un qualsiasi partito conservatore, ma è un partito qualunquista che spaccia il qualunquismo per “buon senso”. La Lega è un partito privo di cultura politica, priva di un progetto politico che non sia il banale gridare alla “secessione” e priva di sensibilità amministrative perché incapace di pensare al “futuro”. E’ un autobus guidato ancora, non si sa per quanto, da un “contadino furbo” su cui sono saliti in tanti, “senza arte né mestiere”, come direbbe il suo fondatore e dove in tanti si sono arricchiti ben più e ben oltre i detestati politici della prima repubblica. Un partito familistico che prima applica il detto “tengo famiglia” e poi se avanza qualcosa…… Insomma, io credo che ormai siamo alla fine di un epoca. Siamo alla fine della “seconda repubblica” – se mai è nata – e, credo anche che, la credibilità dei partiti che vogliono sostituire questo stato di cose sta nell’usare la fermezza e nell’evitare le scorciatoie. E, se il Presidente della Repubblica, ha il coraggio di gridare forte che urlare in un prato “secessione” è una “vaccata”, bé, forse il limite di guardia è stato superato……
Scritto da roberto molinari il 2/10/2011 alle 17:11
La Lega è durata fin troppo. E' tempo di mandarla a casa. Non incensiamo Maroni. Al capo dice sempre di si anche quando sacrifica il sindaco di Varese, suo amico.
Scritto da Iscritto Varese il 2/10/2011 alle 17:56
Inutile rimarcare che dissento profondamente dal commento di @Filippo Valmaggia. Giudico molto positivamente l’azione del capo dello Stato che stimo come persona e come politico. Ne approfitto però, a proposito della Bce, per dire quanto mi ha impressionato la lettera che essa ha inviato al governo italiano pubblicata sul Corriere della Sera qualche giorno fa. Una banca centrale che usa questo tono perentorio con uno Stato sovrano vuol dire due cose. Uno: l’Europa della moneta unica senza un governo politico è una forte anomalia da correggere al più presto. Due, il governo italiano è ritenuto inesistente o perlomeno incapace di assumere i provvedimenti minimali più necessari e urgenti per meritarsi almeno l’acquisto dei buoni del tesoro da parte della stessa Banca europea. Del resto, da chi sosteneva che i conti erano a posto e che le riforme necessarie all’Italia erano già in cantiere non si poteva aspettarsi niente di più e di meglio. Le ragioni della nostra crisi vanno collocate qui piuttosto che in congiure e complotti dei soliti poteri forti mondiali, che pure esistono nell’economia globale. Fronteggiarli sarebbe compito dei governi nazionali credibili ed efficienti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/10/2011 alle 19:13
Vedremo mai Umberto Bossi - nel ruolo di Martire della Causa per l'Autodeterminazione dei Popoli - incarcerato come furono Silvio Pellico e Pietro Maroncelli? Fatto è che se i popoli si muovono non ci sono costituzioni, statuti, leggi marziali che li possano fermare. Ma non mi pare, qui da noi, di scorgere popoli in marcia. D'altra parte, con regioni in mano alle mafie, corruzione e inefficienza, proprio con il Lombardo-Veneto ce l'andiamo a pigliare? Medito d'andare anch'io a gridare nel prato!
Scritto da ulderico monti il 2/10/2011 alle 20:16
Perfetto caro Giuseppe il tuo commento sull'intervento della Bce. Questa Bce, istituzione senza legittimazione democratica, limiitata dal suo statuto al controllo dell'inflazione, con la sua lettera del 4 agosto entra nello spazio della sovranità di uno stato nazionale. Cosa finora mai avvenuta. Arriva a dettare scadenze e strumenti, quali il decreto legge, per modifiche costituzionali ! Altro che commissariamento. Degenerazione democratica della Bce o inadeguatezza drammatica della politica ?
Scritto da A.Vaghi il 2/10/2011 alle 20:32
Il governo italiano fa pena, se la Bce deve comprare i titoli italiani fa bene a dettare le condizioni. La colpa mi pare che stia soprattutto a Roma.
