Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 13/10/2011 alle 09:23

 

 
Gli indignados fanno le proteste in piazza. I giovani del Pd fanno i documenti: tre riunioni nazionali in poche settimane, senza dubbio utili se non saranno troppo personalistiche e frazionistiche.
Differenze col Sessantotto?
Sull’attività dei partiti poche.
Sul fronte spontaneista molte. Allora i giovani volevano la fantasia al potere, avendo la pancia piena e un’ideologia iper-totalizzante.
Oggi vogliono più lavoro, più sicurezza, più futuro, meno precariato. L’ideologia è sempre in agguato ma meno devastante.
Se fossi chiamato a spendere una fiche di simpatia tra il ’68 e gli indignados, la spenderei per la rivolta di oggi.




Commenti dei lettori: 29 commenti -
I giovani, si fa per dire, del Pd organizzano tre convegni e Bersani ne organizza un altro negli stessi giorni chiamando lui i giovani. C'è troppa confusione.
Scritto da Iscritto Varese il 13/10/2011 alle 10:50
I fascisti non ci sono più. Sono dentro negli indignados o sono scomparsi? Io ci sono ancora. Che bello una volta quando tutto era più chiaro!
Scritto da Uno di destra il 13/10/2011 alle 11:09
Ho 34 anni. I "giovani" del PD sono maggiori di me. Non siamo giovani da almeno 10 anni. Rinforzo la mia convinzione pensando che Napoleone, a 35 anni, aveva già fatto il grosso del lavoro..... :-) Per gli indignati chi ha sbagliato (dolo o incompetenza?) deve prendersi la responsabilità. Vogliono fare il loro lavoro, desiderano avere un futuro decente per loro ed i loro figli o nipoti. Nè rivoluzione, nè assistenzialismo. Una tensione sociale positiva. Mi sento un indignato.
Scritto da FrancescoG. il 13/10/2011 alle 11:52
Si sta riprendendo una nuova forma partecipazione che parte proprio dai più giovani (I care from Kennedy)Per me questo è un fatto positivo, basta che non si trasformi in manifestazioni violente ed incivili di piazza (stile G8 Genova 2001). Per molti giovani cmq resta l'apatia di disenteressarsi completamente alla vita civica del paese e di alzare la voce solo quando la serie A proclama lo sciopero.Non confondiamo l'essere giovani solo con l'età anagrafica (Bersani su questo ha ragione).ciao
Scritto da Simone Franceschetto il 13/10/2011 alle 11:53
Un pò di simpatia gli indignati la mettono a che a me ma dovrebbero prendersela con il governo non con Draghi.
Scritto da Elisabetta C. il 13/10/2011 alle 12:03
@Uno di destra, non lo sai che i fascisti sono al governo? La Russa, Alemanno, l'ex presidente della ragione Lazio che non ricordo neanche come si chiama. Questi sono gli eredi di Almirante, oltre a Fini. Povero Almirante.
Scritto da Botti Giulio il 13/10/2011 alle 12:10
Caro Adamoli, mi permetto di chiederti un suggerimento: con alcuini amici e amiche dell'università stiamo pensando di andare ad uno dei convegni dei giovani del Pd. Quale dei tre ci consigli?
