Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 25/10/2011 alle 08:30

 


Tutti i sondaggi ci dicono che quasi il 40% degli elettori sono oggi per l’astensione, oppure sono incerti. Una quota molto alta che si assottiglierà avvicinandosi le elezioni.
La novità è che in questa fascia ci sono molti cittadini che si dichiarano cattolici, delusi da Berlusconi, e non convinti dal centrosinistra.  
Sempre i medesimi sondaggi accreditano qualche maggiore probabilità di successo al centrosinistra, che però senza Casini potrebbe vincere alla Camera ma non al Senato.
Il rischio di un futuro Parlamento con una maggioranza risicata è reale, quando invece ne occorrerebbe una forte e coesa per far uscire l’Italia dalla crisi.
Massimo D’Alema ha più volte illustrato con molta nettezza la sua ricetta che è quella di tanti suoi colleghi del Pd (non so se la maggioranza) che hanno meno coraggio nell’esporsi: bisogna realizzare una coalizione molto larga che comprenda anche l’Udc.
Ritengo difficile questo obiettivo ma lo comprendo e lo condivido. Però ad una condizione. Il Pd cerchi di allearsi con Casini sulla base di un progetto di “ricostruzione” ma competa con lui per la conquista dei voti indecisi e di “centro” con una linea progettuale in grado di attirarli.
Se il Pd lasciasse questa funzione al terzo polo ritirandosi sulla frontiera tradizionale della sinistra fallirebbe il compito per il quale è nato. Sarebbe, lo dico senza esitazioni, il tradimento dello spirito originario che ha fatto nascere questa grande forza di centrosinistra.
 
 
Commenti dei lettori: 35 commenti -
Il Pd tradisce il suo compito anche andando avanti con tutte le incertezze e le esitazioni di Bersani. Non si sa mai cosa vuole esattamente.
Scritto da Vittorio il 25/10/2011 alle 08:48
Caro Giuseppe, il PD può esistere solo in ragione di essere un partito di centrosinistra. Piaccia o no questa è la pietra angolare del suo dna. In caso contrario sarebbe solo l’evoluzione genetica di una sinistra tradizionale, da PCI a PDS e DS. Dunque occorre il rifiuto di chiudersi in recinti precostituiti che, certo sono rassicuranti per molti, ma assolutamente incapaci di affrontare la sfida per vincere nel Paese. O il PD è in grado di affascinare i ceti moderati, siano essi cattolici o laici, oppure è destinato all’eterna opposizione. Mission del PD è quella di saper interpretare i bisogni dei due terzi degli italiani e di far si che questi siano trasformati in progetto politico capace di pensare ad una modernità che non divida il Paese, ma la unisca. Solo garantendo il ceto medio popolare di questo Paese si può recuperare ad una dimensione non populista e demagogica quegli elettori che non si fidano del PD e, nello stesso tempo, reperire risorse per aiutare quella parte sempre più consistente di italiani che rischiano di divenire degli “esclusi”. E, allora, questa è la stagione del coraggio. Del coraggio nelle proposte di contenuto, anche di quelle che possono sembrare impopolari, ma lo sono solo nel breve periodo. Del coraggio dei modi con cui fare le proposte abbandonando la spocchia da “illuminati” perché questa è quella che più da fastidio alla gente comune, ed infine, col coraggio delle alleanze. Mettersi insieme a chi condivide il progetto, rifiutare “la somma matematica” che aiuta a vincere, ma non a governare e scegliere chi è più omogeneo a noi. Con Casini si deve discutere e si deve trovare un punto di accordo. Sarà lui ad assumersi la responsabilità di rifiutare la chance per far uscire il nostro Paese dal populismo berlusconiano e leghista. Gli elettori sono sempre più intelligenti e saggi di quanto noi li si faccia. E questo è bene non dimenticarlo.
Scritto da roberto molinari il 25/10/2011 alle 09:14
Roberto Molinari dice bene: “O il PD è in grado di affascinare i ceti moderati, siano essi cattolici o laici, oppure è destinato all’eterna opposizione”. Dice bene anche Massimo D'Alema quando esige un progetto che coinvolga “almeno” il 60% degli elettori. Del resto D'Alema eccelle da sempre nell'analisi delle sconfitte conseguenti i suoi stessi progetti! Il problema è se sia proponibile un contenitore che vada dalla destra di Fini alla sinistra di Vendola. Io dico di no ed è un fatto che l'alta percentuale dell'area di indecisione e di astensione rivela dubbi e sfiducia per la vaghezza – se non la stravaganza – di un progetto politico indefinito e, in ogni caso, in grave ritardo. Credo altresì che sia illusorio dare per scontata la dissoluzione del blocco moderato che ha condizionato la politica italiana dal 1945 in poi. Chi ne interpreterà istanze e volontà?