Scritto da Elisabetta C. il 2/10/2011 alle 21:31
Ho letto nel tuo ultimo commento al post di ieri sui comunisti che potresti chiudere il blog. Spero che non sia vero.
Scritto da Brielli Giuseppe il 2/10/2011 alle 21:50
@Giuseppe Adamoli asserisce che i poteri forti sono forti solo con i deboli governi di centrodestra. @Giuseppe Adamoli non sa o fa finta di non sapere che Goldman Sachs (è abbastanza forte come potere?) gestisce intere nazioni e gestì anche l’“Italia di centrosinistra”. Romano Prodi è stato consulente di Goldman Sachs, un loro Senior Advisor. Quando era Primo Ministro, Prodi ha voluto nel suo governo un altro dirigente di Goldman Sachs, Massimo Tononi, nominandolo sottosegretario all’Economia e responsabile delle privatizzazioni. Mario Draghi, per quattro anni presidente di Goldman Sachs Europe, nel governo Prodi (non ricordo se nel primo o nel secondo) era direttore generale del Tesoro. Rumors, peraltro mai smentiti, indicarono Linda Costamagna, moglie di Claudio Costamagna, anche lui dirigente di Goldman Sachs, quale finanziatrice della campagna elettorale di Prodi. Sorvolo sul ruolo di Tommaso Padoa Schioppa nell’affaire Easy Credit che consentì a Golman Sachs di truffare lo stato italiano, allora governato dal centrosinistra, per 600 milioni di euro. Sorvolo perché non è mai stata fatta chiarezza ma ciò non ha impedito a quel governo (di centrosinistra) di continuare ad affidare l’emissione di global bonds per miliardi di euro a Goldman Sachs, forte con i deboli; forte con tutti i deboli governi italiani.
Scritto da Filippo Valmaggia il 2/10/2011 alle 22:10
Se il federalismo non lo avremo la secessione sarà una scelta obbligata che vi piaccia o no. Le Italie sono già due, bisogna leggere la realtà per quella che è, senza i paraocchi del napoletano Giorgio Napolitano
Scritto da Leghista vero il 2/10/2011 alle 23:17
Ma pensino a far pagare le quote giuste ai produttori di latte che fanno i furbi anziché giocare a fare le guerre di secessione. Sono dei pagliacci.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 2/10/2011 alle 23:41
Caro Adamoli è vero che ci vorrebbe un forte governo politico in Europa per fronteggiare la forza della Finanza mondiale ed è altrettanto vero che non è l’incapacità del governo a prendere decisioni ma l’incapacità della nostra classe politica e della classe dirigente del Paese ad assumersi una responsabilità all’altezza della situazione. Sindacati e confindustria a chiedere soldi al governo, partiti orientati a difendere il proprio elettorato. La lettera della BCE era voluta dal governo italiano come pezza d’appoggio ad uso interno. Il Colle era a conoscenza, solo l’odio contro Berlusconi fa dire a certi ambienti nostrani che l’Italia è commissariata.
Scritto da Pensionato il 3/10/2011 alle 00:32
Ieri sera ho ascoltato Bersani, intervistato da Fazio (Rai 3). Ho viva simpatia per Bersani, che votai alle primarie, e tendo ad acconsentire a tutto ciò che egli dice. Ritengo che, se potesse esserlo, sarebbe un ottimo presidente del consiglio. Così, ieri sera, ho acconsentito alla sua analisi critica e progettuale: programma, alleanze, necessità di agire. La questione dirimente è che nella gravità della situazione i progetti del fare avrebbero già dovuto, e da tempo, essere realizzati: se si esigono le dimissioni del governo, il nuovo governo e leader e programmi dovrebbero essere già definiti e proposti ai cittadini. Non è così, e l'ottimo Bersani è costretto all'angolo del “bisognerebbe fare”: se non ora, quando? Nella dimostrata impotenza politica del Partito Democratico, si spera nella soluzione giudiziaria, amplificata dall'autorevole suggerimento delle “manette” da infliggere ai lombardo-veneti. In conclusione e con rammarico: addio, Bersani!
