Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 30/10/2011 alle 11:05

 


Nei corridoi dell’assemblea regionale del Pd, ieri a Milano, l’argomento più gettonato era il Big Bang di Matteo Renzi a Firenze. Un bluff; uno scatto necessario; un prodotto dei poteri forti (?) che vogliono favorire il Terzo polo, queste alcune reazioni.
Sono assolutamente d’accordo sulla scossa salutare.
Dal punto di vista della partecipazione giovanile e popolare (proprio così) e da quello mediatico un risultato strabiliante (6.500 presenze e centinaia di migliaia di collegamenti online in una sola giornata) che ha offuscato l’iniziativa del Pd a Napoli (concomitanza voluta da Bersani).
A Firenze non ci sono andati per servilismo. I mediocri prediligono luoghi diversi per farsi notare e scegliere. Se poi decidono, come accadrà, Bersani, Franceschini, Letta, Veltroni e Fioroni, che hanno in mano il partito, loro che fine fanno?
Il giudizio sui contenuti, che finalmente è iniziato, è presto per darlo. E probabilmente da parte mia non sarà così entusiasta, anche se la sferzata contro il conservatorismo di sinistra ad opera di Alessandro Baricco - un’icona di quel mondo – è miele per le mie orecchie.
Mi limito a dire che un Pd lento, indeciso, a volte ingessato, è la causa prima del successo innegabile di Firenze. Anziché lagnarsi i dirigenti che contano dovrebbero riflettere su questo fatto.



 
Commenti dei lettori: 72 commenti -
Aspettavo il tuo parere su Firenze. Anzi pensavo che arrivasse ieri. Renzi mi sta un pò antipatico con la sua aria da primo della classe ma devo dire che sta smuovendo le acque di un Pd impaludato. Ben venga il big bang,
Scritto da Alessandro Vitelli il 30/10/2011 alle 11:22
La copertura di giornali e televisioni è incredibilmente vasta. Si vede che la domanda di cose nuove nel centro sinistra è enorme. Il Pd ci pensi su, lo dico da esterno e, forse, da elettore del Pd.
Scritto da Piero A. il 30/10/2011 alle 11:32
L’elettrochoc rimane sempre un mezzo terapeutico per le patologie psichiatriche estreme, ma la guerra nel P.D. tra vecchi e giovani è stucchevole e un po’ ridicola. Un grande partito deve rappresentare l’intera società e quella italiana non è sicuramente molto giovanile. D’altra parte il valore di una persona è data dalle idee, dai valori e dalle competenze che possiede piuttosto che dall’età e dalle energie fisiche. Il nocciolo del problema è un altro: quello della inamovibilità del ceto dirigente perché mancano, sia nei partiti che nelle istituzioni, delle regole autenticamente democratiche e una mentalità aperta al nuovo. La gente è disposta ad impegnarsi solo se è consapevole di poter esercitare un minimo di influenza; in Italia la partecipazione è stata ridotta a presenzialismo: i giovani accorsi in massa a Firenze continueranno a non contare nulla finché non sarà modificata la struttura del partito. Non c’ è Renzi che tenga, se continua a prevalere un modello di partito chiuso ed autoritario, la società resterà bloccata. Il sociologo Max Weber distingueva tra chi vive per la politica così da realizzare gli ideali in cui crede, e chi vive di politica per lucrarne i benefici, a cominciare da quello della notorietà. Le due opzioni sono legittime perché la politica è servizio ma anche potere ma la carriera non deve prevalere sulla dimensione morale della politica. Non mi è ancora chiaro a quale delle due “categoria” appartenga il giovane Renzi.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 30/10/2011 alle 11:39
Tra i "rottamatori" di Renzi e i "costruttori" di Bersani, mediaticamente, hanno la meglio i primi e non per malevolenza verso i secondi, ma solo perchè in un partito dove comandano ancora quelli di 20 anni fa, Renzi è destinato ad avere un certo successo.
Scritto da Brielli Giuseppe il 30/10/2011 alle 11:57
Rimango sempre estasiato dall'analisi di Camillo Massimo Fiori. Citando Max Weber in "la politica come professione" riprende un tema importante. Ma per non essere dallla parte di chi lucra bisogna incominciare e il Big Bang è un inizio.
Scritto da Francesco Calò il 30/10/2011 alle 12:05
Renzi-Bersani: Davide contro Golia. Ma adesso non so più chi è Davide e chi è Golia. Questa la novità.
Scritto da Giovane rottamatore il 30/10/2011 alle 12:18
Renzi mette sul tavolo elementi di contenuto forti e in alcuni momenti anche un po´ rivoluzionari confrontati alla vecchia ideologia di sinistra. Che piaccia o no sara´ sempre di piu´ un interlocutore importante che anche il PD nazionale deve farne conto. E chi lo sa che non diventi anche il leader nazionale...penso che le potenzialita´ le ha.
Scritto da Simone Franceschetto il 30/10/2011 alle 12:32
Bersani ha detto che i giovani non devono scalciare ma a Varese se non si scalcia va avanti ancora Marantelli e magari perfino uno come Rossi.
Scritto da G.S. il 30/10/2011 alle 13:14
Bersani ha detto che i giovani non devono scalciare ma a Varese se non si scalcia va avanti ancora Marantelli e magari perfino uno come Rossi.
