Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 19/10/2011 alle 09:31

 

 
Fiumi di inchiostro su questo tema. Io mi assegno invece uno spazio limitato con l’intenzione di aprire solo il dibattito.
La svolta di Todi (foto) è stata causata da innumerevoli ragioni. Ne cito due: la crisi morale che investe la politica (e non si dia la colpa solo al berlusconismo); la crisi economica gravissima che ha prodotto più disoccupati, precari, povertà, famiglie in difficoltà.
La chiesa si è resa conto che occorre un nuovo protagonismo dei laici cattolici nella società. La necessità di un nuovo soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica nasce da queste ritrovata consapevolezza.
E’ stata messa finalmente in soffitta la fase in cui ai valori non negoziabili ci pensava la gerarchia trattando direttamente con i governi in carica e i laici giocavano un ruolo secondario.
L’incontro di Todi ha deluso le aspettative dei pochi che immaginavano un passo deciso verso un soggetto politico. Ha prodotto però due risultati importanti: la denuncia di un governo inadeguato con la richiesta di un governo forte, ampio, condiviso; la conferma che il nuovo protagonismo dei cattolici non mette in discussione il pluralismo politico.
Mi soffermo per un attimo solo sull’aspetto culturale, essendo quello politico di tutta evidenza. Tocca ai cattolici dare un forte apporto per riportare nella società italiana il senso del limite della politica.
Il che vuol dire due cose: uno Stato che sa rispettare la vita delle persone senza invasioni di campo (statalismo); uno Stato che non sia responsabile di abbandoni sociali (iper liberismo in economia e individualismo esasperato nella società).
Dentro questa cultura di fondo, la valorizzazione del lavoro in ogni sua forma, operaio, tecnico, intellettuale, diventa l’architrave imprescindibile.
C’è un’altra ragione che rende indispensabile un cambio di passo nell’impegno politico dei cattolici. Stiamo uscendo (forse) da una fase di divisioni e contrapposizioni sociali e politiche fortissime.
I cattolici hanno una cultura inclusiva, che tiene insieme i vari pezzi di società, che sa conciliare esigenze diverse, che sa accettare gli inevitabili compromessi.
Il loro contributo può essere decisivo.


 
Commenti dei lettori: 46 commenti -
Analisi condivisibile ma la Cei ce ne ha messo del tempo prima di dare l'addio al berlusconismo.
Scritto da Piera Giudici il 19/10/2011 alle 10:13
Toh, ma questo Adamoli è proprio bravo. Un 'giovane' che si farà e di sicuro avvenire. Scusa la battuta Giuseppe, oltre tutto, su un argomento importante e serio, ma non sarei mai riuscito ad esprimere così bene un pensiero preciso e nitido che, ovviamente, mi è naturale condividere. Sai che sono sincero, non hai bisogno di 'lisciate di pelo', tanto meno dal sottoscritto. Un abbraccio.
Scritto da paolo rossi il 19/10/2011 alle 10:16
Meglio contare sulle nostre forze di cattolitici laici piuttosto che sugli accordi col governo. Quando il governo è Berlusconi il risulttato negativo è scontato.
