Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 20/10/2011 alle 10:41

 

 
Il Molise è una regione minuscola di 320.000 abitanti. Se mi chiedessero se sarebbe meglio eliminare la Provincia di Varese o la Regione Molise risponderei quest’ultima senza esitazione. Non solo per i famosi costi della politica ma per dare forza e dignità al sistema regionale.
Per quanto la Regione sia piccola e la sconfitta del centrosinistra non debba essere enfatizzata, il fatto che il Pd abbia presentato due liste (Campobasso e Isernia) senza donne è inconcepibile.
Lungi da me l’idea che il Pd avrebbe evitato di perdere le elezioni con una presenza femminile adeguata, ma quando tutti si renderanno conto che l’universo delle donne ha il diritto-dovere di essere rappresentato nelle Istituzioni? Questi fatti molto concreti valgono più di cento convegni sulle pari opportunità.
Il problema è di carattere generale, riguarda gli altri partiti molto più che il Pd (a Milano la giunta Pisapia è composto per metà di donne), ma le analisi consolatorie ancora una volta non servono. Lo Statuto del partito (che impone la presenza femminile) non può essere una decorazione artificiosa da violare come si vuole.
Non mi si dica che Roma non può intervenire in questa materia perché è una balla colossale.
 
 
Commenti dei lettori: 32 commenti -
La differenza fra le parole e i fatti.
Scritto da Giacomina il 20/10/2011 alle 10:59
Mai così in basso il Pd nel Molise (meno del 10%) ma al vertice va bene così. Contenti loro....
Scritto da Il perfido il 20/10/2011 alle 11:30
Non lo sapevo e non volevo crederci ma è proprio così. Credo che ci voglia una ribellione rispetto a questo stato di cose. Non importa se si è maschi o femmine.
Scritto da Brielli Giuseppe il 20/10/2011 alle 11:36
Lo scorso anno gli organi provinciali del PD annullarono la prima elezione (avvenuta all'unanimità) del coordinamento cittadino del Circolo PD di Saronno (il primo eletto dopo la straordinaria vittoria alle elezioni comunali) perché non era rispettata matematicamente la quota paritaria di genere. Non che non ci fossero donne, ma le candidature disponibili erano lievemente inferiori a quelle degli uomini rispetto ai membri eleggibili. Per rispettare le regole previste dallo statuto e dal regolamento, in assenza di altre candidature femminili, il circolo fu costretto a ridurre i membri del coordinamento e ad escludere dalla carica alcuni iscritti, colpevoli unicamente di appartenere al genere maschile, anche se regolarmente eletti in occasione del congresso cittadino alla presenza del nuovo segretario provinciale, Fabrizio Taricco. Ora di assiste addirittura alla vergognosa presentazione di liste elettorali alle elezioni regionali senza neanche una donna. Che dire? Evidentemente nel PD le regole si adattano secondo le circostanze e le convenienze.
Scritto da Leonardo C. il 20/10/2011 alle 12:06
Giuseppe, hai perfettamente ragione e mi stupisco del fatto che nessuno a livello nazionale sia intervenuto o intervenuta per evitare quanto è successo: un brutto esempio di maschilismo proprio nel nostro Partito e una palese violazione dello statuto nazionale.
Scritto da Laura Prati il 20/10/2011 alle 12:10
e se fossero le donne a non volerci entrare in questa politica e nel pd?
Scritto da angelo il 20/10/2011 alle 12:42
Post e commenti molto mirati e condivisibili. Sottoscrivo in pieno @Lura Prati.
Scritto da Carlo A. il 20/10/2011 alle 12:45
Caro Adamoli, non fare il furbo. Con questa storia delle donne (giusta comunque la denuncia) tu svii l'attenzione dal risultato disastroso del Pd in Molise. Senza l'Udc non si vince
Scritto da A.F. (Udc) il 20/10/2011 alle 13:35
Le tabelle dei risultati che si possono vedere dal link messo nel post sono più eloquenti di tutti i discorsi. Nelle liste del Pd non c'è una donna e l'esito è sconfortante. La colpa non può essere attribuita solo ai molisani.