Scritto da G.S. il 30/10/2011 alle 13:14
Oggi, nel suo quotidiano invio, don Ambrogio Villa ha trasmesso un passo di Paolo di Tarso: “So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la méta» (Filippesi 3,13).
Scritto da ulderico monti il 30/10/2011 alle 13:50
Paolo Rossi, l'ectoplasma del Pd.
Scritto da Voglio bene al Pd il 30/10/2011 alle 13:52
@G.S. e @Voglio bene al Pd - No, così non va. Se volete criticare in questo modo l'amico Paolo fatelo sul suo blog. Non accetterò più queste vendette meschine a volto coperto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/10/2011 alle 13:58
Un vero giovane come Patrizio Mecacci, classe 1984 segretario metropolitano del PD fiorentino, ha recentemente detto "abbiamo cose più importanti a cui pensare". Prenderò tutti gli insulti degli "allineati", ma il giovanilismo fine a se stesso a mio avviso non porta da nessuna parte. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione e certe iniziative personalistiche che hanno l'unico obiettivo di fare da trampolino per lidi più remunerativi, le trovo deleterie. Sto col segretario Bersani.
Scritto da Gigi Bianchi il 30/10/2011 alle 14:03
@Camillo Massimo Fiori, non le viene il dubbio che "i giovani sono accorsi in massa a Firenze proprio per modificare la struttura del partito"? @Simone Franceschetto è un giovanissimo del Pd e pensa anche lui come me.
Scritto da Luca il 30/10/2011 alle 14:05
Su Renzi e su tutto il resto, caro Giuseppe, condivido l' analisi. Sei molto più avanti, moderno ed aperto di tantissimi giovani-vecchi del partito e non ( 'giovani baccalà' guidati da i soliti 'vecchi', oltre che, interessatissimi, 'marpioni'). Una tristezza vedere sprecate potenzialità e fresche energie generazionali, consegnate nelle mani di 'sfruttatori politici d'annata (anche se questo fatto, nella storia, è sempre avvenuto).
Scritto da paolo rossi il 30/10/2011 alle 14:07
Essere d’accordo con le idee che esponi in questo blog mi sembra scontato. Qualcosa, però, mi continua a ronzare come un fastidiosissimo acufene: frasi estrapolate da due considerazioni di @Cmf : “I giovani accorsi in massa a Firenze continueranno a non contare nulla finché non sarà modificata la struttura del partito”.“Si va alla decadenza perché nessun dirigente sceglierà mai qualcuno più bravo di lui”. (L'ultimo virgolettato è stato ripreso ieri con la giusta attenzione e apprensione, anche da @Mafalda). Sono questi i problemi che la dirigenza del partito non sa cogliere; non si rendono conto che, ormai, anche un'idea buona, se espressa da un D'Alema, perde di mordente. Fa venir in mente (a noi attempati) il “RIECCOLO!”, rivolto a Fanfani da Montanelli. Purtroppo, queste 'distrazioni' non avvengono solo a livello nazionale. Per rimarcare la miopia (o l'ostinata voglia di pensare al proprio 'particulare') basta pensare al trattamento riservato, qui da noi, a Luisa Oprandi.
Scritto da Angelo Eberli il 30/10/2011 alle 14:24
Giuseppe, dimmi la verità, voteresti ancora per Bersani segretario?
Scritto da Lorenzo il 30/10/2011 alle 15:16
Ha ragione @Angelo Eberli, il ricambio ai vertici è necessario.
Scritto da Giorgio il 30/10/2011 alle 16:06
Ogni tanto si fanno avanti i coraggiosi che, corazzati nell'anonimato, svillaneggiano gli eletti del partito democratico: prima Marantelli e adesso anche Rossi. Credo che tali campioni abbiano tare e turbe che li costringe, poveretti, a provare l'emozione dell'insulto, unica via che li conduce all'orgasmo. Probabilmente odiano le donne e frequentano i siti porno.
Scritto da ulderico monti il 30/10/2011 alle 16:14
No, non sono d'accordo! Il Partito (preferisco usare la maiuscola), per esistere e resistere e, chissà, vincere, ha necessità di ordine e disciplina, altrimenti non sarà Partito, ma accozzaglia improduttiva di ambiziosi. Io non voto il Pd e i suoi candidati, sono un socialdemocratico con la tessera del PSI, ma riconosco il primato del Partito democratico e lo considero come nostro referente politico. Il Partito democratico ha eletto organismi dirigenti che hanno il compito di organizzare – ripeto nell'ordine e nella disciplina – la struttura e di decidere dialetticamente su programmi e strategie. Mi è inconcepibile – e intollerabile – che la disciplina di partito sia infranta e il segretario politico – per di più legittimato dalle primarie – osteggiato. Se esiste un problema politico, lo si affronti e lo si risolva nel Partito; se si vuole sfiduciare il Segretario lo si faccia dentro il Partito. Se il Partito esiste! Se invece è soltanto un'illusione … non servono organizzazione ordine disciplina … è soltanto e semplicemente il caos! Sono decisamente con il segretario Bersani.
Scritto da ulderico monti il 30/10/2011 alle 16:52
@Voglio bene al Pd, stai attento, stanotte, da buon ectoplasma, potrei tirarti i piedi nel letto. Credo sia, nel tuo caso, l' unica cosa tirabile. Per te, oltre tutto, i piedi sono preziosi: con quelli pensi e ragioni tutto il giorno.