Scritto da ulderico monti il 25/10/2011 alle 10:46
Buona riflessione. L'unica obiezione è il nome di D'Alema. Potevi fare il tuo ragionamento anche senza nominarlo.
Scritto da Giancarlo il 25/10/2011 alle 11:00
prima delle ricette occorre diagnosticare la malattia.La malattia è l'incapacità di definire delle ,proposte che siano ne di destra ne di sinistra ,ma riformatrici e progressiste con al centro l'uomo e nel contempo in accordo al momento che viviamo e proiettate con lungimiranza al futuro Idee e proposte poche ma buone e chi ci sta sia il benvenuto.questa è la missione del PD.Temo che manchino i dottori illuminati per diagnosticare la malattia e fare le ricette
Scritto da luigi il 25/10/2011 alle 11:04
Sottoscrivo anche @Roberto Molinari. La somma matematica non basta. Mettiamo Casini di fronte alla responsabilità di rifiutare il progetto. Allora sarà stato la causa della mancata uscita dal berlusconismo.
Scritto da Conti Carlo il 25/10/2011 alle 11:08
Condivido bravo Adamoli. Anche perchè se il Pd facesse questo molti di noi non si sentirebbero più da lui rappresentato. Purtoppo noto spesso nella "nomenclatura" questa deriva. Il richiamo della "ditta" è ancora molto forte....
Scritto da ale il 25/10/2011 alle 11:42
Perché la scelta della foto di Totò?
Scritto da Agosti Rino il 25/10/2011 alle 12:03
Affascinare i moderati dicono @Roberto Molinari e @Ulderico Monti e chi affascina gli elettori di sinistra? Di Pietro che è uno spregiudicato uomo di destra? Vendola che è solo un grande affabulatore con nessuna esperienza di governi davvero conplessi? Il post ha una sua logica se non rappresenta la tentazione del Pd per la deriva centrista.
Scritto da Giorgio Rigamonti il 25/10/2011 alle 12:15
Giuseppe, come sai dissento: credo convenga al PD abbandonare l’idea di poter rappresentare “tutti”. In tutta Europa si confrontano forze che appartengono alla famiglia popolare e forze che appartengono alla famiglia socialista; in Italia abbiamo (mi ci metto anch’io) tentato un esperimento, un “ibrido”: popolari e socialisti uniti dal rifiuto del berlusconismo. Con Berlusconi in auge poteva avere un senso, ma abbiamo fallito alla prova del governo (vedi l’Unione prodiana). Ora che Berlusconi sta per tramontare, ritorniamo a guardare all’Europa: i popolari facciano i popolari e i socialisti facciano i socialisti. In quest’ottica il PD dovrebbe senza esitazioni aprire, con Vendola interlocutore naturale, il cantiere che deve disegnare la sinistra del terzo millennio.
Scritto da Mattia il 25/10/2011 alle 12:45
Casini è accreditato di talento politico: oggi è un stimato “ago della bilancia” della politica italiana. Avrebbe dimostrato il suo talento nelle elezioni politiche del 2008, rimanendo esterno ai poli politici e soprattutto non aderendo al blocco di centrodestra. In realtà il suo fu un incidente: le previsioni elettorali davano un sostanziale pareggio tra i due blocchi e Casini prefigurava un suo ruolo di mediatore risolutore dello stallo politico. Invece Berlusconi vinse nettamente e Casini è rimasto al palo, con molta eleganza. Se la storia ha una coerenza, mi è difficile immaginare l'UDC di Casini alleata con il centrosinistra e, in particolare, con i cerberi beceri che lo popolano. Si può anche immaginare che Casini consideri l'appello rivolto dalla CEI ai cattolici, come specificamente rivolto a lui. Se così è, sarà assai difficile annoverare Casini dentro il calderone del 60 per cento dalemiano.
Scritto da ulderico monti il 25/10/2011 alle 12:57
concordo parzialmente , "alleanze larghe" e però "centralità di ruolo del PD" sembrano in contraddizione...secondo me possono non esserlo.