Scritto da Agosti Rino il 13/10/2011 alle 13:15
Sei diventato quasi un comunista anche tu. Adesso ti piacciono anche gli indignados. Non ti riconosco più e pensare che prendevi valanghe di voti dagli anticomunisti, più di Zamberletti.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 13/10/2011 alle 13:23
Caro Giuseppe devo dirti che, sinceramente, non mi va di discutere delle iniziative dei nostri “polli allevati in batteria” anche perché vedo già, nel PD, l’inizio dello sport preferito: mi schiero con questo, mi schiero con quello. Insomma, via D’Alema, Veltroni, Bersani c’è già chi fa i conti su come dividersi con i trenta/quarantenni che dovranno prenderne il testimone ( forse…. ). Preferisco cercare di fare una riflessione sui nostri “indignados” testimoni, magari non sempre sinceri, di una possibile tragedia generazionale. Gli “indignados” nascono a Madrid con la loro protesta ( lì ben più drammatica la situazione…) e da noi, tanto per fare i “globalizzati”, si adotta lo stesso termine. Tu parli di 68 e “indignados”. Ricordo che quando io ero studente universitario mi incavolavo parecchio nel vedere, da studente lavoratore alle prese con la difficoltà di sbarcare il lunario per pagarmi gli studi, visto che la mia famiglia non poteva permettersi di farmi fare la vita dell’universitario, mi incavolavo nel vedere, allora e parlo della fine anni ’80, altri studenti che col telefonino si preparavano a organizzare gli scioperi degli studenti…..dunque la pancia piena è durata parecchio…. Io credo che le ragioni per protestare da parte di giovani e forse anche alcuni meno giovani ci siano e ci siano tutte. Gli hanno spiegato che più erano flessibili, nello studio e nel lavoro, più avrebbero avuto opportunità. Gli hanno raccontato che la conoscenza non solo rende liberi, ma anche assicura un futuro. Gli hanno raccontato che la globalizzazione avrebbe migliorato la vita del sud del mondo e la loro. E che l’individuo ha possibilità illimitate. Insomma, gli hanno raccontato un sacco di belle cose salvo, poi, scoprire, come il resto del Paese e forse anche del mondo che, la loro vita sarà peggiore di quella dei padri e dei nonni. E, in questo, io credo, sta il punto. Come è possibile recuperare intere generazioni, perché qui parliamo non solo degli “indignados”, ma di tutti quelli che già oggi hanno dai venti ai quaranta anni a una dimensione sociale dignitosa, stabile e capace di dare una speranza per il futuro? Giocare a fare gli antiglobalizzazione, come fa una certa vecchia/nuova sinistra o l’estrema destra non mi pare una grande soluzione. Lanciare uova verso la Banca d’Italia può farti sentire meglio, ma le ricette di Draghi sono ampiamente condivisibili e pensare di giocare a fare i “rivoluzionari” non pagando il debito pubblico o chiedendo di non salvare il sistema bancario in caso di crisi, francamente mi sembra più un suicidio che una soluzione salvifica. “Che fare?” per citare un celebre libro di Lenin?. E se si provasse a muoversi sulla via della democrazia economica e cioè a proporre qualcosa che assomigli ad un controllo democratico dei processi di accumulazione capitalistico, tanto per cominciare?
Scritto da roberto molinari il 13/10/2011 alle 13:47
@Agosti Rino - Non mi sento di darti alcun suggerimento. Consulta bene i programmi e poi decidi intutta libertà. Anzi, un consiglio te lo posso dare: non legarti troppo a gruppi e gruppetti interni al Pd, abbi fede nelle tue idee, sono quelle che non ti tradiscono mai.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/10/2011 alle 15:06
Se parli degli indignati veri, disoccupati, precari, gente che fatica a pagare l'affitto, sono con te. Ma quelli che sono scesi in piazza ieri a Bologna sono i professionisti delle gazzarre e non meritano tanto rispetto.
Scritto da Mario Contini il 13/10/2011 alle 15:16
@ex-sostenitore: per te sarà uno shock scoprire che anche Montezemolo la pensa come Adamoli (http://www.ilpost.it/2011/10/13/montezemolo-e-le-proteste-comprensibili/). I casi sono 2: o tutti sono diventati comunisti, oppure sei tu che sei rimasto indietro e fuori dalla realtà.
Scritto da Adriano il 13/10/2011 alle 15:31
Montezemolo ha dichiarato che comprende gli indignados. Sono loro che non comprendono lui.
Scritto da Alfredo Martini il 13/10/2011 alle 15:40
Eppure, caro Giuseppe, credo che senza il '68 oggi macherebbe tutto il resto. E' stata la madre di tutte le rivoluzioni, uno snodo cruciale, per i giovani, per le donne, per la coppia, per il Paese, per il mondo. Aveva senza dubbio ragione Pasolini quando scriveva che i figli di papà tiravano i cubetti di porfido addosso ai figli degli operai costretti a fare i poliziotti per vivere. Ma sta nelle cose. Credo proprio che non saremmo dove siamo se non ci fosse stato il 1968.