Scritto da paolo rossi il 30/10/2011 alle 17:21
"Ordine e disciplina", afferma perentorio @Ulderico Monti. Invece io dico idee e progetti, poi ordine e disciplina. La dialettica non contrasta con un Pd bene organizzato e rispettato. Che sia Ulderico Monti, che spesso e volentieri critica aspramente e giustamente il Pd a dire queste cose è sintomatico. Ha in mente un partito di altri tempi anche se mi sta molto simpatico per la verve e la cultura che esprime.
Scritto da Elisabetta C. il 30/10/2011 alle 17:57
Menichini, direttore di Europa, ha scritto riferendosi a Matteo Renzi: "Piacere agli elettori di centrodestra non è un difetto: è uno straordinario punto di forza. Non dimenticate che i buoni sindaci del centrosinistra hanno costruito su questa capacità le loro vittorie e la loro buona amministrazione". Approvo e sottoscrivo.
Scritto da Il pirata il 30/10/2011 alle 18:06
Oh yes, senatore Rossi: la sua battuta sull'unica cosa tirabile e sulla preziosità dei piedi del cretino anonimo, meritano la rielezione!
Scritto da ulderico monti il 30/10/2011 alle 18:22
Caro @Lorenzo, se i candidati fossero Bersani, Franceschini e Ignazio Marino, voterei ancora Bersani. Il problema non è cambiare il segretario che ha avuto una grande maggioranza popolare ma dare al Pd un profilo e un progetto credibili e più discontinui con il passato. Bersani si è impegnato a realizzare questi impegni entro tre mesi. Aiutiamolo a raggiungere l'obiettivo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/10/2011 alle 18:33
Secondo te, Renzi, con le sue iniziative, aiuta Bersani a costruire un partito più credibile?
Scritto da Nicola Larghi il 30/10/2011 alle 18:54
Spero di essere rieletto non solo per le battute, caro @ulderico monti. Con i tempi che corrono...mi andrebbe comunque anche bene. Scherzo, mi sento un privilegiato. Di certo, molti e più capaci di me, avrebbero meritato di stare dove, immmeritatamente, oggi sto io. Ho avuto soprattutto fortuna a diventare parlamentare grazie alla peggiore legge elettorale della storia d' Italia. So bene che questa cosa suscita anche rabbia. Qualcuno, sometime, me la spara addosso. Posso comprendere.
Scritto da paolo rossi il 30/10/2011 alle 19:15
Cara Elisabetta C., credo che le idee e i progetti non siano in contraddizione con l'ordine e la disciplina: ordine di analisi e di metodo, disciplina di sentimenti e di organizzazione. Credo anche che la capacità di dare disciplina alla volontà e ordine all'azione, siano virtù antiche, sempre necessarie. Grazie dell'apprezzamento: riscalda il cuore di noi vecchietti!
Scritto da ulderico monti il 30/10/2011 alle 19:28
Renzi è la destra del partito e siccome la destra nel partito c'è, è meglio che sia rappresentata con nettezza. Letta, Franceschini e Fioroni da soli non ce la fanno. Così possono venire meglio allo scoperto e fare chiarezza.
Scritto da Pd Pavia il 30/10/2011 alle 19:39
Renzi dà fastidio a chi non vuole che l'alternativa a questo governo parli direttamente al cuore della gente. Se lui sarà il nuovo leader del Pd, strade nuove si apriranno per il nostro Paese. Finalmente!
Scritto da Fabio, Maccagno il 30/10/2011 alle 19:52
@Fiori ha centrato la questione. Il commento che ha postato oggi è il seguito naturale di quello di ieri. Non è una questione anagrafica. Il problema ha un solo nome: novità. Gli ostacoli seminati sul cammino non sono necessariamente diretti ai cd. “anziani” per età anagrafica ma a tutto ciò che è nuovo. Che può essere rappresentato da una nuova persona che si accosta al circolo, da nuovi comportamenti protesi ad umanizzare i rapporti, da una nuova idea che vorrebbe farsi strada, ecc. Facciamo la fenomenologia di un circolo. L’assemblea degli iscritti elegge gli organi dirigenti. Formalmente si tratta di un’elezione democratica, nella sostanza si tratta di un voto pre-strutturato e fondato su due tipi di rapporti, quelli amicali e quelli di forza, interni. Naturalmente, in questi giochi, un nuovo iscritto “non allineato”, che magari provenga dalle primarie, che magari si sia lasciato attrarre dallo slogan di Bersani “rimbocchiamoci le maniche”, che magari, sempre come dice Bersani, si “mette a disposizione”, non potrà mai essere incisivo in nulla, salvo affidarsi ai meccanismi di cooptazione. Semmai, può essere utilizzato per presidiare gazebo a meno cinque sottozero o a 40 gradi all’ombra. Naturalmente, anche questi organi eletti non contano niente perchè, in realtà, il coordinatore locale quasi sempre si rapporta a delle oligarchie ristrette (e mica tanto occulte). Pertanto, il coordinamento del circolo finisce sempre e solo per ratificare decisioni già prese dalla oligarchia. Questa è la regola. Poi ci sono le eccezioni. Infatti, vi sono bravi segretari di circolo – che scrivono anche su questo blog – che nulla hanno a che vedere con le pratiche che ho sopra descritto.