Scritto da Lorenzo il 19/10/2011 alle 10:44
Caro Giuseppe la Tua analisi è precisa e puntuale e la condivido.Credo però che con le attuali forze in campo sia difficile uscire da una fase di contrapposizione perche i cattolici sia da una parte che dall'altra dovrebbero diventare trasversali, almeno in parte, alle politiche dei rispettivi parttiti di appartenenza.Forse con l'inserimento di nuove forze scevre da vecchi schematismi consolidati si potrà arrivare all'umanizzazione della politica a vantaggio del popolo
Scritto da luigi il 19/10/2011 alle 11:11
La sinistra anche stavolta ha strumentalizzato Todi in chiave anti Berlusconi. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Scritto da Brambilla Luigi il 19/10/2011 alle 12:00
Avevo paura del solito attacco contro il governo. Oggi ti sei contenuto e te ne do atto. Come vedi non sono pregiudiziale.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 19/10/2011 alle 12:09
Caro Giuseppe, con l’incontro di Todi viene forse, anche se è riduttivo scriverlo, accantonato nel cattolicesimo italiano e nella Chiesa Istituzione l’idea ruiniana della difesa dei valori non negoziabili direttamente da parte della Chiesa. Dopo la fine della DC la Chiesa italiana con Ruini ha scelto di “trattare” direttamente con il potere civile, qualunque esso fosse, saltando quella “prassi” positiva che per tutto il dopoguerra bene aveva fatto al Paese. Era la DC che rappresentava i valori cattolici e lo faceva con laicità e senso dello Stato che, paragonati, ora, ai comportamenti di questo Governo o degli atei devoti, quei comportamenti, appaiono veramente come qualcosa di diverso dal becero clericalismo cui stiamo assistendo per ingraziarsi i “voti del cielo”. Certo, prima che il fatto politico, rimane oggi il problema culturale di che cosa i cattolici possono dire a questo Paese pur essendo una minoranza e questo non è e non può tradursi solamente in un problema partitico o di egemonia politica. Tu giustamente sottolinei il carattere “inclusivo” del cattolicesimo e i limiti che la cultura cattolica pone alla politica. Io credo che ci sia un altro carattere culturale da sottolineare e cioè che tutti gli interventi che possono tradursi poi in scelte politiche partono da un presupposto: l’idea di libertà. Questa è stata forse l’intuizione principale del pensiero di Sturzo, ma anche in Maritain. Prima di ogni azione politica l’idea di libertà. Da qui discende tutto il resto, prassi e pratica, sociale e politica. Ora la domanda è: durante la seconda guerra mondiale fu elaborato il “codice di Camaldoli” che conteneva un progetto di società ben preciso capace di essere una porta aperta alla modernità, dietro, venti anni di elaborazione e di pensieri anche se in un contesto drammatico. Oggi e siamo in un contesto ugualmente drammatico dove però le macerie non sono materiali, ma morali e ideali, il mondo cattolico ha la forza di elaborare un “nuovo codice”? dopo tutto anche il mondo cattolico, negli ultimi venti anni, ha subito una involuzione non indifferente e questo spiega anche le difficoltà del Paese e l’emergere di una classe dirigente ( quindi non solo politica ) non all’altezza dei “tempi nuovi”. Insomma, basterà “Todi” per dire che “l’inverno” è finito per il cattolicesimo e per il Paese?
Scritto da roberto molinari il 19/10/2011 alle 12:26
Basta con questi ritornelli sui cattolici, facciano quello che devono e che vogliono nei partiti che ci sono e finiamola lì.
Scritto da Un laico il 19/10/2011 alle 13:18
Se @roberto molinari si applicasse con lo stesso impegno con cui confeziona i suoi commenti, il PD a Varese sarebbe al 45%. Invece si accontenta di stare nella scia comunista. Un vero peccato, uno spreco di risorsa e potenzialità..
Scritto da paperoga il 19/10/2011 alle 13:49
A Todi iniziativa pregevole ma tardiva. Adesso che i buoi sono scappati il pastore/priore chiude il recinto e si chiede dove sono finiti i suoi animali. Impressionante che certo mondo cattolico abbia deciso di interrogarsi solo ora, sopra un cumulo di macerie di cui è in buona parte responsabile.
Scritto da paperoga il 19/10/2011 alle 14:04
Caro Giuseppe, leggo con interesse i tuoi articoli e mi trovo sempre (o quasi) in sintonia. Ad es. quando scrivi: "Stiamo uscendo (forse)...) avrei scritto quel "forse" in grassetto potenziato; sarà che la vecchiaia porta ad essere pessimista anche quando non lo sei mai stata. Recentemente ho sentito una frase del Vescovo di Ivrea che mi piacerebbe fosse diffusa e accolta: "Dobbiamo inserire il concetto di volontariato nell'economia e nella politica"! Pensa che bello...