Scritto da Lucio Soldini il 20/10/2011 alle 13:42
Questo problema c'è tutto. Il risultato del Molise ha indubbiamente ragioni localistiche ma è un campanello d' allarme per il pd che è passato dal 23 al 9%. Poi non si dica" non ce l'aspettavamo!".
Scritto da paperoga il 20/10/2011 alle 14:02
Condivido pienamente il tuo pensiero. Poi, quella di @Leonardo C. mi sembra un’osservazione del tutto pertinente. Ora mi chiedo: i responsabili di quella evitabilissima sconfitta, resteranno ai loro posti di comando? Come i vari D’Alema & Company? Dobbiamo sempre affidarci a chi ci conduce di sconfitta in sconfitta? Possibile che a nessuno dei vari Soloni venga la voglia di fare il Cincinnato? Capisco che tutti “tengono famiglia” e molti senza la politica si ritroverebbero senza arte nè parte; tuttavia un minimo di decenza, per essere credibili, si imporrebbe. Altrimenti il declino del Pd sarà inevitabile. Si era detto “serve un Partito Nuovo, non un nuovo partito”. Appunto.
Scritto da Angelo Eberli il 20/10/2011 alle 14:11
@A.F. In Molise l'UDC si e' schierato con altri. Se per "vincere" (per fare cosa?) bisogna imbarcare un partito di destra, che alle prime consultazioni, come puo', si allea con i partiti che si trovano al governo, tanto vale allearsi con il PDL. Estendendo inoltre il tuo ragionamento, si puo' benissimo dire guardando al Molise che senza M5S non si vince. E al diavolo l'UDC.
Scritto da Lorenzo M. il 20/10/2011 alle 14:32
Non condivido l'inserimento obbligato in lista di donne. Mi sembra che queste sì, rischierebbero di essere solo decorazioni. Oggi l’obiettivo cui puntare è la partecipazione attiva di persone autorevoli, dotate di tanta perseveranza, onestà e capacità di sacrifici. Che siano maschi o femmine. La questione femminile è invece importante affinchè si arrivi a considerare maschi e femmine con pari dignità quando si discute di economia, infrastrutture, governo dedel territorio e politica estera.
Scritto da nicoletta il 20/10/2011 alle 15:24
In Molise poi … chi dice ‘senza l’UDC non si vince’, altri ‘senza M5S non si vince’, ‘senza donne non si vince’. Ma forse è con il leader sbagliato che non si vince … Fortissimo voto disgiunto, la coalizione di liste di centrosinistra ha vinto? ma quanti pd non hanno votato un presidente ex centrodestra? E torniamo al post di settimana scorsa …
Scritto da nicoletta il 20/10/2011 alle 15:25
@Paperoga, oggi che non spettegoli sulle persone condivido il tuo parere.
Scritto da Giovanna G. il 20/10/2011 alle 15:54
Intervengo solo per far notare a tutti che continua una discussione molto interessante sul post precedente "I cattolici dopo Todi".
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/10/2011 alle 15:59
Scrive Adamoli: “l’universo delle donne ha il diritto-dovere di essere rappresentato nelle Istituzioni”. Sono d’accordo. Ma la presenza di una donna in una istituzione costituisce veramente garanzia di tutela del mondo femminile? Mah, io non ne sarei così certa. Mi è capitato di incontrare donne che applicano alle loro simili non solo il proprio metro di giudizio, ma anche di vita. E questo non è giusto. E non sono nemmeno certa che siano più efficaci e giuste le politiche temporali inerenti la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro ove progettate da una donna. E’ una materia che richiede grande sensibilità (e questa è trasversale, patrimonio anche di alcuni uomini). Il nostro modello di sviluppo economico percepisce la donna unicamente quale forza-lavoro e tende a soffocare il ruolo di madre, di figlia e di moglie che la stessa donna lavoratrice potrebbe o vorrebbe ricoprire. Non sono certa che le donne attualmente nelle istituzioni colgano la profondità di questi diversi ma complementari ruoli femminili.