Scritto da Laura S. il 13/10/2011 alle 15:48
Cara Laura, vale anche per me quello che tu dici. La storia è una continua evoluzione di eventi, culture, politiche che dipendono da chissà chi e da chissà dove. La storia non fa salti se non in caso di rivoluzioni che in 60 anni in Italia non abbiamo vissuto. Il Sessantotto ha avuto la sua bella importanza, come il terrorismo e la sua fine, come l'assassinio di Moro, come l'implosione della prima rebubblica. La mia non era un'analisi politica ma più un pezzo di colore. Tu ricordi le parole di Pasolini "i figli di papà tiravano i cubetti di porfido addosso ai figli degli operai costretti a fare i poliziotti per vivere". Ecco quei figli di papà che non mi facevano parlare nelle assemblee e che davano del "reazionario" a quelli che pretendevano il rispetto del metodo democratico non mi andavano giù. Per questo ho più simpatia per gli indignati di oggi che fondano le loro sacrosante proteste su problemi esistenziali seri e drammatici.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/10/2011 alle 16:16
Ho letto che l'ineffabile Filippo Penati comincia a fare ammissioni su fondi che sarebbero andati ai Ds durante le sue amministrazioni. La frana è iniziata. Dove porterà non si sa.
Scritto da Gaetano Migliorini il 13/10/2011 alle 16:38
Libero @roberto molinari di scrivere ciò che vuole. Se però fosse un po' sintetico non sarebbe malaccio. Una volta ci riusciva e quasi benino. Ora, forse con più tempo a disposizione, apre il rubinetto e via, ma l' imitazione made in Marocco di @Camillo Massimo Fiori non li riesce benissimo. Bisognerà che qualcuno più autorevole di me glielo dica.
Scritto da Aspide il 13/10/2011 alle 16:52
Mi sono posto anch’io la domanda retorica di @Roberto Molinari a chiusura del suo commento; la mia risposta è affermativa: ritengo fondamentale che una Politica seria si occupi dei processi di accumulazione del sistema capitalistico. Non ha alcun senso che l’un per cento della popolazione detenga l’ottanta per cento della ricchezza. E che quell’un per cento venga anche coccolato dal sistema fiscale. Ma certo questo non è un problema che fa perdere il sonno alla spensierata compagnia di giro B & B.
Scritto da Angelo Eberli il 13/10/2011 alle 17:36
E' probabile che avendo fatto il rivoluzionario da giovane, da vecchio sia diventato un conservatore bigotto, ma non riesco ad accendermi di entusiasmo. Non mi entusiasmò il 68, chè ero già sui 36 anni e non mi consideravo più un “ragazzo” da quando a 18 anni ebbi la tessera di membro del PCI. Leggo interessanti e approfondite analisi sul come e qualmente, ma non riesco a rinverdire la mia disseccata mente. Un triste pensiero mi conturba e mi deprime: che siamo noi, che ci definiamo di sinistra, i maggiori responsabili della crisi del Paese. Che siamo noi, che al desolante governo in carica abbiamo aperto le porte con il fallimento dei nostri governi abborracciati, nell'illusione di mettere tutti insieme, i Prodi e i Bertinotti; illusione che reiteriamo oggi nel tentativo (che io spero fallisca) di assemblare i Bersani e i Vendola. Nel deserto della mia desolazione, mi raccapriccio vedendo l'opposizione abbandonare l'aula del Parlamento: lo sfregio è all'istituzione! L'offesa è al Parlamento della Repubblica! La ferita la infliggiamo alla nostra democrazia! E' pur vero che la Storia non insegna nulla: di Aventino avrebbe dovuto bastarne uno, (se è chiaro di che cosa sto parlando)!