Scritto da Renzina il 19/10/2011 alle 14:14
@ Piera Giudici. Concordo con la diagnosi sulla tempistica della CEI e noto che lo sta facendo “obtorto collo”. La nave affonda ed è d’uopo tenere a portata di mano il salvagente; meglio ancora una scialuppa di salvataggio. Ma poi, quali sono questi benedetti “Valori non negoziabili”? Un tempo la teoria geocentrica. Son dovuti trascorrere cinquecento anni e prove scientifiche ormai inconfutabili, perché gli “infallibili” fossero indotti a chiedere scusa. Oggi, l’uso del preservativo, le coppie di fatto, il fine vita, i vari “disordini morali” e il “relativismo culturale”. Ovviamente, il sultano, essendo uomo di potere, impersona “l’ordine morale”. Proprio l’effige degli insegnamenti dei Vangeli canonici. Esempio di “ordine morale” del resto, anche Pinochet, seppellito con uno svolazzante turbinio di rosse talari e soffocanti nuvole d’incenso. Al povero mons. Romero non è andata con altrettanti fasti. Personalmente, dalle giravolte delle Gerarchie, non mi aspetto proprio niente. Sta alla coscienza critica dei cattolici che militano nei vari schieramenti porsi delle domande e agire di conseguenza.
Scritto da Angelo Eberli il 19/10/2011 alle 14:15
Caro Roberto, non basta Todi, questo è certo. Il contributo immediato e concreto che il cattolicesimo può offrire oggi è quello di una “pacificazione” e di una coesione sociale che sono da sempre nelle sue corde. Il “codice di Camaldoli” non era venuto direttamente dalla Chiesa ma dall’intelligenza dei laici spronata dalle gerarchie. Todi è solo un’occasione da non sprecare.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/10/2011 alle 15:21
Cara Renzina, apprendo con piacere che segui il blog. Il volontariato in politica è fondamentale ma ti assicuro che alla base ce n’è ancora molto. Il problema è di non farlo girare a vuoto, di dargli uno sbocco pratico e utile per il Paese. Per il bene comune, si sarebbe detto una volta. Il nodo da sciogliere è questo, anche da parte del Pd.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/10/2011 alle 15:24
Caro Angelo, solo sei mesi fa non era per niente scontato che la chiesa avrebbe fatto i conti in questo modo con la fine (prossima) del berlusconismo. La chiamata a Todi di quasi un centinaio fra associazioni, organizzazioni e fondazioni di matrice cattolica è un fatto straordinario. Tardivo? Si, ma adesso non sommergiamolo di critiche e di scetticismo
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/10/2011 alle 15:27
Berlusconi ha il coraggio di dire che il convegno di Todi non gli ha dato il benservito. La sua impudenza è senza limiti.
Scritto da Albertone da Giussano il 19/10/2011 alle 16:32
@Angelo Eberli, scrivo poco ma leggo sempre e spesso apprezzo i tuoi commenti: brevi, netti, grintosi. Ma ho notato una specie di livore contro la chiesa cattolica che non mi spiego e non mi convince. La chiesa ha una storia millenaria, può aver compiuto degli errori ma la sua esperienza ha plasmato la nostra cultura. Forse ci vorrebbe più cautela nel giudicarla sui fatti di tutti i giorni.
Scritto da Adams il 19/10/2011 alle 16:33
‘ … i cattolici si dividono sul futuro politico dei democristiani (per Cirino Pomicino la croce deve tornare sul simbolo elettorale, per Maurizio Lupi può restare tra le tette della Minetti)’. Non lo dico io ma Francesca Fornario dalle pagine dell’Unità di ieri, nella rubrica ‘Per manifestare contro le banche chiedi un prestito. In banca …’.
Scritto da Frank Slade il 19/10/2011 alle 17:10
@Paperoga, quando la smetterai di polemizzare con gli altri e comincerai a dire qual'è il tuo pensiero politico, se ne hai uno?