Scritto da Mafalda il 30/10/2011 alle 20:14
Mi riaggancio a @Fiori e @Mafalda chiedendo a loro e a tutti gli altri se non pensano che il successo di questo blog che non spettegola (salvo rare eccezioni presenti anche di oggi) non sia dovuto al fatto che il partito è fermo, insipido, oligarchico, spesso ammuffito, anche a livello locale. Chiunque tenti di svecchiarlo dev'essere benvenuto, dovunque.
Scritto da Giacomo il 30/10/2011 alle 20:29
Caro Paolo Rossi, sulla attuale legge elettorale mi è difficile comprendere che sia la peggiore nella storia italiana. Forse che il candidato al Senato della Repubblica, non è sempre stato uno e uno soltanto, indicato dal partito di riferimento? Ho posto più volte la domanda, ma non ho avuto esauriente risposta, o non l'ho capita. Vogliamo riprovare a spiegarmi l'arcano?
Scritto da ulderico monti il 30/10/2011 alle 20:30
"con marchionne senza se e senza ma" -il fatto che il partito sia contendibile alle idee liberiste e anti sindacato di uno come Renzi, dimostra che è stato un errore fondarlo , errore di cui mi prendo la mia parte di colpa da militante, che ha dovuto litigare con tanti compagni contari, all'epoca. è chiaro che un partito-ma anche una coalizione-in cui queste idee avessero il controllo io non potrei votarle. ci sia chiarezza, e si vada ad una rottura.
Scritto da marco il 30/10/2011 alle 20:35
Oggi i giornali hanno parlato più di Renzi che di Bersani. Se questo non è un segno delle difficoltà profonde del Pd....Se poi volete dire che va tutto bene così, fate pure.
Scritto da A.F. il 30/10/2011 alle 21:00
Piuttosto chiedamoci come mai alcuni abbiano deciso di sostenere Renzi. Potrebbe essere un’invenzione giornalistica. Tuttavia, le notizie riportano i nomi di dell’aclista Luigi Bobba, dell’industriale Maria Paola Merloni, dell’ex “goletta verde” Ermete Realacci e del giuslavorista riformista Pietro Ichino. Al di là della diatriba vecchi-giovani, che funziona dal punto di vista del marketing politico ai fini di un posizionamento mediatico, dobbiamo domandarci, alla luce dei nomi suindicati, quale progetto nasconde Renzi. E’ Ichino che usa Renzi come ariete per una virata riformista (?!?) del partito oppure è lo stesso Renzi che è un vero stratega, dei giovani gli interessa relativamente ed è molto più organico, di quello che fa credere, ad un’area del partito? Prendiamo Ichino. Il nostro senatore ha inviato al Direttore del quotidiano “Libero” una lettera nella quale si dice compiaciuto del fatto che il Governo intenda far proprio il disegno di legge n. 1873 “Codice dei rapporti di lavoro. Modifiche al Libro V del Codice Civile” presentato dallo stesso Ichino (primo firmatario) e sottoscritto da numerosi senatori (alcuni in prima battuta, altri cammin facendo, fra cui Bonino, Follini, Rutelli, il bresciano Galperti, la cattolica Garavaglia, il migliorista Morando, Chiti, la signora Bassolino, il veneto Stradiotto che ha fatto la comparsa sul blog di Rossi qualche tempo fa per dissentire con lui sulla votazione sul bilancio del Senato). Un disegno di legge che, tra chiaro-scuri, si propone la revisione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. Anche la scelta di scrivere a “Libero” non è casuale: potrebbe essere una convergenza liberista con i falchi del centrodestra, che mette in discussione la linea del Pd che, attualmente, guarda come alleati Vendola e Di Pietro. Questa è la vera questione. In conclusione, qual è il vero nemico (mi si passi il termine) di Bersani? E’ Renzi o sono altri?
Scritto da Mafalda il 30/10/2011 alle 21:01
Sono debitore di una risposta a @Nicola Larghi (18.54) - Quando la dialettica è seria ed è sui contenuti aiuta sempre il segretario del partito. Ti faccio un esempio. Non mi convince la linea del responsabile economico Fassina (non Fassino di cui ho stima). La considero una scopiazzatura delle tesi (comprensibili) della Fiom. Renzi ha un'altra linea. Bersani può trovare la sintesi. Se invece Fassina dice ciò che Bersani pensa, allora siamo alla vigilia di uno scontro profondo dentro il Pd fra due linee difficili da conciliare.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/10/2011 alle 21:41
La sinistra è super conservatrice. Tiriamo fuori gli attributi, non regaliamo gli innovatori alla destra.
Scritto da Luigino il 30/10/2011 alle 21:47
@Mafalda, il nemico di Bersani è il suo voltarsi indietro, il cedere ai conservatori di sinistra denunciati da Baricco a Firenze. Guardi ben dentro il suo giro stretto. Il nemico è il pensiero vecchio. (Da una ragazza giovane che ti legge con interesse).
Scritto da Giulia il 30/10/2011 alle 22:46
Caro @ulderico monti, per quanto riguarda il Senato hai perfettamente ragione. Rimane, l' attuale, una brutta legge elettorale che gli italiani hanno bocciato con evidenza. Dobbiamo tenerne conto.
