Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 20/6/2008 alle 10:12

Il mio articolo del 10 giugno dal titolo “Attenzione il PD in Europa rischia grosso” è stato accompagnato da molti commenti in gran parte di condivisione. Su VareseNews sono apparse però anche delle reazioni negative, assolutamente legittime, ma chiaramente organizzate con tre categorie di accuse.
La prima: ‘Adamoli vuole dividere anziché unire’. Mi permetto di riportare il titolo e il sottotitolo che “Europa”, uno dei due organi di stampa ufficiali del PD, ha dato al mio pezzo: “Un errore insopportabile restare divisi in Europa” e poi “Mi preoccupa molto questo tornare a parlare di DS e Margherita”. Sono parole contenute nell’articolo che danno esattamente il senso costruttivo del mio pensiero.
La seconda accusa: ‘Adamoli vuole fare una corrente cattolica da lui guidata’. E’ ciò che ho sempre ritenuto un errore gravissimo fin dall’inizio delle primarie dell’anno scorso e che non farò mai. Lo testimoniano alcuni articoli pubblicati anche da Varesenews.
Terza accusa ancora più incredibile: ‘Vuole indebolire il segretario provinciale Tosi’. Nel mio articolo l’organizzazione territoriale del Partito, la questione delle cariche provinciali (e di altri livelli) non era neanche lontanamente evocata.
A ben vedere l’affermazione più secca era sull’entità della sconfitta pesante del PD. Ma possiamo, per ossequio ai capi romani, nascondere la realtà? Così non si risale la china.
Invito chi è intervenuto, magari sotto pressione, a rileggere con calma il mio articolo che riporto sotto con il titolo di “Europa”. Così anche i lettori frettolosi o distratti possano essere aiutati nella comprensione corretta del mio pensiero.

Scarica e leggi l'articolo

 

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 7 commenti -
Purtroppo nel PD resiste ancora una vecchia logica secondo la quale fare delle riflessioni con alcuni accenti critici equivalga a delegittimare qualcuno.... quelli che devono difendere poltrone che non sanno nemmeno loro come fanno ad avere e che non hanno idee lucide sono, di solito, quelli che si agitano di più!! Avanti così caro Adamoli.
Scritto da Alessandro il 20/6/2008 alle 14:42
Caro Giuseppe, sul tema della "divisione DS/DL" mi sembra interessante collegare il tuo intervento all'editoriale scritto l'11 giugno da Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera (link). Per quanto riguarda invece il tema del "partito federale", ritengo che l'eventuale struttura federale del PD possa/debba essere incentrato sulla dimensione territoriale e non sulla "matrice partitica"
Scritto da Giacomo il 20/6/2008 alle 14:43
Link all'editoriale di Ernesto Galli Della Loggia: http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/11/UCCIDERE_PADRE_co_9_080611046.shtml
Scritto da Giacomo il 20/6/2008 alle 15:09
Quando in un partito si viene accusati di lesa maestà vuol dire che si sta dicendo qualcosa di giusto. Nello specifico poi la tua mi è sembrata una riflessione volta a superare le divisioni legate alle appartenenze di provenienza, non diretta a voler fare il capo di una "corrente cattolica", per il quale scopo comunque saresti molto più credibile di altri.
Scritto da larpi il 20/6/2008 alle 16:50
Caro Giuseppe, pur non condividendo nel tuo post l'analogia tra PCI Berlingueriano e il PD attuale, storicamente e strutturlalmente troppo diversi, apprezzo in te la volontà e lo sforzo di lavorare ad un dibattito sui temi fondanti l'identità del partito. Visto l'esito dell'assemblea romana di ieri, che non ha affrontato nemmeno i nodi politici di fondo, figuriamoci gli altri, ne abbiamo un bisogno quanto mai urgente. Condivido quindi il tuo impegno. Lavoriamo assieme.
Scritto da Erica il 21/6/2008 alle 12:23
Il quadro politico Europeo e quello Italiano sono sfasati e non sincronizzati. In ciò sta la grandezza del progetto-PD e di un'Italia finalmente tornata laboratorio politico, ma anche le sue insidie e contraddizioni interne. Il problema analizzato ricalca il problema delle correnti: ci si muove sul filo del rasoio. Ma siccome tornare indietro non si può bisognerà prendere decisioni anche dolorose. Sarà molto difficile, ma il rischio è di rimanere un progetto abortito e raffazzonato.
Scritto da Stefano Gardelli il 23/6/2008 alle 01:53
Cara Erica, concordo con te che non c’è nessuna analogia tra il PC Berlingueriano e il PD attuale: non ce ne può essere per mille motivi. Volevo soltanto dire (come hanno messo benissimo in evidenza Ilvo Diamante e Paolo Natale in vari studi) che è fin troppo simile la dislocazione territoriale del voto di oggi e di allora. Se il PD vince solo nelle regioni rosse e perde altrove la “vocazione maggioritaria” diventa un puro slogan elettorale. Non ho ricette in tasca, intendevo solo proporre un te
Scritto da Giuseppe Adamoli il 24/6/2008 alle 16:31
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