Scritto da Giovanna G. il 19/10/2011 alle 17:14
Tutti questi discorsi nel Pd non servono a niente. Al massimo sarà un casa ospitale ma mai un partito dove i cattolici si sentano a casa propria.
Scritto da Franca il 19/10/2011 alle 17:27
@Frank Slade, cita per favore qualche cattolico che sta nel Pd e non solo Luppi e Pomicino?
Scritto da Alessia il 19/10/2011 alle 17:34
Giovanna G. è cattolica? Non lo so e nemmeno lo voglio sapere. E' una donna civile e costruttiva e questo mi basta. Alessia, chi è Luppi?
Scritto da Frank Slade il 19/10/2011 alle 17:42
Il convegno di Todi richiama alcune analogie con quello svoltosi nel 1943 nel monastero di Camaldoli ma evidenzia alcune differenze oltre le circostanze storiche. I cattolici prendono coscienza che il Paese si trova in gravi difficoltà, attanagliato da una crisi economica e morale ma, a differenza di allora, l’iniziativa non proviene da singoli laici ma da movimenti appoggiati dalla Gerarchia. Non si è parlato di un nuovo partito perché la disaffezione degli italiani verso i partiti politici è generale. Però non si tiene conto che quelli di oggi sono soltanto dei “partitoidi” sopravvissuti alla rivolta dei cittadini dei primi anni novanta contro la partitocrazia, cioè la degenerazione dei partiti, che sono stati spazzati via nella presunzione che la loro mediazione non fosse necessaria e che il popolo avrebbe potuto fare politica direttamente scegliendo per intuito i personaggi più adatti in base alla popolarità e alla simpatia. Il sistema della democrazia rappresentativa è stato scardinato perché le principali funzioni dei partiti (partecipazione degli iscritti, elezioni dei dirigenti con regole democratiche certe, elaborazione culturale, costruzione del programma sulla base di un patrimonio di idee, di valori, di esperienze, azione educativa e formativa) sono state azzerate. Si sono messi gli strumenti (primarie, elezioni, organizzazione e propaganda) al posto dei fini: la politica non ha più lo scopo di cambiare la società e di realizzare il bene comune ma quello di gestire l’esistente. I nostri concittadini posseggono naturalmente il senso della fazione per cui parteggiano sempre per l’amico e soprattutto contro il nemico, non quello del partito che è un soggetto collettivo propositivo; sono sempre di più quelli che “vivono di politica” per lucrarne i benefici e non “per la politica” al fine di realizzare ideali condivisi. E’ il risultato di una condizione storica di “familismo amorale” dove non ha potuto maturare una vera esperienza democratica, anzi la democrazia ci è stata portata dagli Alleati vincitori della seconda guerra mondiale; sino ad allora in Italia c’erano stati governi elitari e autoritari oltre alla dittatura fascista. La Democrazia Cristiana è stata accettata, non per le sue alte finalità, ma perché era un’ utile diga contro il “pericolo” comunista e fu utilizzata dai cittadini come struttura clientelare; la stessa “diversità” del Partito Comunista segnala una ambivalenza genetica: opposizione a parole ma pratica di condivisione dei vantaggi del potere. Questa situazione era stata ben capita da Giuseppe Dossetti che rinunciò alla promettente carriera di vicesegretario democristiano per rifugiarsi in convento; pensava, non a torto, che la democrazia presupponeva il rinnovamento del carattere degli italiani e, difatti, fu esperto nel concilio Vaticano II che introdusse nel mondo cattolico degli elementi di novità, purtroppo non realizzati pienamente. Berlusconi e Bossi non costituiscono una parentesi nella nostra storia ma come disse in altre circostanze Piero Gobetti sono “l’autoritratto della nazione”. Spero che il tentativo del mondo cattolico vada a buon fine, ma il problema basilare del popolo italiano, fin dai tempi del Risorgimento, è quello dell’ educazione per “risorgere” a nuova dignità di cittadini e non solo di individui. Servono però esempi virtuosi per scalfire il cinismo nazionale.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 19/10/2011 alle 17:50