Scritto da paolo rossi il 30/10/2011 alle 22:51
Meno male, forse il tempo di un chiarimento vero nel Pd si avvicina. I finti di sinistra come Renzi, Letta, Fioroni, (Franceschini non sa né di me né di te), Realacci, Ichino, stanno gettando la maschera. Adamoli scegli in fretta anche da che parte stai, ma penso - e mi dispiace - che starai dove non sto io.
Scritto da Un sindacalista il 30/10/2011 alle 22:58
Dunque, caro Paolo Rossi, la situazione – per come la capisco io - sarebbe la seguente: a) se il Partito indica un solo Candidato al Senato, si deve intendere che il Partito è entità virtuosa e il Candidato persona proba; b) se invece il Partito indica i candidati alla Camera, il Partito non è più virtuoso, ma è un comitato di interessi più o meno confessabili (magari una cricca) che pretende di imporre personaggi proni alla volontà affaristica di un gruppo di potere. E' così?
Scritto da ulderico monti il 31/10/2011 alle 07:35
Un magistrato afferma pubblicamente di non essere imparziale. Che ci racconterà il Presidente della Repubblica? Ecco perché - per questo e per molti altri motivi - ho citato San Paolo: “So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la méta» (Filippesi 3,13).
Scritto da ulderico monti il 31/10/2011 alle 07:39
@Ulderico Monti e @Paolo Rossi - C’è una differenza profonda e sostanziale fra la legge elettorale attuale e quelle precedenti, non solo per la Camera, anche per il Senato, cioè per i collegi che hanno sempre avuto un solo candidato per partito. Una volta la scelta era lasciata ai livelli locali mentre oggi è affidata totalmente a Roma. I partiti locali decidevano (o potevano decidere) in piena autonomia. La Dc ha sempre esercitato questa autonomia e hanno sempre e solo deciso i partiti provinciali sulla base dei loro difficili equilibri interni. Erano i responsabili provinciali che si recavano in Tribunale a depositare le candidature. In provincia di Varese vi erano due collegi senatoriali, Varese e Busto. Ebbene, la Dc dei tantissimi collegi lombardi ne riservava solo tre alla direzione nazionale. Per il collegio di Varese c’è un precedente clamoroso. Solo una volta nel 1976, Roma aveva deciso di tenere per sé la scelta del candidato volendo portare qui un personaggio di Milano, mentre a Varese si puntava su Aristide Marchetti. Ebbene il responsabile di allora, Adalberto Cangi, tuttora vivente, dopo un voto del comitato provinciale che lo autorizzava, sfidava la direzione nazionale e, con un atto di disubbidienza, consegnava al Tribunale il nome di Marchetti. Lettera di reprimenda e denuncia ai probiviri, poi tutto finisce nel silenzio e Marchetti diventa un eccellente senatore. Le differenze sono incommensurabili.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/10/2011 alle 08:34
Ormai Adamoli noi abbiamo fatto il nostro tempo e di guai ne abbiamo fatti tanti. Questi giovani non sono sempliciotti hanno ottime basi. Bersani ha scelto come titolo SIAMO AL SUD ma è 30 anni che al nord la sinistra non si vede e ha perso tanti militanti passati in mano alla lega. RENZI ti aspettiamo al NORD pronti a riprenderci quello che non abbiamo più. Grazie e ben venga il BIG BAND tiziana v.
Scritto da twister2616 il 31/10/2011 alle 09:06
Vedo alle porte un'altra Margherita. Ben venga se concorre alla chiarezza del centro sinistra. Renzi è pronto a farla rinascere.
Scritto da Riccardo D. il 31/10/2011 alle 09:12
Non sarebbe meglio se voi della Margherita vi metteste ancora insieme, noi dei Ds altrettanto e poi facessimo una bella alleanza elettorale e di governo? Ci guadagneremmo tutti.
Scritto da L.L. il 31/10/2011 alle 09:18
Giovani contro anziani è una impostazione sbagliata, ma quel che dice Fassina, presentato dal Corriere come "responsabile economico del Pd" è demenziale. "Renzi è un figlio di papà, un portaborse miracolato". Da manicomio.
Scritto da Bernasconi Luisa il 31/10/2011 alle 09:45
Una BIG BAND? Oh yes, Tiziana V. detta anche Twister2616, oh yes, oh yes! Neanche la Gelmini cannerebbe così. Neutrini, Cern, Ginevra, tunnel carpale del Gran Sasso, Big Bang, Big Band! Oh yes, oh yes! Ulderico che ne dici? La facciamo una Big Band al nord? Maroni tastierista, Rossi alla tromba, Adamoli all’ukulele, Marantelli alla chitarra elettrica, Molinari al pianoforte e Valmaggia alla batteria. La vocalist è Mafalda, mentre Fiori introduce e presenta. Il Vaghi in biglietteria. Oh yes, oh yes, oh yes. Simone Franceschetto e Rino Agosti a vendere i pop corn e la Koka Kola (mannaggia gli States!), coordinati da Alfieri, oh yes, oh yes, oh yes! Io e te siamo i loro manager, oh yes, oh yes, oh …
Scritto da Frank Slade il 31/10/2011 alle 09:58
Caro Giuseppe, purtroppo il Pd non solo si è spesso rivelato, come tu ben dici: " lento, indeciso, a volte ingessato", ma anche incapace di scoprire e puntare su persone di talento. E quelle non le scopri dando un'occhiata al curriculum, che al limite può dare un'idea del "merito". La parola "talento" continuo a non sentirla. Neanche nei discorsi di Renzi. Correggimi se sbaglio.