Scritto da ulderico monti il 13/10/2011 alle 18:27
Voto ancora Lega ma se dovessi andare a una manifestazione oggi andrei dagli indignados. Poi chi dovrei votare? La Lega Nord, non c'è scampo per adesso.
Scritto da Basso Luca il 13/10/2011 alle 19:07
Signor Adamoli ho notato che da quando sono spariti la signora Mafalda e Filippo Valmaggia il suo blog è semideserto. Con la migrazione di Valmaggia il blog di Rossi è cresciuto e non poco, superando il suo per numero di commenti. Lei sa quanta poca simpatia io abbia per i sopraddetti ma certo vivacizzavano molto. Per parte mia sono contento avendo chiesto a gran voce censure sui commenti del Valmaggia ma i fatti sono fatti. Sugli indignados credo siano manovrati e non rappresentino che loro stessi. Sono contrario a queste forme di proteste esibizionistiche e ogni paragone con il sessantotto mi sembra fuori luogo. Il sessantotto fu un fatto culturale più che politico e ha avuto grandi ripercussioni sulla società di allora e di quelle a venire. Lei pensa che questi disperados avranno un qualche peso?
Scritto da Giorgio Piras il 13/10/2011 alle 19:51
Motivi per indignarsi ce ne sono ad iosa. Quello che è successo ieri in Parlamento lo mette bene in vetrina. I giovani senza lavoro o con un sottoccupazione sono una moltitudine. Non so se questi raggazzi in piazza sapranno interpretare questo profondo malessere sociale
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 14/10/2011 alle 07:49
Da parte del governo stanno già avvelenando il clima dicendo che domani a Roma ci sono i rischi per l'ordine pubblico. Spero che non si ripeta un'altra Genova. La protesta è più che giustificata e motivata.
Scritto da Giovanni Costa il 14/10/2011 alle 08:31
@Roberto Molinari e Angelo Eberli - Alla tua ultima domanda, caro @Roberto, ha già risposto benissimo @Angelo e io sottoscrivo. Il problema è come raggiungere l’obiettivo. La premessa necessaria e comprensibile a tutti è la necessità di avere dei governi continentali. Se l’Europa fosse politicamente unita, se avesse un governo dell’economia che comprendesse anche la Gran Bretagna, se fosse un partner più autorevole e rigoroso degli Usa anche in politica estera, forse faremmo un passo avanti per tenere più sotto controllo i fenomeni che hanno portato alla crisi di questi tempi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/10/2011 alle 08:41
@Ulderico Monti - Prendo soltanto uno scampolo del tuo commento. La decisione di uscire per qualche ora dalla Camera è sostenibile come protesta estrema in una condizione assolutamente eccezionale. Non lo è affatto il nome che a questo gesto è stato dato per responsabilità in parte dei giornalisti e in parte dei politici. Non si sfregia così la memoria storica dell’Aventino praticato quando il Parlamento stava per essere messo i tacchi dalla dittatura del Ventennio. Dire che ci sono analogie fra le due situazioni è una solenne menzogna. Che la si dica da sinistra mi fa solo più rabbia.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/10/2011 alle 08:54
Ho dei dubbi che questo movimento non sia già stato inquinato dalle frange più estreme che cercano l'incidente con le forze dell'ordine. Sui motivi della protesta niente da eccepire. Il ragionamento di @Roberto Molinari è anche il mio.
Scritto da Giorgio S. il 14/10/2011 alle 09:33
Gli interventi di @FrancescoG sono sempre puntuali con un tratto umano e un contenuto appropriato. Gli dico: BRAVO.
Scritto da Piera Giudici il 14/10/2011 alle 10:08
Condivido il tuo commento a @Ulderico Monti. L'Aventino in epoca mussoliniana era stato un'altra cosa, ben più seria. Questa è una protesta. Non diciamo balle troppe grosse.
Scritto da Lorenzo il 14/10/2011 alle 10:49
@ Piera Giudici. Leggo solo ora. E non posso che ringraziare per le sue parole. Mi imbarazza :-)
Scritto da FrancescoG. il 14/10/2011 alle 20:57
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