Da cristiana, condivido integralmente il pensiero di @Angelo Eberli. Contrariamente a quanto percepito da @Adams, ritengo che Eberli si sia espresso con la solita eleganza e competenza. Anzi, prima ancora di leggere l’opinione di Adams, stavo giusto osservando che altri, a differenza di Eberli, sarebbero scaduti in un becero anticlericalismo. Lo stile di Eberli ci mette al riparo da queste cadute di tono. Per scarso interesse, ho seguito poco l’evento di Todi … Ieri definivo la prossima manifestazione del Pd (5 novembre) una passerella di big. Ebbene, l’iniziativa di Todi non è stata da meno. Ma non sarebbe meglio se questi cattolici decidessero di praticare, oltre che la purezza di cuore, anche un bel digiuno dalle parole vacue e dal morboso presenzialismo? Come in Quaresima, mettersi la cenere sul capo e fermarsi a riflettere. In silenzio. Senza ostentare diversità rispetto agli altri comuni mortali. Per essere inclusivi (come dice Adamoli nel post) occorre perdere in rigidità, per acquistare duttilità (o misericordia, per usare un linguaggio cristiano) verso gli altri. Sarebbe una bella cosa.
Scritto da Mafalda il 19/10/2011 alle 18:05
Dibattito intenso e ricco. Vuol dire che nel centrosinistra, con o senza trattino, c'è un vivo interesse intorno a questo problema. Sono soddisfatta.
Scritto da Cittadina cattolica il 19/10/2011 alle 19:44
Intanto un'altra sconfitta del Pd in Molise. La regione è piccola ma lo scivolamento è inarrestabile. CONGRESSO STRAORDINARIO, anche in provincia di Varese
Scritto da Giovane rottamatore il 19/10/2011 alle 20:20
Condivido il tuo scritto come quello di @roberto molinari e mi piace anche quello di @Angelo Eberli ne trovo l'ultima frase illuminante: "Sta alla coscienza critica dei cattolici che militano nei vari schieramenti porsi delle domande e agire di conseguenza." Il problema è dove sono i cattolici impegnati in politica, una volta gli oratori erano delle fucine di giovani che poi confluivano in politica, oggi mancano anche gli oratori. Ma le trattative col potere di turno non sono mai cessate...
Scritto da mauro prestinoni il 19/10/2011 alle 20:25
Giuseppe penso che nell'incontro di Todi bisognerebbe trovare del valore aggiunto, di sfida anche dentro il PD. Penso però tuttavia che il Partito, lo Stato e la politica in generale debbano restare LAICI. Un pilastro del PD del 2008 di Veltroni era la LAICITA' come METODO prima di tutto e poi come operatività. L'avvicinamento al popolo moderato e il civismo è una cosa a cui tendere. Ma non confondiamo questo con la religione cattolica. PD laico sempre e comunque. Tu come la pensi?
Scritto da Simone Franceschetto il 19/10/2011 alle 20:52
@Giovanna G., non mi segui con la necessaria attenzione.
Scritto da paperoga il 19/10/2011 alle 21:04
Inclusione sociale, etica, lavoro. Servono come l'aria. Stasera sono stanco, disilluso, quasi distaccato.Quindi quello che scriverò può essere condizionato.I cattolici ci sono sempre stati in società e politica. In quest'ultima forse tiepidi o per interesse. Ma lo abbiamo già detto. L'attività nei partiti serve.Sarà utile in prospettiva, costruendo. Per ora troppe le cariatidi a cui piace sentire la propria voce.I partiti somigliano a ciò che descrive il sig. Fiori. (Ha segnato il Milan..uff...
Scritto da FrancescoG. il 19/10/2011 alle 21:10
@Camillo Massimo Fiori, bello il suo intervento di stasera, molto bello, lo dico sinceramente. Fossi io capace di scrivere come lei, con la sua cultura. Sono molto giovane, forse un giorno ci riuscirò. Poi mi domando: e adesso cosa facciamo? Lei ci fa ragionare e questo è importante ma la mia domanda resta.