Scritto da Silvano De Prospo il 31/10/2011 alle 10:17
@Fank Slade - Avere un manager come te sarebbe piacevole e divertentissimo. Peccato che mi sono ritirato dal mercato. Mi potresti sostituire tu che sei più da palcoscenico che da ufficio. (Ps. Quello di Tiziana è un errore ortografico più che un lapsus freudiano, ammettilo da gentiluomo).
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/10/2011 alle 10:19
Caro Silvano, se è solo per questo la parola "talento", Matteo Renzi l'ha pronunciata decine di volte. Il problema non è di usarla nei discorsi ma nella vita reale, quando si acquisisce potere. Accadrà? Me lo auguro ma non ne sono affatto sicuro.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/10/2011 alle 10:21
Caro Giuseppe, se non troviamo un modo per tradurre nella vita reale la necessità di puntare al "talento", qualsiasi discorso - che sia pronunciato da Renzi o da altri - resta puramente teorico. E quindi la si darà sempre vinta ai mediocri.
Scritto da Silvano De Prospo il 31/10/2011 alle 10:35
Nella flessibile “società degli individui” anche una tipica azione collettiva come la politica riceve l’impronta della personalizzazione. Il leader non solo viene prima del programma ma lo sostituisce; a differenza di Kennedy, Obama ha detto: “il programma sono io” e i risultati (non)si vedono. La politica presuppone non un aggregato occasionale di individualità ma dei gruppi, delle associazioni, delle comunità che insieme si muovono, con scelte differenziate, avendo in comune degli ideali, dei valori, una visione della vita e dei legittimi interessi da difendere e da promuovere. Il leader post-moderrno non è quello “carismatico” che veniva riconosciuto per i suoi evidenti o presunti “carismi” (doni naturali), ma è costruito dal marketing che si avvale di tutti i mezzi della tecnologia più avanzata, della suggestione coreografica, degli effetti speciali per “costruire” il personaggio-guida. Da una parte c’è il candidato-salvatore che deve sostituire i dinosauri responsabili della palude, dall’altra la società “innocente” che spera di essere redenta, possibilmente senza pagare alcun prezzo. Ma la democrazia consiste davvero nell’ evento indimenticabile (cinque minuti a testa, tutti siamo uguali, anche se nella orwelliana fattoria degli animali c’è anche chi è più uguale) e nel conconcorso tramite Internet per trovare le cento idee capaci di trarci fuori dal pantano? Per carità, la novità c’è, ma c’è anche il ritorno dell’illusione che le cose cambieranno se al potere ci vanno quelli che “conoscono” i problemi della gente: di là i protagonisti, di qui quelli che si emozionano, applaudono o fischiano ma continuano a contare nulla. Anche i dinosauri non sono scomparsi per la caduta dell’asteroide ma perché l’habitat del mondo è cambiato; bisognerebbe rileggere la lezione di don Milani: “me ne importa”, che vuol dire che non basta il lifting ma che il mondo va cambiato sul serio nella sua logica di avidità e di potere. Gli esempi virtuosi, se sono tali, servono ma non bastano: dobbiamo metterci in gioco tutti, perché questo vuol dire democrazia.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 31/10/2011 alle 13:02
Giungo tardi a formulare il mio commento e molte cose sono già state dette. Aggiungo solo che occorre dare a Renzi quel che è di Renzi: riconoscergli il merito di aver innescato la miccia di un confronto critico all’interno di un partito che è nato chiuso in se stesso e nelle sue logiche interne. La dimostrazione è data dal fatto che dal 2008 ad oggi per il segretario nazionale ci sono state ben due elezioni interne con il sistema delle primarie (Veltroni e Bersani). Dopo tali elezioni ci aspettava che proseguisse una sana dialettica interna, sempre necessaria a mantenere vivo un confronto critico capace di generare rinnovamento e idee. Invece, i vari Letta, Bindy, Marino e Franceschini si sono assopiti nei loro incarichi interni e si è lasciato che prevalesse la nefasta e deleteria logica degli unanimismi che, a cascata, dal livello nazionale a quello locale, ha finito per anestetizzare il Partito Democratico, come abbiamo avuto modo di vedere anche nella nostra provincia, con i congressi locali e provinciali dello scorso anno. Renzi è stato perciò abile ad occupare lo spazio lasciato vuoto da altri e ad utilizzare un argomento semplice e comunicabile come quello dell’età. Personalmente non lo condivido. Tuttavia, è indubbio che c’è una generazione di dirigenti, anche a livello lombardo, che non favorisce il rinnovamento del PD. Una specie di “blocco burocratico”, tenuto insieme più da legami amicali e di potere, che politici. Il risultato è che, anziché dividersi sulla politica rispetto all’idea ed al progetto di società, ad es. tra “riformisti liberisti” e “democratici sociali”, le correnti nascono come impolitici coaguli d’interessi intorno a persone, che erroneamente continuiamo a definire “leader” (Veltroniani, Franceschiniani, Lettiani, Bersaniani, ecc.). Vogliamo dividerci sulla politica? Allora confrontiamoci sui contenuti, come la questione del lavoro sollevata da Ichino oppure la scelta di preferire un governo di transizione alle elezioni anticipate.