Scritto da Mafalda il 20/10/2011 alle 16:04
Mentre @Leonardo C. descrive un episodio di “razzismo” (mi si passi il termine) nei confronti degli uomini del coordinamento cittadino di Saronno, @Laura Prati bolla il “caso Molise” quale “brutto esempio di maschilismo” nel Pd. All’apparenza, due diverse angolazioni. Di fatto, entrambi descrivono l’assurdità delle dinamiche organizzative (le chiamiamo così?) del Pd. E se nel caso del Molise fosse tutto dettato, banalmente, molto banalmente, da una stupida e superficiale casualità? Oppure, se avesse ragione @angelo quando scrive “e se fossero le donne a non voler entrare in politica?” Leggo ora il primo commento di @Nicoletta (non c’era ancora quando ho postato il mio primo commento). Ebbene io sto Nicoletta. Posizione equilibrata.
Scritto da Mafalda il 20/10/2011 alle 16:07
Sulla questione femminile, sono decisamente dalla parte delle donne, convinto che esse siano la parte migliore degli umani. E qui potrei argomentare a lungo...dirò soltanto che il fatto che esse partoriscano i nostri figli, le rende biologicamente ed eticamente superiori a noi maschi. Pertanto sono favorevole a che esse siano presenti in tutte le attività, compreso la politica. Ma l'imposizione di quote aritmetiche di partecipazione è una vera sciocchezza, invenzione di scioperati burocrati che altro non fanno che scaldare le poltroncine gelosamente custodite. La promozione culturale della partecipazione femminile deve seguire altre vie, ben più serie ed efficaci. Supponendo che venga inventata una partecipazione per gruppi di età (stravagante quanto le quote fisse maschi-femmine), mi incazzerei assai se fossi scelto soltanto perché sono vecchio, anche se dichiaratamente ciula.
Scritto da ulderico monti il 20/10/2011 alle 16:08
Caro Giuseppe, ho pubblicato su On the Nord (http://onthenord.wordpress.com/2011/10/19/inattivita-femminile-disastro-sud-nel-disastro-italia/) un post che cita alcuni dati sull'inattività femminile. I dati italiani, e ancor più quelli del sud Italia, sono molto preoccupanti.
Scritto da stefano c. il 20/10/2011 alle 17:06
Purtroppo anche alle nostre latitudini ho spesso sentito dire da un bravo politico del PD, che pure stimo per il suo lavoro serio e onesto, che "tanto le donne non votano le donne". Non credo sia un dato oggettivamente comprovato. Le donne e gli uomini votano le persone che ritengono, per i vari incarichi, meglio rispondenti alle aspettative. Certo che non metterne nemmeno una in lista o, quando una è candidata, dire che tanto le donne non la votano è assurdo. Accade nel PD.
Scritto da Luisa Oprandi il 20/10/2011 alle 19:39
Poi si puo' scrivere di tutto e ricondurre gli avvenimenti elettorali del Molise alla propria visione del mondo. In quella regione non si è perso per una questione che ha a che fare con le donne (se non in minima parte). Ci sono ragioni localistiche ma la 'questione non è solo molisana". Il centrodestra è a pezzi, ha perso nei sondaggi quintali di punti in percentuale e il Pd che fa? Tiene o guadagna un punto o due. Dai non scherziamo il problema è questo Pd socialdemocratico ed anacronistico.