Scritto da Agosti Rino il 19/10/2011 alle 21:39
Molti sono stati gli interventi assai acuti e interessanti, tra i quali quelli degli amici Molinari ed Eberli, di Camillo Massimo Fiori e della signora Mafalda. Non intendo però entrare nel merito, anche se essi meriterebbero un'ulteriore riflessione, sia per la ricchezza degli spunti, sia per la loro non equivalenza. In considerazione però della mia attuale attività di carattere sindacale, correndo il rischio di immiserire il dibattito, preferisco lanciare qualche altro stimolo alla discussione. E vengo alla Cisl, nella quale milito. Ad alcuni amici ho espresso nei giorni scorsi, prima del Forum di Todi, le mie preoccupazioni in merito a due possibili opzioni, per me altrettanto negative: 1. il nostro segretario generale, Raffaele Bonanni, avrebbe potuto impegnare l'organizzazione nel progetto funzionale ad un nuovo partito di centro a maggioranza cattolica (ipotesi poi scartata dai più, almeno sulla base delle loro dichiarazioni finali); 2. il nostro segretario generale avrebbe diversamente potuto impegnare l'organizzazione nel progetto di quel soggetto sociale e culturale di interlocuzione con la politica, a fianco di associazioni, pur cattoliche, dalle quali tutto o molto ci divide, dalla idea di laicità o, se vogliamo, di legame con la Chiesa, alla pratica di interessi sociali diversi da difendere. La Cisl è il sindacato dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, a differenza, ad esempio, della Compagnia delle Opere che organizza le piccole e medie imprese, della Coldiretti o della Confartigianato che rappresentano gli interessi legittimi di altre categorie di lavoratori. Naturalmente nel difficile momento politico, economico, sociale e culturale in cui è stato inabissato il Paese, urge una comune assunzione di responsabilità, accantonando per quanto possibile conflitti tra parti sociali che rimangono diverse. In altri termini la comune appartenenza alla Chiesa o, per quanto riguarda la Cisl, il riferimento alla dottrina sociale della Chiesa, pur in un contesto di sindacato laico, cioè di tutti i lavoratori, non mi sembrano elementi sufficienti per pensare ad un progetto complesso o completo sia di tipo culturale, sia ancor meno di tipo politico, a fianco in maniera troppo stretta con le associazioni presenti al Forum. Confesso che l'esito, le conclusioni di Todi, a differenza di quanto pensano molti amici, non mi hanno del tutto tranquillizzato. Allo scopo perciò di animare ancora di più il dibattito, riporto quanto ha scritto qualche giorno fa il segretario nazionale della Fim, Giuseppe Farina, a "Conquiste del lavoro", sottolineando che condivido fino in fondo le sue affermazioni. Auspicando che il Forum fosse un valore aggiunto all'iniziativa sindacale, richiamava l'attenzione su due questioni appunto: 1. tener distinta e lontana la Cisl "da non previsti, ma non escludibili impegni diretti del Forum nella politica o nella costruzione di una nuova forza politica"; 2. evitare che i legami con l'associazionismo cattolico, anzichè un valore aggiunto, "diventino un limite ed un recinto" che escluda la Cisl "dalla possibilità di dialogo con la pluralità di esperienze associative impegnate nel sociale e nel lavoro, a prescindere dalla loro ispirazione religiosa, politica e culturale e dal paese di provenienza". Mariuccio Bianchi
Scritto da Mariuccio Bianchi il 19/10/2011 alle 21:43
Quando @Fiori ricorda che Camaldoli aveva avuto una presenza della gerarchia molto più discreta fa un'annotazione molto seria e giusta. Todi è stato un buon passo avanti ma con una tutela della chiesa ufficiale fin troppo visibile e invadente.