Scritto da Leonardo C. il 31/10/2011 alle 13:30
Dibattito interessante, ma provo sincera nostalgia per un partito tutto di sinistra.
Scritto da Francesco il 31/10/2011 alle 13:37
@ L.L. Condivido totalmente: io l'avevo detto subito che era un clamoroso errore lo scioglimento della Margherita e la fusione coi D.S. e i fatti lo dimostrano. Non si possono omologare due pensieri assolutamente inconciliabili su molte questioni. Il P.D. è un aborto in questo senso. Ha vinto il centralismo democratico, la disciplina di partito, la cooptazione dei mediocri, le ricandidature triple, le candidature ritirate per difendere la ditta (vedi Bersani vis Veltroni).
Scritto da Lodovico il 31/10/2011 alle 13:55
Trattare di contenuti, fare autocritica: un buon modo per far tornare la Politica ad essere dei cittadini. Popolare. Per troppo tempo si è pensato fosse delegabile a delle specie di "amministratori delegati"(la destra italiana è stata maestra), che dovrebbero dimostrare di avere le qualità per stare dove stanno. C'è dinamica. Un potenziale che va sfruttato. Un potenziale di "normalità": parlare di cose da fare e trovare il modo per farle. Mi sento a mio agio.
Scritto da FrancescoG. il 31/10/2011 alle 13:59
Frank Slade come manager sei un fallimento. Fidarti di me mettendomi alla biglietteria ? Come fai ad essere sicuro che non scapperei con la cassa ? Suvvia, cambia mestiere
Scritto da A. Vaghi il 31/10/2011 alle 14:03
Oh yes, Frankie, il progetto è affascinante, ma la musica non mi piacerebbe! Troppi solisti, senza un direttore d'orchestra, proprio come nella politica, Ne risulterebbe - oh yes - un cacofonia raccapricciante, proprio come nella politica. Insomma rinuncio, a meno che non si organizzino le primarie per la (big) band. Oh yes Frankie!
Scritto da ulderico monti il 31/10/2011 alle 14:39
Carto @Lodovico, ti rileggo volentieri sul blog dopo molto tempo, da quando abbiamo avuto una discussione tesa sul biotestamento. Dobbiamo abituarci ad una dibattito sincero ma non risentito. Nell'altro fronte non sono tutte rose e fiori, nemmeno sui temi della bioetica. Sulla Margherita metterò domani un breve post.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/10/2011 alle 15:20
Caro Giuseppe, devo dirti che non mi entusiasmano molto i leaders di oggi. Né quelli giovani né quelli anziani. Sarà che mi sento “vecchio del mestiere”, ma di gente che si è proposta come “rinnovamento” del partito, del Paese e della politica ne ho sempre vista tanta anche se, poi, dietro ho anche percepito spesso il “nulla e il vuoto” politico, oltre che molta ambizione. Per questa ragione sottoscrivo il primo intervento dell’amico Massimo Fiori comprese le ultime righe dedicate a Renzi. Dunque è giusto sospendere il giudizio. Su Renzi come su altri a dire il vero. Due giorni fa ho assistito,però, a “Otto e mezzo” su “La 7”. Nella puntata lady Gruber intervistava il sindaco di Firenze. Devo dirti che il ragazzo si presenta bene. Comunicativo, battuta pronta, efficace e linguaggio comprensibile. Un vero toscano. Alcune cose mi sono piaciute altre no. Tra queste l’idea dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e l’elogio della personalizzazione della politica. Io rimango convinto che il grosso guaio della politica italiana sia proprio la personalizzazione della politica. Berlusconi su questo è stato maestro e di questo ne stiamo ancora pagando le conseguenze. Io non credo che rincorrere quel modello sia un bene per il Paese ( ed è un modello tipico di un sistema “presidenziale” o “maggioritario” ), così come penso che sia demagogico e populistico dire che abbattere i costi della politica sia abolire il finanziamento pubblico. Diverso è invece sostenere l’esigenze di regole di trasparenza a cui i partiti tutti si devono adeguare. Certo che sostenere questo e spiegarlo al “popolo” incazzato con la politica è un po’ più difficile. Ma non è forse questo il compito del leader politico? Sfuggire al facile populismo e assumersi la responsabilità di spiegare anche le cose difficili e non popolari?
Scritto da roberto molinari il 31/10/2011 alle 15:47
@Frank Slade, forse hai ragione, come tromba non sarei male, certe vocazioni del resto sono naturali. Magari meglio 'trombone', ma comunque va benissimo anche così.
Scritto da paolo rossi il 31/10/2011 alle 16:31
Renzi non può pretendere che nel Pd venga stravolta la storia democratica degli ex Pds/PCI.Possono essere anche dei reduci ma la loro storia deve essere salvata, perché può essere che da lì si possa trarre insegnamenti per il futuro. Al nostro Paese serve una seria cultura di sinistra L’errore è stato di aver fatto una fusione soprattutto da parte degli ex dc e margherita pensando che si potesse azzerare le reciproche storie politiche.Renzi deve avere il coraggio di mettersi in proprio..