Scritto da paperoga il 20/10/2011 alle 20:39
@Nicoletta, ho riletto il post. Non mette in relazione direttamente la questione delle donne con la sconfitta del centrosinistra e del Pd. Sarei d'accordo con te nel dire che sarebbe una sciocchezza un'affermazione del genere. La sconfitta probabilmente dipende dal candidato sbagliato, dai voti presi dal movimento di Grillo e da altri fattori peculiari di qualle regione. L'assenza delle donne dalle liste del pd è però ingiustificabile se si considerano le promesse fatte.
Scritto da Roseto senza rose il 20/10/2011 alle 21:22
La Oprandi parla bene ma dimentica di aver dovuto chinare il capo davanti a un gruppo di maschietti che le hanno sottratto il ruolo di capogruppo che solo a lei spettava. Per me, suo sostenitore, è stata una grande delusione. Perché non si è impuntata? Perché non ha chiamato a raccolta i suoi elettori? Risposta. La priorità viene data agli accordi (inciuci). Poi, solo poi, vengono le persone. La diversità di genere è un di più.
Scritto da Frank Slade il 20/10/2011 alle 21:56
@Mafalda Il problema non è se le donne attualmente nelle istituzioni colgano la profondità dei diversi ruoli femminili ma di dare modo alle donne di partecipare alle competizioni elettorali. Se non le metti in lista togli a loro anche la possibilità di dimostrasi all'altezza. Ho detto anche sul blog che non sono affatto una femminista, anzi, ma qui il problema è di civiltà democratica.
Scritto da Elisabetta C. il 20/10/2011 alle 22:17
Giratela come volete il Molise per il Pd è stata un gran sberla. Adamoli è furbo e la mette sulle differenze di genere ma la realtà è che il Pd è perfino più in crisi del Pdl.
Scritto da Franca il 20/10/2011 alle 22:46
Alla Oprandi dico che ha smesso troppo presto di essere un punto di riferimento. Un peccato ma è anche colpa sua.
Scritto da G.S. il 20/10/2011 alle 23:10
@Adamoli:riguarda gli altri partiti molto più che il Pd (a Milano la giunta Pisapia è composto per metà di donne) APPUNTO, Pisapia...che c'entra il PD?
Scritto da Maria Rossa il 20/10/2011 alle 23:48
L' Oprandi ha abbassato la testa? Non la conoscete. Vuole solo continuare a fare politica. L'hanno osteggiata in tutti i modi, ha perso ma è rimasta galla. Avesse seguito chi le consigliava la reazione immediata e lo scontro frontale l'avrebbero annientata che è quello che volevano. Bisogna usare la testa e lei lo fa. Si cade,si raccolgono le forze, poi ci si rialza e si colpisce. Lo farà, statene certi. E' una donna, una leonessa ferita ,non dimenticatelo e non è sola..... vedrete.
Scritto da una rottamatrice il 20/10/2011 alle 23:51
Il Frank non è molto generoso nei giudizi sull' Oprandi. Anche lui è un maschilista vestito di rosso?
Scritto da paperoga il 20/10/2011 alle 23:55
@Maria Rossa - Pisapia è stato eletto con il concorso assolutamente determinante del Pd e alcune donne nella sua giunta sono state indicate e volute dal Pd.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/10/2011 alle 11:00
Da presidente della commissione Statuto di Regione Lombardia ho avuto modo di studiare molto il problema della rappresentanza femminile nelle Istituzioni. L’articolo 11 che ne è scaturito “Uguaglianza fra uomini e donne. Pari opportunità” ha conosciuto una gestazione difficilissima e controversa ed è ancora largamente inapplicato. Ho acquisito la consapevolezza che senza regole legislative e statutarie (purtroppo nei partiti gli statuti sono spesso decorativi) portare le donne nei luoghi di governo politico è impresa disperata. Anche nel Nord Europa l’inizio della “presa di potere” femminile è stato favorito da soglie minime di rappresentanza. Non sarà stata la strada più elegante ma è risultata certamente efficace.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/10/2011 alle 16:40
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