Scritto da ulderico monti il 3/10/2011 alle 08:28
Probabilmente Goldman Sachs, che è indubbiamente un potere forte, è responsabile anche del fallimento del federalismo bossiano, del terremoto dell'Aquila, dell'occupazione cinese delle industrie tessili di Prato,della spazzatura di Napoli ,dei tagli ai treni dei pendolari peraltro in stato pietoso, del dissesto idrogeologico del territorio nazionale. Forse qualche distinzione bisogna farla in un paese, come diceva Pietro Nenni, abituato a privatizzare i profitti e a socializzare le perdite
Scritto da cesare chiericati il 3/10/2011 alle 09:41
@Leghista vero quando esci con gli amici e mangi pesante, ad una delle vostre feste celtiche, presumo selvaggina accompagnata da fiumi di rosso, invece di metterti, al rientro a casa, appesantito alla tastiera, prenditi un buon bicarbonato. Ti farà digerire e magari anche la testa ne avrà beneficio.
Scritto da paperoga il 3/10/2011 alle 09:49
@Filippo Valmaggia - La mia è l’opinione politica che mi sono fatta da cittadino. La confermo in questo modo: la Bce ha dettato la linea perfino nei contenuti e nei tempi nel vuoto strategico del governo che minimizzava, dopo averla negata, l’esistenza di una crisi drammatica; è necessario un governo politico europeo; nell’economia globale esistono forze mondiali penetranti che i governi nazionali dovrebbero cercare di fronteggiare. Non so ricorrere ad altre fantasie più mirabolanti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/10/2011 alle 11:00
A Varese il segretario provinciale della Lega lo ha deciso Bossi, dicono i giornali. Questo in omaggio alla libertà degli iscritti e all'autonomia delle città.
Scritto da Vittorio il 3/10/2011 alle 11:12
Da quel “rimasticatore di testi” che sono, credo di aver trovato la felice sintesi del concetto che tento maldestramente di esprimere, cioè della impotenza ad operare che affligge noi di sinistra. Alla pagina 440 di “Io e Dio”, Vito Mancuso scrive del “criterio del giudizio finale nelle azioni concretamente compiute e non nelle idee professate a parole” e cita sinteticamente Matteo 7,21: “NON CHI DICE “SIGNORE SIGNORE”, MA CHI FA...”. Ok, Matteo, me lo scriverò sulla mia ideale bandiera rossa!
Scritto da ulderico monti il 3/10/2011 alle 11:56
Dopo il fallimento del federalismo i leghisti ingoieranno anche l'impossibilità della secessione. Lo vedete il Trota che imbraccia il mitra e va a combattere sulle montagne orobiche?
Scritto da Giulio Randon il 3/10/2011 alle 12:16
@Ulderico Monti (8.28) - Non mi piacciono le soluzioni giudiziarie ma la giustizia, per usare un’espressione abusata ma calzante, deve fare il suo corso. E i partiti dovrebbero darsi una loro strategia del tutto autonoma. Sono d’accordo sulla lentezza e sulle esitazioni del Pd in alcune materie importanti. L’esempio più recente è dato dal referendum elettorale. Sulle alleanze, sul progetto, sulla leadership abbiamo già discusso più volte e premo anch’io affinché si prendano decisioni chiare. Vorrei però sapere, se davvero vedresti volentieri Bersani presidente del Consiglio, perché gli dici addio. In favore di qualche alternativa? Non ti vedo proprio a ingrossare le fila degli agnostici e degli astensionisti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/10/2011 alle 12:23
Riprendo @Giovane rottamatore e @Lorenzo: Marantelli e Rossi, Tosi e Alfieri, hanno firmato o no il referendum elettorale? Silenzio totale.