Scritto da Osservatore il 31/10/2011 alle 16:36
@ Adamoli. Per ora non voto il P.D., ma non mi sognerei mai di votare per il centrodestra. Cosa succede nell'altro fronte perciò non mi interessa proprio! La mia delusione è vedere che per una volta che si può battere il centrodestra in carrozza non siamo affatto attrezzati per farlo. Classe dirigente antica ed attaccata alle sedie, meritocrazia e facce nuove valide che non si vedono spuntare all'orizzonte. Se qualcuno tenta di farsi avanti (Rienzi) deve farlo contro le regole del partito.
Scritto da Lodovico il 31/10/2011 alle 18:09
Oh Signur! Mi sa proprio che mi toccherà morire democristiana. E pensare che nell'altro blog mi hanno dato della vetero-comunista, trista e brutta per giunta, dando un duro colpo alla mia vanità di femmina...Io non mi sento della partita, ho finito la mia scorta di entusiasmo e non sono nemmeno in sintonia con tutte le idee di Renzi, ma la scossa non può essere che salutare. Io questi vecchi arnesi della politica, che non hanno saputo risolvere il conflitto di interesse e a forza di inciuci hanno lasciato il Paese nelle mani di comitati d’affari e cricche...che sono talmente esausti e dimessi da far apparire Renzi un capopolo…che hanno permesso in Molise si andasse al voto senza candidare nelle nostre liste donne, che non hanno uno straccio di proposta condivisa ma ognuno butta per aria la propria idea salvo cambiarla il giorno dopo… Mi auguro davvero il cambiamento per ridare prosperità economica e dignità al nostro Paese, che poi lo strumento si chiami PD, Margherita, Ds o Leopolda l’importante è avere ben chiaro l’obiettivo! PS: (Certo che un FORZA LEOPOLDA…eh..eh…))
Scritto da Maria Rossa il 31/10/2011 alle 19:02
Questa settimana il Pd ha perso secondo i sodaggi di La7 un altro 0,4%. Considerate le condizioni dell'Italia e del governo un vero schifo. Bersani dirà che è colpa di Renzi?
Scritto da Maurizio il 31/10/2011 alle 20:24
@Frank Slade, io vocalist? Oh yes, magari! Magari avessi la stessa voce della bella, brava e grintosa Simona Paudice, vocalist di Distretto 51 (la band del ministro Maroni). Sul fatto che tu sia un gentiluomo, non ho ragione di dubitare. E immagino che anche Adamoli non abbia dubbi. Se non sei un gentiluomo tu, allora come lo dobbiamo chiamare il signor Valmaggia, l’amico di Adamoli, che ha accusato una commentatrice di questo blog di avere un “carattere epilettoide”? Oppure, quando - sempre il signor Valmaggia - ha attribuito uno strabismo inesistente (non politico ma oculare) ad una commentatrice (sempre la stessa) di questo blog? Se tu non sei un gentiluomo, allora l’amico di Adamoli come dobbiamo definirlo? Per evitare che Adamoli censuri il mio commento (sarebbe la prima volta) mi fermo qui. Piuttosto, mi pare che tu stia creando un buon clima, grazie! La tua ironia vale oro, oy yes! P.S.: Veramente, l’unica ad arrabbiarsi dovrebbe essere la Gelmini e il suo tunnel carpale …
Scritto da Mafalda il 31/10/2011 alle 20:52
Oggi pomeriggio non sono intervenuto perché sono stato pochissimo tempo al computer e anche perchè domani mattina metto un altro breve post sul Pd e dunque riprenderemo la discussione. Sono convinto che la soluzione migliore sarebbe quello di un governo di salute pubblica, o del presidente, o come diavolo vogliamo chiamarlo, ma siccome Berlusconi non se ne andrà sarà meglio attrezzare il centrosinistra e in particolare il Pd per affrontare le elezioni quando ci saranno, speriamo il più presto possibile.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/10/2011 alle 22:32
Adamoli, vuoi capirla che il Pd è un partito di sinistra cioè il contrario del partito di Renzi?
Scritto da Ambrogio L. il 31/10/2011 alle 23:15
L’Infedele è stato provvidenziale. Ho capito la vera pasta della Rosy. Non mi farò più buggerare dalla Rosy neanche se domani diventasse la leader dei Nuclei Clandestini inventati da Sacconi. La Rosy, da Gad, ha l’aria delL’Infedele. Sta implorando un governo di responsabilità nazionale. Alla Rosy piacciono i responsabili. Alla Rosy piacciono gli Scilipoti. Da quando è pettinata come la signora Renée Michel, quella che abita in Rue de Grenelle n. 7, Paris, sta aspirando agli Scilipoti. E la pettinatura della signorina dei Draghi Ribelli? E il cespuglio di Michele Serra? Il maglioncino blu di Cacciari è mélange o porta segni di forfora della sua barba? Non sono un’aspirante hair-stylist ma, stante la difficoltà ad entrare nella testa dei nostri politici, preferisco fermarmi alla superficie del follicolo pilifero (o bulbifero).
Scritto da Alice in wonderland il 31/10/2011 alle 23:22
Basta con i dinosauri o con giovani figli di papà come Renzi: MERITOCRAZIA!
Scritto da Gino il 3/11/2011 alle 16:06
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