Scritto da Gaetano Magliorini il 19/10/2011 alle 23:19
Capisco il ragionamento di @Mariuccio Bianchi ma dimostra una ritrosia al confronto con l'associazionismo cattolico che ritengo eccessiva. Non si tratta di concordare con i coldiretti e con la Cdo una piattaforma poltica ma di sottolieneare i caratteri comuni dell'ispirazione cristiana, poi ciuscuno farà le sue scelte. Sono del parere che la Cisl debba ricostruire l'unità d'intenti con al Cgil ma questo è tutto un altro discorso.
Scritto da Conti Carlo il 20/10/2011 alle 08:52
Non sono stato un amante dello stile interventista ruiniano. Certo però non posso non evidenziare che avere quali interlocutori Moro, Zaccagnini, Fanfani, Andreotti non è la stessa cosa che avere quali interlocutori Scajola, Cesa e Fioroni. Anche nel caso di Ruini e del suo stile credo si possa quindi ragionevolmente sostenere che abbia occupato uno spazio vuoto; i laici cattolici impegnati in politica, invece di lamentare l’ingerenza della gerarchia, si impegnino ad elaborare un pensiero, un’idea di società, invece di ritagliarsi spazi di (retro)bottega (a destra, vero Lupi ?, come a sinistra, vero Franceschini ?). In questa direzione auspico si possa inserire l’esperienza di Todi: i vescovi esortano ad un rinnovato impegno dei cattolici. Forza, “i liberi e forti” si facciano avanti.
Scritto da Mattia il 20/10/2011 alle 09:07
@Mafalda, avrei voluto scrivere ieri sera ma per me è più comodo la mattina. Sono convinta che la manifestazione del 5 novembre a Roma avrà successo numerico perchè il Pd organizzerà treni e pullman ma si tratterà di gente superfidelizzata che non aggiunge niente all'elettorato di questo partito. Non so perché ma il Pd non trasmette più nessun fascino. Dopo la vittoria di Pisapia a Milano mi aspettavo ben altro.
Scritto da Piera Giudici il 20/10/2011 alle 09:10
@Mariuccio Bianchi, condivido il primo punto di Farina ma non il secondo. E' azzardato sostenere che un confronto con le organizzazioni del mondo cattolico precluda la possibilità della Cisl di avere un rapporto proficuo con le organizzazioni del lavoro che non hanno la stessa ispirazione originaria. In questo modo si costruiscono invece di abbattere gli steccati. Cosa ne pensa @Angelo Eberli?
Scritto da Un collega Cisl il 20/10/2011 alle 09:38
@ Agosti Rino – La politica è divenuta incapace di realizzare un mondo più giusto e pacifico perché non ha più l’etica, la capacità di scegliere, e lascia all’irrazionalità e alla cecità morale del mercato la libertà di scelta. “Sono forse io il custode di mio fratello?” (Genesi 4, 9) è la domanda che Caino pone a tutti noi e da cui nasce il senso della morale. Il benessere di mio fratello dipende da quello che io faccio o non faccio: politica ed etica insieme si reggono e insieme possono affondare. Oggi la politica non è più consapevole del dovere universale di una vita dignitosa per tutti; gestisce l’esistente, neppure si rende conto che il benessere acquisito può svanire in poco tempo perché non ci sono obiettivi chiari, persegue l’utile spesso a scapito del bene. Ogni persona che “sceglie” ha uno spazio importante di testimonianza. Don Lorenzo Milani diceva: posso scegliere tra una proposta costruttiva (“I care”) o l’indifferenza (“me ne frego”); la prima ha la forza della regione e della persuasione, la seconda porta al nichilismo (pensare il nulla). La politica deve avere il senso del limite: “di tutti gli alberi del giardino puoi mangiare; ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché … tu certamente morirai” (Genesi 2, 16-17); il mondo non può essere devastato dall’avidità dei singoli, sia nella sua dimensione fisica che in quella etica, invece la politica ha dato mano libera alla finanza e ad un manipolo di straricchi, e ha rinunciato al progetto di una comunità umana. Gli esempi virtuosi possono fare molto, sono contagiosi.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 20/10/2011 alle 11:48
Su Roberto Molinari.La difesa dei valori non negoziabili non l'ha fatta la direttamente la Chiesa,e non l'ha messa in soffitta, basta leggere l'intervento del Card. Bagnasco.La Chiesa comunica le proprie idee dice ai cattolici in politica che per dirsi tali occorre sostenerle.A destra come a sinistra.Ultimamente,in più,ricorda che non c'è solo la difesa di questi valori,ma anche altro.E che il non mettere in campo dico e simili non è un paravento per fare macelleria sociale,festini e fregarsene.