Scritto da Iscritto Varese il 3/10/2011 alle 12:46
@cesare chiericati. Giornalisti e veline disconoscono l'esistenza delle Mani Forti e negano ingerenze sovranazionali. Non sono convinto, come molti pensano, che giornalisti e veline siano venduti e scrivano ciò che viene loro imposto. Sono persuaso che non sappiano vedere la realtà proprio perché sono giornalisti e veline.
Scritto da Filippo Valmaggia il 3/10/2011 alle 13:02
Caro @Iscritto Varese. Per quanto mi riguarda nessun silenzio. Ho firmato. L' ho scritto sul mio blog ed era riportato su alcuni giornali locali.
Scritto da paolo rossi il 3/10/2011 alle 13:16
Dice oggi Bossi: "Nella Lega troppi parlano a vanvera". Che abbia iniziato a scrivere la sua autobiografia ?
Scritto da Larpi il 3/10/2011 alle 13:40
La Lega sarà nata anche con interessanti prospettive e contro molto malaffare della prima repubblica, ma ormai si è arenata completamente. Siamo alle solite: parlare di secessione è molto più comodo perchè non richiede processi lunghi e pazienti di pianificazione e progetto, cosa che invece è richiesta ad un efficace ed efficente proceso federale. Il PD dovrebbe riprendere in mano con gran forza il tema del federalismo, visto che ormai la Lega l'ha abbondato completamente.
Scritto da Simone Franceschetto il 3/10/2011 alle 13:47
la proposta di secessione di quel gran creativo di Calderoli mi sembra un'ottima occasione: lasciamo che il popolino (al 10%?) della Lega si scelga un pezzetto di terreno dove stabilirsi (già, perchè mica tutti al nord si sentono padani!) e liberare l'Italia: del resto abbiamo già San Marino che fa stato, no? a patto che siano autosufficienti: come diventano indipendenti basta stipendi, vitalizi ecc. italiani. Solo un dubbio: sopravviverebbero?
Scritto da beatrice il 3/10/2011 alle 14:28
Perchè non rispondi a @Brielli Giuseppe. E' vero che stai per chiudere il blog?
Scritto da Perrucchetti Luigi il 3/10/2011 alle 14:51
@beatrice ricorda un dato solo apparentemente banale: i leghisti rappresentano soltanto una minoranza. Sono poco più degli extracomunitari presenti in Italia.
Scritto da Filippo Valmaggia il 3/10/2011 alle 14:59
Udite, udite! Adesso per @pensionato è stato il governo italiano a dettare la lettera alla BCE: incredibile a dove può portare l'ipocrisia e il fanatismo di parte...
Scritto da Adriano il 3/10/2011 alle 15:22
Sulla questione della Lega dico la mia, da patriota garibaldino (se si può dire senza suscitare sarcasmi!). Il cosiddetto “popolino al 10 per cento” (come dice Beatrice) è rappresentato da ben più consistenti percentuali in alcune aree del Nord e il movimento – sorto nel disinteresse e nel dileggio di molta parte della sinistra (come ben sa Daniele Marantelli per cui ho la più alta stima) – ha saputo affermarsi come forza di governo locale, regionale e nazionale. Il disprezzo dell'avversario è sempre sintomo di stupidità e presunzione ed è causa di amare delusioni e sconfitte. D'altra parte, e lo dico ancora una volta come patriota garibaldino, se la Lombardia fosse uno Stato autonomo e indipendente, noi lombardi (anche se io sono un ligure) saremmo certamente più felici e, chissà, primeggeremmo in Europa.