Scritto da marco il 25/10/2011 alle 13:54
D'Alema ... D'Alema ... Dunque, parliamo di D'Alema. La Fondazione Italianieuropei (D'Alema) e la Fondazione Farefuturo (Fini) hanno congiuntamente organizzato in quel di Asolo (TV), per i prossimi 17 e 18 novembre (ignari di ciò che la sorte ha riservato per il nostro Paese per quella data), la Quarta Edizione dei "Dialoghi asolani". Il titolo del workshop di quest'anno è "La politica della crescita, la crescita della politica" (immane sforzo creativo del copywriter). Questo confronto con personalità del mondo della politica, delle istituzioni e dell’economia è destinato ad un gruppo di 100 giovani con età inferiore ai 35 anni, selezionati attraverso un bando pubblico. La selezione dei partecipanti sarà effettuata dai promotori secondo una rigida ripartizione: 50 partecipanti ad opera di Italianieuropei e gli altri 50 da Farefuturo. Ciò avverrà mediante la valutazione dei curricula e delle esperienze professionali degli aspiranti partecipanti. Attenzione: sono ammessi alla selezione i cittadini italiani e stranieri, laureati o laureandi, che non abbiano concluso il 35esimo anno di età alla data di scadenza del bando fissata per il prossimo 30 ottobre (non è indicata l'ora ... tutti i bandi che si rispettino la riportano. E' prevista una riserva: il 25% dei posti è destinato ai residenti in provincia di Treviso (il nord-est di Cacciari è, in un certo qual modo, beneficiato). In conclusione, se per andare due giorni in collina ad ascoltare Fini, D'Alema e Sacconi è stata prevista una valutazione così rigida, non oso immaginare un concorso per diventare primario di un reparto di cardiochirurgia pediatrica. Salvo che poi i deputati vengano nominati.
Scritto da Mafalda il 25/10/2011 alle 15:28
Di che cosa stiamo parlando? Il Pd è un partito di sinistra senza se e senza ma.
Scritto da Enne enne (Varese) il 25/10/2011 alle 15:54
Il Pd è nato con l'intenzione di superare la vecchia logica identità uguale rispettiva formazione politica. Miscelare le stesse identità di provenienza, per realizzare una grande forza popolare e riformista, questa era la vera sfida. Ad oggi siamo molto lontani da quella concezione. Per il mio modo di concepire il Partito questo rappresenta un' evidente difficoltà. Quanto espresso molto bene da @roberto molinari merita ampia condivisione e fornisce spunti di riflessione assai interessanti.
Scritto da paolo rossi il 25/10/2011 alle 16:00
Caro Adamoli, apprezzo la tua forza d-animo e la tua resistenza nel sostenere con coerenza la tua tesi ma sono parole sprecate. Al dunque il Pd, la Cgil e Vendola andranno a braccetto e chi ragiona come te sar' isolato. Tu sarai rispettato ma altri nelle tue condizioni saranno maltrattati.
Scritto da Bianchi Gi; il 25/10/2011 alle 16:08
Giusta l'ironia di @Mafalda. Queste iniziative di preparazione politica fatta sulla base di selezioni con i numeri prefissati dai rispettivi organizzatori mi fanno ridere. Mi considero un giovane con animo innovatore, quasi rivoluzionario, non parteciperei mai a una tale buffonata. Questo blog lo leggo perchè bisogna sempre studiare gli avversari politici.
Scritto da Walter il 25/10/2011 alle 16:27
@Roberto Molinari e @Paolo Rossi - Sono soddisfatto nel vedere che le differenze congressuali fra noi si sono molto ridotte. Adesso che la vocazione maggioritaria del Pd è stata accantonata bisogna lavorare per un progetto di sintesi che 1) non rifiuta le alleanze e che 2) sa dialogare con un elettorato molto più vasto di quello tradizionale della sinistra.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/10/2011 alle 16:48
@Agosti Rino - Tu sei molto giovane e quindi non puoi sapere che Totò interpretava magistralmente il ruolo dell'astensionista. Questa è la ragione della foto scelta.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/10/2011 alle 16:49
@Mattia - Io non penso che la soluzione alla crisi politica italiana stia nel riprodurre lo schema Partito Popolare versus Partito socialista. In Europa i due contenitori tengono insieme culture e progetti diversissimi. Vi sono componenti popolari molto vicine ad alcune componenti dello schieramento socialista e viceversa. Era la nostra tesi di pochi anni fa e io credo che sia ancora valida.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/10/2011 alle 16:54
Il commento di @Roberto Molinari non fa una grinza. Si riuscirà a non fare gli illuminati spocchiosi? Una bella sfida. Populismo viene usato come accezione negativa e lo riferiamo a Berlusconi e Bossi. Però un po' di sano populismo dovrebbe riacquistarlo anche il Pd, troppo lontano dalla gente. Usciamo dalle segreterie politiche e dalle piccole stanzette dei coordinamenti e andiamo fra la gente. @Mafalda ha scritto un gioiello, come al solito.
Scritto da Ex democristiano il 25/10/2011 alle 17:22
@Giuseppe: mi riesce difficile credere che ciò che accade in Germania, Francia e Spagna, dove a contendersi il governo del Paese sono partiti collocati o nell’ambito del popolarismo o in quello del socialismo, non possa valere per l’Italia. E infatti non a caso gli eletti del PD in Europa sono finiti nel gruppo del PSE. Niente di male ad essere socialisti, ma proprio perché non c’è niente di male non bisogna nascondersi dietro un dito o, peggio, sostenere di essere socialisti, ma anche popolari. Il “ma anche” non funziona più.