Scritto da Bertoldo il 20/10/2011 alle 12:16
@Un collega Cisl. Perché l’anonimato? Avrai le tue buone ragioni. L’intervento del mio amico Mariuccio Bianchi merita una attenta riflessione. Dal momento che ritengo che un commento non debba costituire un “saggio”, mi limito a dire questo: da militante Cisl mi trovo molto a disagio rispetto alla linea di Bonanni. Solo l’antica militanza mi induce a rimanere iscritto al sindacato. In fondo,come Segretario Generale abbiamo avuto anche un Carniti. Rimango fermamente convinto della necessità inderogabile dell’UNITA’ sindacale. Soprattutto in un momento drammatico come l’attuale.
Scritto da Angelo Eberli il 20/10/2011 alle 14:34
@Simone Franceschetto (20.52) - Scusami se rispondo solo in questo momento. Pensavo di dover replicare anche ad altri lettori sul tema della laicità. Che il Pd debba essere un partito laico è fuori discussione. Tu pensi che una maggiore influenza dei cattolici porti questo rischio? Assolutamente no. La storia del cattolici democratici lo dimostra in modo inconfutabile.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/10/2011 alle 15:16
Su Todi sono abbastanza scettico. Buone intenzioni ma finché non vedo emergere una classe dirigente resteranno buoni intenzioni.
Scritto da Albizzati Carlo il 20/10/2011 alle 15:57
Non vedo rischi nell'avvicinamento maggiore del mondo cattolico al PD (anche se dubito...si sta formando il Terzo Polo con Fini e Rutelli quindi lo spazio potenziale potrebbe essere già coperto). Io mi aprirei più al mondo civico dove sicuramente anche i cattolici fanno la loro parte ma non sono motore trainante di questa alleanza. Penso che il riferimento cattolico dovrebbe essere per le ACLI e a persone come Don Gallo e Tettamanzi Non mi appassionano personaggi come Bagnasco e la Binetti. Tu?
Scritto da Simone Franceschetto il 20/10/2011 alle 16:34
Savino Pezzotta, ex segretario generale della Cisl, scrive oggi che "senza l'apporto dei cattolici non si esce dalla crisi e che l'assenteismo sociale per i cristiani è un peccato d'omissione". Lui ritiene sul serio che il convegno di Todi possa segnare il passaggio all'apporto dei cattolici nella direzione da lui indicata? Per me è solo demagogia bella e buona.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 20/10/2011 alle 16:37
@Camillo Massimo Fiori, grazie per avermi letto e risposto.
Scritto da Agosti Rino il 20/10/2011 alle 21:14
Sono soddisfatto del dibattito e, rispondendo a un messaggio privato, dico che non voglio concludere un bel nulla. Sono soddisfatto perché la discussione non si è snodata in politichese, pro o contro l’addio che l’associazionismo cattolico ha dato oggettivamente al berlusconismo. La situazione è grave e le divisioni politiche molto profonde rischiano di portare la discordia anche fra i territori, i ceti sociali, i cittadini più di quanto non sia fisiologico in un Paese che non ha mai conosciuto una forte unificazione. In questo quadro, il ruolo dei cattolici, naturalmente pacificatore, potrà risultare molto importante. Il mio augurio è che le organizzazioni cattoliche che si sono ritrovate a Todi sappiano irrobustire la loro comunanza ideale e culturale ed elaborare progetti senza ricorrere alla mano pesante delle gerarchie
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/10/2011 alle 21:39
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