Scritto da ulderico monti il 3/10/2011 alle 17:28
Caro @Ulderico, nelle parole di @Beatrice e @Simone Franceschetto, per menzionare solo gli ultimi, più che il dileggio io vedo la denuncia della contraddizione profonda fra le promesse della Lega e i fatti realizzati. Quali fatti? La riforma dello Stato, il federalismo, la lotta al clientelismo regionale e municipale, il rilancio delle infrastrutture? Quanto al disprezzo, se misuriamo quello della Lega verso gli avversari, tutto il resto impallidisce.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/10/2011 alle 18:13
@Brielli Giuseppe e @Perrucchetti Luigi - La chiusura del blog è solo un'ipotesi. Certo, se realizzassi un altro progetto che ho in mente forse una scelta la dovrò pur fare. Mia moglie, rammaricandosi a ragione, mi dice che lavoro (quasi) come prima. In ogni caso mi dispiacerebbe lasciare il blog, sia per il suo buon risultato, sia perché i prossimi mesi saranno politicamente incandescenti. Ve ne parlerò prima di prendere qualsiasi decisione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/10/2011 alle 18:18
Ogni tanto torna fuori la storia del rimasticatore di testi. Scrivo davvero così male al punto di non farmi capire? Quell'epiteto era rivolto a Valmaggia e non a ulderico monti. Si rilegga a prova quel mio commento. Un'altra cosa. Si scrive che io sarei anche un certo Paperoga. Non è vero! Vorrei poterlo provare, se la cosa fosse importante, ma non so come. Per ultimo. Vorrei segnalare dal corriere alcune dichiarazioni di Moncalvo, ex direttore della Padania, su accordi economici fra Berlusconi e Bossi. Mi pare se ne possa parlare in questo post. Signor Adamoli, noto da parte sua una certa ostilità nei miei confronti. Eppure io la stimo e sono un elettore PD e penso che qui si potrebbe discutere più tranquillamente senza troppe polemiche, condotte sempre e soltanto dai soliti noti.
Scritto da Giorgio Piras il 3/10/2011 alle 18:28
Accipicchia, Il vecchio (in senso buono) Adamoli scalda i motori!!!
Scritto da Aspide il 3/10/2011 alle 18:40
Caro@Adriano, il mio non è fanatismo ; lei sa sig Adriano che la lettera è stata scritta da Trichet con la collaborazione di Draghi, il quale conosce bene la situazione italiana e sa che qualunque governo da solo non ce la fa a prendere certe decisioni; hanno messo sul tappeto l'autorità dell'Europa in accordo governo e Colle. Se vuole le posso parlare male di Berlusconi non ho problemi .
Scritto da pensionato il 3/10/2011 alle 18:40
Spero che il progetto di cui parli sia una altro libro. Lo leggerei con grande piacere.
Scritto da Il pirata il 3/10/2011 alle 20:16
Caro Giorgio Piras, a me la qualifica di "rimasticatore di testi" non spiace affatto. Forse preferirei "ruminatore", anche se si potrebbe obiettare che ho le corna. Risponderei - ma sarebbe millantar credito - che le corna le ho, taurine. Insomma va bene così!
Scritto da ulderico monti il 3/10/2011 alle 20:47
Sull'autodeterminazione dei popoli è già stato detto tutto molto chiaramente da illustri giuristi e costuzionalisti. Bisogna battere il ferro quando è caldo e parlarne anche con la gente semplice. Sono slogan che ieri ho sentito ripetere nel mio bar.
Scritto da Ruggero il 3/10/2011 alle 22:15
Nessuna ostilità verso nessuno, @Giorgio Piras. A chi si diverte a piantare zizzania consiglio di utilizzare meglio il loro tempo. I lettori sanno giudicare. Vuoi parlare dell'intervista di Gigi Moncalvo di ieri sulla Rai a proposito di un contratto sottoscritto da un notaio tra Bossi e Berlusconi? Per me va benissimo, rientra nell'oggetto del post.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/10/2011 alle 22:35
@Giorgio Piras, io non sono "un certo" paperoga, io sono paperoga! Mi saluti la signora Zedda.
Scritto da paperoga il 4/10/2011 alle 07:41
Infatti caro @pensionato, il problema è proprio questo: Draghi conosce bene la situazione italiana, Berlusconi & Co. invece no, visto che fino a un mese prima (1 MESE PRIMA) dicevano che i conti erano a posto dopo la finanziaria di luglio. Non è questione di "parlare male di Berlusconi", perché qui non si fanno pettegolezzi, ma di prendere atto della realtà. E lei mi sembra piuttosto fuori.
Scritto da Adriano il 4/10/2011 alle 09:24
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