Scritto da Mattia il 25/10/2011 alle 18:19
E' un piacere leggere @Ulderico Monti. Un vecchio comunista così pentito non lo si vede spesso. Lo dico con sincerità, lo ammiro molto per la coerenza e per il coraggio.
Scritto da Il pirata il 25/10/2011 alle 20:25
Preferisco avere a che fare con uno come Adamoli che dice quello che pensa (in modo diverso dal mio) e che occupa solo il suo spazio piuttosto che con altri del suo partito che fanno tutte le parti in commedia e che dicono si a tutti salvo a non mantenere mai la parola.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 25/10/2011 alle 21:34
Mi spieghi Adamoli, se può, questo fatto. Non andiamo a Roma, rimaniamo in casa. Il gruppo che fa riferimento a Franceschini si è miscelato, tanto è che il capo della segreteria provinciale è uomo che viene dai ds, il gruppo che si riferisce a Letta ha diversi esponenti che provengono dai ds, i rottamatori anche, invece il gruppo che fa riferimento a Bersani non ha un esponente di rilievo o un componente della direzione che sia uno, che provenga dalla Margherita. E' solo un caso o c'è altro?
Scritto da paperoga il 25/10/2011 alle 21:58
Caro @Mattia, quando qualcuno mi domanda qual'è stato il mio leader preferito degli ultimi 20 anni in Europa, rispondo senza esitazioni Tony Blair. Rispondevo così anche 10 o 5 anni fa quando eravamo insieme nei popolari e poi nella Margherita e tu probabilmente avevi sentito allora questa mia affermazione. Tony Blair era socialista e vorrei tanto che il Pd assomigliasse al New Labour. Se poi mi chiedi se la maggioranza del Pd risponderebbe allo stesso modo, ti direi che temo di no e questo è il mio cruccio.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/10/2011 alle 23:04
Caro @Paperoga, perchè mi rivolgi questa domanda? Non so nemmeno bene da chi sia formata la direzione provinciale di cui non faccio parte. Se c'è una cosa che m'interessa poco è la composizione dei vari raggruppamenti interni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/10/2011 alle 23:06
Il fatto è che chi ragiona come te è minoranza nel Pd. La tua idea di un centrosinistra che fa concorrenza a Casini sul centro al massimo viene sopportata. @Ulderico Monti non ha tutti i torti.
Scritto da Giancarlo il 25/10/2011 alle 23:27
Caro @Adamoli, da te non mi aspettavo la sviata, pensavo mi rispondessi, non volevo essere provocatorio. Il mio commento era solo per sottolineare un fatto oggettivo rispetto al quale, una tua valutazione, poteva essere interessante. Non te la sei sentita. Pazienza.
Scritto da paperoga il 26/10/2011 alle 08:01
Al confronto di @paperoga io sono un dilettante.
Scritto da Aspide il 26/10/2011 alle 09:02
Caro @Papergoga - Pensala pure come vuoi. Ti confermo che non m'importa niente, ma proprio niente, come e da chi è formato il gruppo di Bersani a Varese. Non so nemmeno, nel dettaglio, come sia composta la direzione provinciale. Ribadisco che non ne faccio parte. Sull'importanza di mescolare le varie provevenienze sono invece sempre stato d'accordo. Da quando nelle primarie di Veltroni avevo criticato aspramente l'idea della Ditta, da una parte, e l'idea di presentarci uniti come Margherita, dall'altra. Un approccio secondo me sbagliato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/10/2011 alle 09:07
Caro Adamoli, quali sono le tue cariche nel Pd?
Scritto da Iscritto Varese il 26/10/2011 alle 09:27
Grazie Adamoli, non voglio insistere anche se lasciami almeno dire che "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire".
Scritto da paperoga il 26/10/2011 alle 09:40
Caro @Iscritto Varese, le mie cariche nel Pd? Faccio parte della commissione nazionale Statuto e dell'assemblea nazionale. Questa mi da diritto di partecipare all'assemblea regionale e provinciale, senza diritto di voto, ma non alla direzione regionale e provinciale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/10/2011 alle 09:57
I voti al centro si possono e si devono recuperare. Non vuol dire costruire un progetto annacquato, ma costruire un progetto condivisibile.Come cuscinetto e collegamento culturale e politico tra Mediterraneo, Vicino Oriente ed Europa credo abbiamo qualche responsabilità in più della media. Dobbiamo trovare una via innovativa all'interno delle istituzioni nazionali ed europee per sprigionare tutto il nostro potenziale. Senza un PD solido, non si fa
Scritto da FrancescoG. il 26/10/2011 alle 15:09
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